SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 14/06/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


Stato di agitazione degli operatori ecologici in servizio ad Agrigento. Agitazione che di fatto ha rallentato nelle giornate di ieri e oggi la raccolta dei rifiuti nella città dei Templi. E l'amministrazione comunale non ci sta e va oltre: chiede scusa ai cittadini e ai turisti per i disservizi ed è alla ricerca della verità. Cercherà di chiarire la situazione a cominciare dalla richiesta di un incontro, per la giornata di oggi, col procuratore capo Luigi Patronaggio. Ieri invece è stata in stretto contatto con la Prefettura. Amministratori e funzionari comunali, di fatto, nelle ore di ieri, pare che stessero valutando la possibilità di fare un esposto. ''Saremo ascoltati, porteremo delle carte -ha detto Firetto- e vedremo come muoverci''. ''Stiamo ricevendo, in queste ore, da tanti cittadini lagnanze sul servizio -diceva ieri il sindaco Lillo Firetto. Anche quando non si fanno assemblee ci vengono raccontate una serie di disservizi''. Insomma l'amministrazione comunale di Agrigento vuole capire e fare chiarezza sul perché il servizio non venga garantito correttamente. ''Il Comune -dice Firetto- non ha, ad oggi, nessuna inadempienza nei confronti della ditta appaltatrice''. ''Questo contratto, quello con l'Iseda, per la raccolta dei rifiuti -dice Firetto- è in scadenza e ora viene dichiarato, stranamente, uno sciopero su temi che non possono essere governati dal Comune perché la ditta ha un contratto, sottoscritto con il Municipio, a seguito di una regolare gara su un bando che era del precedente commissario straordinario. Hanno sottoscritto, poi, un'offerta migliorativa, ma noi non possiamo che attendere che quel contratto, che hanno sottoscritto, venga adempiuto e non si abbiano i disservizi per i quali i cittadini protestano''. Intanto il turno di raccolta dell'indifferenziato, secco residuo, in programma per oggi è stato spostato a domani, venerdì. ''Lo spostamento del turno -scrive l'assessore all'Ecologia e all'Ambiente Nello Hamel- si è reso necessario per una migliore organizzazione del servizio con la possibilità di avviare contemporaneamente la raccolta dei rifiuti indifferenziati abbandonati nelle periferie''.


2 anni di reclusione in carcere per omicidio stradale e lesioni personali colpose. È questa la condanna chiesta durante la requisitoria dal pm Antonella Pandolfi nei confronti del 25enne di Raffadali Alfonso Amodeo, il giovane che il 2 luglio dello scorso anno sarebbe stato al volante della Fiat Punto rimasta coinvolta in un grave incidente stradale che costò la vita a un altro raffadalese, il 23enne Salvatore Lombardo. Il rinvio a giudizio nei confronti di Alfonso Amodeo era stato chiesto dal pm Silvia Baldi, trasferitasi nei mesi scorsi dalla Procura di Agrigento, che contestava al giovane l'aggravante di avere guidato sotto l'effetto di droghe leggere. Aggravante che ieri è stata esclusa dalla collega Antonella Pandolfi che ha chiesto una pena di due anni di reclusione. A chiedere il riconoscimento dell'aggravante sono invece i difensori di parte civile. Particolare che, se riconosciuto, potrebbe far aumentare la condanna - e non di poco - in occasione della sentenza. Lo sfortunato incidente, quel 2 luglio scorso, avvenne al Villaggio della Gioventù di Raffadali. A impattare furono la Fiat Punto - con a bordo Amodeo, Lombardo e un altro amico rimasto ferito - e una Ford guidata da un anziano rimasto anch'egli ferito. Il veicolo con a bordo i giovani, che pare stesse procedendo a gran velocità, avrebbe invaso la corsia di marcia opposta finendo la propria corsa nel rovinoso incidente. Ad avere la peggio fu appunto Salvatore Lombardo, il cui quadro clinico andò velocemente peggiorando fino a morire qualche ora dopo l'impatto. La prossima udienza del processo relativo al caso è prevista per il 20 giugno quando ci sarà la sentenza.


