I giudici della corte d’ appello di Palermo hanno ordinato la scarcerazione di tre agrigentini perchè assolti dall’ accusa di associazione mafiosa. Si tratta di Carmelo e Giuseppe Cusumano e Salvatore Sgarito, indicati come affiliati alla ‘famigliá di Favara e da due anni sottoposti al duro regime carcerario previsto dal 41 bis.
I tre imputati sono stati invece condannati per traffico di armi a due anni e quattro mesi di carcere. Questa pena però è giá stata scontata, visto che i presunti boss sono in custodia cautelare da più di tre anni.
Nel processo gli imputati sono dodici. Cinque sono stati assolti mentre ad altri sette è stata ridotta la pena.
Gli altri due assolti dai giudici della corte d’ appello, presieduta da Sergio La Commare, sono Giuseppe Simone e Salvatore Sorrentino, entrambi accusati di associazione mafiosa.
La pena è stata ridotta a Gaspare e Giovanni Alba (il primo a tre anni e quattro mesi, il secondo a quattro anni), Antonino Cibella (quattro anni e otto mesi), Calogero Limblici (tre anni e quattro mesi), Vincenzo Presti (quattro anni), Vincenzo Quaranta e Domenico Vetro (tre anni e quattro mesi). Tutti erano accusati di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi.
L’ inchiesta che ha portato in carcere tutti e 12 gli imputati nasce dalle indagini sull’ omicidio di Stefano Pompeo, il bambino di 11 anni assassinato per errore il 21 aprile 1999 a Favara. In quella occasione il piccolo era a bordo di un fuoristrada di proprietá di Carmelo Cusumano. I sicari aprirono il fuoco, secondo gli inquirenti, convinti che ci fosse proprio Carmelo Cusumano, che oggi è stato assolto dai giudici così come richiesto dai suoi difensori, gli avvocati Nino Mormino, Salvatore Russello e Teo Caldarone.
L’ accusa ha sostenuto che l’ omicidio è maturato dalla guerra per il controllo del territorio che ci sarebbe stata nell’ agrigentino fra le cosche che facevano capo a Carmelo Cusumano e quelle legate a Vincenzo Presti.
Commentando la scarcerazione dei Cusumano, l’ avvocato Salvatore Russello ha detto: «Si tratta dell’ ulteriore riprova di quanto è ingiusto il 41 bis, applicato ai miei clienti prima che la pena a loro carico fosse definitiva. Adesso la giustizia è in debito con loro, perchè hanno scontato più di quanto gli è stato inflitto».
Associazione mafiosa. Assolti e scarcerati dopo tre anni.
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