Ad eseguire gli arresti su ordinanza emessa dal GIP in sede dr.ssa Luisa Turco i militari della Compagnia dei Carabinieri di Licata e del Comando Provinciale di Agrigento. In manette Angelo Consagra, 42 anni, Vincenzo Amato, 26 anni, Angelo Amato, 30 anni, di Gela, Angelo Antona, 46 anni, Angelo Massaro, 44 anni, Ottavio Giuseppe Amato, 57 anni, Alessio Gueli, 36 anni, Michele Vedda, 29 anni, Orazio Candiano, 29 anni, Gaetano Castagna, 24 anni, Claudio Catania, 24 anni, Antonio Oliveri, 27 anni, Giuseppe Lombardo, 65 anni, Antonio Cannizzaro, 47 anni e Gerlando Di Carlo, 24 anni. Ad altri tre licatesi è stato notificato l’obbligo di dimora. Si tratta di Bartolo Consagra, 37 anni, imprenditore edile, Giorgio Candiano, 55 anni, di Modica, residente a Licata e Angelo Candiano, 32 anni. L’indagine, condotta su delega della Procura della Repubblica – sostituti procuratori Lucia Brescia ed Andrea Bianchi, del dipartimento delitti di estorsione, usura e contro il patrimonio, coordinato dal Procuratore Aggiunto dr Ignazio Fonzo – si fonda sugli elementi di prova emersi a seguito di una lunga e complessa attività investigativa svolta, nel corso degli anni 2009 e 2010, da parte del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Licata. L’inchiesta riguarda la lunga serie di attentati intimidatori perpetrati ai danni di avvocati di Licata, diversi dei quali molto noti nella città del faro. Le vittime venivano intimidite con attentati incendiari, ma anche attraverso il recapito di lettere anonime contenenti minacce di morte. Gli arrestati potevano contare anche su armi e munizioni che utilizzavano tranquillamente per allenarsi anche contro cartelli stradali. Dalle indagini è emerso anche un giro di droga del tipo cocaina, hashish e marijuana. Alcuni degli arrestati andavano a caricarsi a Catania per poi smerciare la droga a Licata. L’indagine ha altresì consentito di mettere in evidenza come in occasione di aste finalizzate alla vendita di immobili, il Tribunale di Agrigento sia stato sottoposto a tentativi di gravissimi condizionamenti. Praticamente l’organizzazione bloccata dai Carabinieri, acquistava alle aste giudiziarie, terreni e fabbricati ubicata nella zona di Licata e rivendeva gli stessi beni immobili a prezzi superiori. In tale contesto ambientale, si è rilevato, l’assoluto valore morale e professionale dei Giudici deputati alla trattazione dei procedimenti i quali, se pure costretti ad operare in una realtà connotata da così vasta illegalità, non hanno palesato alcun timore, né remore di sorta, a svolgere le proprie funzioni con il massimo rigore, anche suscitando in diversi casi, le ire degli indagati, anche con un tentativo di omicidio. Le indagini di Polizia, sono state effettuate, e tuttora proseguono nell’ambito del Comando Provinciale dei Carabinieri retto dal Colonnello Riccardo Sciuto, dalla Compagnia dei Carabinieri di Licata alle dipendenze del Cap. Massimo Amato.
15 arresti nella notte a Licata
Ad eseguire gli arresti su ordinanza emessa dal GIP in sede dr.ssa Luisa Turco i militari della Compagnia dei Carabinieri di Licata e del Comando Provinciale di Agrigento. In manette Angelo Consagra, 42 anni, Vincenzo Amato, 26 anni, Angelo Amato, 30 anni, di Gela, Angelo Antona, 46 anni, Angelo Massaro, 44 anni, Ottavio Giuseppe Amato, 57 anni, Alessio Gueli, 36 anni, Michele Vedda, 29 anni, Orazio Candiano, 29 anni, Gaetano Castagna, 24 anni, Claudio Catania, 24 anni, Antonio Oliveri, 27 anni, Giuseppe Lombardo, 65 anni, Antonio Cannizzaro, 47 anni e Gerlando Di Carlo, 24 anni. Ad altri tre licatesi è stato notificato l’obbligo di dimora. Si tratta di Bartolo Consagra, 37 anni, imprenditore edile, Giorgio Candiano, 55 anni, di Modica, residente a Licata e Angelo Candiano, 32 anni. L’indagine, condotta su delega della Procura della Repubblica – sostituti procuratori Lucia Brescia ed Andrea Bianchi, del dipartimento delitti di estorsione, usura e contro il patrimonio, coordinato dal Procuratore Aggiunto dr Ignazio Fonzo – si fonda sugli elementi di prova emersi a seguito di una lunga e complessa attività investigativa svolta, nel corso degli anni 2009 e 2010, da parte del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Licata. L’inchiesta riguarda la lunga serie di attentati intimidatori perpetrati ai danni di avvocati di Licata, diversi dei quali molto noti nella città del faro. Le vittime venivano intimidite con attentati incendiari, ma anche attraverso il recapito di lettere anonime contenenti minacce di morte. Gli arrestati potevano contare anche su armi e munizioni che utilizzavano tranquillamente per allenarsi anche contro cartelli stradali. Dalle indagini è emerso anche un giro di droga del tipo cocaina, hashish e marijuana. Alcuni degli arrestati andavano a caricarsi a Catania per poi smerciare la droga a Licata. L’indagine ha altresì consentito di mettere in evidenza come in occasione di aste finalizzate alla vendita di immobili, il Tribunale di Agrigento sia stato sottoposto a tentativi di gravissimi condizionamenti. Praticamente l’organizzazione bloccata dai Carabinieri, acquistava alle aste giudiziarie, terreni e fabbricati ubicata nella zona di Licata e rivendeva gli stessi beni immobili a prezzi superiori. In tale contesto ambientale, si è rilevato, l’assoluto valore morale e professionale dei Giudici deputati alla trattazione dei procedimenti i quali, se pure costretti ad operare in una realtà connotata da così vasta illegalità, non hanno palesato alcun timore, né remore di sorta, a svolgere le proprie funzioni con il massimo rigore, anche suscitando in diversi casi, le ire degli indagati, anche con un tentativo di omicidio. Le indagini di Polizia, sono state effettuate, e tuttora proseguono nell’ambito del Comando Provinciale dei Carabinieri retto dal Colonnello Riccardo Sciuto, dalla Compagnia dei Carabinieri di Licata alle dipendenze del Cap. Massimo Amato.
Commenta articolo