SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 12/05/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


Gravi irregolarità nel processo di compostaggio, violazione della normativa sullo smaltimento dei rifiuti con conseguente deterioramento delle acque, dei terreni e dell'ecosistema circostante. Questo è quanto è stato riscontrato lo scorso 30 gennaio dai poliziotti, unitamente ai tecnici dell'Arpa, durante una perquisizione al centro di compostaggio sito nel comune di Joppolo Giancaxio. Ieri mattina gli agenti della Digos hanno posto i sigilli sull'impianto della ditta ''Giglione Servizi Ecologici''. La Digos è intervenuta dando esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale di Agrigento, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Sulla vicenda risultano indagati i titolari della ditta che gestisce l'impianto e il procuratore generale della stessa. A loro vengono contestati diversi reati perché - rendono noto gli agenti - avrebbero agito nelle loro qualità, in tempi diversi e con l'aggravante della continuazione del reato, depositando i rifiuti in modo incontrollato e immettendoli nelle acque superficiali. Il presunto illecito e abusivo smaltimento dei rifiuti avrebbe provocato un deterioramento significativo e misurabile delle acque, dei terreni e di tutto l'ecosistema relativo all'impianto di compostaggio.


Sono stati chiesti dal Pm Alessandra Russo 30 anni di reclusione per Daniele Lodato, 34 anni, di Canicattì. La vicenda riguarda l'omicidio del 22enne Marco Vinci, di cui Lodato ne è imputato. Il fatto avvenne la sera del 17 giugno in piazza San Domenico, a Canicattì, davanti a un pub. Secondo l'accusa, la tragedia si consumò al termine di un alterco sorto tra i due in quanto Lodato avrebbe pronunciato degli apprezzamenti poco graditi nei confronti di una donna che era in compagnia di Vinci presso un pub vicino al luogo del delitto. In un primo momento sarebbe finito tutto lì e il 35enne si sarebbe allontanato dal posto, salvo poi tornare con un coltello e uccidere il 22enne. Davanti al Gup del tribunale di Agrigento Alfonso Malato si sta celebrando il processo con il rito abbreviato. L'eventuale condanna sarà quindi ridotta di un terzo. Ricordiamo che Lodato lo scorso 22 aprile durante l'udienza aveva modificato la sua versione dei fatti spiegando come il gesto non fosse stato premeditato. Avrebbe negato anche di essere drogato o di avere fatto uso di cocaina quella sera. ''Nell'immediatezza - aveva spiegato il 35enne - ho detto che ero drogato e ubriaco ma non è vero. Non ho assunto cocaina, sono stato aggredito da sei persone e c'è stata una colluttazione ma non è vero che sono andato appositamente a prendere l'auto dove c'era il coltello. È stata una casualità, sono tornato per accompagnare a casa un amico e nell'auto c'era un coltello. Io ho aperto il cofano perché cercavo un cric da brandire per spaventarlo''. Si tornerà in aula il prossimo 25 maggio.


Era la notte tra il 5 e il 6 maggio del 2017 quando, in un capannone sito nella zona industriale di Agrigento, si consumò l'assassinio del favarese Giuseppe Mattina, 41 anni. Reo confesso dell'omicidio è il palermitano Giovanni Riggio, socio della vittima prima della sua morte, per il quale il pm Simona Faga ha chiesto ieri la condanna a 30 anni di reclusione in carcere. La richiesta, fatta al termine della requisitoria davanti al Gup del Tribunale di Agrigento, tiene conto anche dell'aggravante della crudeltà del gesto. Riggio avrebbe infatti sferrato 27 coltellate contro Mattina, usando un coltello da cucina lungo oltre 20 centimetri. La procura, comunque, non ha contestato l'aggravante della premeditazione che è stata invocata con forza invece dalla parte civile, rappresentata dall'avvocato Salvatore Cusumano. Il legale avrebbe puntualizzato come l'omicidio sarebbe scaturito da un duplice movente: quello lavorativo, legato ad alcuni dissidi tra vittima e imputato, e quello della gelosia. Cusumano avrebbe fatto leva su alcune intercettazioni effettuate in carcere - mentre il reo confesso parla con il padre - dalle quali emergerebbe questo ultimo aspetto. Sempre secondo le intercettazioni avvenute in carcere, emergerebbe che Riggio avrebbe pianificato già prima dell'omicidio il trasferimento definitivo della famiglia da Favara a Palermo. Proprio ai poliziotti di Brancaccio, nel capoluogo siciliano, l'imputato si consegnò poche ore dopo l'assassinio. Il processo è stato rinviato al 14 giugno. Sarà la volta della discussione del difensore di Giovanni Riggio.


