La data fissata per la consegna agli aventi diritto, è il prossimo 12 marzo. Si tratta dei 56 alloggi popolari di contrada Piana dei Peri, costruiti quindici anni fa, vandalizzati e devastati all’inverosimile, la cui ricostruzione è stata decisa e finanziata subito dopo la tragedia del 23 gennaio 2010 di via Del Carmine, e che adesso, finalmente, sono pronti alla consegna, grazie all’impegno del Sindaco Domenico Russello prima e quindi del suo successore Rosario Manganella.
Il quale ultimo, ha dato attuazione ad un preciso impegno preso in campagna elettorale, facendo di tutto, sin dall’inizio del suo insediamento lo scorso giugno, per accelerare l’iter burocratico.
Ciò anche al fine di stare con i tempi celeri della Ditta LC Costruzioni di Favara che si era aggiudicata l’appalto e che stava alacremente eseguendo i lavori. Così, nel dicembre scorso, Manganella, nel corso di un’apposita conferenza stampa, tenuta in una delle palazzine che costeggia la via Cicero–Di Francisca, ha reso nota la graduatoria ufficiale predisposta dall’apposita commissione.
Adesso quindi tutto è pronto per la consegna e nella data concordata con l’IACP, i funzionari assegneranno gli alloggi, secondo i diritti propri degli assegnatari e nel rispetto scrupoloso delle norme.
Il commento popolare, pur nella soddisfazione per un traguardo finalmente raggiunto, non manca di mettere in risalto tutta l’amarezza della constatazione che, per smuovere efficacemente la situazione che si trascinava da molti, troppi anni, doveva succedere la tragedia che è costata la vita a due innocenti fanciulle, Marianna e Chiara Pia Bellavia.
Perché, con tutto l’impegno possibile, all’ex sindaco Lorenzo Airò, durante il quinquennio 2002–2007 della sua sindacatura, non era riuscito di sconfiggere la burocrazia e l’aggrovigliarsi delle norme che regolano il rapporto tra Comune e IACP, per potere procedere alla consegna.
Così oltre allo sperpero del denaro pubblico, quelle palazzine popolari semidistrutte, al di là di ogni spiegazione, durante i giorni immediatamente successivi alla tragedia del 23 gennaio, (con tutte le polemiche roventi e sotto i riflettori dei media nazionali), erano il monumento muto ma eloquente, del modo come in Sicilia ed a Favara la politica e la burocrazia avevano affrontato e condotto i problemi della povera gente e le emergenze sociali delle fasce sociali più deboli.
Con l’assegnazione del prossimo 12 marzo, si chiude finalmente un passato vergognoso di inefficienza e di lungaggini burocratiche, costato due vite umane e diversi milioni di euro, quanti ce ne sono voluti per la riparazione.
Ma intanto, per finire, Favara non può ignorare la drammatica emergenza di qualche giorno fa, con un altro crollo avvenuto in Cortile Bentivegna, (cosiddetto dei “Sette curtiglia”), in pieno centro storico, dove vivono due famiglie in condizione subumane, in abitazioni anguste e fatiscenti, in vero e proprio pericolo di vita.
Le immagini televisive, in modo crudo ed eloquente, hanno mostrato lo squallore estremo ed il pericolo incombente. Bisogna aspettare una nuova tragedia per provvedere ?
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