RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Sono soggetti alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani i magazzini se sforniti di allaccio alla condotta idrica, alla rete fognaria e a quella elettrica? Gli interrogativi se li stanno ponendo migliaia di favaresi raggiunti dall’avviso di accertamento, con irrogazione immediata di sanzioni, per l’omessa denuncia. A notificare i provvedimenti l’ufficio Tributi del Comune di Favara.
Tra polemiche, dubbi, ricorsi alla commissione tributaria provinciale, dalla parte dei cittadini si schiera il consigliere comunale dei “Democratici e Liberi” Calogero Castronovo.
“Il Comune – dice – non può far pagare per il semplice fatto che esiste l’immobile. Occorre valutare se è utilizzato per attivitá atte a produrre rifiuti o se è un locale risultante da quella folle rincorsa a edificare che negli anni settanta e ottanta trasformò le campagne delle periferie in quartieri senza servizi”. Per Castronovo, insomma, di volta in volta bisognerá capire che uso viene fatto del magazzino e se lo stesso produce immondizia. In caso contrario il Comune non può sollecitare il pagamento della Tarsu. “Bisogna considerare – aggiunge il consigliere comunale vicino alle posizioni del senatore Nuccio Cusumano – che il Comune, inteso come ente con una propria autonomia, può deliberare di non far pagare la tassa per quei ragazzi sforniti di servizi”. Sulla colpa del cittadino, che ha costruito più del necessario, e che oggi è inseguito da tasse e imposte per beni che a Favara non hanno alcun mercato vistane l’abbondanza, il Comune non può speculare.
Calogero Castronovo
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