SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 06/07/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


Oltre 400 podisti, all'alba di oggi, hanno ripercorso le vie del centro storico di Favara. Ma non si sono solo voluti rivivere i luoghi del territorio in un orario certamente insolito ma si è voluto anche promuovere un sano stile di vita -attraverso il movimento, il cibo, la cultura, l'arte- e soprattutto la solidarietà. Tutto questo è stato ''5.30 Virtual'', l'iniziativa che si è svolta oggi in tutto il mondo a cui Favara ha aderito convintamente. Tante magliette arancioni hanno colorato alle prime ore del mattino le strade cittadine. Ognuno dei partecipanti ha donato una quota di 5 euro che servirà a contribuire ad acquistare un defibrillatore da donare alla città di Favara. Appuntamento stamattina in piazza Cavour dove dopo la benedizione di don Marco Damanti, parroco della Chiesa Santi Apostoli Pietro e Paolo, alle 5.30 si è dato il via alla passeggiata lunga 5,30 km. Si sono percorsi a piedi vie della città dell'agnello pasquale, si è passati da piazza del Carmine per poi arrivare in direzione Itria e salire per via Beneficenza Mendola. Arrivati presso la collina Belvedere piccola pausa per poi riprendere la camminata percorrendo p.zza della Libertà, corso Vittorio Veneto, via Kennedy, via IV Novembre, via Roma, via Zanella, san Vito, via Umberto per ritornare al luogo di partenza, ovvero piazza Cavour. Ad attendere gli atleti partecipanti una ricca colazione con dolci fatti in casa, frutta, acqua e succo di frutta. Una lodevole iniziativa -quella organizzata dalle società sportive Asd Favara Runners e i Fradici Runners- che sarà sicuramente riproposta il prossimo anno visto l'ottimo successo di oggi. Al termine della passeggiata una bellissima foto di gruppo ai piedi dell'imponente Chiesa Madre ne ha sancito l'ottima riuscita.


Il Gip di Agrigento, Alessandra Vella, ha convalidato l'arresto. Custodia cautelare in carcere per il 79enne favarese Vincenzo Galiano, accusato e reo confesso dell'omicidio del compaesano Baldassare Contrino, 73enne. Il tragico evento è successo questo lunedì, in c.da Caltafaraci, tra Favara e Agrigento. Pare che tra i due, nel tempo, fossero sorti dissidi e dissapori. Durante l'interrogatorio Galiano avrebbe ammesso di avere sparato a Contrino dopo che quest'ultimo gli si sarebbe scagliato contro, ferendolo con un colpo d'ascia alla testa. Il giudice, che ha accolto la richiesta del pm Chiara Bisso e confermato il provvedimento dei carabinieri, comunque esclude il fattore ''legittima difesa'' in quanto piuttosto che sparare sarebbe stata possibile una fuga.


Arriva un nuovo avviso di conclusione delle indagini per il sindaco di Palma di Montechiaro Stefano Castellino. Il provvedimento del pm Gloria Andreoli precisa meglio alcuni aspetti, ma la vicenda è sempre la stessa: Castellino, una volta insediatosi quale sindaco della città del Gattopardo, non avrebbe proseguito con le demolizioni degli immobili giudicati abusivi. Lo stop all'azione delle ruspe, secondo l'accusa, vale al sindaco i reati di falso ideologico, abuso d'ufficio e rifiuto di atti d'ufficio. Una violazione della legge - secondo la tesi accusatoria - per ottenere consensi ai fini elettorali e procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale ai proprietari degli immobili che dovevano essere abbattuti. Dopo la notifica del nuovo avviso, il Gup Francesco Provenzano ha rinviato l'udienza preliminare al 4 ottobre, in modo che la difesa abbia il tempo necessario per visionare i nuovi atti e adottare una strategia processuale. I nuovi capi d'accusa, le nuove indagini e il nuovo avviso di conclusione delle stesse che si aggiungono alle prime, secondo i difensori di Castellino, gli avvocati Santo Lucia e Vincenzo Alesci, sono indice ''della precarietà delle indagini che hanno portato all'esercizio dell'azione penale. Per la seconda volta la Procura decide di rinviare per presentare nuova documentazione - sostengono i legali -. Perché non è stata prodotta precedentemente?''. Il sindaco palmese aveva chiesto di essere sentito. Volontà che potrebbe essere nuovamente espressa, a meno di un cambio di decisione, anche alla luce delle nuove accuse.


