SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 04/05/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


In Sicilia un giovane su cinque non prosegue gli studi dopo la licenza media, un record in negativo a livello nazionale superato - seppur di poco - solo da un'altra regione: la Sardegna. Lo dicono i dati Istat nell'elaborato ''Noi Italia'' che mostra diverse statistiche che mettono a confronto i risultati in diversi settori in relazione al livello regionale, nazionale ed europeo. Per quanto riguarda l'istruzione nel Mezzogiorno, c'era da aspettarselo, i dati non sono incoraggianti. Come detto, in tema di abbandoni scolastici la Sicilia è al secondo posto. Nel 2017 i giovani della Trinacria che hanno abbandonato prematuramente gli studi sono stati il 20,9% del totale. Una percentuale alta, un rapporto di uno su cinque appunto, ma che comunque è andata a scendere rispetto agli anni passati: nel 2004, sempre secondo i dati Istat, il fenomeno aveva raggiunto un'incidenza del 30,5%. In generale, l'anno di riferimento è il 2017, nel Mezzogiorno l'abbandono scolastico registra una percentuale del 18,5, che va ad alzare la media nazionale ferma al 14%. Nel 2004 lo stesso dato era al 23,1%. Tra i giovani che abbandonano prematuramente gli studi, poi, la percentuale varia sensibilmente tra la popolazione maschile e quella femminile. Ad abbandonare la scuola con più frequenza sono i maschi, il valore nel 2017 è del 24,3% per la Sicilia e del 16,6% per lo Stivale; mentre le femmine che non proseguono con gli studi sono il 17,4%, per quanto riguarda l'Isola, e l'11,2% su scala nazionale.


Spetterà agli inquirenti capire se si sia trattato di intimidazione e soprattutto se questa sia stata indirizzata al sindaco di Porto Empedocle Ida Carmina o ad altri. Lo scorso 1 maggio il sindaco Carmina avrebbe trovato davanti al cancello di un terreno di sua proprietà sito in c.da Scavuzzo, nelle vicinanze della miniera di sale, la testa mozzata di una mucca in avanzato stato di decomposizione. Del ritrovamento sono stati informati la Polizia e anche il Prefetto. ''Sono certa-ha commentato il sindaco di Porto Empedocle- che presto le forze dell'ordine faranno luce sulla vicenda''. A far sentire la propria vicinanza al sindaco è il gruppo parlamentare del M5S all'ARS che parla di intimidazione. ''Gesti del genere - sottolineano i deputati a palazzo dei Normanni - dimostrano solo la viltà e codardia di chi li mette in opera, ma non fiaccano certamente la tenacia e la caparbietà dell'azione amministrativa finora portata avanti dal nostro sindaco. A Ida, alla sua famiglia e alla sua giunta -concludono- il nostro più caloroso abbraccio''.


Intanto ieri è stata danneggiata l'auto - una Bmw - del sindaco della città di Ribera, Carmelo Pace. L'autore del gesto, nella stessa giornata, sarebbe stato identificato e denunciato alle forze dell'ordine. Si tratta di un uomo che si sarebbe reso in precedenza autore di un altro danneggiamento, questa volta ai danni della vettura della moglie del primo cittadino riberese. Lo si sarebbe identificato grazie al contributo di alcuni testimoni e alle immagini tratte dalle telecamere del sistema di videosorveglianza. Riguardo all'accaduto, il sindaco Carmelo Pace avrebbe spiegato: ''Non si tratta di un atto intimidatorio, dato il soggetto in questione. Detto questo, credo che i sindaci siano rimasti ad oggi l'unico avamposto dello Stato sui territori insieme al Prefetto. Siamo il parafulmine di ogni disperazione - ha continuato Pace - tutto si riversa su di noi. E questo non è più tollerabile''.


