Questo libro forse non è stato nemmeno aperto dal suo proprietario, che anziché tenerlo tra i volumi della propria biblioteca lo ha abbandonato in strada.
“Cultura, Educazione e Sport” il titolo del libro, peccato che nessuno dei tre principi è valido nella maxi discarica abusiva di C.da Stefano a Favara.
Alla nostra redazione è giunta una e–mail che segnalava l’inquinamento ambientale presente in zona. Noi abbiamo voluto verificare inviando sul posto una troupe. La zona periferica ad Est del centro abitato è un sito di particolare pregio ambientale ed archeologico in quanto nelle adiacenze della Rocca di Stefano sorge una grande necropoli paleocristiana, con più di cento tombe.
La rocca è attraversata da una galleria del vecchio tratto ferroviario dismesso. Una volta fuori il tunnel, la scena è agghiacciante. Oltre cento metri di materiali di varia natura, ammassati ai bordi della strada.
C’è di tutto, scarti di cantieri edili, rifiuti di provenienza, domestica, industriale ed agricola, ma quello che salta subito all’occhio è la grande quantità del pericoloso materiale composto da amianto e cemento conosciuto da tutti in Italia con il nome di Eternit. Dalle lastre di copertura ondulate ai recipienti idrici, l’eternit in C.da Stefano è presente in tutte le varianti prodotte fino al 1994, anno quest’ultimo che ha sancito la fine in tutta la Penisola, della produzione di tutti i manufatti realizzati con questo materiale poiché è stata riconosciuta la pericolosità dalla comunità scientifica. Le polveri sottili delle fibre di amianto sprigionate nell’aria infatti provocano nell’uomo la formazione di diverse tipologie di cancro mortale.
Da segnalare come nella maxi discarica, l’amianto è depositato anche sottoforma di macerie, essendo stato precedentemente frantumato.
Oltre al terreno su cui sorge la discarica, l’inquinamento ambientale minaccia anche una più ampia fetta di territorio, infatti nel vallone sottostante scorre un torrente, affluente del Fiume Naro che sfocia nel Mare di Cannatello e le cui acque vengono spesso utilizzate in agricoltura per irrigare i campi da cui provengono i frutti che arrivano sulle nostre tavole.
La maxi discarica abusiva di c.da Stefano è l’emblema di una società poco rispettosa sia della salute pubblica che dell’ambiente. Speriamo che gli organi preposti intervengano subito per porre fine a questo scempio e che mettano in atto tutte le azioni necessarie affinchè arrestino il sorgere di episodi simili.
La salute pubblica deve essere garantita a prescindere dai colori politici dei governi. Le persone che commettono questi reati non possono agire liberamente perché devono sapere che il gesto compiuto compromette anche la vita dei propri figli.
E poi si parla di turismo quando ancora non si è capaci a far rispettare le regole.
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