Emergono nuovi particolari in merito all'agguato verificatosi martedì scorso a Palma di Montechiaro. Prima di avere notizia del 25enne, L.O., portato in ospedale perché ferito all'addome da un proiettile di una pistola calibro 45, i poliziotti avrebbero ricevuto un'altra segnalazione riguardante colpi di arma da fuoco in via Salvatore Quasimodo. Sul posto gli agenti avrebbero ritrovato una Fiat Panda danneggiata da otto colpi sparati da una calibro 7,65. Vettura e bossoli sono stati sequestrati. Poi, dopo diversi minuti, la notizia del giovane ferito che pare si trovasse in strada in una via diversa da via Salvatore Quasimodo, e precisamente in via Tenente Palma. Appare molto probabile agli occhi degli investigatori che i due episodi potrebbero essere collegati tra loro. Il proprietario dell'utilitaria crivellata sarebbe un parente della vittima raggiunta da un colpo di pistola. Entrambi sarebbero stati sottoposti all'esame dello Stub, che rileva eventuali tracce di polvere da sparo. I risultati, che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni, potrebbero aiutare a fare chiarezza sull'accaduto.


Sarà processato il prossimo 18 ottobre il 34enne canicattinese Gianluca Scaccia, accusato del tentato omicidio del compaesano Vincenzo Curto, ex marito della compagna. Il fatto avvenne nel giugno dell'anno scorso in c.da Montagna, nei pressi di Borgalino. I motivi, secondo gli inquirenti, furono sentimentali. Il giudice Alessandra Vella ha rinviato a giudizio l'uomo e il processo, come detto, partirà il prossimo ottobre. Come ricorderete, furono tre i colpi di pistola sparati, due alla gamba e uno all'altezza del costato. Pochi giorni dopo il fatto il gip del Tribunale di Agrigento Alfonso Malato non convalidò il fermo ma Scaccia rimase comunque in carcere, tenuto conto dei precedenti penali e delle misure di sicurezza cui era sottoposto.


A fuoco un campo di grano lungo la periferia di Campobello di Licata, per una estensione di 3 o 4 ettari. L'incendio ha interessato un fondo di proprietà di un bracciante agricolo, un 45enne del luogo. Sul fatto, avvenuto nei giorni scorsi ma la cui notizia è trapelata solo nelle ultime ore, indagano le forze dell'ordine. Spetterà all'attività investigativa stabilire se si sia trattato di un rogo accidentale o se magari possa essersi trattato di un atto mirato a danneggiare il proprietario dell'appezzamento di terreno. Il danno ammonterebbe intorno ai 5mila euro.


Ci sarebbe stata una discussione tra un uomo e i proprietari di un locale del rione balneare agrigentino di San Leone. Discussione alquanto animata visto che si sarebbe reso necessario l'intervento dei poliziotti della sezione ''Volanti'' al fine di riportare la calma. Un paio di ore dopo, però, gli agenti avrebbero dovuto fare ritorno sul posto per un incendio propagatosi nell'esterno dello stesso locale. Il fuoco avrebbe divorato alcune tende dell'attività. Appare quasi scontato che il rogo, nottetempo, sia stato appiccato. I poliziotti della sezione ''Volanti'' indagano dunque per cercare di ricostruire cosa esattamente sia accaduto a San Leone; occorrerà capire se i due episodi sono collegati in qualche modo tra loro oppure se occorre seguire qualche altra pista.


Inizia oggi al tribunale di Agrigento il processo relativo al caso dei cosiddetti ''pennelli a mare'', le condotte fognarie sottomarine che - tra malfunzionamenti e ripetute rotture - per anni avrebbero scaricato i reflui tra le acque di San Leone anche a pochi metri dalla riva e il tutto senza un adeguato filtro. Della vicenda - e di un presunto occultamento del malfunzionamento dei ''pennelli'' - ne dovranno rispondere a vario titolo i 5 imputati sotto processo: il patron di Girgenti Acque Marco Campione, l'ex amministratore delegato della stessa società Giuseppe Giuffrida, l'ex direttore generale dell'Ato idrico Bernardo Barone, l'ex dirigente tecnico sempre dell'Ato idrico Pietro Hamel e il progettista e direttore dei lavori Maurizio Carlino. Con giudizio abbreviato, per la stessa vicenda, il direttore tecnico di Girgenti Acque, Calogero Sala, era stato condannato a 10 mesi di reclusione; mentre per Rita Vetro, titolare di un laboratorio di analisi che si ipotizzava avesse falsificato degli esami per ''coprire'' l'irregolarità dei ''pennelli'', la sentenza è stata di assoluzione ''perché il fatto non sussiste''. Intanto il Comune di Agrigento va verso la richiesta di costituzione di parte civile al processo, in quanto la questione avrebbe causato un danno all'immagine della città dei templi.