Sul ritrovamento della testa mozzata di una mucca in prossimità del cancello di un terreno di proprietà del sindaco di Porto Empedocle e sul danneggiamento dell'auto del sindaco di Ribera interviene la CGIL di Agrigento con il suo segretario Massimo Raso che esprime solidarietà ai due amministratori e afferma come occorra ''trovare con urgenza una via d'uscita alla crisi''. ''I Sindaci e chi opera attivamente nella Società -dice Raso- sono esposti e diventano i ''parafulmini'' di una società agrigentina sempre più povera, disperata. Occorre reagire. Occorre che le forze migliori di questa provincia, i Sindaci, i rappresentanti del Mondo dell'Imprenditoria, dell'Impresa, delle Professioni -continua- facciano una comune radiografia dei problemi e che, soprattutto, individuino una ''via d'uscita'' possibile che ridia speranza, lavoro, sviluppo e prospettiva a questa nostra terra''.


Si sarebbe spacciato per fisiatra, esercitando abusivamente la professione medica in uno studio improvvisato a Raffadali, con l'aiuto di una coppia di coniugi che gli procacciavano clienti. È questa la ricostruzione fornita dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, i cui colleghi della Stazione di Raffadali hanno denunciato all'A.G. il 48enne marocchino A.A., queste le iniziali del nome, e la coppia che lo avrebbe aiutato nella sua professione illecita. L'indagine lampo, fanno sapere i militari, è scattata a seguito di alcune segnalazioni ricevute dai cittadini del luogo. I dubbi che lo straniero non fosse realmente un fisiatra - ricostruiscono i carabinieri - si sono insinuati fin da subito, sia per il timbro apposto sulla documentazione rilasciata ai clienti, sia per l'efficacia discutibile di alcune terapie somministrate. Sarebbe stato inoltre accertato come l'uomo non fosse affatto iscritto all'albo dei fisiatri. Ne è seguita una manovra investigativa, svolta da militari in borghese, per accertare abitudini e luoghi frequentati dal marocchino. Ultimate le preliminari indagini, è stato effettuato un blitz nello studio abusivo in questione, dove i carabinieri hanno trovato diversi macchinari ed elettrostimolatori, nonché alcuni blocchetti di ricevute sanitarie; intanto l'uomo, che non avrebbe fornito alcun titolo abilitativo che dimostrasse di poter esercitare la professione, è stato condotto in caserma e identificato. Diverse, rendono noto i carabinieri, sono state le testimonianze e le denunce raccolte dai militari dell'Arma relative a terapie, manipolazioni ed elettrostimolazioni effettuate su ignari pazienti. Lo studio improvvisato dallo straniero è stato sequestrato, così come i macchinari e la documentazione sanitaria prodotta, dalla quale sarebbe emerso che il sedicente fisiatra avrebbe illecitamente intascato, complessivamente, circa 50mila euro.


Si indaga per capire chi o cosa abbia fatto scattare la scintilla iniziale che ha fatto divampare un incendio, nella notte tra mercoledì e ieri, all'interno di un magazzino, distruggendo tre auto. Il fatto è successo in via dell'Autonomia, a Villaseta, non molto distante dalla piscina comunale. Le fiamme, come detto, si sono sviluppate all'interno di un magazzino; immobile che risulterebbe essere di proprietà di un falegname 60enne. A essere devastate dalle fiamme sono state una Fiat 1100, una Alfa Giulia e una Fiat 500. Pare che sul luogo i carabinieri non abbiano riscontrato segni di effrazione o tracce di liquido infiammabile, né tanto meno eventuali taniche o bottiglie sospette. A ogni modo non si esclude la pista dolosa, così come non viene escluso un possibile cortocircuito. Spetterà all'attività investigativa fare chiarezza, laddove possibile, sulle cause scatenanti del rogo.