Avrebbero tentato un furto all'interno di un'area posta sotto sequestro fallimentare, nella zona industriale di San Benedetto. I carabinieri della stazione di Aragona hanno arrestato M.P., 37enne aragonese, e S.M., 39enne empedoclino, entrambi incensurati. I militari dell'Arma, che nottetempo stavano effettuando un servizio di pattuglia in c.da San Benedetto, hanno notato strani movimenti all'interno del piazzale di una ditta sottoposta a sequestro fallimentare e hanno dunque deciso di compiere un sopralluogo. Addentratisi nella struttura - ricostruisce il Comando provinciale dell'Arma - i carabinieri avrebbero sorpreso l'aragonese e l'empedoclino intenti a caricare su due autovetture 3 serbatoi in polietilene da 200 litri ciascuno e 15 fioriere di varie forme e dimensioni. La refurtiva, del valore di alcune centinaia di euro, è stata restituita ai proprietari, mentre le due vetture utilizzate per il furto sono state sequestrate. Per quanto riguarda il 37enne e il 39enne, accusati di ''furto aggravato in concorso'', sono stati ristretti ai domiciliari su disposizione dell'Autorità Giudiziaria e dopo la convalida dell'arresto sono stati rimessi in libertà.


Una discarica abusiva è stata scoperta dai carabinieri a Cianciana. Il blitz è scattato nelle ultime ore; una ventina i militari impegnati nell'attività di controllo svoltasi in diversi comuni dell'area montana della provincia di Agrigento. I carabinieri hanno passato a setaccio varie officine automeccaniche e autodemolizioni. Al termine delle verifiche a Cianciana è scattato il sequestro di una discarica abusiva. I carabinieri hanno deferito due responsabili di una ditta di autodemolizioni, P.G., 70 enne, e P. E., 45 enne, in quanto avrebbero utilizzato uno dei terreni facenti parte della loro ditta, esteso circa 400 mq., come discarica abusiva.


Fiamme nella notte a Ribera. Ad andare a fuoco ed essere distrutta dal rogo, ieri notte, è stata l'auto di una casalinga. Le fiamme si sono sviluppate in via Manzone e hanno divorato una Mercedes classe A che era parcheggiata sul posto. Qualche passante, accortosi dell'incendio, avrebbe allertato i pompieri. In via Manzone sono dunque giunti i vigili del fuoco di Sciacca che hanno domato il rogo. Una volta estinto il fuoco, l'area intorno all'auto distrutta sarebbe stata oggetto di ispezione e controlli, ma non sarebbero state trovate tracce di liquido infiammabile, tanto meno taniche o bottiglie sospette. Ad ogni modo, sono state avviate le indagini.


Non avendo alcun allaccio alla condotta fognaria, avrebbero scaricato i reflui nel fiume Akragas. L'Ufficio ambiente del Libero Consorzio di Agrigento ha firmato i provvedimenti: sanzioni da 6mila euro per tre famiglie agrigentine. I fatti contestati si riferiscono a rilevazioni effettuate nel 2014. Allora la Procura chiese a Polizia Municipale e Genio civile di effettuare dei controlli, volti alla ricerca di scarichi illeciti, lungo le sponde dei fiumi Akragas e Naro. Effettivamente sarebbero stati ''scovati'' numerosi casi del genere, anche in considerazione del fatto che diverse abitazioni di viale Emporium con relative traverse risulterebbero ancora oggi prive di allaccio alla fogna in quanto la rete fognaria, sul posto, non sarebbe stata tracciata.


