SICILIA TV NOTIZIARIO Edizione del 17/07/2018 Direttore Responsabile: Calogero Sorce
Da
un lato bambini e giovanissimi giocano tra l'erbetta del campetto di
calcio, dall'altro - qualche metro più in là - rifiuti e spazzatura di
ogni genere vengono accumulati sul posto. Ci troviamo in via Cigna, nel
quartiere di Fontanelle, ad Agrigento e lo spiazzale che fiancheggia il
campo di gioco da tre o quattro mesi è stato adibito a centro di
smistamento dei rifiuti.
Di buon'ora, al mattino, i mezzi colmi della nettezza urbana giungono
sul posto e scaricano il proprio carico. A lamentarsi di questa
situazione, che secondo quanto ci comunicano gli stessi almeno
inizialmente sarebbe dovuta essere una soluzione temporanea, sono i
cittadini del quartiere.
Le lamentele non riguardano solo l'infelice scelta di utilizzare come
posto per smistare i rifiuti uno spiazzale che sorge proprio accanto a
un campetto che da sempre viene frequentato da giovani e giovanissimi.
Il posto, ci segnalano, è facilmente accessibile anche dai non addetti
ai lavori e versa in una condizione di generale degrado: contenitori
della spazzatura rotti e riversi e rifiuti per terra che occupano i
bordi e gli angoli del perimetro dello spiazzale.
Dalle immagini inviateci attraverso Stv Reporter si può ben vedere anche
come il sito risulta ''bagnato''. ''Il liquido- ci hanno detto gli
abitanti di Fontanelle - altro non è che il percolato prodotto dai
rifiuti lasciati sul posto. Vi lasciamo immaginare l'odore nauseante che
si respira in zona''. Odore che, in questi mesi estivi, viene
ulteriormente amplificato dal calore che incentiva anche il proliferare
di moscerini e animaletti.
Oltre a maleodori e preoccupazioni per possibili rischi di natura
sanitaria e apprensione per i piccoli che frequentano il campo di gioco,
i residenti segnalano anche disagi - soprattutto per gli anziani - per
il rumore che le operazioni di scarico dei rifiuti generano alle prime
luci del mattino, specie quando si deposita il vetro.
Una situazione che in molti ci hanno segnalato come ''non più
sopportabile''. L'appello dei cittadini viene rivolto
all'amministrazione comunale di Agrigento, al fine di trovare una
soluzione al problema. ''Non si possono depositare i rifiuti accanto a
un campetto di calcio - dicono - e non si può soffocare in questo modo
un'intera zona abitata da famiglie, anziani e bambini''. L'imprenditore
Giuseppe Burgio, attualmente ai domiciliari per altra condanna, è
ritenuto responsabile della morte dell'operaio Giuseppe Milizia. A dirlo
è il giudice Antonio Genna che lo ha condannato a 9 mesi di reclusione
oltre al risarcimento, una provvisionale di 20 mila euro, subito
esecutiva, quale anticipo, di tutti i familiari della vittima.
Il 48enne operaio era deceduto nell'ottobre del 2014 dopo essere
precipitato dal tetto del capannone del centro commerciale ''Le
Rondini'' di Porto Empedocle.
Assoluzione invece per l'ex dipendente di Burgio Michele Benedetto
Pecorelli di 56 anni. Secondo l'accusa lui avrebbe gestito il negozio su
incarico dell'imprenditore.
Nelle scorse settimane il pubblico ministero Manola Cellura aveva
chiesto la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione per entrambi gli
imputati ai quali si contesta l'omicidio colposo. Subito dopo hanno
illustrato le proprie arringhe gli avvocati della difesa Giuseppe
Scozzari (legale di Pecorelli) e Carmelita Danile che assiste Burgio.
Milizia stava lavorando sul tetto del centro commerciale, sopra il
reparto casalinghi, per pulire le caditoie dagli escrementi. A un certo
punto la rottura delle lastre di eternit poste a copertura del soffitto
ne ha causato la caduta per diversi metri.
