SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 19/05/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


Continuano le segnalazioni da parte della cittadinanza in merito alla questione del randagismo che ormai, a Favara, sta diventando un fenomeno ''di costume''. Il branco di cani che state vedendo è stato visto aggirarsi più volte nei giorni scorsi tra le vie della città. A segnalarlo la signora Gerlanda Di Naro, la stessa che in questi giorni ha denunciato insieme agli altri abitanti di vicolo Saieva, traversa della centralissima via Roma, come in poco tempo siano tre le auto della zona distrutte dall'azione dei randagi. Cani che, a detta della cittadina, sono gli stessi di quelli che ha immortalato nel video - risalente allo scorso martedì - che ci ha inviato tramite SiciliaTv reporter. ''Li ho visti aggirarsi per il paese per più sere - ha spiegato -. Erano in via Agrigento e si sono spostati nella villetta di via dei Mille. Li ho rivisti in vicolo Saieva''. Intanto c'è anche chi, parlando di randagismo, manifesta preoccupazione non solo per i danni alle auto che da tempo si registrano nella città dell'agnello pasquale ma anche e soprattutto per le condizioni di salute di questi cani. La signora Maria Nona, che già in passato ha segnalato spiacevoli eventi con protagonisti gli amici a quattro zampe, ne ha ripresi alcuni all'altezza di via Ungheria. ''Ciò che preoccupa - ha puntualizzato - sono le condizioni di salute nelle quali si trovano questi animali''. Animali che, essendo abbandonati a loro stessi, non è difficile pensare che possano essere facili vittime di qualche malattia. Di quali possibili malattie soffrono questi cani?, si chiede Maria Nona. Possono essere contagiose? Se qualcuno di loro aggredisse non più le vetture ma l'essere umano, che rischi di natura sanitaria si correrebbero? Tutte domande che i cittadini rivolgono all'amministrazione comunale di Favara che, sul problema e quindi sulle loro legittime preoccupazioni, sembra non volergli dare i giusti e dovuti chiarimenti.


È con una lettera, indirizzata al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e pubblicata sui propri profili social, che Mariagrazia Brandara si è dimessa da commissario straordinario al Comune di Licata. ''Dopo un'attenta riflessione susseguente al ricevimento dell'avviso di garanzia relativo al cosiddetto ‘caso Montante' - ha scritto nelle scorse ore Brandara - ho maturato l'idea che oltre a essere integri sia necessario anche apparirlo. Pertanto, pur nella coscienza della mia estraneità a fatti penalmente rilevanti, - continua l'onorevole - ritengo sia necessario rassegnare le mie dimissioni da commissario straordinario del Comune di Licata con effetto immediato''. Mariagrazia Brandara, già sindaco di Naro, deputato regionale e alla guida già del Comune di Licata tra il 2014 e il 2015, avrebbe dovuto comunque lasciare la carica a breve, in quanto il prossimo giugno per Licata sarà la volta delle elezioni amministrative. Brandara fu nominata commissario straordinario del Comune licatese dall'ex governatore Rosario Crocetta dopo che il consiglio comunale della città del Faro, la scorsa estate, votò la sfiducia all'allora sindaco Angelo Cambiano. Anche Crocetta, come Brandara, risulta tra i nominativi illustri iscritti nel registro degli indagati nell'inchiesta ''Double Face''. Attore principale della vicenda è Antonello Montante, ex presidente di Confindustria Sicilia, arrestato nei giorni scorsi e posto ai domiciliari dagli agenti della Squadra Mobile di Caltanissetta. L'accusa a suo carico è quella di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla procura nissena, esponenti di spicco del mondo industriale siciliano avrebbero finanziato in nero - con un contributo di circa un milione di euro - la corsa della lista di Crocetta verso le regionali del 2012. Dal canto suo, il governatore avrebbe in cambio nominato Linda Vancheri e Mariella Lo Bello all'assessorato alle Attività Produttive e Maria Grazia Brandara all'Irsap. Secondo la ricostruzione della Procura di Caltanissetta, i due assessori avrebbero avuto più di un occhio di riguardo per Montante, facendo ottenere contributi e finanziamenti a imprese a lui vicine o riconducibili. Lo Bello e Brandara, inoltre, avrebbero costretto un dirigente generale dell'assessorato a scrivere atti e a denunciare gli accusatori di Montante. Sono circa una trentina gli indagati in questa complessa inchiesta, che sta scomodando i piani alti della politica, dell'industria e anche delle forze dell'ordine regionali e non solo. Secondo i procuratori di Caltanissetta, Antonello Montante avrebbe messo su una sorta di rete di spionaggio avvalendosi di figure interne al mondo dei servizi segreti, dei Carabinieri, della Polizia, della Guardia di Finanza, per acquisire informazioni riservate sull'inchiesta avviata tre anni fa nei suoi confronti per concorso esterno in associazione mafiosa. Grazie a questa rete, Montante avrebbe spiato l'attività dei magistrati, ottenendo notizie riservate e ostacolando le indagini dei pm. Nel gennaio del 2016 gli agenti scoprirono in una villa dell'ex numero uno degli industriali siciliani una stanza segreta, occultata dietro un mobile. Al suo interno, dossier catalogati su magistrati e personaggi della vita militare e civile.


