SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 26/06/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


Una sconfitta della democrazia, della trasparenza, della legalità! Alcuni consiglieri comunali di Favara di opposizione e diversi della maggioranza pentastellata nella seduta del consiglio comunale di ieri sera hanno deciso di modificare un regolamento comunale. Chiunque, anche col proprio smartphone, potrà riprendere e diffondere i singoli interventi dei consiglieri comunali, del sindaco e della giunta ma … attenzione… attenzione … Solo se proprio gli stessi interessati dalla ripresa ne abbiano data autorizzazione e ancora… solo se chi vuole effettuare la ripresa lo abbia prima comunicato ! Alla faccia della trasparenza !!! La modifica al comma 11 dell'art.58 del regolamento del consiglio comunale, proposta da alcuni consiglieri di opposizione, avrebbe invece dovuto ''concedere a chiunque'' di effettuare le riprese delle sedute di Aula Falcone-Borsellino, ''sempre'' e in ''qualsiasi momento''! … E non solo se si ha l'ok degli amministratori della cosa pubblica... e solo se se ne ha il permesso! Per capirci meglio, se qualcuno del pubblico vuol fare delle riprese con il proprio cellulare e non lo ha comunicato prima, non può farlo! Nemmeno se si accorge che un consigliere o l'assessore o il sindaco sta dicendo qualcosa di interessante che non aveva previsto! È stata definita una norma sulla trasparenza ma in realtà è una vera norma bavaglio! È stato praticamente fatto finta di togliere una censura che ufficialmente esce dalla porta ma in realtà rientra da un portone ancora più grande! Il cittadino può riprendere il consigliere, l'assessore o il sindaco solo se ha ricevuto il permesso preventivo! I consiglieri comunali, votati dalla gente, soprattutto durante le loro attività pubbliche, come una seduta consiliare, devono sapere che sono personaggi pubblici. E come tali, visto che si vuole aprire alla trasparenza, avrebbero dovuto farlo… ma sul serio. Non solo non avrebbero dovuto mettere il bavaglio ai cittadini sulle registrazioni che immortalano i loro interventi pubblici ma non avrebbero nemmeno dovuto farlo sulle loro frasi nascoste, sulle loro opinioni dette a microfoni spenti mentre sono in quell'aula durante una pubblica assise! Qui invece si parla di decidere se limitare o meno le riprese agli interventi pubblici fatti in aperta e ufficiale seduta comunale! Alla faccia della trasparenza tanto decantata a destra e a manca! A questo punto è normale chiedersi quale sia il motivo di questa decisione! Cosa potrebbero avere da nascondere i consiglieri comunali, tanto da permettersi il lusso di negare a qualcuno, o magari solo in qualche occasione, il consenso a effettuare le riprese? Si dice: ''Aria netta, unn'aviri paura di trona''. Mentre i consiglieri comunali pagati dalla gente lavorano in pubblica attività, non dovrebbero distrarsi e preoccuparsi di decidere se mettere il veto e se censurare alcuno, ma piuttosto dovrebbero concentrarsi e pensare a lavorare per il paese e farlo sempre al meglio e non solo se vengono immortalati! Dare libertà ai cittadini di fare e diffondere le immagini del consiglio comunale… questa sarebbe stata vera trasparenza e segno di legalità. Ecco perché la vera chiave di lettura di questa nuova mossa politica è una sonora sconfitta sia della democrazia che della trasparenza, purtroppo voluta e votata dalla maggioranza dei consiglieri comunali di Favara presenti nella seduta di ieri sera!


