I circa 3 milioni di euro che stando ad alcune recenti dichiarazioni rappresenterebbero il buco nelle casse del Comune di Favara, rafforzerebbero l’ipotesi dissesto finanziario, termine quest’ultimo che ha caratterizzato la recente campagna elettorale. Delle gravi conseguenze per i cittadini di un Comune che dichiara il fallimento si è ampiamente dibattuto, ricordiamo solo l’inalzamento al massimo consentito dalla legge, di tutti i tributi locali ed il rischio licenziamento del personale dipendente dell’Ente in esubero. Al momento della formazione delle liste elettorali, nella scorsa primavera, tanta era in Città la voglia di riscatto politico ed amministrativo. Il fattore rischio dissetso era l’argomento principe si nei comizi pubblici che nei dibattiti televisivi. Ma fino ad allora, i canditati poi eletti, non potevano sapere che il 6 settembre 2011, sarebbe entrato in vigore il Decreto Legislativo N° 149 che all’articolo 6 stabilisce che, gli amministratori che la Corte di Conti ha riconosciuto responsabili, anche in primo grado, di danni cagionati con dolo o colpa grave, nei cinque anni precedenti il verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore di conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi privati. Sarà il Decreto Legislativo 149 allora ad invogliare la classe politica ad occuparsi seriamente di risanare i conti comunali. Stroncare, per dieci anni, la propria carriera politica è un deterrente maggiore rispetto al licenziamento di un numero elevato di dipendenti?
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