SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 11/04/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


Nel territorio agrigentino i delitti in generale sono in calo, ma i casi più gravi - tra omicidi, tentati omicidi e violenze sessuali - vanno al rialzo. È quanto emerge dai dati resi noti ieri, in occasione del 166esimo anniversario della Polizia di Stato, dalla Questura di Agrigento e citati dal Questore Maurizio Auriemma nel corso del suo discorso durante la celebrazione dell'anniversario alla villa Bonfiglio. Questi, dunque, i dati della Questura di Agrigento in riferimento al periodo compreso tra il primo aprile del 2017 e il 9 aprile del 2018. 6.108 i delitti registrati, il 7,22% in meno rispetto ai 6.584 registrati sempre dalla Questura nell'arco temporale compreso tra il primo maggio 2016 e il 31 marzo dell'anno successivo. I reati più ''comuni'' sono i furti. 3.479 quelli registrati nell'ultimo anno, dal primo aprile 2017 in poi, -6,07% rispetto ai 3.704 del periodo precedente. 64 le rapine, a fronte delle 85 tra maggio 2016 e marzo 2017, -24,7%. 42 le estorsioni accertate nell'ultimo anno, in quello precedente furono 55, -23,64%. Le truffe e frodi informatiche registrate dagli agenti nell'agrigentino, poi, nell'ultimo periodo sono 707, 3,42% in calo rispetto alle 732 accertate nel precedente periodo. In calo anche i danneggiamenti, - 20,13% nell'ultimo anno rispetto a quello prima, nel primo caso sono stati 996, prima furono 1.247. ''Trend positivo'' anche per gli atti intimidatori, 71 gli ultimi a fronte degli 84 registrati in precedenza, -15,48%. Come detto, però, a crescere in numero sono altri delitti commessi. Sempre tra il primo aprile del 2017 e il 9 aprile 2018, gli omicidi nell'agrigentino sono stati 5; tra maggio 2016 e marzo 2017 fu solo uno. Il fenomeno nell'ultimo anno ha dunque registrato una crescita del 400%. Raddoppiano i tentati omicidi: 18 nell'ultimo anno e 9 nel periodo precedente. Le lesioni dolose sono passate da 454 tra maggio 2016 e aprile 2017 a 551 nell'ultimo anno, +21,37%. Stesso discorso per le violenze sessuali, 18 prima e 22 dopo, +22,22%. In generale la Polizia di Stato nel territorio agrigentino ha effettuato 211 arresti negli ultimi 12 mesi; 115 di questi sono avvenuti in flagranza di reato e i restanti 96 in esecuzione di misure cautelari. 29 invece i fermi eseguiti, 13 quelli disposti dall'Autorità Giudiziaria e 16 quelli di iniziativa degli agenti. L'opera in cui i poliziotti si sono impegnati ha fatto sì, in un anno, di denunciare - in stato di libertà - 920 persone; 55.717 i soggetti identificati e 29.511 i veicoli controllati. Sono stati effettuati 7.914 posti di controllo, 2.143 le contestazioni per violazioni al Codice della Strada e 4.122 gli interventi di soccorso pubblico. 279 veicoli sono stati raggiunti da sequestri o fermi amministrativi. In totale sono 463 le perquisizioni personali e domiciliari eseguite. Nei confronti delle persone sottoposte a misure di prevenzione, di sicurezza, misure cautelari e misure alternative alla detenzione sono stati attuati 17.854 controlli domiciliari. 39 soggetti sono stati sottoposti a Foglio di Via Obbligatorio. Gli agenti hanno sequestrato circa 3.352 Kg. di sostanze stupefacenti. Questi, in generale, gli ultimi risultati conseguiti dalla Questura di Agrigento. Nei prossimi giorni non mancheranno ulteriori approfondimenti sulle attività dei vari uffici della Questura, nonché delle sezioni di Polizia Stradale e di Polizia Ferroviaria.


