Intanto molte zone di Favara, dopo gli incendi, sono rimasti sprovvisti di cassonetti della spazzatura. In soli 6 giorni sono stati all’incirca 35 i contenitori bruciati che se moltiplicati al costo di ogni singolo cassonetto che è di circa 400,00 euro, capite bene quanto i cittadini favaresi spenderanno adesso per l’acquisto di nuovi contenitori. E per non parlare dell’ulteriore costo che si dovrà aggiungere per pagare le imprese speciali che dovranno togliere dal manto stradale la spazzatura bruciata, considerata materiale pericoloso. In Via Magellano, a causa dell’incendio dei cassonetti, sono stati danneggiati anche i contatori dell’acqua. Un cassonetto si è salvato dal rogo e gli abitanti, forse spinti dalla paura che altri incendi possano provocare altri danni, hanno spostato questo in mezzo alla strada, in Via Quintino Sella, sbarrando l’arteria stradale anche con cumuli di spazzatura.
Altra gente invece a causa dello sciopero dei lavoratori ecologici, ha evitato di gettare i rifiuti in strada, ma fino a quando potrà tenerla in casa? La situazione potrebbe maggiormente aggravarsi con l’approssimarsi delle festività pasquali. Di sicuro c’è che gli operatori ecologici continueranno lo sciopero fino a quando non si troveranno giuste soluzioni ai loro problemi. Vantano tre mensilità, quella di gennaio, febbraio e Marzo. I Comuni debitori nei confronti dell’ATO GESA AG2 non hanno ancora versato le quote. Nei giorni scorsi al liquidatore di Gesa Teresa Restivo questi comuni avevano assicurato il versamento di parte delle somme spettanti. Soldi che a conti fatti, aveva detto la Restivo, sarebbero bastati per coprire solo metà di una mensilità. Intanto lunedì mattina alle 10.30 è in programma una riunione tra la Gesa e i sindaci dei 19 comuni. Scopo dell’incontro cercare di ottenere delle somme dalla Regione, denaro, stimato in 5milioni di euro, che servirà a pagare le ditte e i lavoratori.
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