SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 19/04/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


''Il ponte della vergogna''. Era il 13 maggio dello scorso anno e questo era quanto si leggeva su uno striscione apposto sull'abbattuto viadotto Petrusa, che collega le città di Favara e Agrigento. Quel giorno ci fu un sit-in al quale parteciparono sigle sindacali e gli abitanti del posto; seguirono nel corso dei mesi altre proteste, anche presso la Prefettura di Agrigento. A oggi però - ed è passato ben oltre un anno dalla chiusura del ponte - lo stesso non è stato ancora ricostruito. Gli abitanti di c.da Petrusa non ci stanno più e hanno deciso di citare in giudizio l'Anas per il risarcimento patrimoniale del danno, delegando l'Adiconsum e la Cisl, attraverso il legale dell'associazione dei consumatori, a sostenerli e rappresentarli il 25 settembre prossimo dinanzi al Tribunale di Agrigento. Il viadotto Petrusa fu demolito dall'Anas in occasione dell'esecuzione dei lavori di rifacimento della Statale 640 Agrigento-Caltanissetta. ''Sono trascorsi 16 mesi - spiegano il segretario Cisl Maurizio Saia e il responsabile Adiconsum Giuseppe Bosciglio - e la mancata ricostruzione del ponte causa tuttora enormi disagi per studenti e pendolari, costretti a percorsi alternativi che, oltre a essere inadeguati per il grande flusso circolatorio, costringono ad allungare le percorrenze''. I due delegati dai cittadini ritengono, dagli atti in loro possesso, che l'Anas S.p.a. sia ''l'unica responsabile della demolizione e della mancata ricostruzione del ponte Petrusa, che a oggi continua ad arrecare danni patrimoniali, in particolare agli abitanti della zona''. ''Non è pensabile che l'Anas si possa sostituire nel governo del territorio nella programmazione della viabilità - sostengono Saia e Bosciglio - tanto da stabilire sull'opportunità e l'utilità della ricostruzione dell'importante arteria, dimostrando la limitata conoscenza del territorio e la scarsa sensibilità sociale, legata secondo noi - concludono gli stessi - a scelte errate, errori di progettazione e risorse finanziarie utilizzate per altre infrastrutture''. Questa la versione della Cisl e dell'Adiconsum in rappresentanza dei cittadini. Come annunciato proprio da loro, se ne discuterà il prossimo 25 settembre al Tribunale di Agrigento.


Troppi i fatti incresciosi che in questo ultimo periodo si stanno registrando a Licata. Fatti, come il danneggiamento delle vetrine dei negozi o gli incendi di auto e portoni delle abitazioni, che non pochi timori stanno provocando tra la gente onesta della città del faro. Ed ecco che lo Stato non ha voluto fare mancare la propria vicinanza ai licatesi. Il Prefetto di Agrigento, Dario Caputo, in questi giorni ha incontrato in Municipio il commissario straordinario, l'on. Maria Grazia Brandara, con la quale si è intrattenuto per circa un'ora. Presenti anche il comandante della Compagnia di Stazione Paolo Calatozzo, nonché il Segretario Generale del Comune, Giovanna Italiano, il Dirigente e il Comandante del Corpo di Polizia Municipale, Giovanna Incorvaia e Giuseppe Ferraro. ''Era doveroso da parte mia -ha detto il prefetto Caputo- dare un concreto segno di vicinanza alla Città di Licata''. Della sensibilità e vicinanza dimostrata dal prefetto Dario Caputo alla città di Licata ne ha parlato il commissario straordinario del Comune Maria Grazia Brandara. ''Nel corso dell'incontro -ha detto il commissario- sono stati trattati diversi temi, sui quali il dottor Caputo ha mostrato molto interesse, confermando la sua attenzione per questa comunità''. Immediata la risposta dello Stato a Licata. È stato infatti disposto il potenziamento dell'organico del locale Commissariato. Sono arrivati cinque nuovi poliziotti del ruolo agenti e assistenti. Ad assegnarli al Commissariato di Polizia del grosso centro marinaro il Dipartimento della Pubblica Sicurezza. ''Desidero esprimere un caloroso ringraziamento a Sua Eccellenza il Prefetto -ha detto Brandara- per aver accolto con straordinaria sollecitudine la mia accorata richiesta di maggiore attenzione per la Città di Licata a tutela della sicurezza pubblica e della serena convivenza civile minacciata dai recenti vili quanto inquietanti episodi criminosi. Non poteva, infatti, esserci risposta più concreta del disposto potenziamento dell'organico del Commissariato di Licata''.