La difesa dell'imputato aveva chiesto la derubricazione del reato in omicidio preterintenzionale, in quanto sosteneva si sarebbe trattato di una fatalità. L'accusa invece chiedeva la condanna. Ieri la sentenza del gup Alfonso Malato e il verdetto parla chiaro: condanna in primo grado, al termine del rito abbreviato, a 30 anni di reclusione per il 34enne canicattinese Daniele Lodato, imputato e reo confesso dell'omicidio del 22enne Marco Vinci, anch'egli canicattinese, ucciso a coltellate il 17 giugno del 2017 nei pressi di un pub di piazza San Domenico, a Canicattì. All'interno del locale tra i due sarebbe nato un alterco dopo che Lodato avrebbe fatto degli apprezzamenti poco graditi a una amica di Vinci. Il 22enne sarebbe intervenuto a difesa della donna, da lì l'astio. Lodato si sarebbe in un primo momento allontanato per poi tornare con un coltello e colpire la vittima allo stomaco, il tutto poco distante dal luogo dell'iniziale battibecco. Secondo la ricostruzione della vicenda, Lodato si sarebbe allontanato dal pub per prendere l'arma dell'omicidio. L'imputato aveva confessato l'assassinio aggiungendo di essere stato aggredito; la versione della difesa inoltre aveva escluso che il 34enne fosse rientrato appositamente per prendere il coltello. La pena decisa dal giudice è la stessa proposta durante la requisitoria dal pm Alessandra Russo, ma non è stata riconosciuta l'aggravante della premeditazione avanzata dalla procura. Riconosciuta invece l'aggravante dei futili motivi, anche questa chiesta e contestata dall'accusa e invece esclusa dal difensore, l'avvocato Angela Porcello. Al processo, con l'assistenza del legale Santo Lucia, si sono costituiti parte civile i genitori di Marco Vinci. La sentenza, arrivata praticamente un anno dopo il tragico evento, dispone anche il risarcimento dei genitori con una provvisionale - un anticipo subito esecutivo - di 100 mila euro ciascuno.


Era stato annunciato in conferenza stampa dalla Procura e dalla Polizia: un clima omertoso non tollerabile quello che gli organi di giustizia hanno dovuto affrontare nel tentativo di far luce sul duplice tentato omicidio avvenuto il 12 giugno scorso a Palma di Montechiaro che ha portato all'arresto del 52enne Giuseppe Incardona e del 42enne Francesco Gueli, accusati di tentato omicidio e porto illegale di armi. In merito alla vicenda, nelle ultime ore quattro palmesi sono stati iscritti nel registro degli indagati. Le accuse loro contestate, a vario titolo, sono il favoreggiamento e la falsa testimonianza. Secondo quanto ricostruito in conferenza stampa dal procuratore capo Luigi Patronaggio, dal pm Alessandra Russo, dal dirigente della Squadra Mobile, Giovanni Minardi, e da quello del commissariato di Palma di Montechiaro, Tommaso Amato, si è potuto risalire a quanto accaduto quel 12 giugno grazie a una microspia e un Gps installati, per altre indagini, sulla automobile di uno dei due principali coinvolti nella vicenda. Nessuna testimonianza, nessuno tra chi poteva sapere qualcosa ha collaborato invece con gli investigatori. Prima una animata discussione in un bar, poi il putiferio con tanto di inseguimento in auto nel pieno centro cittadino. Alcuni colpi di pistola sono stati esplosi contro una Fiat Panda. L'inseguito avrebbe poi tentato la vendetta e un 25enne, nel tentativo di fermarlo, è stato raggiunto all'addome da un colpo di pistola. Uno scenario da Far West, al quale gli inquirenti hanno dovuto aggiungere il dovere fare i conti con una mentalità che ricorda quella mafiosa e un muro di omertà quasi impenetrabile, soprattutto dei diretti interessati e delle famiglie. L'attività di Procura e Polizia, ciononostante, continua. 4 palmesi, appunto, figurano adesso nel registro degli indagati per favoreggiamento e falsa testimonianza.


160 veicoli controllati, 181 persone identificate. Tre le postazioni di controllo - una nei pressi del capoluogo, le altre due rispettivamente a Canicattì e a Sciacca - che nel fine settimana hanno visto impegnati sul campo gli agenti della Polizia Stradale di Agrigento, coordinati dal Vicequestore Giuseppe Andrea Morreale. I poliziotti hanno ''pizzicato'' otto conducenti risultati essersi messi alla guida sotto l'effetto dell'alcol. Si tratta in tutti i casi di giovani di età compresa tra i 20 ed i 35 anni, tra questi anche un favarese di 23 anni. In due di questi casi gli automobilisti avrebbero tentato la fuga, salvo poi essere raggiunti e fermati dagli agenti della Polstrada. In sette sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebbrezza. Oltre alle infrazioni legate ai ''fumi dell'alcool'', gli uomini della Stradale hanno accertato altre 38 violazioni al Codice della Strada. 137 i punti decurtati e 10 le patenti ritirate per sospensione o revoca delle stesse. È scattato inoltre il sequestro amministrativo per 2 veicoli. L'insieme di questi illeciti verificati nel solo week-end di apertura del periodo estivo offre uno scenario che la stessa Polstrada ha descritto come ''inquietante''. L'invito degli agenti è quello di mantenere una condotta di guida più sicura e consapevole, nel rispetto delle norme sulla circolazione stradale. L'attività di questo fine settimana rientra nell'ambito di una operazione ad alto impatto della Polizia di Stato denominata ''Safe Driving For Good Transport'', disposta direttamente dal Capo della Polizia.


