Il museo Gemmellaro, sezione del Dipartimento di Geologia e Geodesia di Palermo (sito in Corso Tukory, 131) raccoglie una buona quantitá di ammoniti del Giurassico (205–135 milioni di anni fa), fra cui alcune provenienti dalla contrada Burgelamone (molto probabilmente dalla zona più recentemente urbanizzata, immediatamente a valle dell’inizio di via A. Moro). In particolare, le varietá riportate nella foto sono state ritrovate tra il 1868–1872.
Durante il Giurassico il supercontinente Pangea iniziò a frantumarsi e la parte settentrionale si separò da quella meridionale. L’Australia e l’Antartide si staccarono dal Sudamerica e Africa e il mare s’incanalò tra Europa e Asia. Questa avanzata dei mari determinò un’esplosione di forme di vita marina e in particolare delle Ammoniti, evolutesi dai cefalopodi a spirale e diventate predatrici. Le loro conchiglie vuote ricoprirono vastissime aree del fondo marino e queste, fossilizzandosi formarono vere e proprie rocce. Le Ammoniti avevano la conchiglia a forma di spirale con notevoli camere ripiene di gas che garantivano la galleggiabilitá. Erano dotate di tentacoli per catturare le prede e dal sifone, un organo piegato a tubo che aveva in compito di motore propulsore, con il quale l’animale, pompando acqua si muoveva. Sono stati gli invertebrati marini più efficienti fino all’epoca dell’estinzione dei dinosauri, 65 milioni di anni fa.
Carmelo Antinoro www.favara.biz geneo storia favara
Ammoniti di 200 milioni di anni a Favara
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