Le dichiarazioni del sindaco di Favara Rosario Manganella, che ha apostrofato alcuni consiglieri comunali “Amici” che si avvolgono di “Parole d’onore” durante la Conferenza stampa di Favara Futura svoltasi lo scorso 7 gennaio, saranno analizzate nel corso di una pubblica assise. Il Presidente del consiglio Leonardo Pitruzzella, su espressa richiesta dei capigruppo consiliari, ha integrato i punti all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale in programma giovedì 19 gennaio alle ore 18.00, con la: “discussione sulle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco durante l’incontro politico del movimento Favara Futura”. Quindi i consiglieri comunali e l’amministrazione avranno la possibilità di chiarire su quanto affermato pubblicamente dal sindaco.
E sulla questione ci sono pervenute in redazione ancora altre note politiche.
A scrivere è il gruppo consiliare di Fare Favara.
La prima regola per una persona che ha la grande responsabilità di amministrare un grosso centro come Favara, scrivono i consiglieri Giuseppe Bellavia, Michele Lombardo, Francesco Salemi e Antonio Alaimo , è il ricordarsi che deve essere un esempio positivo per tutti i cittadini, quindi deve sempre tenere presente che tutto ciò che dice e fa ha un significato politico, morale e sociale. Sen non possiede questo autocontrollo, dicono i consiglieri di Fare Favara, prima di parlare o di fare qualcosa non deve dimenticare di adoperare in maniera ponderata il cervello.
Nell’ultimo decennio forse facciamo fatica a dare a Manganella una collocazione politica, facciamo molta fatica a capire in quale partito politico brilli la sua stella. Questo per lui non ha nessuna importanza, diventando il sindaco di Favara, il suo obiettivo lo ha raggiunto. Per i consiglieri comunali di Fare Favara il sindaco, non si è ancora reso conto che i Consiglieri Comunali di cui dice si siano macchiati della colpa di essersi formati in gruppo politico (ma quale gruppo politico?) , sono delle persone SERIE che nel Maggio del 2011, hanno chiesto il consenso ai loro concittadini per rappresentarli e ora intendono mettersi al loro completo servizio. Secondo il gruppo Fare Favara, la nostra città dopo le elezioni, si è trovata ad essere rappresentata da una variopinta coalizione politica priva di idee e progettualità e che non riesce adesso a dare giuste risposta al paese. Noi facciamo una costruttiva opposizione e difendiamo le nostre giuste proposte.
Questa amministrazione invece di avere come obiettivo primario sane e giuste delibere, continuano i 4 consiglieri di Fare Favara, pensa solo che per poter agire bene devono trascorrere due anni, perché questo è il termine minimo che deve trascorrere prima di qualsiasi cambiamento in Giunta. Tutto ciò, scrivono, non perché ci sia una legge che lo prevede ma per il solo fatto che in campagna elettorale il Sindaco con il suo esercito di alleati su questo argomento ha stretto un patto d’onore.
Caro Sig. Sindaco, concludono i consiglieri di Favara Favara, deve capire che la città va AMATA e GOVERNATA, non può essere lasciata in mano ad un’armata di brancaleone.
E sull’argomento interviene anche il parroco don Diego Acquisto che afferma: E’ proprio il caso di dire basta, mentre si è all’inizio, onde evitare un’escalation dannosa che non giova a nessuno e meno che mai alla città, desiderosa di mettersi alle spalle un periodo travagliato come quello della precedente legislatura.
Tutti ricordiamo bene come sono andate le cose, quando l’anno scorso, proprio di questi giorni, iniziava una crisi della quarta giunta Russello che non trovava poi quella soluzione immediata che sembrava a portata di mano.
Una crisi conclusa, a fine marzo, con le dimissioni dell’avv. Russello.
Per don Diego, occorre subito un sussulto di sano orgoglio e quindi una ripresa di dialogo tra le forze politiche. Soprattutto da parte di quelle che hanno ricevuto il mandato di amministrare Favara, Bando ad ogni posizione di orgoglio personale, arroganza e quant’altro. Un impegno nuovo di spirito di servizio e (perché no ?) dice don Diego, anche di disciplina di partito, all’interno del quale bisogna dibattere le proprie opinioni, facendo funzionare la democrazia. Cambiando democraticamente anche i leaders, se necessario. Lacerazioni e divisioni, dice don Diego, come pure maggioranze fittizie e puramente numeriche, sappiamo bene che a Favara nulla hanno prodotto…danneggiando sicuramente la città, quanto meno per non aver risolto i problemi e danneggiando forse ( e non solo moralmente!) anche gli stessi protagonisti….bocciati dal popolo nel segreto dell’urna. Il bene personale si raggiunge legittimamente solo nel conseguimento del bene comune, inteso come “buona vita della moltitudine”…
Un traguardo a cui Favara da tempo aspira, conclude il parroco, e su cui bisogna concentrarsi soprattutto in questo periodo, con i sacrifici che sono all’orizzonte…. non lontano.
Commenta articolo