Violenta rapina nell'agrigentino. 4 malviventi, con volto coperto, si sarebbero introdotti all'interno di una abitazione di due anziani coniugi e, dopo averli minacciati con un'accetta e averli percossi, si sarebbero fatti consegnare denaro e preziosi per poi fuggire via. Ancora da stabilire l'ammontare del bottino, ma si parlerebbe di 2mila euro in contanti più i gioielli che gli anziani tenevano in casa. Il fatto sarebbe successo nella notte tra mercoledì e ieri in c.da Mandra, a Grotte. La coppia aggredita ha dovuto fare ricorso alle cure dei sanitari del pronto soccorso dell'ospedale di Canicattì ma, fortunatamente, pare abbiano riportato solo lievi ferite giudicate guaribili in qualche giorno. Sul posto dove si sarebbe consumata la rapina si sono portati i carabinieri che hanno avviato le indagini per tentare di risalire all'identità dei 4 balordi. Non si esclude possano essere stranieri, forse originari dell'Est Europa. Pare che l'accetta utilizzata dai rapinatori sia stata recuperata nel giardino dell'abitazione. Sembra che sia la stessa utilizzata per lavori di giardinaggio o per tagliare la legna dal marito aggredito, un imprenditore attivo nel settore della carne. A quanto pare gli investigatori non avrebbero trovato tracce di effrazione e dunque non è chiaro come i malviventi si siano introdotti all'interno dell'abitazione.


Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere il 27enne Fabrizio Rizzo, di Agrigento, e il 53enne Roberto Iovine, originario di Napoli e ufficialmente residente a Montecatini Terme. I due erano stati arrestati lo scorso lunedì sera dai poliziotti del commissariato ''Frontiera'' di Porto Empedocle e dai colleghi della Squadra Mobile della Questura di Agrigento con l'accusa di avere tentato un furto in un appartamento sito nel rione balneare di San Leone. Per gli indagati il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, ha convalidato l'arresto disponendo la custodia cautelare in carcere. Il fascicolo d'inchiesta è nelle mani del sostituto procuratore Chiara Bisso, mentre a costituire la difesa sono gli avvocati Daniele Re e Gero Lo Giudice. I particolari dell'arresto erano stati resi noti, appena due giorni fa, nel corso di una conferenza stampa alla Questura di Agrigento, alla presenza del Vicequestore, Cesare Castelli, e del Commissario Capo, Giovanni Franco. Durante un sopralluogo effettuato all'interno della villa dove avvenne l'arresto, i poliziotti ritrovarono occultati in prossimità di una siepe un piede di porco e un flex, attrezzi probabilmente usati per intrufolarsi all'interno dell'immobile. Gli agenti inoltre sono riusciti a recuperare e a sequestrare della refurtiva nascosta nelle vicinanze di un'abitazione nelle disponibilità di uno degli arrestati, circostanza per la quale pende nei confronti di Rizzo e Iovine anche l'accusa di ricettazione. I preziosi sono stati in parte già riconosciuti da vittime di furti. Naturalmente, qualora altra refurtiva verrà riconosciuta dai legittimi proprietari, non si esclude che ulteriori colpi messi a segno all'interno di residenze possano essere imputati ai due presunti ladri. D'altronde, durante la conferenza stampa, gli agenti avevano tenuto a precisare che le indagini riguardo ai furti in abitazione sono tutt'altro che concluse. In tal senso gli indizi, poi, non mancano. Durante la convalida dell'arresto per i due indagati è stato osservato come il tentato furto abbia le medesime modalità esecutive degli altri furti in abitazione messi a segno in precedenza, il tutto all'interno di un arco temporale molto breve. Nelle sette pagine dell'ordinanza il giudice Alessandra Vella avrebbe puntualizzato come ''I poliziotti del commissariato di Porto Empedocle e quelli della Squadra Mobile, attorno alle 18 di quel giorno, hanno visto Rizzo alla guida di un'auto e Iovine seduto nel lato passeggero. Si tratta di un'autovettura Alfa Romeo che era stata già notata nei pressi del luogo di un altro furto''. Fenomeno, quello dei furti in abitazione, che a partire dalla fine dell'anno scorso di frequente si è verificato nei quartieri di San Leone e del Villaggio Mosè. Da allora e fino a questi giorni -è stato reso noto durante la conferenza stampa da parte degli agenti- la Questura di Agrigento ha raccolto una media di due denunce a settimana.


