Sul caso del decesso di Giuseppe Cortese, ricoverato presso la Cooperativa Sociale “VILLA DEGLI ANGELI” di Favara, interviene la direzione della stessa cooperativa con un comunicato stampa che abbiamo deciso di pubblicare integralmente.
“Era un paziente con una continua mania di fuga dovuta alla sua particolare malattia, come certificato da referti medici. Giuseppe Cortese era un caso singolare, ospitato in comunitá perché rifiutato da precedenti strutture per gli atteggiamenti aggressivi e perchè cercava continuamente di scappare”. La Direzione della Cooperativa Sociale “VILLA DEGLI ANGELI” spiega così il caso del cinquantenne morto pochi giorni fa per una caduta accidentale da un dirupo nei pressi della Comunitá dove era ospite, da cui si è allontanato scavalcando la cancellata a causa delle sue manie di fuga. Parole di incoraggiamento ci sono giunte da Vincenzo Cortese, padre del signor Giuseppe, e dal fratello Salvatore e dalla sorella del sig. Cortese. Questi nonostante la drammaticitá dell’accaduto, hanno sottolineato la nostra disponibilitá nell’accettarlo, la professionalitá degli operatori e che la Comunitá ha avuto sempre una particolare attenzione nei suoi confronti. Confermano che quel giorno Giuseppe per congiunture fortuite a lui fatali è riuscito ad allontanarsi. Si sottolinea che normalmente i pazienti ricoverati in strutture come la nostra, nonostante le disabilitá mentali, non hanno la mania di fuga presentata dal signore Cortese. Come previsto dalla legge queste comunitá sono di tipo aperto: i pazienti possono uscire autonomamente.
Nonostante ciò, vista la particolare patologia di Giuseppe Cortese, i familiari e la direzione della Comunitá con le autoritá sanitarie hanno adottato una specifica forma di soggiorno per evitare la fuga. Subito dopo l’arrivo abbiamo installato una elevazione della cancellata, la quale per regola, anche prima del suo arrivo, è stata sempre chiusa e l’apertura è possibile solo con chiavi che detengono e custodiscono solo gli operatori. Giuseppe mostrava una leggera cifosi, ma le sue prestanze fisiche erano tali da richiedere talvolta l’intervento di due operatori per contenerne le manifestazioni patologiche del comportamento. Gli stessi familiari, da marzo, quando Giuseppe è entrato in Comunitá, hanno sempre riconosciuto la totale efficienza del servizio. Fiduciosi nel lavoro della Magistratura, abbiamo dato incarico ai nostri legali Giovanni Castronovo di Palermo e Carmelina Costanza di Agrigento di seguire l’iter processuale.
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