Vertenza precari degli enti pubblici in Sicilia. Per domani, sull’Isola, le segreterie regionali di CGIL–Fp, CISL–Fp, UIL–Fpl hanno indetto una giornata di mobilitazione. Ad Agrigento, luogo della manifestazione, sarà Piazza Aldo Moro, con inizio previsto alle ore 10:00. Per l’occasione, i segretari provinciali, dei tre sindacati confederati, invitano a partecipare i sindaci dei 43 comuni agrigentini e gli stessi lavoratori. Ma i segretari di CGIL FP e UIL FpL, rispettivamente, Alfonso Buscemi e Carlo Florio in una nota, anticipano i contenuti di un provvedimento che a fine anno interessa il personale precario degli enti pubblici. “ Per essere estremamente chiari secondo la legge Berlusconi– Brunetta – tuonano i sindacalisti – il 31 dicembre 2012 metà dei precari andranno a casa, anche coloro che hanno attualmente il contratto. Inoltre, quelli in servizio presso i comuni che sono in dissesto o non rispettano il patto di stabilità o il rapporto con la spesa del personale, potrebbero essere tutti licenziati. Il problema è serio, drammatico” – concludono Alfonso Buscemi e Carlo Florio.
Ed in merito alla vertenza precariato sono gli stessi dipendenti con contratto a tempo determinato, che intervengono, con una lunga nota, in relazione alla bocciatura del Commissario di Stato della loro proroga contrattuale e del rischio licenziamento a cui sono soggetti. Nel documento, inviato dai precari siciliani a tutti gli organi istituzionalmente competenti, sia nazionali che regionali, si chiede la costituzione di un tavolo tecnico che affronti il problema. Organo a cui dovrà sedere anche un apposito Comitato Unico Permanente di gestione e pianificazione, formato dai rappresentanti degli stessi precari. In virtù della non felice situazione, i responsabili dei precari siciliani stanchi della ventennale vertenza, nella nota scrivono ai propri colleghi:” Attenti alle false promesse e strumentalizzazioni di ogni sorta, dobbiamo rimanere uniti e determinati nell’interesse comune perché – continua la nota – solo noi possiamo capire e difendere i nostri diritti. Le proroghe – si legge ancora – non sono e non devono essere il nostro obiettivo ma solo l’eventuale tempo necessario per valutare e attuare di concerto un definitivo piano di stabilizzazione. Occorre – continua il documento – quella concretezza che da tempo non appartiene più alla politica, alla finanza, ai sindacati e ed alla chiesa. La nostra categoria – scrivono ancora i precari – prima della sua dipartita, pretende le dimissione dei responsabili, cioè di tutta l’inutile classe politica e dirigenziale, vero sperpero di denaro pubblico, che – concludono – ci ha portato con chiara inettitudine in questo baratro generale”.
Precari Enti locali siciliani. Domani giornata di mobilitazione
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