SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 22/06/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


La commissione straordinaria di liquidazione del Comune di Porto Empedocle avrebbe individuato debiti per 21.174.304 euro, suddivisi tra 170 istanze presentate dai creditori. Di questi, l'organo insediatosi in seguito alla dichiarazione del dissesto finanziario ne ha ritenuti ammissibili a competenza poco meno di 15 milioni e mezzo, dei quali probabilmente se ne potrà saldare solo la metà. È questa la condizione attuale dei debiti del Comune empedoclino di competenza della commissione che è stata accertata dalla stessa. La legge prevede in caso di dissesto di potere liquidare i debiti pagando ai creditori tra il 40 e il 60% di quanto vantano nei confronti dell'Ente, eccezione fatta per alcuni crediti privilegiati. La proposta dei commissari, che potrebbe trovare il favore dell'Amministrazione, è dunque una via di mezzo in quanto propone il 50%. Queste cifre, alle quali si aggiungerebbero 250mila euro di oneri di liquidazione, sebbene accertate dalla commissione, rimangono ancora soggette a possibili variazioni. Una volta che la Giunta comunale avrà dato il via libera alla procedura semplificata, l'Organo procederà alla definizione della istruttoria delle istanze, pronunciandosi in via definitiva sull'ammissibilità o meno, previa indicazione delle specifiche motivazioni. Ad ogni modo i ''numeri'' dei commissari non dovrebbero subire particolari modifiche. Se sarà questo il caso, dei 21 milioni di euro di debiti solo 8 circa verranno liquidati. Molti creditori, quindi, non potranno ottenere l'intera somma di quanto vantato nei confronti del Comune di Porto Empedocle. La commissione straordinaria di liquidazione dell'Ente empedoclino, similmente a quanto avvenuto quasi in parallelo con le tempistiche al Comune di Favara, è stata nominata dopo la dichiarazione del dissesto finanziario del Comune. Insediatisi a gennaio 2017, il compito dei commissari è quello di gestire il pregresso ed estinguere i debiti dell'Ente Comune, riequilibrandone i conti.


Potrebbero profilarsi dei guai all'orizzonte per gli abitanti della zona di Piano Lanterna, a Porto Empedocle, che martedì scorso hanno ammassato numerosi sacchi di rifiuti lungo la strada, creando di fatto una barriera che ha sbarrato via Trento. Gli agenti del locale commissariato stanno consultando video e immagini realizzati in occasione del fatto per tentare di individuare gli autori del gesto, che rischiano una denuncia. Martedì scorso, in serata, la tensione è stata alta a Porto Empedocle. I cittadini erano probabilmente irritati ed esasperati dall'emergenza rifiuti che per giorni e giorni ha visto un brusco stop della raccolta della spazzatura nella città marinara. Disagio non certo piacevole, contro il quale qualche disperato residente della zona ha deciso di manifestare platealmente ammassando i sacchi dell'immondizia per strada. Accertamenti, comunque, si stanno svolgendo anche sugli operatori ecologici che per circa due settimane hanno incrociato arbitrariamente le braccia. Intanto nella città marinara è ripresa la raccolta dei rifiuti. L'autorizzazione regionale al conferimento straordinario di 200 tonnellate di rifiuti presso la discarica di Alcamo è stata ''dirottata'' a Bellolampo, mentre per il conferimento giornaliero la destinazione rimane Gela. ''Operazione ritorno alla normalità''. Il sindaco empedoclino Ida Carmina ha definito così, a caratteri cubitali sui social, l'operazione di raccolta dei rifiuti indifferenziati scattata una volta ricevuta l'autorizzazione della Regione. Ieri dalle prime ore dell'alba diversi mezzi si sono messi in azione in differenti zone della città. La stima del sindaco è di 100 tonnellate raccolte in un giorno. Carmina ha aggiunto che le operazioni continueranno nelle prossime ore. ''A riprova che molto dipende dal comportamento dei cittadini ci è stato segnalato che appena ripulita una zona già qualche incivile ha abbandonato qualche sacchetto - ha aggiunto il sindaco sui social -. Sappiate che abbiamo a disposizione potenti telecamere che inchioderanno gli incivili alle loro responsabilità''.