È stato arrestato a Bolzano un 60enne originario della provincia di Agrigento, in quanto destinatario di un ordine di carcerazione per espiazione pena emesso dall'Ufficio Esecuzioni Penali di Bolzano. I carabinieri della Stazione di Lagundo, nel corso di una perlustrazione lungo le vie cittadine, hanno controllato l'uomo riscontrando la pena a 3 mesi e 20 giorni di reclusione a suo carico per reati contro la persona e il patrimonio. Terminati gli adempimenti, il 60enne è stato associato presso la casa circondariale di Bolzano a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.


Scende dal suo camion per liberarsi illecitamente dei sacchi della spazzatura abbandonandoli in strada e, già che c'è, si libera anche di qualcos'altro. È stato sorpreso a espletare i propri bisogni fisiologici un trasgressore ''furbetto''. A riprenderlo, da 500 metri di distanza, è stata una telecamera nascosta nei pressi di un sottopassaggio di c.da Maddalusa. Il video, nelle mani della speciale squadra di controllo ambientale del Comando di Polizia Urbana di Agrigento, ha consentito l'individuazione del trasgressore che ora dovrà pagare una sanzione di 600 euro. I Vigili Urbani fanno sapere anche che stanno compiendo ulteriori accertamenti per verificare se il soggetto immortalato dalla telecamera sia o meno titolare di attività. Se risultasse tale agli occhi della Polizia Locale, verrà pure deferito penalmente all'autorità giudiziaria per ipotesi di reato ambientale. Infine la Municipale comunica che proseguirà ininterrottamente con i controlli in materia di abbandono rifiuti su tutto territorio comunale della città dei templi.


Tema centrale del XVIII° congresso della Cgil agrigentina sarà il lavoro. A dirlo è il segretario generale Massimo Raso. La CGIL agrigentina quindi si prepara al congresso che si terrà il prossimo 19 ottobre e che vedrà coinvolti 150 delegati in rappresentanza degli oltre 30 mila iscritti agrigentini. Il prossimo 20 giugno e fino al 29 settembre, cominceranno le assemblee nei luoghi di lavoro e nelle Leghe dello SPI per votare i documenti congressuali ed eleggere i nuovi gruppi dirigenti e i delegati. Per scadenza di mandato, nella provincia di Agrigento ci saranno cambi al vertice di alcune categorie: la FILCAMS (Commercio/Turismo/Servizi), la FILCTEM (Energia/Chimici), la FISAC (Bancari e Assicurativi) e la SLC (Comunicazioni).


Non è più ministro e quindi può ripartire da dove ha iniziato. Parliamo dell'ex ministro agrigentino Angelino Alfano che, dopo un decennio di ininterrotta carica al governo nazionale, vuole riprendere la sua attività di avvocato. E lo fa riprendendosi la tessera che l'Ordine -per incompatibilità con la carica istituzionale di ministro- gli aveva ovviamente sospesa. ''Riparto da dove ho iniziato e da come ho iniziato'' sono state le poche parole dette dall'ex ministro ai cronisti. Alfano ha raggiunto insieme ad altri suoi colleghi il primo piano degli uffici del consiglio dell'Ordine degli avvocati dove il presidente Vincenzo Avanzato e il consigliere nazionale forenze Antonino Gaziano gli hanno riconsegnato la tessera.


''A Luglio inizierà la mietitura. Coltiveremo la lenticchia, ma anche altri legumi che saranno poi venduti con il logo del Parco. Il ricavato delle vendite andrà a finanziare i progetti di valorizzazione del Parco''. A parlare è il direttore del Parco Archeologico di Selinunte Enrico Caruso che dice anche di come stiano ricostruendo il paesaggio naturalistico del Parco riportandolo all'Ottocento con l'avvio di coltivazioni. ''In questo paesaggio -dice- si svilupperà anche l'Ottavo Meeting Internazionale sull'Architettura Contemporanea che può trovare in questo luogo ispirazione per procedere all'integrazione tra paesaggio storico e architettura moderna di qualità''.


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