Continuano le indagini a seguito dell'incidente che mercoledì mattina, lungo la statale 640 fra Agrigento e Porto Empedocle, all'altezza di c.da Maddalusa, ha coinvolto un'auto e un motociclista. Il fatto è avvenuto poco prima dell'inizio della V^ Tappa del Giro D'Italia Agrigento-Santa Ninfa. La Polizia stradale, guidata dal vice questore aggiunto Andrea Morreale, sta continuando a sentire amici del motociclista; il 48enne di Sambuca di Sicilia si trova ancora ricoverato all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta in coma farmacologico. L'uomo era titolato a stare sul percorso della quinta tappa, aveva infatti un pass. La Stradale, su coordinamento del sostituto Paola Vetro e dell'aggiunto Salvatore Vella, sta cercando adesso di capire chi lo abbia autorizzato. Un particolare che al momento risulterebbe poco chiaro. Intanto oggi udienza di convalida dell'automobilista 70enne Gaetano Agozzino, arrestato mercoledì sera con l'accusa di lesioni colpose gravissime e resistenza a pubblico ufficiale. Agozzino si trovava alla guida di una Fiat Stilo quando incurante del fatto che la strada fosse sbarrata - da lì a poco infatti sarebbero dovuti passare i ciclisti - ha investito il motociclista in servizio, che è stato brutalmente travolto. Sul caso, la Procura di Agrigento aveva aperto un fascicolo d'inchiesta.


È stato beccato guidare un'auto priva di assicurazione e senza patente, perché già ritirata. Inoltre è stato trovato in possesso di un paio di dosi di marijuana. È stato segnalato alla Prefettura il 29enne favarese S.S., queste le iniziali del nome. Il giovane è stato fermato dai carabinieri della locale Tenenza di Favara, impegnati in un apposito servizio di controllo del territorio, in c.so Vittorio Veneto. Per lui quindi la denuncia a piede libero. L'auto è stata sequestrata per la confisca.


Sorpreso dalla Polizia con 5 panetti di hashish e due grammi di cocaina. Arrestato giovedì scorso l'empedoclino 22enne Agostino Marrali. L'accusa è quella di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nello specifico i poliziotti del commissariato di Porto Empedocle lo hanno fermato a bordo di un'auto a San Leone. Sottoposto a verifiche, è stata trovata la droga. La perquisizione si è estesa anche nella sua abitazione dove gli agenti avrebbero trovato anche dell'altro materiale. Il 22enne è stato quindi arrestato e condotto in carcere, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.


''Potrà la sola novità dell'Assessore Bennica avere un impatto decisivo e risollevare le sorti della sgangherata banda cinque stelle? Pare assai improbabile''. A dirlo in una nota è il consigliere comunale di Favara Salvatore Giudice. ''Serviva un cambio di marcia per uscire dalla paralisi amministrativa attribuibile alla giunta cinque stelle. Questo -dice Giudice- è un pensiero ampiamente condiviso da diversi consiglieri comunali sia delle minoranze sia della maggioranza grillina. Ma gli ultimi eventi fanno seriamente intendere -prosegue- che la marcia è (e sarà) sempre la stessa''. ''Non bisognava -dice Giudice-, come anche auspicato dai colleghi consiglieri dei cinque stelle, rinnovare in maniera più incisiva la statica squadra della giunta comunale ''sostituendo'' qualche altro assessore? Riuscirà, da solo, il nuovo acquisto a far scordare ai cittadini le recenti vicende legate all'impiego dei fondi ANAS, ovvero i ''tratti di bitume'' e le gare per i lavori da effettuare al cimitero di Fontana degli Angeli?''. Infine il consigliere Giudice è convinto che la città di Favara ''ha bisogno di cambiare Amministrazione e tornare alle urne il prima possibile''.


