SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 18/04/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


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Stava lavorando su di un ponte ripetitore della telefonia mobile quando, scivolando, è caduto da un'altezza di circa 30 metri. Tragica morte bianca per un operaio di 25 anni, Giuseppe Todaro, residente a Bagheria, nel palermitano. Il fatale incidente sul lavoro è avvenuto ieri in c.da Graci-Fondachello, in territorio di Castrofilippo. Il giovane si stava occupando, insieme ai colleghi, dei lavori di manutenzione - pare di ammodernamento - del ripetitore della telefonia mobile presente sul posto per conto di una impresa di Palermo che aveva ottenuto in subappalto il lavoro. A un certo punto, per cause ancora in corso di accertamento, avrebbe perso l'equilibrio, precipitando da una trentina di metri. Sul posto, ricevuta notizia dell'incidente, si sono portati i carabinieri della stazione di Castrofilippo e del Norm della compagnia di Canicattì. Naturalmente sono state avviate delle indagini per accertare se siano state rispettate le norme riguardanti la sicurezza sul lavoro. La Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un fascicolo d'inchiesta sul caso. Sia il ponte ripetitore che l'area circostante, e le varie attrezzature, sono state poste sotto sequestro. Per fare chiarezza sull'accaduto, ovviamente, servirà del tempo. È possibile che gli investigatori torneranno nei pressi del luogo dell'incidente per nuovi accertamenti o che verranno riascoltati i colleghi della vittima. La salma di Giuseppe Todaro è stata portata all'ospedale ''San Giovanni di Dio'' di Agrigento.


3 anni e 2 mesi di reclusione per Antonio Bellavia, stessa pena per il cugino Calogero Bellavia. È questa la pena per i due favaresi, di 44 e 27 anni, arrestati lo scorso giugno dai carabinieri e portati in carcere con le accuse di ricettazione, detenzione e porto illegale di arma clandestina e munizioni. Ieri, nel pomeriggio, la decisione del giudice per l'udienza preliminare Stefano Zammuto che ha emesso la sentenza di condanna. Durante il processo, celebrato con il rito abbreviato, l'accusa aveva chiesto per i due la condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione. Per il più grande degli imputati, Antonio Bellavia, è stata chiesta la trasmissione degli atti alla Procura in quanto lo stesso avrebbe implicitamente accusato i carabinieri di avere redatto un falso verbale, nel quale ci sarebbero delle imprecisioni. Avrebbe provato a scagionare il parente, affermando che le armi erano sue e che il giovane non ne sapeva niente al riguardo. Come detto, i due Bellavia furono arrestati verso la metà del giugno 2017, a Favara. Erano stati fermati, in tarda mattinata, a bordo di un'auto mentre stavano percorrendo via Che Guevara e ritrovati in possesso di due pistole, una ''Taurus'' e una ''Smith E Wesson'' con matricola abrasa. Matricola il cui numero era stato quasi interamente ricostruito lo scorso 25 settembre grazie agli accertamenti tecnici eseguiti sulle due armi da fuoco presso il laboratorio del Ris di Messina. Per quanto riguarda la Taurus, era stato invece accertato in precedenza come la pistola fosse stata rubata nel 2010 a Carmelo Nicotra, il 34enne favarese destinatario dell'agguato compiuto il 23 maggio dello scorso anno in via Torino, a Favara. Sparatoria dalla quale, miracolosamente, Nicotra è riuscito a salvarsi pur rimanendo ferito. Episodio per il quale i due Bellavia figurano nella lista degli indagati.