Uno dei due imputati si trovava libero, ma con la sentenza della Cassazione lo attende adesso il carcere. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dei difensori e rende definitive le pene decise per due imputati nell'inchiesta ''Parcometro''. Si tratta del 32enne Pietro Capraro, già condannato nell'inchiesta ''Nuova Cupola'', per il quale sono stati decisi 7 anni e 2 mesi di carcere, e del 54enne Vincenzo Cacciatore, al quale sono stati inflitti 6 anni e 8 mesi di reclusione. L'inchiesta ''Parcometro'' ipotizzava delle ripetute estorsioni di stampo mafioso nei confronti dei parcheggiatori abusivi di Agrigento, i quali sarebbero stati costretti a pagare parte delle somme che racimolavano dalla loro ''attività''.


Circa 6.000 cofanetti di fondotinta recanti il noto marchio ''DEBORAH'', palesemente contraffatto e sprovvisti nell'etichettatura delle indicazioni previste in materia di sicurezza dei cosmetici, sono stati sequestrati dai finanzieri del Gruppo di Palermo. I prodotti erano giunti al porto di Palermo a bordo di un autoarticolato ed erano scortati da un documento di trasporto recante come mittente e destinatario due distinte persone fisiche senza l'indicazione delle rispettive partite IVA. Dopo approfondimenti, le Fiamme Gialle hanno scoperto l'esistenza di un canale commerciale di cosmetici contraffatti tra Bergano e Canicattì. Sotto la direzione delle Procure della Repubblica di Bergamo e Agrigento, i finanzieri hanno ricostruito i flussi commerciali dal 2016, che ammontano a più di 180.000 pezzi in relazione ai quali sarebbero stati conseguiti proventi illeciti verosimilmente pari a circa 90.000 euro. Ben 10 persone, fra amministratori di società e altri soggetti coinvolti in concorso a vario titolo nella vicenda giudiziaria, sono state segnalate alle Procure della Repubblica competenti per territorio.


Controlli contro l'abusivismo ad Aragona. Sarebbero state sorprese diverse licenze mancanti dai venditori ambulanti che affollano il mercato cittadino e sarebbero stati sequestrati sette tabelloni abusivi. Alcuni di questi sarebbero risultati privi di necessarie autorizzazioni, mentre per altri non sarebbe figurata la tassa da pagare al Comune della città delle maccalube. ''Sono state fatte scelte che sicuramente non renderanno simpatica questa amministrazione - avrebbe commentato il primo cittadino aragonese Giuseppe Pendolino - ma era doveroso controllare e mettere fine a ogni abuso''.


Dopo l'ospedale ''San Giovanni di Dio'' di Agrigento, ieri è scattata la multa da 600 euro per un non corretto conferimento dei rifiuti anche per il centro commerciale ''Città dei Templi'' di Villaseta. Continuano i controlli delle utenze commerciali da parte della Polizia Municipale. Presso il centro commerciale sarebbero stati trovati dentro i sacchi neri, che dovrebbero ''accogliere'' soltanto il secco residuo, anche diversi rifiuti che invece potrebbero essere riciclabili.


Le tariffe aeree della Dat, Danish Air Transport, da e per Lampedusa sembrano essere troppo elevate tanto che il sindaco Totò Martello ha annunciato che chiederà una immediata verifica all'Enac. Tra i collegamenti aerei che la compagnia si è aggiudicata, da questo mese, anche quelli tra la maggiore delle isole Pelagie e le maggiori città della Sicilia: Lampedusa-Palermo e Lampedusa-Catania e viceversa. ''Chiederò all'Enac di avviare una immediata verifica sulle tariffe applicate dalla compagnia aerea ‘Dat' per i collegamenti ‘da' e ‘per' Lampedusa - avrebbe affermato il sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello -. Ho fatto più di un accesso al loro sito simulando l'acquisto di biglietti in date differenti: spesso le tariffe, sia per residenti che per non residenti, sono più alte di quelle previste dal contratto di servizio siglato con Enac e Regione Siciliana e non si riescono ad applicare gli sconti per le altre categorie previste dal contratto, malati gravi o studenti''. ''Le tariffe previste dal contratto di servizio devono essere reali, trasparenti e facili da individuare sul sito al momento della prenotazione - conclude il sindaco Martello - chiedo per questo un intervento dell'Enac per accertare la corretta applicazione del contratto di servizio a tutela dei diritti dei residenti, ma in generale degli utenti e dei turisti dal momento che il contratto prevede anche le tariffe per i non residenti''.