Avrebbe cercato di sedare gli animi in una furibonda lite tra extracomunitari ma è rimasto colpito mortalmente al torace con una coltellata. Il fatto è avvenuto la scorsa settimana in un paese del Belgio. Vittima il 43enne Gaetan Sedici, nato e cresciuto all'estero la cui famiglia però è originaria di Sciacca. Sull'accaduto sarebbe stata aperta anche un'inchiesta e un extracomunitario sarebbe stato posto in stato di fermo. La vittima, sposato, lascia la moglie e due figli.


Aveva appena chiuso la saracinesca della sua attività quando, mentre stava per raggiungere l'auto e andare finalmente a casa, è stato avvicinato da due rapinatori. Alla richiesta di dargli i soldi, il commerciante avrebbe cercato di scappare ma uno dei due l'avrebbe colpito alla testa con una spranga. Il fatto è successo nella notte tra giovedì e ieri in via Mazzini ad Agrigento. A nulla sarebbe valso il colpo tentato dai due perché pare che il commerciante 30enne non avesse soldi con sé. Rimasto per terra, l'uomo è stato soccorso e portato in ospedale dove i medici gli avrebbero applicato 4 punti di sutura. I due malviventi, probabilmente agrigentini, si sarebbero dileguati a piedi ma non si esclude che poi siano fuggiti a bordo di qualche mezzo. A indagare sull'accaduto i poliziotti della sezione ''Volanti'' della Questura di Agrigento e i colleghi della Squadra Mobile.


Era sfuggito alla cattura durante l'operazione antimafia ''Montagna'' svoltasi il 22 gennaio scorso andando ad abitare in un piccolo paese a circa 45 km da Bruxelles. Secondo i carabinieri, era anche riuscito a inserirsi bene, facendo il dirigente di una squadra di calcio. È stato arrestato ieri all'aeroporto di Roma Fiumicino il 32enne Daniele Fragapane. Gli investigatori del Reparto operativo del Comando provinciale di Agrigento gli stavano col fiato sul collo e dopo intense ricerche lo avevano localizzato, segnalando la sua posizione alle autorità belghe. Come ricorderete, durante l'operazione antimafia ''Montagna'' furono arrestate 58 persone ma Daniele Frapagane in quell'occasione non fu rintracciato, in quanto già all'estero. Il 32 enne era ricercato poiché destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare con l'accusa di ''Associazione di tipo mafioso armata'' e ''Tentata estorsione'', quale appartenente alla ''famiglia'' di Santa Elisabetta, con il ruolo di consigliere di Francesco Fragapane, ritenuto capo del neo costituito mandamento della ''Montagna''.


Restituzione alla collettività di 253 beni confiscati. È quanto determinato ieri durante una conferenza di servizi svoltasi alla Prefettura di Agrigento e indetta dall'Agenzia Nazionale per l'Amministrazione e la Destinazione dei Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. All'incontro erano presenti la Dott.ssa Matilde Pirrera, Viceprefetto, Dirigente dell'ANBSC; il Prefetto di Agrigento, Dario Caputo; il Rappresentante dell'Agenzia del Demanio, della Regione Siciliana e i Sindaci dei Comuni interessati. L'incontro era finalizzato all'acquisizione delle manifestazioni di interesse. Nel corso della riunione è stata infatti evidenziata l'importante finalità sottesa all'assegnazione dei beni immobili che con il processo di confisca alla mafia fuoriescono dal circuito dell'illegalità per essere immessi in quello della legalità a disposizione della collettività. Ai rappresentanti delle amministrazioni locali sono stati anche forniti i necessari chiarimenti sull'iter connesso all'acquisizione dei suddetti beni. In sede di conferenza sono state raccolte le determinazioni assunte dalle amministrazioni comunali, dalla Regione Siciliana e dall'Agenzia del Demanio su ben 253 immobili distribuiti sul territorio provinciale di Agrigento.