Incappucciati e con spranga in mano, entrano all'interno di una abitazione dove vive una pensionata e la picchiano, senza alcuno scrupolo, ''chiedendole'' di consegnare loro tutto ciò che di valore c'è in casa. È successo in c.da Mintina, fra Camastra e Naro. Era la notte di domenica scorsa, ma le prime indiscrezioni sono trapelate solo nelle ultime ore. A entrare in azione sono stati tre malviventi, con volto coperto e armati di una spranga appunto, che si sono fatti consegnare oro e soldi che la vittima teneva in casa. Pare che gli ignoti abbiano sottratto anche il mezzo della pensionata, una Toyota Aygo. L'anziana è stata ricoverata al pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni di Dio di c.da Consolida. Lì i sanitari le avrebbero riscontrato traumi al viso e contusioni per una prognosi di 10 giorni. In c.da Mintina, ricevuto l'allarme, si sono portati i carabinieri che hanno effettuato i rilievi di rito e avviato le indagini per tentare di rintracciare i tre rapinatori. Pare che l'anziana fosse sola al momento della rapina, non si esclude che il colpo messo a segno dai malviventi possa essere stato precedentemente pianificato.


Sembra che stia per avviarsi alle battute finali il processo relativo alla morte della giovane Chiara La Mendola, deceduta a seguito di un incidente stradale avvenuto il 30 dicembre del 2013 in via Cavaleri Magazzeni, a San Leone. La ragazza perse il controllo dello scooter e finì violentemente contro una Nissan Micra guidata dall'81enne Giuseppe Valenti, per il quale è già stata chiesta la condanna. La causa della perdita di controllo del mezzo e del successivo incidente - secondo l'accusa - è da ricercarsi nella presenza di una pericolosa buca stradale. Ieri, dunque, la requisitoria del pm Calogero Montante per il quale in tutta questa vicenda i responsabili, e quindi i colpevoli, sono anche il dirigente dell'Ufficio tecnico comunale di Agrigento Giuseppe Principato e il funzionario Gaspare Triassi, responsabile del servizio di manutenzione stradale. Per il pm Montante, che ieri ha chiesto per i due imputati la condanna a un anno e sei mesi di reclusione l'uno per il reato di omicidio colposo, non ci sarebbero dubbi riguardo al fatto che la morte di La Mendola è avvenuta a causa della buca presente sul manto stradale, piena d'acqua e non visibile, che avrebbe fatto perdere il controllo della due ruote, spedendo la ragazza tra le ruote della Nissan Micra. Inoltre, sostiene il magistrato, sul posto non ci sarebbe stata alcuna segnalazione di pericolo. Il processo si sta celebrando davanti al giudice monocratico del Tribunale di Agrigento Giuseppe Miceli. Il prossimo 29 maggio sarà la volta dei difensori degli imputati, alla quale dovrebbe seguire subito dopo la sentenza del giudice.


Era stato accusato di aver incendiato il furgone di un suo compaesano. Ma adesso il giudice monocratico del tribunale di Agrigento Antonio Genna lo assolve ''per non aver commesso il fatto''. Parliamo dell'empedoclino Libertino Vasile Cozzo. L'episodio contestato all'uomo risale al 2013. Secondo i poliziotti, fu Vasile Cozzo a incendiare il furgone in quanto venne immortalato delle telecamere di videosorveglianza riempiere un fusto di carburante in una stazione di rifornimento. Lo stesso fusto venne poi ritrovato nei pressi del furgone bruciato. Il pm aveva chiesto la condanna a 8 mesi di reclusione ma secondo il giudice non è stato lui a commettere il fatto.