Dopo anni di precariato gli infermieri dell'Asp 1 di Agrigento sono stati stabilizzati. Hanno infatti firmato il contratto a tempo indeterminato. È stato quindi raggiunto un importante traguardo cui deve fare seguito la ''lotta alla carenza di personale''. ''Sono felice per tutti i colleghi che, dopo anni di incertezze, hanno finalmente raggiunto il traguardo della stabilizzazione'', ha detto il presidente dell'Ordine professionale degli infermieri di Agrigento, Salvatore Occhipinti. Lo stesso, nel complimentarsi esprimendo la gioia dell'intero Consiglio provinciale, ha anche annunciato l'intenzione di ''valutare situazioni critiche dovute a eventuali carenze di infermieri e personale di supporto subito dopo l'approvazione della nuova rete ospedaliera, per contrastarle nelle giuste sedi istituzionali''.


Da oggi e sino a domani i rappresentanti degli Ordini degli Ingegneri di tutta la Sicilia saranno ad Agrigento. Stamattina, durante l'assise della Consulta Regionale, la relazione del presidente nazionale del CNI Armando Zambrano, del vicepresidente del CNI Gianni Massa, del segretario Angelo Valsecchi e l'intervento dei consiglieri Stefano Calzolari e Fabio Corvo sulle prospettive dell'Agenzia Cert'Ing. Al termine saranno votati i bilanci consuntivo 2017 e previsionale 2018. Intanto questo pomeriggio alle 17.00 riunione del Consiglio della Consulta regionale presso la sede dell'Ordine agrigentino.


Si conclude oggi ad Agrigento - dopo 19 giorni, oltre 2.600 chilometri, 113 ore sui pedali e 20mila metri di dislivello totali - il tour ''Brumotti per l'Italia'', durante il quale il ciclista Vittorio Brumotti, inviato di Striscia la Notizia e ambasciatore del FAI, ha affrontato diverse tappe nel suo viaggio da Nord a Sud dello Stivale. Un tour che ha percorso paesaggi e borghi italiani per raccontare il fascino dei luoghi del FAI, che ha patrocinato l'iniziativa. Brumotti è partito il 18 giugno scorso da Livigno, in provincia di Sondrio. L'ultima tappa, oggi, è tra Palermo e Agrigento per un totale di 130 chilometri. Il traguardo finale è il giardino della Kolymbethra, bene del FAI nella Valle dei Templi. Presente per l'occasione il Presidente Regionale FAI Sicilia, Giuseppe Taibi. Questo pomeriggio Taibi e Brumotti in visita alla Valle dei Templi e al Giardino. Presenti diverse autorità oltre che cittadini e visitatori. Finito il tour, la messa all'asta della bicicletta del campione del mondo di bike trial nel 2006 e detentore di 10 Guinness World Records. Il ricavato verrà devoluto all'associazione Famiglie SMA.


La biblioteca comunale Antonio Mendola di Favara rimarrà aperta anche la sera. A darcene comunicazione è l'assessore Giuseppe Bennica. ''Dalle ore 20.00 in poi -dice Bennica- sarà possibile fruire della struttura. L'apertura -ci spiega- è stata voluta dopo l'ottimo successo riscosso durante l'iniziativa FavaraFa che ha visto in soli due giorni circa 150 visite quando normalmente ne facciamo 50 a settimana''.


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