''Il fatto non sussiste''. I giudici della prima sezione della Corte di appello di Palermo hanno assolto da tutte le accuse Eugenio D'Orsi, l'ex e ultimo presidente della Provincia di Agrigento. D'Orsi, accusato di concussione, peculato e altri abusi d'ufficio, già in primo grado aveva ottenuto l'assoluzione da quasi tutte le accuse. In appello il Pg Emanuele Ravaglioli aveva chiesto una condanna a 4 anni e mezzo di reclusione ma i giudici hanno infine accolto le tesi dei difensori, gli avvocati Daniela Posante e Giuseppe Scozzari. Parte delle accuse mosse presso il tribunale di Palermo nei confronti di Eugenio D'Orsi - per le quali appunto la sentenza è di assoluzione - riguardavano il ''fine istituzionale'', secondo l'accusa non adeguatamente motivato, di alcune spese tra le quali il rimborso di una quindicina di pranzi, alcuni consumati in autogrill o paninerie. Per questi motivi, in primo grado, D'Orsi era stato condannato a un anno di reclusione. Altre accuse per le quali i giudici scagionano Eugenio D'Orsi riguardano presunte vicende collegate alla sua villa di Montaperto. In una di queste, l'accusa contestava la concussione: l'ex presidente della Provincia avrebbe preteso di non pagare dei lavori di ristrutturazione svolti presso il suo immobile da una ditta iscritta nella lista delle imprese di fiducia dell'allora Provincia. Sempre riguardante la villa di Montaperto è anche un'altra presunta vicenda, per la quale si chiedeva la condanna per peculato. D'Orsi era accusato di avere sottratto le risorse lavorative di un agronomo della Provincia, occupandolo piuttosto con dei lavori di sistemazione di alcune palme all'interno della stessa villa. Altre ipotesi di abuso d'ufficio riguardavano l'affidamento di incarichi, da parte del già presidente D'Orsi, a personale esterno senza fare piuttosto ricorso a quello dipendente. È stato assolto pure il vicesegretario dell'Ente dell'allora Provincia Ignazio Gennaro, condannato in primo grado a otto mesi di reclusione per avere dato l'ok al rimborso delle spese di D'Orsi.


Nuova udienza davanti al Gup del tribunale di Agrigento, ieri, per il sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino, che, come ricorderete, rischia il rinvio a giudizio per la questione della non prosecuzione delle demolizioni degli immobili abusivi nonostante i solleciti ricevuti in tal senso. Ieri, durante l'udienza, è stata prodotta documentazione e ci sarebbe stata una integrazione ai capi d'accusa. Pare che le ipotesi di reato a carico di Castellino verranno contestate fino all'appena trascorso 20 giugno, queste vanno dalla falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici al rifiuto di atti d'ufficio e abuso d'ufficio. Il primo cittadino sarebbe inoltre accusato di avere violato l'articolo 97 della Costituzione che sancisce come l'operato della pubblica amministrazione deve essere basato sui principi di efficienza e imparzialità. L'avviso di conclusione delle indagini era stato notificato a Castellino alla fine dello scorso febbraio. Lo stesso risulta iscritto nel registro degli indagati dalla Procura, che ha già formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio. Si tornerà in aula il 5 luglio.


Controllo da parte della Polizia Municipale della città dei templi ieri, in mattinata, all'esterno dell'ospedale ''San Giovanni di Dio'' di c.da Consolida. I vigili urbani hanno verificato se i rifiuti provenienti dal nosocomio agrigentino fossero o meno differenziati e il risultato che ne sarebbe emerso è che la differenziata, al ''San Giovanni di Dio'', sarebbe stata fatta male. La Polizia Locale, agli ordini del comandante Gaetano Di Giovanni, ha allora elevato una sanzione amministrativa nei confronti dell'azienda ospedaliera. La multa ammonta a 600 euro. Per quanto riguarda i rifiuti, quelli differenziati sarebbero stati regolarmente ritirati dall'impresa che se ne occupa. L'indifferenziato invece sarebbe stato lasciato all'interno dei sacchi ammassati nei cassonetti. Su quest'ultima circostanza si è espresso il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto. ''Sono costi che il Comune non intende pagare'' avrebbe commentato il primo cittadino. Le opzioni che rimangono pare siano due. La prima è che il ''San Giovanni di Dio'' proceda di propria iniziativa al conferimento in discarica dei rifiuti, la seconda potrebbe essere che lo faccia il Comune, addebitando però le spese all'azienda ospedaliera.