In piazza Cavour o in prossimità di questa potrebbe ritornare il gabinetto pubblico per gli anziani, per i cittadini e per i visitatori della città dell'agnello pasquale. Però c'è un problema… come del resto accade sempre a Favara... la questione amletica sta nella scelta del sito di collocazione! Il bagnotto è a costo ZERO per le casse comunali perché donato da una impresa ma il Consiglio Comunale chiamato a scegliere il sito di istallazione non ha ancora nemmeno accettato la donazione!!! Del punto di collocazione se ne discute da tempo, ma gli inquilini di Aula Falcone Borsellino rinviano la scelta. Ieri sera hanno fatto cadere la seduta consiliare per mancanza di numero legale. Non c'è accordo o non vogliono decidere, e c'è chi cerca di scaricare su altri l'onere della scelta del luogo! La proposta dell'amministrazione 5Stelle di Favara è di posizionarlo in via Belmonte, una traversa di piazza Cavour, su un sito che è divenuto di proprietà comunale dopo le vecchie demolizioni, in prossimità del rinomato ''Alba Palace''. Non è una buona scelta secondo alcuni consiglieri, ''andremmo a disturbare alcuni amici'' è stato detto da qualcuno durante la seduta di ieri sera. Allora tra tira e molla la discussione è stata ovviamente ancora posticipata, stavolta a stasera! Intanto i fruitori di piazza Cavour e i visitatori della stessa città turistica continuano a lamentare la mancanza del servizio e, per andare in bagno, sono costretti a chiedere favori e cortesie alle attività commerciali della piazza. Per l'assessore Bennica posizionare il bagnotto accanto a una attività non è un problema in quanto la struttura si presenta esteticamente ben curata. Volendo essere i più franchi e onesti possibile, c'è da far notare che posizionare il bagnotto in una traversa della piazza, soprattutto per i visitatori della città dell'agnello paquale, potrebbe rappresentare un problema, se non ben indicato con le segnaletiche. Occorrerebbe quindi prevedere pure la spesa per l'acquisto e l'istallazione delle tabelle di indicazione e con un comune in dissesto finanziario non sarebbe il caso. E poi c'è il problema della cura, della gestione dell'orario e dei giorni di apertura e soprattutto la questione della pulizia e della tenuta igienica dello stesso servizio; questioni che non sono riusciti a risolvere i vecchi amministratori ma che sono sicuramente sormontabile dalla attuale amministrazione 5stelle alla guida del paese. Allora, perché non tornare a posizionare il bagno pubblico in quella che era diventata la localizzazione ufficiale, proprio in piazza Cavour, vicino all'ufficio postale e alla biblioteca, comoda per anziani e visitatori? Oltretutto, come sottolineato dallo stesso assessore Bennica, anche l'estetica del casotto sarà curata e il servizio igienico sarà sicuramente più facilmente raggiungibile e fruibile da chiunque. Ma alla fine a scegliere saranno gli inquilini di Aula Falcone Borsellino. Cosa faranno? Daranno seguito alle esigenze dei cittadini o rinvieranno ancora?