L'accusa, durante la requisitoria, aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione, ma per il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Maria Alessandra Tedde, ''il fatto non costituisce reato''. È un verdetto di assoluzione quello che ieri - tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio - è stato pronunciato nei confronti di Giuseppe Valenti, l'automobilista 81enne che alla guida della sua Nissan Micra rimase coinvolto in un incidente stradale che costò la vita alla 24enne Chiara La Mendola. Il tragico evento avvenne il 30 dicembre del 2013 in viale Cavaleri Magazzeni; secondo le ricostruzioni la ragazza era a bordo del suo scooter quando, dopo avere urtato con la ruota su di una buca presente nel manto stradale, perse il controllo del mezzo, finendo in un violento impatto con l'auto di Valenti che procedeva in direzione opposta. L'accusa nei confronti dell'anziano automobilista era quella di omicidio colposo ma, come detto, per il giudice ''il fatto non costituisce reato''. Sempre sulla vicenda riguardante la prematura morte di Chiara La Mendola, sotto processo con la stessa accusa di Valenti sono finiti anche il dirigente dell'Ufficio Tecnico Comunale di Agrigento Giuseppe Principato e il funzionario Gaspare Triassi, responsabile del servizio di manutenzione stradale. I due sono imputati in quanto, secondo la tesi accusatoria, non avrebbero provveduto a eliminare o segnalare la buca che avrebbe fatto perdere a Chiara La Mendola il controllo del suo mezzo e - con esso - la vita.


A fuoco un deposito agricolo nella frazione agrigentina di Giardina Gallotti di proprietà di un 60enne agrigetino. I danni, grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco di Villaseta, sono stati contenuti. A danneggiarsi solo alcuni macchinari che si trovavano all'interno. Sull'accaduto stanno indagando i carabinieri della Stazione di Montaperto. Pare comunque non siano state trovate tracce di effrazione né liquido infiammabile.


È sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, ma viene sorpreso fuori dalla propria abitazione. È successo a Ravanusa dove i carabinieri hanno notato M.G., queste le iniziali del detenuto domiciliare 75enne, mentre stava entrando al Comune del paese. Una volta raggiunto e bloccato, ricostruiscono dal Comando provinciale dell'Arma, l'uomo si sarebbe giustificato affermando che aveva necessità di rinnovare la sua carta d'identità in quanto scaduta. I militari hanno accompagnato l'anziano in caserma e successivamente l'Autorità Giudiziaria ha disposto che venisse nuovamente ristretto ai domiciliari. Stessa sorte anche per un giovane empedoclino, C.A. di 27 anni, sorpreso a spasso - quando non poteva - per le strade della città marinara. I militari dell'Arma, su disposizione del Comando provinciale dei Carabinieri di Agrigento, sono stati impegnati in tutto il territorio provinciale in un servizio finalizzato al controllo delle persone sottoposte a misure cautelari o alternative alla detenzione in carcere.


Era stato arrestato - nel settembre del 2016 - con l'accusa di coltivazione di sostanze stupefacenti e furto di energia elettrica. Adesso il pm Simona Faga chiede il processo per C.V., queste le iniziali del nome del 23enne favarese. Il giovane era finito nei guai durante un'operazione di controllo da parte della Squadra Mobile: i poliziotti avevano ispezionato un edificio diroccato, in un quartiere popolare di Favara, scovando sul terrazzo di casa una quindicina di vasi con piante di marijuana - alcune alte pochi centimetri, altre anche più di un metro e ottanta - che avrebbero potuto fruttare tra i 4mila e i 5mila euro. In quell'occasione gli agenti avevano anche sequestrato il materiale usato per la coltivazione delle piante. Durante la perquisizione era stato accertato anche un allaccio abusivo alla corrente elettrica, in quanto l'impianto dell'abitazione sarebbe risultato collegato direttamente alla rete pubblica senza alcun misuratore. L'udienza preliminare per il favarese è stata programmata per il prossimo 16 maggio davanti al gup Alessandra Vella. Il legale difensore del giovane, l'avvocato Salvatore Cusumano, potrà eventualmente chiedere il giudizio abbreviato oppure il patteggiamento, altrimenti sarà il giudice a decidere sulla disposizione del rinvio a giudizio.


