Comune di Favara
(Provincia di Agrigento)
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IL SINDACO
UN CONFRONTO DEMOCRATICO PER IL BENE DELLA CITTA’
Non avrei mai immaginato che le mie parole pronunciate durante la conferenza promossa dal movimento Favara Futura, avrebbero provocato la dura reazione a catena di alcuni consiglieri (anche di quelli non direttamente chiamati in causa) che, con toni ingiuriosi, distorcendo artatamente il significato reale delle mie parole, hanno voluto rispondere al mio discorso che poneva al centro del dibattito una questione squisitamente politica e cioè il ruolo dei partiti nella pratica della gestione della cosa pubblica favarese.
Colgo, pertanto, con piacere l’invito del presidente del consiglio comunale, Leonardo Pitruzzella a ristabilire un confronto moderato nei toni e corretto nella dialettica politica, precisando, tuttavia, che il presidente della massima assisi locale avrebbe fatto bene a rivolgere analoga esortazione ai suddetti consiglieri comunali, invitando anche loro ad utilizzare toni consoni alla serietà di un dibattito politico che non deve mai sfociare nell’aggressione parolaia da parte di nessuno.
Consapevole di aver tenuto sempre un comportamento serio e leale, rispettoso dei singoli e delle istituzioni, ritengo di non meritare affatto le sgradevoli aggettivazioni usate nei miei confronti. Credo che si tratti di espressioni in libertà impiegate nel vano tentativo di bloccare la politica di cambiamento che sto cercando di portare avanti con il sostegno e la collaborazione fattiva della mia squadra e del cartello politico–elettorale che ha creduto nella mia candidatura a sindaco della Città.
Proverò, al fine di ristabilire la vera significazione delle mie esternazioni, a chiarire il senso di alcune affermazioni:
1. “parola d’onore”: è la stessa espressione che io ho sentito ripetutamente nei colloqui da me avuti con alcuni consiglieri comunali, i quali l’hanno ancora più volte ribadita nella trasmissione televisiva di lunedì scorso.
Taluni consiglieri hanno voluto dare alle mie parole un’interpretazione distorta e tendenziosa, una connotazione semantica che non appartiene al mio vissuto personale e politico.
La frase da me impiegata si riferiva al suo significato originario e primario. Nello specifico volevo solamente ricordare che la parola d’onore, in politica, è quella data ai propri elettori contestualmente all’impegno solenne che i candidati di una lista e di una coalizione assumono, all’atto della propria discesa in campo, per affrontare i tanti problemi della collettività;
2. “turchi”: il sostantivo non è offensivo nei confronti di nessuno, né tantomeno nei riguardi del popolo ottomano – che, come ha scritto qualche fine intellettuale locale di Futuro e Libertà – ha dato un innegabile contributo alla civiltà dei popoli. Il senso delle mie parole è uno ed uno soltanto: credo sia impossibile pensare che un gruppo così tendenzialmente improvvisato e anomalo, formato da consiglieri di opposizione e, quello che maggiormente lascia perplessi, anche da alcuni consiglieri di maggioranza, possa governare la nostra Città ;
3. “azzeramento”: è la parolina magica che ha scatenato l’attacco alla mia giunta per il permanere, all’interno di qualche gruppo consiliare, di dissidi che nulla hanno a che fare con la politica e la governabilità del paese. Nel corso della citata intervista televisiva, l’azzeramento della giunta è stato chiesto da alcuni e smentito da altri. Per ciò che mi riguarda ribadisco quanto con coerenza sostenuto da me in tutte le occasioni e cioè che cambierò l’assetto dell’esecutivo solo se gli assessori non saranno in grado di essere dei bravi amministratori o se i partiti ed i movimenti, che compongono la coalizione di responsabilità, me lo chiederanno;
4. “rapporti con i gruppi consiliari”: Tutto il mio percorso politico–amministrativo è stato coerentemente segnato da un atteggiamento teso a valorizzare i gruppi consiliari organizzati e, per questa ragione, non sono stato mai minimamente tentato di approcciare singoli consiglieri comunali per portarli all’interno della maggioranza che mi ha eletto sindaco. L’invito al neo gruppo consiliare Fare Favara, a condividere il percorso amministrativo da me interpretato è stato fatto alla luce del sole, nel corso, tra l’altro, della conferenza stampa di fine anno. I colloqui successivi con tutti e quattro i consiglieri comunali di questo raggruppamento erano dovuti ed appartengono alla normale dialettica politica. Sono tuttora fortemente persuaso che la mia apertura politica e programmatica lanciata a Fare Favara, resta di grande attualità, in quanto il Comune ha bisogno non di un’opposizione a tutti i costi, ma di un’ampia maggioranza che governi il nostro Ente Locale;
5. “senso delle istituzioni”. La mia storia personale, la mia formazione politica e di cittadino della polis sono state sempre contrassegnate da una forte e lineare coerenza verso le istituzioni dello Stato e il sistema delle Autonomie Locali. Tra me ed il rispetto dovuto alle Istituzioni non c’è mai stato uno iato! Da sindaco ho dimostrato in tutte le occasioni quasi una certa venerazione dell’istituzione Consiglio comunale e profondo rispetto nei confronti dei suoi inquilini, indipendentemente dalla loro collocazione politica. Non sono mai mancati di fatto i miei apprezzamenti pubblici in tutte le sedi nei confronti di questo Consiglio comunale che, in più occasioni, è stato saggio ed ha votato a stragrande maggioranza atti importanti dell’Amministrazione comunale, compreso lo strumento finanziario che è l’atto politico per eccellenza. Per ultimo, nella conferenza di fine anno, tenutasi al castello Chiaramonte, ho dedicato l’ultima parte del mio intervento proprio al Consiglio ed ai consiglieri, ringraziandoli per l’alto senso di responsabilità dimostrato in questo scorcio di consiliatura. Altro che disprezzo o atteggiamento irriguardoso e sconcertante! Non mi sono mai permesso di censurare nessuna posizione politica anche quando non l’ho condivisa nei toni e nei contenuti: ho tanto rispetto per i miei competitori politici che non sono e non saranno mai da me considerati nemici, anche quando mi attribuiscono di usare una terminologia che, non solo non appartiene alla mia cultura, anzi ho sempre combattuta e combatterò con tutte le mie forze.
Con questa nota, sobria e volutamente priva di toni duri, intendo chiudere per sempre una polemica che potrebbe soltanto infuocare un clima di asperità e di scontro, inutile e dannoso, che la nostra Città non può certo permettersi, in un momento così delicato e di grande crisi economico–sociale che investe, non più e non soltanto le fasce più deboli della nostra comunità, ma ampi strati della popolazione favarese. I giorni che ci aspettano come amministratori di questa cittadina saranno difficili e richiedono sforzi unitari ed atteggiamenti comuni tesi a dare risposte concrete ai nostri concittadini: il confronto deve vivere sempre in una dimensione di pacata e armoniosa vivacità senza perdere mai di vista lo scopo per il quale siamo stati delegati dal popolo.
Per quanto mi riguarda – nell’interesse del bene comune – sono pronto e disponibile ad ogni confronto democratico, ad una verifica politico–amministrativa per il rilancio dell’azione amministrativa che, malgrado gli sforzi dei singoli assessori e della giunta nel suo insieme, per una serie di concause che qui sarebbe lungo elencare e che vanno tutte rimosse al più breve, si è, tuttavia, appannata.
Rosario Manganella sindaco Favara,
Favara, 14 Gennaio 2012
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