Duro colpo della Guardia di Finanza di Agrigento al patrimonio economico della famiglia mafiosa di Canicattì. Sequestrati beni per un valore complessivo di oltre i 75 milioni di Euro. Imprese, terreni, ville, conti correnti bancari ed automobili di lusso riconducibili a tre esponenti di spicco di Cosa nostra caniccatinese. Il Primo in ordine alfabetico è Angelo Di Bella, imprenditore 57enne, attualmente detenuto perché coinvolto nelle operazioni: Altamafia del 2004 ed Agorà del 2008. Blitz quest’ultimo che portò anche all’arresto degli altri due soggetti su cui si è stretta la morsa delle fiamme gialle, ovvero gli imprenditori Vincenzo Leone e Luigi Messana rispettivamente di 41 e 54 anni anch’essi sottoposti in regime carcerario. I sequestri effettuati in territorio di Canicattì sono stati chiesti al Tribunale di Agrigento, dai giudici della direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Complesse le indagini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, durate oltre un anno e che hanno smascherato una fitta rete di fiancheggiatori, collaboratori, soci e prestanome, quasi tutti interni ai nuclei familiari di Di Bella, Leone e Messana. Dalle indagine emerge come il valore complessivo del patrimonio di ogni famiglia si equivaleva.
I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in conferenza stampa, dal Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Agrigento, Col. Pasquale Porzio. Nell’operazione sono stati impiegati oltre 50 finanzieri. 33 i soggetti denunciati 20 le imprese sequestrate. Circa la metà costituite da aziende agricole, di produzione o di trasformazione di prodotti di eccellenza tipici del territorio; 5 imprese operano nel settore dell’edilizia per costruzioni civili ed industriali, le altre sono: imprese commerciali, una in particolare opera nel settore dell’ingrosso e al dettaglio di prodotti alimentari; società immobiliari e di servizi. Il sequestro ha riguardato anche centinaia di ettari di terreni coltivati, veri e propri poderi nei territori di Canicattì, Naro e Delia, in provincia di Caltanissetta; ma anche decine di immobili: appartamenti, ville, magazzini e capannoni industriali. Decine le autovetture, tra le quali macchine di lusso, sequestrate ai membri dell’organizzazione. Infine, circa 250 rapporti bancari, tra conti correnti, certificati di deposito, polizze vita, fondi, carte di credito. A tutela dei posti di lavoro dei dipendenti delle imprese sequestrate, La Guardia di Finanza non ha reso noti ne i nomi delle aziende ne quelli dei titolari. Tutto il patrimonio mafioso sequestrato che è stato affidato agli amministratori giudiziari, sarà gestito per conto dello Stato in attesa di essere restituito alla società civile.
G.d.F. Duro colpo al patrimonio della mafia canicattinese
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