Incidente stradale ieri sera ad Agrigento. A scontrarsi sono state un'automobile guidata da un uomo e uno scooter con a bordo un giovane. Il fatto sarebbe avvenuto in via Discesa Empedocle, presso via delle Torri. Ad avere la peggio il conducente del mezzo a due ruote che, ferito, è stato portato in ambulanza al pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni di Dio. Sul luogo dell'impatto si sono portati gli agenti della Polizia Locale che si sono occupati dei rilievi di rito.


Cinque cani randagi sono stati trovati morti a Raffadali. Le carcasse, come riporta il Giornale di Sicilia, sarebbero state trovate con tracce sospette di bava alla bocca. Il particolare potrebbe far pensare a un possibile avvelenamento fatale per gli amici a quattro zampe. Sulla vicenda, che potrebbe rivelarsi una strage, si vuole vedere chiaro. Le carcasse sono state portate in un centro specializzato per essere analizzate e chiarire se effettivamente si sia trattato di un avvelenamento.


Avrebbero dato luogo a una violenta rissa per futili motivi. Guai in vista per cinque soggetti che sono finiti sotto la lente d'ingrandimento della Polizia di Stato. Tra questi anche un minorenne. Tutti sono stati denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Agrigento. Il fatto è successo a Licata, in un bar del centro urbano. Quando gli agenti sono arrivati sul posto, intorno alle ore 3.00, i partecipanti al tafferuglio si sarebbero già allontanati dal posto, lasciando a soqquadro tavolini, sedie e panchine. Subito i poliziotti hanno avviato le indagini e, acquisendo delle immagini da impianti di videosorveglianza, sono riusciti a risalire all'identità dei presunti rissaioli. Come detto, pare che i motivi che li abbiano portati alle mani siano futili, non si esclude che a surriscaldare gli animi sia stato anche un eccessivo uso di alcool. Sul luogo della rissa, avvenuta lo scorso 9 giugno, gli agenti avrebbero trovato anche tracce di sangue sul selciato. Qualcuno, ferito, ha dovuto fare ricorso alle cure del pronto soccorso dell'ospedale San Giacomo d'Altopasso.


Due gestori di un ristorante di Grotte e un macellaio 50enne di Palma di Montechiaro sono stati arrestati dai carabinieri nel corso di controlli mirati a scoprire eventuali furti di energia elettrica. In entrambe le circostanze l'accusa è quella di ''furto aggravato''. Nel primo caso, a Grotte, i militari dell'Arma - fanno sapere gli stessi - hanno trovato un magnete che falsava i consumi di energia elettrica dell'attività, limitandone la reale misurazione di circa il 90%. Il magnete è stato posto sotto sequestro, mentre per i due gestori del ristorane sono scattati i domiciliari, in attesa dell'udienza di convalida, su disposizione dell'autorità giudiziaria. Nel caso di Palma di Montechiaro, invece, i militari avrebbero trovato dentro una macelleria un artigianale allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica. Anche in questo caso, in attesa della convalida, per il macellaio sono stati disposti gli arresti domiciliari. Nel corso dei primi sei mesi del 2018 - informa il comando provinciale dell'Arma - sono stati complessivamente eseguiti una cinquantina di accessi ispettivi in abitazioni ma anche e soprattutto in esercizi commerciali, al fine di verificare eventuali irregolarità o allacci abusivi, svolti in gran parte con il contributo dei tecnici dell'Enel.


A Palma di Montechiaro i poliziotti del locale commissariato e i colleghi della Squadra Mobile di Agrigento hanno arrestato un macellaio 37enne, G.P., accusato di furto aggravato di energia elettrica. Il giovane, presso un immobile di campagna, avrebbe realizzato un allaccio abusivo alla rete della pubblica illuminazione. Gli agenti, durante il controllo, hanno fatto intervenire anche i tecnici dell'Enel che avrebbero trovato due cavi, inseriti nella linea elettrica, atti ad alimentare abusivamente la struttura che pare non avesse nemmeno il contatore. Intanto il 37enne è stato posto agli arresti domiciliari, in attesa dell'udienza di convalida.