Sono state riscontrate ingerenze da parte della criminalità organizzata e il consiglio comunale di Camastra è stato sciolto. Lo scioglimento è stato deliberato dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'interno Marco Minniti, a norma dell'articolo 143 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (TUEL). Il piccolo paesino agrigentino era finito alla ribalta della cronaca per l'inchiesta antimafia ''Vultur'', coordinata dalla Dda di Palermo e condotta sul campo dalla Squadra Mobile della Questura di Agrigento. L'inchiesta aveva messo in luce presunti tentativi di infiltrazioni all'interno del Comune da parte della famiglia mafiosa di Camastra. L'elemento mafioso, secondo l'accusa, avrebbe anche giocato il suo ruolo in occasione delle amministrative di Camastra del 2013. Si parlerebbe anche di atti intimidatori nei confronti di alcuni candidati al fine di farli desistere dalla competizione elettorale, a favore dunque di altri candidati. Nel luglio del 2017, l'ex prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, aveva sollecitato la nomina di una commissione per l'accesso ispettivo al Comune del paese agrigentino: l'obiettivo era quello di accertare eventuali infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Alla fine dello scorso novembre era arrivata la proroga dell'accesso ispettivo. Adesso lo scioglimento dell'apparato amministrativo.


Erano ricercati da oltre un anno, dovendo scontare una pena di 6 anni di reclusione per estorsione. Gli investigatori del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri però gli sono stati sempre col fiato sul collo e a termine di una attività info-investigativa li hanno localizzati, segnalando la loro posizione alle autorità tedesche. Sono stati catturati Francesco e Salvatore Sortino, licatesi di 30 e 29 anni. I due fratelli, per i quali pendeva un mandato d'arresto europeo emesso dal Tribunale di Agrigento il 25 maggio 2017, sono stati ritrovati in Germania. Era l'aprile dello scorso anno quando i Sortino, secondo quanto ricostruiscono i Carabinieri, si erano sottratti a un ordine di carcerazione. I militari hanno subito ricostruito tutti i loro contatti e gli ultimi spostamenti, rintracciandoli appunto in un paesino tedesco di circa mille abitanti. A carico dei licatesi i Carabinieri della Compagnia di Licata, su coordinamento della Procura della Repubblica di Agrigento, avevano acquisito gravi indizi di colpevolezza. I due, fanno sapere i militari, avrebbero messo in atto delle estorsioni nei confronti di un imprenditore agricolo narese. La vittima sarebbe stata costretta in più occasioni a cedere ai fratelli cospicue somme di denaro, sotto la minaccia che in caso contrario gli avrebbero danneggiato le sue proprietà. Al termine del relativo processo, nell'aprile del 2017, Francesco e Salvatore Sortino furono condannati a 6 anni di reclusione. Da lì la ''latitanza''. Adesso i due sono stati catturati, nelle prossime ore saranno estradati in Italia e ristretti in carcere.


Armato di pistola si era introdotto all'interno di un bar di Grotte per tentare una rapina. Avvicinatosi alla cassiera, aveva mostrato l'arma che teneva nella cinta dei pantaloni per farsi consegnare l'incasso. Ma alcuni clienti del bar si sono accorti di quanto stava accadendo e hanno messo in fuga l'uomo e chiamato i carabinieri che poco dopo lo hanno individuato a arrestato. Con l'accusa di tentata rapina aggravata, porto e detenzione abusiva di pistola, resistenza a pubblico ufficiale e violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza è stato arrestato il 38enne racalmutese Vincenzo Milioto. Nello specifico, grazie alle testimonianze raccolte e alla tempestiva sinergia investigativa tra le Stazioni dei Carabinieri di Grotte e Racalmuto, i militari sono riusciti a rintracciare il 38enne e sequestrare la pistola, una Beretta calibro 9 con matricola abrasa, e relative cartucce. Per il racalmutese si sono subito aperte le porte del carcere di Agrigento.


A fuoco nella notte fra lunedì e martedì una Lancia Y di proprietà di una giovane di Grotte. Il fatto è accaduto in via Buonarroti, nel centro storico del paese. Sul posto i carabinieri della locale Stazione che hanno avviato le indagini. Ai militari spetta adesso chiarire se si sia trattato di un fatto accidentale o se qualcuno abbia voluto intimidire la 22enne.


Un banale incidente automobilistico si trasforma in aggressione a Favara. Il fatto è successo ieri all'ora di pranzo nei pressi della farmacia Saieva. Stando alle prime ricostruzioni, due auto si sarebbero scontrate. Da lì ne nasce un alterco tra i due conducenti culminato poi con l'aggressione di uno nei confronti dell'altro. L'aggressore è stato identificato già dai carabinieri della locale Tenenza. I militari stanno adesso cercando di individuare la vittima, pare un anziano signore alla guida di una Fiat Panda. Di lui al momento non si avrebbero tracce. Una volta individuato, se lo vorrà, potrà sporgere denuncia contro il suo aggressore.


