Era ancora notte quando le sirene si sono accese e le pattuglie dei carabinieri hanno dato vita ad un blitz, che ha portato all’arresto di ben 12 persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa e collusione con la stessa. Il GIP Gioacchino scaduto ha firmato infatti altrettanti ordini di custodia cautelare in carcere per dare esito alle indagini partite giá nell’operazione denominata “Sicania”, che aveva visto coinvolti diversi uomini. Il tutto prende le mosse, comincia ad evolversi dal 3 gennaio 1999 quando un fatto di sangue fece breccia in tutte le cronache, ovvero un’assassinio avvenuto in provincia. Ma oltre a questo, un altro analogo evento, quello del 5 febbraio del 2000 quando un altro uomo venne assassinato, a Sant’Angelo Muxaro. E da allora, intercettazioni, pedinamenti ed indagini a tutto spiano per trovare colpevoli, complici, e per ricostruire la fitta rete di crimini che interessa loro ed altri uomini. Ed ecco che stanotte in 12 sono finiti in manette. Si tratta di Fragapane Francesco, di Sant’Elisabetta, assieme a lui Fragapane Stefano, figlio di uno dei capi agrigentini di cosa nostra, Icano Stefano, imprenditore edile, Stefano La Porta, pregiudicato della stessa cittadina, Angelo Milito, commerciante pregiudicato, Antonio Di Raimondo, di Sant’Angelo Muxaro, operaio coniugato, Giuseppe La Porta, residente a San Biagio Platani, di professione operaio, Calogero L’Abbate, di Porto Empedocle, Alfonso Milito, di Sant’Angelo Muxaro, Pietro Mongiovì, pastore residente di Sant’angelo. Ed ancora, Raimondo Pona, fabbro di Casteltermini e Giuseppe Salvatore Vaccaro, residente a Sant’Angelo Muxaro, di professione imprenditore edile. Per loro le accuse sono dunque pesanti, e gli inquirenti vedono in loro un valido mezzo per risalire agli attuali boss di cosa nostra in provincia, tre dei quali latitanti, ma che secondo gli investigatori probabilmente non risiedono molto lontano. Nei prossimi giorni gli sviluppi.
Mafia: operazione CC ad Agrigento, 12 arresti
Pubblicità siciliatv.org
Commenta articolo