La Guardia di Finanza di Gela scopre un danno erariale di oltre 8 milioni di euro. La vicenda riguarda il depuratore di Butera, interamente finanziato dalla Regione Sicilia, che non svolge la propria funzione perché mai attivato. Il finanziamento, di poco più di 4 milioni di euro, -ricostruiscono i finanzieri- era stato ottenuto nell'ottobre del 2006. I lavori, a ribasso d'asta, iniziarono nel maggio del 2007 e dovevano essere conclusi entro 18 mesi, e cioè entro novembre del 2008. Tra sospensioni, mancanza di autorizzazioni e altro, i lavori si protrassero sino all'agosto del 2013; nel giugno del 2014 poi le opere vennero collaudate: in quella occasione il collaudatore accertò il mancato collegamento alla rete elettrica. Da quella data, trascorsi ormai quasi quattro anni, -secondo quanto ricostruito dai finanzieri- l'impianto di depurazione non è ancora funzionante. A seguito di attività di controllo, personale della Guardia di Finanza avrebbe riscontrato un anomalo caso relativo allo scarico delle acque reflue prodotto dall'agglomerato urbano del comune di Butera che, seppur apparentemente provvisto di impianto di depurazione, continuava (e continua) -sostengono i finanzieri- a scaricare i liquami all'interno di un canalone adiacente al depuratore che li convoglia direttamente verso il bacino del lago Comunelli le cui acque, oltre a essere utilizzate ai fini irrigui dagli agricoltori della zona, sfociano nella zona di Marina di Butera. La Procura Regionale della Corte dei Conti di Palermo ha dato così incarico alla Compagnia di Gela di accertare l'eventuale configurabilità di danno erariale con riferimento ad azioni negligenti e/o omissive di soggetti diversi, anche appartenenti alla pubblica amministrazione, correlate alla mancata funzionalità dell'impianto di depurazione del comune di Butera. I finanzieri, durante le attività investigative, avrebbero anche accertato come la progettazione dell'opera, risalente al lontano anno 1989, abbia avuto diverse correzioni e rielaborazioni per essere adeguata alle prescrizioni di volta in volta imposte dall'Ente Regionale e ritenute necessarie per poter eccedere al finanziamento finale. Alla luce delle tante anomalie riscontrate e della rilevata mancata utilizzazione dell'impianto, la Compagnia ha segnalato alla Procura Regionale della Corte dei Conti per responsabilità erariale i R.U.P. pro tempore, il progettista e direttore dei lavori, i legali rappresentanti delle imprese riunitesi nell'A.T.I. esecutrice dei lavori, il collaudatore tecnico-amministrativo dei lavori, il responsabile del Settore Tecnico pro tempore del Comune di Butera, i sindaci pro tempore del Comune di Butera, i funzionari della Regione Siciliana pro tempore e in particolare, il dirigente dell'Ispettorato Regionale Tecnico e i dirigenti del Dipartimento Regionale dell'Acqua e dei Rifiuti.


L'intenzione, per gioco, era quella di intrufolarsi insieme agli amici all'interno del terreno del vicino di casa per raccogliere nespole e mangiarle, ma il divertimento è ben presto finito. Nel tentativo di scavalcare la recinzione metallica che delimita il giardino, un 19enne agrigentino ha perso l'indice della mano sinistra: il dito, rimasto incagliato forse a causa di un anello, gli si è tranciato di netto. Il fatto è successo nel quartiere agrigentino del Villaggio Mosè. Il ferito è stato trasportato prima al pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni di Dio e poi al reparto di Chirurgia plastica del ''Civico'' di Palermo. Il dito, dopo una ricerca degli amici del giovane e del proprietario dell'appezzamento di terreno, è stato ritrovato e recuperato. Gli agenti della sezione ''Volanti'' della Questura di Agrigento, ricevuta notizia dell'accaduto, si sono mobilitati per soccorrere il 19enne e velocizzare sia le ricerche dell'indice sinistro che il trasferimento del giovane. Gli agenti, per ricostruire l'accaduto, hanno sentito sia i giovani che erano in compagnia del ferito, sia il proprietario del terreno che pare abbia deciso di non sporgere denuncia.