Non una ma due volte. Due volte Favara ha fatto da protagonista ieri in altrettanti servizi andati in onda su ''Striscia la Notizia'', il noto Tg satirico di Mediaset. La città dell'agnello pasquale è il luogo che ha ospitato due diversi inviati della trasmissione di Canale 5. Si tratta di Stefania Petyx, accompagnata dal suo inseparabile bassotto, e di Davide Rampello, che ha parlato di Favara seduto sulla sua inseparabile sedia. Petyx si è occupata del caso ''Favara Ovest'', del fatto che gli abitanti del posto - alcuni di loro sono stati intervistati - siano favaresi residenti in territorio agrigentino e dei problemi legati alla rettifica dei confini tra Favara, Agrigento e Aragona. Situazione che tanto assurda - come in realtà lo è - appare agli occhi di chi viene a sapere che chi abita a Favara Ovest (o Agrigento Est) ha il singolare ''privilegio'' di avere parte del proprio appartamento ricadente sulla città dell'agnello pasquale e parte sulla città dei templi. Nel 2013 poi, come dice la stessa Petyx, ''il miracolo. I cittadini di Favara si addormentano nel loro letto a Favara Ovest e si svegliano, sempre nel loro letto, ad Agrigento Est''. Il servizio andato in onda su Striscia la Notizia poi si è soffermato sulla questione della tassa sui rifiuti, che agli abitanti di Favara Ovest viene chiesta sia dal Comune di Favara, sia dal Comune di Agrigento. È stato ascoltato in proposito l'avv. Giuseppe Fanara, abitante a Favara Ovest. Riguardo al tema della tassa sui rifiuti, Petyx ha interrogato anche il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, che alle telecamere del tg satirico ha confermato che le bollette i cittadini le dovranno pagare una sola volta e il problema va affrontato tra le amministrazioni delle due città. Come detto, ieri Favara è stata protagonista di un altro servizio andato in onda su Striscia. L'inviato Davide Rampello, dopo avere mostrato brevemente le bellezze della città, si è concentrato sul dolce tipico nato proprio a Favara, l'agnello pasquale appunto. Durante il servizio, che descrive gli ingredienti a base di pistacchio e mandorla e le varie fasi utili per la realizzazione del dolce, si vede all'opera anche il maestro pasticciere Nello Butticè, alle prese con la creazione del dolce simbolo della Pasqua a Favara. ''La leggenda - puntualizza Davide Rampello - narra che la ricetta sia nata tra le suore del Collegio di Maria, tramandata di generazione in generazione dal convento alle famiglie e infine a noi''. Dunque, nel bene e nel male, Favara ieri è stata mostrata agli occhi degli italiani. I due servizi di ''Striscia la Notizia'' evidenziano la dualità della città. Un paese certo non privo di problemi, ma che nasconde in sé anche non poche meraviglie.


Domani, festa della mamma, come da tradizione ritorna l'azalea della ricerca dell'AIRC. In numerose piazze italiane ci saranno volontari dell'Associazione che saranno impegnati nella raccolta fondi e nella distribuzione della bellissima piantina. In cambio di un contributo associativo di 15 euro riceverete una bellissima azalea e aiuterete la ricerca sul cancro. L'AIRC sarà presente in cinque piazze della città di Agrigento: presso la Chiesa San Gregorio di Cannatello, dove ci saranno anche gli alunni del Liceo M.L.K. di Favara con la vicaria la prof.ssa Mirella Vella, e poi ancora in piazza Cavour e piazzetta San Calogero. Poi ancora al lungomare Falcone Borsellino, all'altezza del ristorante ''Il Molo'', e nella piccola Isola dei Giganti a San Leone.


Un concorso che dal 16 al 18 maggio prossimi radunerà ad Agrigento 500 ragazzi provenienti da vari paesi d'Italia ma anche da oltre i confini dello Stivale. Studenti e studentesse da tutto il mondo che hanno partecipato al concorso ''Uno, nessuno e centomila'' voluto dal Miur - Direzione generale per lo studente, l'integrazione e la partecipazione - diretto dal dott. Giuseppe Pierro. Il concorso, come si evince dal suo titolo, pone al centro l'importante figura di Luigi Pirandello e mira a rielaborare in chiave moderna la sua poetica e il suo genio. Giovani e giovanissimi si sono cimentati dunque nella rielaborazione dell'opera pirandelliana e i loro lavori daranno vita alle fasi conclusive e alla premiazione del concorso, che non poteva non tenersi al teatro Pirandello di Agrigento. L'iniziativa è stata realizzata in collaborazione con il Comune di Agrigento, il Distretto Turistico Valle dei Templi, la Strada degli Scrittori, la Fondazione Teatro Luigi Pirandello, l'Accademia di Belle Arti Michelangelo e l'associazione Kaos. La manifestazione è coordinata dall'Istituto alberghiero ''Costaggini'' di Rieti.


Ricorreva in questi giorni il 25esimo anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II ad Agrigento. Era il 9 maggio 1993 quando il papa polacco, da Piano San Gregorio, pronunciò il famoso discorso di condanna della mafia e di invito alla conversione ai mafiosi. In ricordo di tale avvenimento è stata eretta a Piano San Gregorio un'artistica Croce in ferro. I soci del Lions Club Agrigento host, presieduto da Antonio Calamita, hanno provveduto in questi giorni a illuminare in maniera permanente la suddetta Croce. Un intervento senza alcun impatto ambientale, assicurano. ''Per la verità - dice Antonio Calamita - questa è un'area che come Lions abbiamo ‘adottato' già dal 2004, avendo cura che venisse mantenuta in maniera dignitosa. Adesso, con l'installazione di due pannelli e due fari a led, abbiamo provveduto a valorizzare ulteriormente questo segno che potrà ricordare, anche nelle ore serali, l'importanza dell'evento.''


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