La notizia è venuta fuori ieri pomeriggio, in una conferenza stampa convocata dal Presidente Lombardo.
“Io e i miei alleati –ha affermato Lombardo– abbiamo concordato che è opportuno che in Sicilia si voti disgiuntamente rispetto al voto di Roma. Nonostante la crisi nazionale, a Roma si voterà nella prossima primavera e, visto che sono convinto che le elezioni vanno fatte in periodi diversi, ho scelto di fissare la data di ottobre.
La scelta di comunicare le date è stata un’operazione chiarezza. E sulle dimissioni vorrei chiarire che mi dimetterò, ma non ci potrà essere vuoto di potere. Chi si dimette – ha sottolineato – rimane comunque presidente fino al voto”.
Per il Sen. UDC Gianpiero D’Alia, è finita l’agonia della Sicilia. Per la prima volta – scrive su twitter– sono d’accordo con Raffaele Lombardo.
Per il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Francesco Cascio “è un atto di responsabilità nei confronti della Sicilia.
“Troppe – ha continuato Cascio – sono le questioni ancora aperte da risolvere: dalla vicenda dei forestali alle carenze dei collegamenti marittimi e del trasporto pubblico locale, dalla Fiat ai fondi per finanziare le attività culturali dell’Isola. Dimettendosi adesso, Lombardo avrebbe gettato la Sicilia in una situazione di criticità e disperazione peggiore di quella in cui versa oggi.
Per il segretario regionale di Grande Sud Pippo Fallica, nessuno rimpiangerà Lombardo. Il voto anticipato è solo la conseguenza di una palese incapacità amministrativa e politica che ha portato la Sicilia sull’orlo del baratro”.
“Finalmente giunge una notizia che può permettere alla nostra terra di vivere una nuova stagione anche se le dimissioni di Lombardo sono tardive”. A dirlo è Fabio Giambrone, segretario regionale dell’Italia dei Valori. “Il partito –dice Giambrone– è pronto ad aiutare la Sicilia a voltare pagina tramite la costruzione di una coalizione composta da forze riformiste e radicalmente alternative al Cuffarismo e al Lombardismo, che hanno provocato solo disastri”.
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