Ricordiamo che Giuseppe Burgio è attualmente agli arresti domiciliari
dopo il coinvolgimento nell'inchiesta sulla bancarotta da 50 milioni di
euro delle sue aziende che operavano nel settore alimentare. Vasto
incendio oggi lungo l'area boschiva tra la rotonda San Pietro della
statale 640 Agrigento-Caltanissetta e lo svincolo per contrada Mosella.
Visibile anche da notevole distanza il fumo delle alte fiamme, che
bruciano alberi e sterpaglie, estese anche al boschetto a valle di via
Papa Luciani.
A intervenire sul posto per diverse ore quattro squadre dei vigili del
fuoco, all'opera per domare il rogo alimentato anche dal vento di
Maestrale che rende più difficili gli interventi. In azione per tentare
di salvare la vegetazione anche alcuni canadair, il cui rifornimento di
acqua avviene nel vicino specchio marino prospiciente il porto di Porto
Empedocle.
Inevitabili i disagi al traffico lungo la statale 640, la ''Strada degli
Scrittori''. Al lavoro per regolamentare la viabilità ed evitare
eventuali incidenti le forze dell'ordine, la Polizia Locale e l'Anas. Un
tratto di strada, nella parte in cui non sono stati effettuati i lavori
di raddoppio, è stato sbarrato e interdetto alla circolazione in
entrambi i sensi di marcia. Un
giovane motociclista, procedente ad alta velocità, non si ferma davanti
ai Carabinieri impegnati in un ordinario posto di blocco lungo la
statale 123. I militari dell'Arma allora decidono di inseguirlo ma, una
volta rintracciatolo a casa sua, sarebbero stati aggrediti da una
dozzina tra lo stesso, parenti e amici.
È successo sabato pomeriggio nella città del faro. I due carabinieri
della Compagnia di Licata, aggrediti con calci e pugni, avrebbero
riportato qualche contusione.
Pare che il giovane inizialmente fuggito all'Alt dei Carabinieri,
ricostruisce il Comando Provinciale dell'Arma, abbia tirato fuori una
zappa tentando di colpirli, venendo però immobilizzato.
Tempestivo l'intervento degli altri militari, accorsi in aiuto dei due
colleghi, che hanno sedato gli animi. In 4 sono stati arrestati. Si
tratta del 26enne F.G. - il motociclista che non si sarebbe fermato al
posto di blocco - del padre degli zii. L'accusa è quella di resistenza a
pubblico ufficiale e lesioni.
Indagini sono in corso nel tentativo di identificare anche gli altri
presunti ''attori'', circa 8 soggetti, che avrebbero preso parte
all'aggressione. Intanto i quattro arrestati restano ai domiciliari. Un
45enne agrigentino, ubriaco, ferito e accasciato sull'asfalto. È quanto
si sarebbe presentato agli occhi dei poliziotti della sezione
''Volanti'' della questura di Agrigento che si sarebbero recati in
piazzale Caratozzolo, a San Leone, in seguito a una segnalazione
riguardante una violenta lite.
Giunti sul posto, gli agenti avrebbero trovato appunto l'uomo che
sarebbe stato picchiato. Pare che, ubriaco, il 45enne avesse importunato
un gruppo di agrigentini e - per tutta risposta - sia stato dunque
aggredito. Le ferite riportate, fortunatamente, non sono gravi. Avrebbe
lanciato una bottiglia contro la giovane banconista di un bar di Porta
di Ponte, in via Atenea, ad Agrigento. Ad accorgersi del nordafricano
ubriaco che stava creando scompiglio sarebbe stato il Questore Maurizio
Auriemma, che stava passando da quella zona.
Il fatto è successo lo scorso sabato sera. Il Questore è subito
intervenuto immobilizzando il giovane e consegnandolo alla Polizia. Lo
straniero è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della
Repubblica per le ipotesi di reato di resistenza a pubblico ufficiale e
ubriachezza molesta.