Andava in giro per Favara alla guida di un ciclomotore senza avere mai conseguito la patente di guida. Guai per un 23enne favarese che è stato ''ribeccato'' dai carabinieri della Tenenza di Favara. Questa sarebbe la terza volta che il giovane viene sorpreso dai militari mentre si mette alla guida. Per lui è scattata la denuncia a piede libero. Il ciclomotore è stato sequestrato per la confisca.


Questo pomeriggio, ore 18.00, consiglio comunale in seduta straordinaria aperta presso la sala consiliare del Municipio di piazza Cavour, a Favara. Punto all'ordine del giorno è la legittimità degli accertamenti Tarsu 2011. Un tema, quello dei tributi dovuti per la Tassa Rifiuti relativa al 2011, che negli ultimi mesi ha sollevato un bel polverone e tanta confusione tra gli abitanti della città dell'agnello pasquale. Come detto, il consiglio comunale di questo pomeriggio è in seduta straordinaria aperta. Ciò significa che chiunque può partecipare con la possibilità di chiedere al presidente del consiglio di potere intervenire durante la seduta per esprimere dubbi oppure opinioni in merito alla questione ''Tarsu 2011''.


In diversi ci avete ''avvisato'' dello stato pietoso in cui versano diverse aiuole spartitraffico della città di Favara. Non solo di aiuole ''senza padrone'' ma anche e, soprattutto, di quelle che sono state affidate dal Comune, attraverso l'iniziativa ''Adotta un'aiuola'', a privati e/o aziende per prendersene cura con la possibilità di collocare, gratuitamente, una tabella pubblicitaria. Andando in giro per la città dell'agnello pasquale è facile imbattersi in spazi del tutto incustoditi nonostante le tabelle pubblicitarie siano state collocate ad arte. Ecco, proprio su questi ''spazi pubblici/privati'' bisogna dare una sistemata: togliere la spazzatura ed effettuare un bell'intervento di decespugliamento e perché no, collocare anche delle piante ornamentali e colorate. D'altronde l'iniziativa prevede questo: occorre abbellire le aiuole e non lasciarle abbandonate. C'è da dire anche che non tutti -e a loro va il nostro plauso- si comportano in questo modo; in diversi si prendono cura degli spazi ''acquisiti''. Oggi vogliamo rivolgerci a quanti si sono arroccati il diritto di installare le tabelle pubblicitarie lasciando però il proprio spazio in stato di abbandono. Non vogliamo mostrare immagini e/o foto di queste aree a dir poco ''indecorose'', almeno non oggi, sicuri che chi è responsabile si adopererà per sistemare le aiuole affidate. Un invito ovviamente lo rivolgiamo anche all'amministrazione comunale di Favara e agli organi di ''controllo'' affinché si accertino che questo venga svolto e, soprattutto, venga eseguito regolarmente, pena la ripresa in possesso dello spazio e la riconsegna ad altri.


Già dalla giornata di ieri è in corso di svolgimento, su tutto il territorio della città di Agrigento, la disinfestazione per le zanzare. ''Il servizio si sta svolgendo, come di norma, - spiega l'assessore comunale Gerlando Riolo - per il trattamento contro le larve''. Da Palazzo dei Giganti comunicano inoltre che Riolo ha chiesto alla ditta incaricata di eseguire contemporaneamente, in aggiunta al protocollo concordato, anche un trattamento contro le forme adulte, già particolarmente numerose. A questi seguiranno, come da contratto, gli altri trattamenti sulle larve e sulle zanzare adulte. Sempre nella città dei templi è in corso di svolgimento pure la derattizzazione che proseguirà nei prossimi giorni e che interesserà tutto il capoluogo.


Era il 1993 quando papa Giovanni Paolo II, era alla Valle dei Templi, pronunciò lo storico anatema contro gli ''uomini della mafia'', accompagnato dal grido: ''Convertitevi''. A 25 anni di distanza, il prossimo 9 maggio, lo stesso appello sarà nuovamente lanciato davanti al tempio della Concordia. I vescovi siciliani si ritroveranno nella Valle dei Templi per ribadire dopo un quarto di secolo il messaggio che nel '93 suscitò grande scalpore. La decisione di riproporre l'invito del papa è stata presa nel corso della Conferenza episcopale primaverile che si è tenuta a Piazza Armerina, a Enna. È in programma una solenne concelebrazione che si concluderà con un nuovo messaggio ai siciliani.


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