La Direzione Investigativa Antimafia di Agrigento ha eseguito la confisca dei beni riconducibili al riberese Biagio Smeraglia quarantanovenne, imprenditore ed il sequestro di quelli dell’imprenditore favarese Pasquale Alaimo di quarantatre anni.
I provvedimenti sono stato emessi dal Tribunale di Agrigento, su proposta avanzata dal Procuratore della Repubblica – D.D.A. di Palermo –, sulla base delle indagini bancarie–patrimoniali esperite dalla D.I.A., diretta dal Dirigente Generale della Polizia di Stato Dott. Alfonso D’Alfonso.
Biagio Smeriglia è stato indicato dal collaboratore di Giustizia agrigentino Maurizio DI GATI, quale soggetto molto vicino a “cosa nostra”, avendole messo a totale disposizione le proprie imprese.
Il provvedimento di confisca, che riguarda anche i congiunti di Biagio Smeraglia, colpisce immobili, conti correnti, rapporti assicurativi, automezzi e quote di società operanti nel settore del movimento terra e delle costruzioni.
Al favarese Pasquale Alaimo viene contestato di avere fatto parte della famiglia mafiosa del luogo (detta “code piatte”), di avere mantenuto i contatti con gli esponenti di vertice della cosca mafiosa – Maurizio Di Gati e Giuseppe Falsone – durante la loro latitanza, curandone gli aspetti di natura logistica.
Il provvedimento di sequestro, esteso anche ai suoi familiari ha riguardato immobili, automezzi, polizze assicurative, libretti di deposito e fondi comuni d’investimento.
Il valore dei beni confiscati e sequestrati a due è valutabile in oltre 1 milione di euro.
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