Si introducono all'interno di un'abitazione rurale di un anziano 70enne e, indisturbati, sottraggono via quanto di interessante trovano sul posto. Ladri all'opera nelle campagne di Casteltermini, il furto è avvenuto in c.da Cipolluzzi. Dall'abitazione sono stati prelevati principalmente attrezzi agricoli. Gli ignoti, pare dopo avere scardinato un infisso, sarebbero riusciti a sottrarre - tra le altre cose - un decespugliatore, una motosega e due trapani. La refurtiva ammonterebbe a un valore economico superiore ai mille euro. Fatta la scoperta del furto, il proprietario della casa ha formalizzato la denuncia ai carabinieri della stazione di Casteltermini che, coordinati dal comando compagnia di Cammarata, hanno avviato le indagini per cercare di recuperare quanto rubato e di dare un volto ai ladri che sono entrati in azione.


Furto di cavi di rame al cimitero di ''Piana Traversa'' a Favara. Il fatto è successo in questi giorni, tra il 28 e il 30 aprile scorsi. Ignoti, approfittando probabilmente del buio della sera e dell'assenza di impiegati, si sarebbero introdotti all'interno del Campo Santo e tranciato circa 100 metri di cavo per poi caricarlo su di un mezzo e fuggire. Si tratterebbe delle rete elettrica che porta l'alimentazione nelle diverse sepolture e che permette l'accensione dei cosiddetti ''lumini''. Il danno ammonterebbe a qualche centinaia di euro. Pare comunque non siano stati rubati altri oggetti o arredi. A fare la scoperta i dipendenti comunali che hanno chiamato i carabinieri. Indagini sono in corso. Le telecamere interne al cimitero, manco a dirlo, non funzionano. I militari stanno lavorando per acquisire immagini dagli impianti di videosorveglianza esterni al luogo Sacro.


Istituire una task force per la bonifica delle discariche abusive e per evitare l'insorgenza di nuovi accumuli di sacchetti abbandonati da chi non effettua la differenziata ad Agrigento. È quanto chiesto al Prefetto Dario Caputo dall'amministratore del Distretto Turistico Valle dei Templi, Gaetano Pendolino. ''Apprezziamo moltissimo - scrive Pendolino - l'iniziativa interforze avviata tra Procura della Repubblica, Comune di Agrigento e rappresentanti del reparto Anticrimine natura dei carabinieri contro i furbetti della spazzatura attraverso un'attività di prevenzione e repressione. Tuttavia chiediamo a Sua Eccellenza il Prefetto, vista la gravità e l'emergenza crescente, l'attivazione di una task force che possa rafforzare la vigilanza del territorio e garantire i servizi di bonifica ambientale anche con l'intervento della Guardia Forestale, il Nucleo Demanio Marittimo nelle aree di propria pertinenza, nonché della Polizia Provinciale e del nucleo di vigilanza dell'Anas, ciascuno per i propri ambiti di competenza''. Per il Distretto ''l'esperienza che stanno vivendo i turisti in questi giorni è mortificante per tutti gli operatori e procura grave nocumento per il settore turistico''.


È di ieri la notizia che il premio ''Mimosa d'oro'' di quest'anno andrà alla Presidente Nazionale dell'A.I.D.O. Flavia Petrin. Oggi esprimono grande soddisfazione per la scelta da parte del Centro Culturale Renato Guttuso di assegnare questo riconoscimento alla Petrin i volontari A.I.D.O. presenti sul territorio provinciale di Agrigento e regionale. ''Ricevere un così importante riconoscimento -scrivono Salvatore Urso e Vincenzo Vella-, ci riempie di gioia. Il nostro plauso alla Presidente Flavia Petrin per aver fatto la differenza, impegnata sempre in prima linea, ai volontari del territorio, cui va la nostra stima per la caparbia e l'instancabile impegno nel promuovere la cultura alla donazione degli organi, tessuti e cellule''.


Dopo la raccolta straordinaria di sangue avvenuta ad Agrigento, dopodomani, domenica, volontari dell'A.D.A.S. saranno presenti a Favara in p.zza Cavour e a Naro in p.zza Sant'Agostino presso i Contemplattivi. Sarà possibile donare il sangue all'interno dell'autoemoteca dell'Associazione dalle ore 8.00 alle ore 12.30. A tutti i donatori saranno inviate le analisi cliniche effettuate in occasione della donazione.


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