La «rivoluzione» toponomastica di Porto Empedocle, nè la prima nè forse l’ ultima cittadina nel mondo ad aver scelto di rinvigorire il proprio tradizionale toponimo affiancandogli quello letterario e assai più famoso di «Vigata», ha innescato in Sicilia una disputa filosofico–politica tra due assessori della giunta regionale, Fabio Granata (An, beni culturali) e Michele Cimino (Fi, cooperazione), in aperta polemica. Duellano verbalmente su quell’ originale battesimo che lo scrittore Andrea Camilleri ha benedetto con tanto di autorizzazione e che promette in futuro di reclamizzare al meglio in tutto il mondo la patria dell’ amatissimo commissario Montalbano.
«Non basta definirsi Vigata per esserlo», ha decretato Granata, ricordando che nell’ immaginario nazional–popolare, la cittadina partorita dalla fantasia di Camilleri (empedoclino doc) è legata ai set della serie televisiva dedicata a Montalbano: tutti scenari, secondo l’ assessore, che ben poco hanno a che spartire con Porto Empedocle, essendo localizzati in buona parte in provincia di Ragusa.
«La produzione della fiction – ricorda Granata – per i luoghi di Montalbano ha utilizzato gli scenari Iblei e non quelli dell’ agrigentino».
Ma non è questa l’ unica ragione per cui Granata si definisce «assai perplesso». L’ altro motivo di perplessitá, spiega l’ assessore, «deriva dal rispetto verso Empedocle e quello che rappresenta il filosofo agrigentino nell’ ambito della storia della filosofia e del pensiero occidentale».
«Da empedoclino resto stupefatto per quello che è stato detto – ribatte Cimino – per quello che è stato detto anche dai rappresentanti dello stesso governo regionale al quale appartengo e provenienti proprio da quei luoghi che pretendono di avere l’ esclusiva sulle opere dell’ empedoclino Camilleri».
«Ritengo opportuno ricordare – prosegue Cimino – che Camilleri ha certamente improntato la quasi totalitá delle sue opere a Porto Empedocle o nell’ agrigentino. Il birraio di Preston è dichiaratemente Porto Empedocle; il re di Girgenti è certamente Agrigento; Montelusa è un antico nome di Agrigento, per cui dire o scrivere che Vigata è Porto Empedocle non è che una constatazione di fatto».
«Non basta, insomma, una villetta al mare – conclude Cimino, alludendo all’ immagine della suggestiva casa al mare di Montalbano che nella fiction tv si trova a Punta Secca, sullo splendido litorale ragusano – o creare come cinecittá delle scenografie adattate ai romanzi, per mettere in discussione i luoghi che hanno ispirato la fantasia di Camilleri».
La sofistica contesa tra i due autorevoli esponenti delle istituzioni siciliane – che se non fosse vera potrebbe essere architettata dalla stessa fantasia camilleriana – mette in gioco una posta non indifferente: le prossime fortune turistiche di due aree della Sicilia, entrambe belle e bisognose di promozione.
Porto Empedocle sará Vigáta? E’ polemica
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