Molti si scervellano per capire di chi è la colpa di questo stato dei fatti.
C’è l’amministrazione attiva che accusa alcuni gruppi di consiglieri comunali e, la maggioranza numerica consiliare che condanna le denigrazioni fattegli. Importa poco capire di chi è la colpa ma dopo aver constatato la condizione nella quale versano attualmente città e cittadini (che di certo non è migliore di quella ereditata dalla passata amministrazione), è indispensabile che si lotti finalmente, in maniera esclusiva, per il bene comune.
Dopo il consiglio comunale del 30 novembre scorso, è risaputo. Da quasi due mesi, nel palazzo municipale di piazza Cavour, si nota un particolare sbalzo di temperature (lasciateci usare questo esempio) tra il secondo piano e quelli sottostanti (dove hanno sede rispettivamente l’ufficio di Sindaco e Giunta e, quelli dei consiglieri comunali).
Certo. Un “volpone della politica” come Sasà si sarebbe potuto risparmiare di fare dichiarazioni pubbliche (che in questo momento non vogliamo ricordare) alla presenza addirittura di TV e carta stampata, a seguito delle quali era facile intuire che si sarebbero potute ingenerate ovvie polemiche da parte dei consiglieri comunali tirati in ballo. Un uomo di esperienza amministrativa (Sasà è stato anche vicesindaco nella giunta Puma) avrebbe dovuto cercare invece di superare gli ostacoli tentando di mantenere e, addirittura migliorare il rapporto con una maggioranza che sapeva già scricchiolare. Certe dichiarazioni non andavano fatte!
Ma gli assessori cosa dicono? Se vogliamo analizzare bene, tutto il caos è nato ufficialmente per il loro modus operandi. Da un lato si sottolinea la mancata comunicazione tra consiglio e loro rappresentanti partitici in giunta, dall’altra si crede che tutto nasca dalla voglia di protagonismo.
Ma infine qual è il risultato? Che ad oggi quasi nulla di concreto è stato portato avanti per il bene della città.
In campagna elettorale Sicilia TV ha ideato e promosso la causa del “voto cosciente e concreto”. Di sicuro l’impellenza era quella di portare alla guida della città un sindaco di grande esperienza politica, un uomo a portata di mano per i cittadini favaresi e di esemplare rapporto umano, che sapeva gestire la cosa pubblica a menadito, pronto per governare subito. La sfida finale vide infine antagonisti Sasà Manganella e Carmelo Vitello. Quest’ultimo perse per una mancata di voti. Se 121 persone avessero votato per il dottore Vitello, per Sasà non ci sarebbe stata storia. La gente ha scelto quello che ha ritenuto infine il sindaco migliore, soprattutto vedendo gli incontri in diretta televisiva su SICILIA TV. Un forte aiuto è arrivato dalla sua dialettica ed uno degli slogan che sicuramente fu tanto di effetto fu quello riferito ai quattro referendum: “vota 4 si ed un Sasà”.
Oggi a 7 mesi, la politica portata avanti dai sei partiti della coalizione di responsabilità e dalla minoranza, stenta ancora a far decollare la città. Non vogliamo credere che Favara abbia il destino segnato, ancora è troppo presto per rassegnarci. I cittadini sperano di vedere “guidare il cambiamento”. Aspettano soluzioni come l’abbattimento della muraglia di via San Calogero e di quelle erette in vari punti della città, l’apertura delle strade transennate, di vedere finalmente bambini felici giocare nelle villette aperte e sicure, di non dover sopportare l’immondizia per strada, scioperi, discariche a cielo aperto, eternit e gomme buttate nelle periferie e nelle campagne…
Favara aspetta di vedere la riqualificazione del centro urbano e del storico e non più case pericolanti, di non avere una viabilità nel caos e strade piene di buche sul manto stradale, di godere finalmente di spazi con verde pubblico e gli assidui della piazza più grande di Favara attendono ancora la sicurezza di poter fruire giornalmente dell’unico vespasiano cittadino che addirittura aveva visto proprio lo stesso Manganella far nascere il comitato “Pro–cesso”.
Tutti sappiamo che è tempo di ristrettezze economiche (e che lo è davvero “per tutti”) e che la situazione finanzia del Comune di Favara non è per niente rosea come più o meno accade per tutti gli altri Comuni italiani, siciliani od agrigentini.
I cittadini che pagano le tasse è giusto che abbiano servizi.
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