L’ultimo crollo verificatosi a Favara risale a sabato scorso in Via Palermo e, ringraziando il cielo, non ha procurato danni a persone.
Il rischio crolli è una realtà concreta, vista la tecnica costruttiva con la quale furono realizzate molte della abitazioni del centro storico. Si fece uso di una malta composta da calce e gesso, elementi porosi che per la loro struttura molecolare intrappolano l’acqua e sono soggetti a sciogliersi. Naturalmente il processo non è immediato, ma con il passare del tempo, e l’incuria, si arriva inesorabilmente allo sfaldamento delle mura. Purtroppo questo fenomeno accomuna molti centri storici dell’Agrigentino.
Recentissimo il crollo registrato a Canicattì, in via Lepanto, dove si è sfiorata la tragedia. I calcinacci di una vecchia struttura, staccatisi in seguito alle recenti piogge, sono caduti sul tetto di un’abitazione adiacente sfondandone il tetto. Fortunatamente gli abitanti, un intero nucleo familiare, non si trovavano in casa al momento del crollo.
Nel pomeriggio un altro boato ha scosso gli abitanti di via Spinola, nel vecchio quartiere della marina a Porto Empedocle, quando un altro edificio, anche questo disabitato, è crollato.
Dinnanzi a questi fatti ci auguriamo che chi può fare qualcosa agisca, non per propaganda politica, non per accattivarsi simpatie, ma per il bene della collettività e di intere città che mai come ora hanno bisogno del sostegno di tutti.
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