Quel bagaglio a mano sembrava uno come tanti altri: penne, taccuini, qualche indumento personale. Al suo interno, però, c’era un involucro che avrebbe dovuto insospettire l’addetto alla sicurezza della KSM, l’istituto di vigilanza dell’aeroporto Falcone–Borsellino di Palermo: un ordigno–test, con tanto di fili e finto esplosivo, che le apparecchiature ai raggi X hanno rilevato. Ma Angelo M., guardia particolare giurata davanti al video, non ha aperto il bagaglio e ha lasciato passare quell’uomo col trench grigio. Una distrazione che è costata cara all’impiegato della KSM: per lui è scattato il licenziamento per giusta causa.
La guardia, infatti, dopo un primo tentennamento davanti al nastro del check–in e un consulto con la collega al suo fianco, non ha ritenuto indispensabile aprire quella valigetta e ha lasciato andar via il passeggero. Che, in realtá, era un ispettore della societá incaricata dall’ Enac di effettuare un controllo di sicurezza nello scalo siciliano, e si era “infiltrato” tra i viaggiatori in fila ai varchi dell’aeroporto. Un “richiamo” per la KSM nel luglio scorso – quando l’Ente nazionale per l’aviazione civile ha presentato i dossier sulla sicurezza di ventisette scali aeroportuali italiani –, adesso il licenziamento per il trentaduenne, originario di Cinisi, che aveva pochi mesi di servizio.
«È stato un duro colpo – confessa l’uomo –, ma i miei rapporti con la societá sono rimasti ottimi». Liquidazione giá pronta per l’ex impiegato dell’istituto di vigilanza che «difficilmente rientrerá – dichiarano dalla KSM – tra i nostri impiegati». «Si è trattato esclusivamente di un errore umano – dichiarano dall’Enac –. Gli addetti alla sicurezza sono in allerta dal giorno dell’attentato alle Twin Towers e sanno che se hanno il dubbio di trovarsi davanti a un ordigno, devono subito rivolgersi agli agenti della polizia di frontiera in servizio all’aeroporto». Oltretutto gli addetti alla sicurezza prima di essere impiegati in obiettivi sensibili, come gli aeroporti, sostengono degli esami per conseguire un patentino rilasciato proprio dall’Enac. Un corso di aggiornamento di qualche settimana su normative, strumenti e apparecchiature, poi un esame per verificare le conoscenze acquisite.
Il rapporto dell’Enac, il secondo dopo il massacro di New York del 2001 – presentato al ministero ai Trasporti e al governo – è comunque migliorato. «Rispetto all’anno precedente i risultati sono stati più confortanti – dice il presidente dell’Enac Vito Riggio –. Palermo ha adottato delle apparecchiature più sicure. In campo nazionale il risultato ha purtroppo rilevato che proprio i cinque aeroporti più importanti sarebbero i meno sicuri».
Infatti, le ispezioni del luglio scorso beffarono proprio i metal detector, gli sniffer e gli addetti alla sicurezza di Linate, Fiumicino (il caso più eclatante: la bomba superò tre varchi), Bergamo, Catania e Palermo. A confezionare i finti ordigni due societá, una israeliana e una inglese, che hanno ricostruito nei minimi particolari una bomba in piena regola.
Lascia passare la valigia bomba. Licenziato un agente di Punta Raisi
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