I 30 membri di Aula “Falcone e Borsellino” infatti sono chiamati a discutere ed eventualmente avviare la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune.
In pratica, secondo quanto scritto recentemente in una relazione dalla dirigente alle finanze, l’Ente avrebbe un deficit economico di circa 4 milioni e 130 mila euro.
Debiti che in larga parte, secondo gli inquilini di Palazzo di cittá, dovrebbero essere colmati con l’aumento dei tributi alla collettivitá.
Nell’attesa di capire come il Comune di Favara intenda provvedere al risanamento delle sue casse e se, da Roma, daranno il benestare a un piano decennale, cerchiamo di vedere in quali settori gli amministratori locali potrebbero attingere alle risorse necessarie e allontanare così l’ombra del dissesto finanziario.
Una cura sostanziale contro il fallimento sarebbe sicuramente data da una seria lotta all’evasione tributaria.
Come più volte dichiarato da sindaco e assessori, a Favara ci sarebbe circa il 40% di contribuenti che non paga le tasse.
Perché, quindi, non partire da qui e recuperare queste somme? Somme che il Comune negli anni non ha mai incassato dai contribuenti morosi. Ci sembra più corretto, anziché gravare ulteriormente sui cittadini onesti.
Altro aspetto rilevante è quello relativo al rispetto delle norme.
La cittá è ormai diventata quasi invivibile, con discariche abusive di rifiuti, anche pericolosi, che sorgono come i funghi.
Per non parlare poi del caotico traffico veicolare dovuto spesso alla sosta selvaggia.
Ci chiediamo, come mai nei comuni limitrofi ogni anno alla voce sanzioni risultano numeri consistenti grazie all’applicazione di ammende da parte della Polizia Municipale?
Stessa cosa vale anche per le violazioni in materia di tutela ambientale, abusivismo edilizio e commerciale, e l’elenco sarebbe ancora molto lungo.
Perché il Comune di Favara continua a pagare cospicue somme di affitti per immobili che tra l’altro sono stati dichiarati, giá da tempo, inagibili?
I politici favaresi si apprestano a chiedere sacrifici ai cittadini, ma loro sono disposti a farli?
E pensare che solo rinunciando agli indennizzi di sindaco, assessori e consiglieri comunali, da qui a fine legislatura, il Comune di Favara potrebbe risparmiare circa mezzo milione di euro.
Ma forse loro, i politici favaresi, preferiscono essere ricordati come quelli che hanno contribuito al fallimento del Comune.
“Mala tempora currunt” diceva Cicerone. E aveva ragione.
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