Si è spento all'età di 78 anni e ieri in molti lo hanno voluto salutare un'ultima volta. Si sono svolti presso la chiesa San Giuseppe Artigiano di piazza Don Giustino, a Favara, i funerali di Giuseppe Valenti, conosciuto sia per la sua statura culturale sia per il ruolo istituzionale che ha ricoperto, quello di comandante dei Vigili Urbani della città dell'agnello pasquale. A celebrare don Uriel Ortiz. Presenti ovviamente i parenti, i familiari e i cari di Peppe Valenti; oltre a loro anche i tanti amici che lo hanno conosciuto grazie alle sue attività. E di iniziative che nel corso degli anni hanno fatto onore alla città di Favara, dal punto di vista sociale e culturale, Valenti ne ha sposate tante: è stato socio fondatore di Radio Favara 101 e, attore e regista, è stato anche co-fondatore della prima Compagnia Teatrale di Favara, l'Associazione d'Arte e Cultura R.F. 101. È stato - tra le altre cose - anche insegnante, scrittore e poeta. Ieri non sono mancati i fiori, non sono mancate le persone e non è mancata la ''sua'' stessa Polizia Municipale, con in testa l'attuale comandante Gaetano Raia. Gli agenti della Locale - presenziando al funerale, scortando il feretro e dedicandogli il picchetto d'onore - hanno così omaggiato il comandante Valenti. La nipote di Valenti, Giusy Moscato, al termine della Santa Messa ha voluto leggere una commovente lettera indirizzata al parente compianto, ricordandone la figura e rendendone partecipi tutti i presenti che hanno assistito al momento. Molti anche gli amici, diversi dei quali si sono legati al favarese nel corso delle sue attività culturali legate al mondo della radio e del teatro, che non hanno voluto mancare ieri ai funerali. Tutti stretti intorno ai familiari e ai parenti più stretti. Peppe Valenti, a Favara, è stato dunque una istituzione sia per il ruolo di comandante della Municipale sia per il panorama culturale della città. Lo ha rimarcato anche l'assessore comunale alla Polizia Municipale Giuseppe Bennica. Giunto il momento di spostarsi al cimitero, l'autofunebre si è allontanata da piazza Don Giustino anticipata da un mezzo della Polizia Locale e seguita dai parenti del defunto. Alla famiglia Valenti, ancora una volta, rinnoviamo le sentite condoglianze della redazione e dell'editore di SiciliaTv.


A breve inizieranno i lavori per il ripristino della transitabilità sulla Strada Provinciale n. 24 Bivio Tamburello-Bivona. La strada è chiusa da tempo per alcune frane in diversi punti del tracciato. Ieri, il Settore Infrastrutture Stradali ha consegnato i lavori all'impresa aggiudicataria, ovvero la Servizi E Appalti di Fanara Calogero (avvalente) - Vertullo Costruzioni (ausiliaria) con sede a Favara. L'impresa avrà a disposizione un anno esatto per riportare alla normale percorribilità questa importante via di comunicazione tra due dei più importanti comprensori agricoli e zootecnici della nostra provincia, ove insistono fiorenti coltivazioni (pescheti, agrumeti e oliveti in particolare) e relative aziende produttrici e dell'indotto. L'importo complessivo a base d'asta dell'appalto era di quasi 710.000 euro.


Un kit di quattro cestelli per la differenziazione dei rifiuti, tutti saranno collocati su un unico palo di sostegno. Presto arriveranno ad Agrigento i nuovi cestini portarifiuti di varie tipologie, che saranno sistemati in vari punti della città per migliorarne il decoro e la pulizia. Per far ciò è prevista una spesa di 50mila euro. L'acquisto dei cestini portarifiuti è stato disposto direttamente, su imput dell'Amministrazione comunale, dal responsabile del Servizio Ecologia del Comune. Questi nuovi cestini saranno in lamiera d'acciaio zincato e alcuni saranno dotati anche di posacenere incassato. Avranno tutti lo stemma del Comune di Agrigento e recheranno l'indicazione, su ciascuno dei cestelli, della tipologia del rifiuto da depositare. Con un'apposita chiave gli operatori ecologici potranno sganciarne il fondello per svuotarne il contenuto.


Un nuovo murale sarà dedicato al giudice canicattinese Rosario Livatino questa volta a Prizzi, in provincia di Palermo, e sarà accanto a quello dedicato ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il nuovo murale sarà inaugurato dopodomani mattina alla presenza di Vincenzo Gallo, delegato relazioni esterne dell'Associazione ''Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino'', e si fa carico di diffondere i valori e fare memoria del giudice. Alla manifestazione oltre alle massime autorità cittadine e provinciali saranno presenti tra gli altri anche il Prefetto di Palermo, Antonella De Miro, che ha svolto gran parte della sua carriera ad Agrigento, e il Presidente Emerito della Corte d'Appello di Palermo, Vincenzo Oliveri, che è molto legato alla memoria di Rosario Livatino e che quando ha potuto è stato sempre presente agli anniversari tra Canicattì e Agrigento. L'Associazione donerà alla biblioteca del Comune di Prizzi due pubblicazioni riguardanti la figura del Magistrato.


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