Sono cominciati i lavori per realizzare un accesso che consente di raggiungere la Scala dei Turchi, in parte chiusa dal dicembre scorso causa rischio crolli. Operai comunali hanno iniziato la realizzazione di una staccionata in legno per delimitare l'area a maggiore rischio. Il prossimo passo sarà poi la sistemazione delle boe per vietare l'accesso allo specchio d'acqua interdetto al passaggio dalla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle. L'obiettivo è quello di garantire, almeno nel periodo estivo, la fruizione del sito ai visitatori. ''La gente potrà andare a visitare la Scala dei Turchi passando dal mare dove l'acqua è bassa e arriva massimo fino al ginocchio - ha spiegato il sindaco di Realmonte, Lillo Zicari -. Oltre questa linea delimitata dalle boe la gente a mare potrà passare. Poi, alla fine del percorso, per rendere sicuro l'accesso alla Scala dei Turchi - conclude il primo cittadino - sarà posizionata una pedana in legno per cui aspettiamo ancora l'autorizzazione della Soprintendenza dei beni culturali e ambientali di Agrigento che dovrebbe arrivare la prossima settimana''.


Dopo la nota della sindaca di Favara Anna Alba con la quale chiedeva a Girgenti Acque l'immediata sospensione delle installazioni dei contatori idrici in città, il ripristino dei lavori eseguiti e relativa messa in sicurezza e la rimozione dalla carica del responsabile del servizio del geom. Luigi Tannoralla, è arrivata in redazione un'altra nota. A scrivere è Giuseppe Di Miceli di Konsumer Agrigento. ''Nonostante la dura ingiunzione della Sindaca di Favara Anna Alba inviata al gestore meno di 24 fa, -scrive Di Miceli- la Girgenti Acque continua a installare contatori a campione senza neanche completare interamente i quartieri iniziati. Così -dice Di Miceli- si contravviene al principio stesso della normalizzazione del servizio idrico restando attive sia le tariffe a forfait sia quelle a consumo negli stessi quartieri. Inoltre salta subito agli occhi il mancato rispetto dovuto all'istituzione municipale e, infine, vista la nota 829 dell'Ati, il mancato doveroso rispetto della trasparenza nei confronti degli utenti nella gestione del servizio idrico''.


Agrigento si doterà presto di ''casette dell'acqua''. Su direttiva dell'Amministrazione, il settore Infrastrutture e patrimonio ha infatti approvato un avviso pubblico per installazione e gestione di ''Casette dell'acqua'' per l'erogazione di acqua microfiltrata da ubicare in vari ambiti urbani della città di Agrigento. Un indubbio vantaggio per la collettività e per l'ambiente, sia per la riduzione della produzione di rifiuti in plastica, sia per la possibilità di approvvigionarsi di acqua a un prezzo inferiore con un conseguente beneficio anche per gli utenti.


''Poesia-Arte-Cultura'' è il titolo dell'iniziativa che si terrà domani ad Agrigento. A organizzare il convegno, che si svolgerà alle ore 18.00 presso la Galleria ''Q.ArtECraft Boutique'' di Alfonsina Quintini in via Atenea, l'Associazione Circolo Arci ''Agàpe'' di Agrigento, presidente Angela Galvano. Nel corso dell'incontro verrà presentato il libro di poesie di Antonella Scardino e parteciperà come relatore il prof. Nuccio Mula.


Penultimo ciclo di disinfestazione stanotte a Favara. Le aree delimitate da tale attività dalle ore 23.00 di oggi e sino a domani mattina alle ore 5.00 sono: c.da Burgilamone, viale Che Guevara, viale Aldo Moro, corso Vittorio Veneto, via Sant'Angelo e via Pio La Torre. Pertanto i cittadini residenti in queste aree non dovranno lasciare nei balconi e negli spazi aperti nessun prodotto commestibile, biancheria stesa e animali. Inoltre dovranno tenere ben chiuse tutte le aperture delle abitazioni.


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