Si ritorna a parlare dei fondi di compensazione Anas arrivati nella casse del Comune di Favara e che verranno indirizzati per dei lavori di manutenzione straordinaria delle strade e per il cimitero di Fontana degli Angeli. Oggi a intervenire è la consigliera comunale Laura Mossuto. La stessa parla soprattutto delle tre delibere di giunta con le quali l'amministrazione comunale ha deciso come e dove spendere questi 389 mila euro. La consigliere Mossuto si chiede come mai l'assessore Nicotra abbia ritenuto necessario proporre due diverse gare, una da 46 mila euro e l'altra da 43 mila euro, per i lavori del cimitero di Fontana degli Angeli e non un'unica gara da 89 mila euro? ''Stupisce e stride con la tanto decantata trasparenza amministrativa -dice la consigliera di opposizione- la scelta (benché lecita sotto il profilo giuridico) di ricorrere alla procedura negoziata, ovvero ''individuando'' le Imprese che potranno partecipare alle gare (e automaticamente ''individuando'' quelle che invece non potranno partecipare…)''. Per la consigliere Mossuto l'assessore Nicotra scegliendo la procedura negoziata ha negato a tutte le imprese di Favara la possibilità di partecipare alla gara. ''Perché -dice- le imprese devono essere ''individuate'' tra altre?''. ''Ciò che realmente appare poi assolutamente ingiustificabile -prosegue Mossuto- è la ''massima urgenza'' menzionata nelle delibere relative al cimitero di Piana degli Angeli che, a quanto pare, l'assessore non ritiene invece sussistere per gli interventi di manutenzione delle strade''. ''Non è la prima volta che questa Amministrazione, sebbene confortata dalle norme, -conclude- ricorre alla procedura negoziata… il nuovo… che sa tanto -fin troppo- di vecchia politica''.


Vincita da oltre 130 milioni di euro ieri sera in un punto vendita di Caltanissetta. È stato infatti centrato il sei al Superenalotto con una schedina 2 pannelli. Quella di ieri è la quinta maggior vincita di sempre mai ottenuta con questo gioco. ''Non ho idea di chi possa essere il fortunato vincitore di questa incredibile estrazione da 130 milioni di euro -dice il marito della titolare dell'edicola di via Brancati. Da noi giocano soprattutto pensionati, impiegati e molti forestieri di passaggio. Auguri a chi ha vinto e speriamo che si ricordi anche di noi''.


''Il colore è figlio della luce'' è il titolo della personale di pittura e scultura del favarese Lillo Todaro che verrà inaugurata domani a Comitini. ''Il colore è figlio della luce -ci spiega Vincenzo Patti- in quanto è da essa generato''. È su questa teoria che si basa prevalentemente la nuova fase artistica di Todaro, con libertà quasi assoluta di spazio, con una luce baluginante, con una varietà di colori, con forme a volte appariscenti, che appaiono e scompaiono contemporaneamente. ''Todaro -dice Patti- esprime così, nei suoi lavori, un linguaggio apparentemente semplice e spontaneo, che è quello della natura e della bellezza che lo circonda, destando nell'osservatore una profonda e partecipata emozione''. La personale di pittura e scultura verrà inaugurata domani alle ore 18.30 presso il palazzo Baronale Bellacera alla presenza delle istituzioni locali e di vari artisti. Sarà possibile vedere la mostra sino al prossimo 18 maggio.


Sarà presentato lunedì prossimo 23 aprile l'evento culturale-formativo rivolto principalmente alle giovani generazioni dal titolo ''Biblioteca Vivente''. ''Si tratta -ci spiegano dalla Caritas Diocesana e dalla Fondazione Mondoaltro- di un'esperienza innovativa di educazione narrativa in cui l'esercizio della lettura avviene attraverso l'incontro con un ''Libro Vivente'' che porta una storia significativa da raccontare: la sua vita. La differenza, quindi, sta nel fatto che per leggere i libri non bisogna sfogliare le pagine ma... parlarci, perché i libri sono persone in carne e ossa''. L'evento si svolgerà, come detto, lunedì ad Agrigento, in occasione della Giornata Mondiale del libro, all'interno dello Spazio Temenos-Chiesa San Pietro, via Pirandello 1, alle ore 16.30.


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