Non chiaro cosa lo abbia spinto, sotto i fumi dell'alcol, a scagliare
una bottiglia contro la donna che stava dietro al bancone. Ad ogni modo,
il tempestivo intervento del Questore ha evitato eventuali risvolti
peggiori che si sarebbero potuti verificare in caso la situazione fosse
degenerata. Avrebbe
violentato e picchiato l'ex compagna. È arrivata ieri la condanna dei
giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento,
presidente del collegio Luisa Turco, per il 34enne empedoclino F.G.: 7
anni di reclusione e pagamento immediato di una provvisionale di 5mila
euro - oltre alle spese processuali - nei confronti della presunta
vittima.
Il fatto contestato risale all'inizio del mese di giugno dell'anno
scorso, quando il 34enne era stato arrestato dai carabinieri subito dopo
il presunto atto di violenza nei confronti dell'ex compagna.
Il pm Chiara Bisso, durante la requisitoria, aveva chiesto la condanna a
11 anni e 4 mesi di reclusione. Si
sarebbe recato presso la piscina di un albergo di Sciacca e, aperta la
cerniera dei pantaloni, avrebbe compiuto atti osceni. Il trentenne
sarebbe però stato scoperto da due turiste francesi che immediatamente
hanno chiesto aiuto.
L'uomo si sarebbe allontanato e avrebbe tentato la fuga, salvo poi
venire comunque bloccato e identificato dagli agenti del commissariato
di Sciacca. Per il 30enne è scattata la denuncia in stato di libertà
alla Procura della repubblica di Sciacca. L'ipotesi di reato è quella di
atti osceni in luogo pubblico. L'accusa
è quella di falso e truffa aggravata in danno all'ex Provincia di
Agrigento, ma per il gup Alfonso Malato ''il fatto non sussiste''. È
stato assolto il sindaco di Ravanusa, Carmelo D'Angelo, finito sotto
processo per una vicenda riferita a quando lo stesso era consigliere
provinciale, tra il 2011 e il 2013.
Il pm Emiliana Busto aveva chiesto la condanna a un anno e otto mesi per
il sindaco. Secondo la tesi accusatoria, D'Angelo avrebbe truffato l'ex
Provincia in quanto avrebbe simulato una sua assunzione, in realtà
fittizia, in un'azienda operante nel settore degli impianti
fotovoltaici.
Assolti anche il legale rappresentante e un socio della stessa società.
Si tratta rispettivamente di Graziella Naro, 30enne di Campobello, e di
Pietro La Mattina, 47enne, anch'egli di Campobello. Per loro la pena
chiesta dal pm era di un anno e quattro mesi di reclusione, ma anche in
questo caso la sentenza del giudice è di assoluzione ''perché il fatto
non sussiste''.
Secondo la ricostruzione dell'accusa, l'assunzione dell'allora
consigliere provinciale sarebbe stata finalizzata a ottenere i rimborsi
che la legge prevede in alcuni casi per quanti devono assentarsi dal
lavoro per svolgere il proprio mandato istituzionale.
Secondo il parere della Procura, che non ha retto davanti al giudizio
del magistrato Alfonso Malato, Carmelo D'Angelo avrebbe dunque messo in
scena questa assunzione per ottenere il pagamento dello stipendio
dall'Ente provinciale senza dovere andare a lavoro.
Altro fatto contestato al sindaco di Ravanusa, al tempo consigliere
provinciale, era quello di avere spostato la propria residenza a Palermo
- anche in questo caso, sempre secondo la tesi accusatoria, si sarebbe
trattato di un trasferimento fittizio - per intascare i soldi del
rimborso previsto per spostarsi dal capoluogo siciliano a quello
agrigentino. Il
comune di Licata continua ad acquisire al proprio patrimonio edifici o
porzioni di immobili costruiti abusivamente.
Nelle ultime settimane, e precisamente nel mese di luglio, sono stati
firmati quattro provvedimenti di demolizione emessi nei confronti di
altrettanti proprietari.