Intanto il Comune di Montevago, così come deliberato dal consiglio comunale, ha manifestato l'interesse all'acquisizione dei beni confiscati alla mafia ricadenti nel proprio territorio al fine di realizzare progetti sociali. A dirlo, al termine della conferenza di servizi alla Prefettura, è stata il sindaco Margherita La Rocca Ruvolo. A Montevago sono complessivamente 14 gli immobili confiscati alla mafia, solo 11 quelli che potranno essere utilizzati, poiché 3 si trovano nel vecchio centro distrutto dal terremoto del '68 e non sarà possibile riutilizzarli. Massima attenzione c'è anche per la Calcestruttuzzi Belice. Per quanto riguarda i locali dell'azienda si stanno valutando varie ipotesi per la loro fruizione in quanto non possono essere lasciati in abbandono.


Vivono da parecchi anni in case in affitto, pagate dal Comune, poiché le loro case, appartenenti all'Istituto Autonomo Case Popolari, gli vennero tolte in quanto dovevano essere demolite e ricostruite. Ma a distanza di cinque anni i lavori non sono mai iniziati. Ed è proprio per questo che diverse famiglie, sentendosi prese in giro, hanno occupato in massa l'aula consiliare del Comune di Ribera. Gli avevano detto che i lavori sarebbero dovuti iniziare entro il mese di maggio, ma così non è. Dal canto loro, dall'Istituto Autonomo Case Popolari avrebbero fatto sapere che entro fine mese verrà sottoscritto il contratto con la ditta aggiudicataria. Ma le famiglie minacciano di occupare anche la stessa sede dell'I.A.C.P.


Tornano a chiedere più controlli del territorio i panificatori di Favara, facenti parte di Assipan, al fine di scongiurare la vendita di pane porta a porta nella giornata di domenica. Lo hanno fatto durante una conferenza stampa svoltasi nei giorni scorsi proprio nella città dell'agnello pasquale. Chiedono all'amministrazione comunale di far rispettare il decreto Turano che obbliga i panificatori a rimanere chiusi le domeniche. Qualora questo decreto non venga rispettato e quindi non vi siano controlli adeguati in tal senso, si dicono pronti a portare avanti manifestazioni di protesta plateale e se necessario anche chiudere le proprie attività e invocare l'intervento del Prefetto di Agrigento.


Incontro questo pomeriggio, ore 17.30, al castello Chiaramonte di Favara, tra gli studenti e i docenti dell'Istituto Alberghiero ''Ambrosini'' e Martino Ragusa, tra le altre cose anche gastronomo e scrittore. ''Giardiniere in 24 ore'' e ''Cucina italiana di popoli e signori'' sono le ultime fatiche letterarie di Ragusa. All'organizzazione dell'incontro con l'autore ha contribuito anche la ''Fidapa''.


Rivivere l'evento della Pentecoste: momento comunitario stasera in Chiesa Madre a Favara. Dopo la fiaccolata mariana, svoltasi nei giorni scorsi, stasera l'evento della Pentecoste. A darne comunicazione è il Consiglio Pastorale Cittadino. L'appuntamento è per le ore 19.30 con la celebrazione eucaristica; a seguire alle ore 20.30 la solenne veglia comunitaria. ''La Pentecoste -dice il coordinatore del Consiglio Pastorale Cittadino, Salvatore Sutera Sardo- è un altissimo momento di Grazia della fede cristiana. Rinnovare la discesa dello Spirito Santo su tutta la Chiesa ci rafforza nella fede e ci manda nel mondo a proclamare che Cristo è realmente risorto con un autentica testimonianza''.


Ci sarà anche il Parco della Valle dei Templi al 19esimo Congresso di Archeologia Classica che si terrà tra Bonn e Colonia dal 22 al 26 maggio prossimi. Il prestigioso appuntamento scientifico che raduna studiosi da tutto il mondo, organizzato ogni cinque anni dall'Associazione Internazionale di Archeologia Classica (AIAC), quest'anno concentra il suo focus su un tema molto attuale nella ricerca, quello dell' ''Archeologia ed economia nel mondo antico''. All'archeologia agrigentina sarà dedicata una intera sezione del Congresso, prevista nella mattinata del 24 maggio, dal titolo ''Agrigento. Archeologia di una città antica. Forma urbana, spazi sacri e civili, produzioni e territorio''. Per l'occasione verranno presentate le recenti indagini archeologiche condotte dal Parco Valle dei Templi. Previsti gli interventi del direttore e gli archeologi del Parco e gli studiosi delle Università di Augsburg, Palermo, Catania e Bologna, che conducono progetti di ricerca sulla città antica in partenariato e con la co-direzione scientifica del Parco.


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