Viaggia a due velocitá il buono scuola regionale. Le famiglie che abitano nelle province di Ragusa, Siracusa, Enna, Trapani, Agrigento e Caltanissetta, riceveranno fra poco più di un mese i contributi della Regione per l’iscrizione dei figli nelle scuole private. In sostanza, è giá finito l’esame di circa la metá delle 90 mila domande pervenute. L’altra metá corrisponde a quelle inviate da Catania, Palermo e Messina: e per queste si dovrá attendere di più, probabilmente fino a fine gennaio.
Ma va detto che in entrambi i casi le domande che otterranno il finanziamento non sono più del venti per cento, tutte le altre sono incappate in errori che ne hanno bloccato l’approvazione.
I PRIMI CONTRIBUTI. «Entro il prossimo 21 novembre – spiega Costanza Di Carlo, direttrice dell’Ufficio per il buono scuola – emetteremo i primi mandati di pagamento per le famiglie delle sei province minori, che poi riceveranno i soldi entro un paio di settimane. Dobbiamo solo stabilire se inviare per posta l’assegno o la comunicazione dell’attribuzione dei fondi con cui poi ci si potrá recare in banca e ottenere i soldi».
IL NUOVO RINVIO. Il pagamento era previsto per fine settembre ma le 90 mila domande pervenute hanno reso difficile la redazione delle graduatorie. Problemi che non è stato possibile risolvere del tutto per le province di Palermo, Messina e Catania. «Per queste tre – prosegue la Di Carlo – c’è ancora del lavoro da fare, non so se riusciremo ad assegnare i soldi entro il 21 novembre. Altrimenti si dovrá necessariamente attendere il prossimo mese di gennaio». Il 21 novembre è infatti l’ultimo giorno utile per impegnare somme del bilancio del 2003.
DECINE DI MIGLIAIA DI DOMANDE BOCCIATE. Ciò che emerso fino ad ora è che la maggior parte delle domande pervenute non è stata compilata correttamente. «Alcuni errori sono davvero grossolani – spiega la Di Carlo – e non si è potuto far altro che bocciare la pratica. In altri casi sono state commesse imprecisioni o si è dimenticato qualcosa, e allora si è deciso di consentire l’integrazione delle pratiche. Direi che il 20 per cento delle domande non è recuperabile. Per un 40 per cento invece si può rimediare, ma dovremo scirvere alle famiglie e invitarle a inviarci i documenti mancanti: ciò significa che in questi casi il pagamento slitta almeno a gennaio».
GLI ERRORI PIU’ COMUNI. Un buon venti per cento delle famiglie non ha allegato nè la dichiarazione dei redditi (730, 740 o Cud) nè i certificati delle spese sostenute per l’iscrizione dei figli nelle scuole private, oppure ha indicato un reddito incredibilmente elevato: «In tutti questi casi la damanda è stata rigettata» precisa la Di Carlo. Ci sono poi varie dimenticanze: «Molte domande – conclude la Di Carlo – non erano firmate dagli interssati, in altre non erano allegati i documenti che certificano l’iscrizione e la frequenza dei figli a scuola. Oppure c’è chi ha allegato al posto della dichiarazione dei redditi il modello Isee, che era invece necessario per un altro tipo di contributo, l’una tantum, da richiedere a un altro ufficio. In questi casi però consentiremo la correzione»–
Buono scuola, in Sicilia sono sbagliate migliaia di domande
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