L’elemento centrale del quadro accusatorio è costituito da un pizzino sequestrato nel covo di Bernardo Provenzano e letto agli inquirenti dallo stesso Carrubba. Nell’appunto sequestrato Giuseppe Falsone comunicava al boss corleonese di aver provveduto a inviare del denaro all’“amico CL” risultato poi essere Angelo Schillaci. Dalle indagini emerge anche che il progetto criminoso risulta ampiamente avvalorato dall’attività svolta da Vincenzo Parello che per conto di Falsone avrebbe presenziato alle riunioni garantendone il buon esito per la costituzione della Gruppo Asfalti S.r.l., nella quale confluivano diverse ditte agrigentine; Parello avrebbe avuto il compito anche di sovrintendere all’acquisizione dell’impianto di Sutera. A seguito di riservate operazioni di ricerca, i Militari all’interno di un tunnel di convogliamento delle acque piovane, sito nelle immediate vicinanze dell’impianto di calcestruzzi dei fratelli Schillaci, hanno trovato un nascondiglio dove era custodito l’arsenale della famiglia mafiosa di Campofranco. Le armi erano sapientemente nascoste in una nicchia appositamente scavata nella roccia e occultata da uno dei moduli metallici che costituiscono il rivestimento del tunnel. Nella circostanza, venivano rinvenuti un fucile e diversi candelotti di esplosivo ad alto potenziale, detonatori e micce per il loro innesco, munizionamento e materiale per la manutenzione delle armi. L’esplosivo, data l’elevata pericolosità derivante dal pessimo stato di conservazione, è stato fatto immediatamente brillare dagli artificieri del Comando Provinciale di Caltanissetta.
Estorsione ai danni di un’impresa di bitume. 4 le misure cautelari eseguite in carcere.
L’elemento centrale del quadro accusatorio è costituito da un pizzino sequestrato nel covo di Bernardo Provenzano e letto agli inquirenti dallo stesso Carrubba. Nell’appunto sequestrato Giuseppe Falsone comunicava al boss corleonese di aver provveduto a inviare del denaro all’“amico CL” risultato poi essere Angelo Schillaci. Dalle indagini emerge anche che il progetto criminoso risulta ampiamente avvalorato dall’attività svolta da Vincenzo Parello che per conto di Falsone avrebbe presenziato alle riunioni garantendone il buon esito per la costituzione della Gruppo Asfalti S.r.l., nella quale confluivano diverse ditte agrigentine; Parello avrebbe avuto il compito anche di sovrintendere all’acquisizione dell’impianto di Sutera. A seguito di riservate operazioni di ricerca, i Militari all’interno di un tunnel di convogliamento delle acque piovane, sito nelle immediate vicinanze dell’impianto di calcestruzzi dei fratelli Schillaci, hanno trovato un nascondiglio dove era custodito l’arsenale della famiglia mafiosa di Campofranco. Le armi erano sapientemente nascoste in una nicchia appositamente scavata nella roccia e occultata da uno dei moduli metallici che costituiscono il rivestimento del tunnel. Nella circostanza, venivano rinvenuti un fucile e diversi candelotti di esplosivo ad alto potenziale, detonatori e micce per il loro innesco, munizionamento e materiale per la manutenzione delle armi. L’esplosivo, data l’elevata pericolosità derivante dal pessimo stato di conservazione, è stato fatto immediatamente brillare dagli artificieri del Comando Provinciale di Caltanissetta.
Commenta articolo