Intanto le demolizioni degli immobili abusivi nei pressi della costa
licatese riprenderanno dopo l'estate, nel mese di settembre.
È
tempo di avvicendamento al vertice della Tenenza della Guardia di
Finanza di Canicattì. Dopo tre anni di comando, il Capitano Cosimo
Naccia lascia la guida della Tenenza canicattinese. Al suo posto arriva
il Tenente Stefano Serio che, dopo una breve fase di affiancamento,
prenderà il comando delle Fiamme Gialle di Canicattì.
Il Tenente Serio giunge presso la città dell'uva Italia dopo una
esperienza di due anni presso la Compagnia di Monopoli. Il Capitano
Cosimo Naccia invece si trasferirà al Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria di Brescia come Ufficiale addetto.
Tra le attività portate avanti dal Capitano Naccia durante la sua
permanenza al comando della tenenza canicattinese - fanno sapere i
finanzieri - particolare pregio hanno avuto quelle d'indagine relative
alle frodi fiscali nel settore delle false sponsorizzazioni
pubblicitarie, quelle in danno del bilancio sanitario regionale e quelle
nei confronti dei cosiddetti ''falsi braccianti'' agricoli, che la
Guardia di Finanza descrive come ''vera e propria piaga del settore in
ambito locale''. Inizierà
domani il secondo ciclo di derattizzazione a Canicattì. A darne notizia
sono il sindaco canicattinese Ettore Di Ventura e l'assessore alle
Politiche Ambientali Roberto Vella.
''Vista la dilagante presenza di ratti nel centro urbano,- scrivono gli
amministratori - da mercoledì 18 luglio si procederà al secondo ciclo di
derattizzazione''.
Siamo
giunti a metà luglio e l'assessore alla Cultura, alla Pubblica
Istruzione e allo Sport del Comune di Canicattì, Katia Farrauto, ha
indetto per giovedì prossimo un tavolo tecnico per la programmazione
dell'Estate 2018.
Sono invitati a partecipare all'incontro i o le presidenti delle
associazioni culturali, artistiche, ricreative e sportive operanti in
città.
La riunione avrà luogo nella sala conferenze di Palazzo Stella, nella
biblioteca comunale canicattinese di via Cavallotti. L'appuntamento è
dunque per giovedì 19 luglio, alle ore 17.00. L'obiettivo è quello di
raccogliere proposte e idee dalle associazioni e dai gruppi che hanno un
contatto diretto con il territorio. Ci
sarà tempo fino al prossimo 20 agosto per essere accreditati al
servizio di assistenza in favore degli studenti con disabilità grave che
frequentano le scuole superiori della provincia.
L'aggiornamento del registro provinciale per l'anno scolastico
2018/2019, fa sapere il Libero Consorzio Comunale di Agrigento, è
infatti finalizzato a determinare gli enti autorizzati allo svolgimento
dei servizi in favore di tali alunni con disabilità grave iscritti nelle
scuole secondarie di secondo grado.
''Si utilizzerà il sistema cosiddetto dell'accreditamento - scrivono
dall'ex Provincia -. L'aggiornamento riguarda esclusivamente le seguenti
due sezioni: Sezione per il Servizio di assistenza all'autonomia e alla
comunicazione scolastica; Sezione per il Servizio igienico-personale''.
Le ditte interessate possono accreditarsi presentando la domanda e, se
ritenute idonee, verranno iscritte nel registro provinciale degli enti
autorizzati per tale scopo. Le modalità di presentazione dell'istanza,
le caratteristiche del servizio da svolgere e tutta la modulistica
necessaria sono pubblicate sul sito internet www.provincia.agrigento.it. Da
oggi iniziano in contrada Sant'Anna a Favara le novene per l'omonima
Santa.
A turno, ogni tardo pomeriggio, la statua sarà portata in una delle
famiglie della contrada dove sarà celebrata la messa o sarà recitato il
rosario.
Le novene termineranno giovedì 26 luglio con una messa presso il
convento Sant'Antonio della Collina Belvedere di Favara.
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