È ancora una volta allarme randagismo nella città dell'agnello pasquale. Questa volta però il pericolo non riguarda l'uomo, bensì l'animale. Un bocconcino, un pezzo di carne che potrebbe avere - agli occhi e al fiuto di un cane - un aspetto invitante, ma che al suo interno nasconde una sgradita sorpresa: si tratta di viti. Queste esche letali, ennesima dimostrazione di un ''sistema'' ormai più che collaudato, sono state ritrovate a Favara. A segnalare è il cittadino, residente a Favara Ovest, Salvatore Chiarenza che ha anche denunciato sui social. ''Ecco cosa ha trovato mio fratello dentro la nostra proprietà - scrive Chiarenza - dei bocconi di carne con tre viti all'interno, per fortuna i cani non lo hanno mangiato perché puzzava di candeggina o qualcosa di simile''. Non c'è voluto molto, dalla pubblicazione delle foto ritraenti il bocconcino, che l'allarmismo si diramasse via web e non solo. D'altronde è da mesi che nella città dell'agnello pasquale si registrano spiacevoli eventi legati al problema randagismo, tra cani che danneggiano autovetture in sosta e cittadini intimoriti dalla presenza dei randagi, tanto da pensarci due volte prima di lasciar giocare per strada i propri bambini. E quel che si temeva, che alla fine sarebbero stati i migliori amici dell'uomo a rimetterci, sembra stia succedendo. Da più parti e più volte è stato osservato che lasciare questi animali ''a zampa libera'' - in mancanza di un autorevole intervento da parte di chi di competenza - potrebbe indurre qualche incivile a occuparsi ''a modo suo'' del problema, semplicemente sbarazzandosi dei cani. Si spera soltanto che il fatto segnalato dal cittadino Chiarenza sia un caso isolato e non il primo di una nuova ondata di atti a dir poco barbari da parte di gente che non riesce ad avere rispetto nemmeno per gli animali. La speranza palesata da parte della cittadinanza favarese è inoltre che si riesca a dare una civile soluzione al fenomeno del randagismo, prima che si verifichino seri danni a persone o animali. Intanto i carabinieri della Tenenza di Favara hanno comunicato di avere intensificato i controlli sul territorio. Proprio il Tenente Giovanni Casamassima nel febbraio scorso aveva scritto una nota al sindaco di Favara Anna Alba parlando del problema randagismo e delle continue denunce fatte da cittadini per danni subiti alle proprie auto da parte dei cani randagi.


Continuano senza sosta ad Agrigento le sanzioni nei confronti di quanti si ostinano ad abbandonare i sacchetti di rifiuti per strada anziché differenziare. Come possiamo notare in questo video, fornito dalla locale Polizia Municipale, in c.da Zingarello in pieno giorno un'auto si ferma; due persone con una certa ''nonchalance'' scendono dall'utilitaria e iniziano a gettare la spazzatura in strada. Un comportamento incivile da parte di questi due uomini che dimostra come ancora oggi qualcuno crede di potersi sbarazzare della spazzatura in questo modo. Ma per i ''trasgressori'' non ci sarà vita facile. La Polizia Municipale di Agrigento sta infatti attuando quanto necessario per individuarli e sanzionarli. Intanto altre due persone sono state identificate dalla Polizia Locale; il primo è stato fotografato in via Metello, l'altro in via Petrarca. A Maddalusa invece, nei pressi di un BEB sotto il cavalcavia, è stato rinvenuto uno scatolone di rifiuti al cui interno vi erano contenuti documenti cartacei -un vecchio testo scolastico e alcuni quaderni del figlio, sui quali vi era scritto il nome,- che hanno anche in questo caso permesso di risalire al trasgressore. Tutti gli ''sporcaccioni'' dovranno adesso pagare una sanzione di 600 euro a testa. I controlli ambientali con pattuglie dei Vigili Urbani e di tutte le altre forze dell'ordine sull'intero territorio comunale proseguono ormai 24 ore su 24 anche con l'ausilio di telecamere nascoste e attraverso l'esame dei contenuti dei sacchi di spazzatura rinvenuti nelle contrade periferiche della città.


Le sole unità di Polizia Municipale non sono sufficienti per beccare i trasgressori ed è per questo che la giunta comunale di Porto Empedocle ha deciso di comprare, con i soldi provento dei risparmi dell'Esecutivo, delle telecamere che consentiranno di individuare gli incivili che abbandonano i rifiuti in strada. Con 4.800 euro in totale saranno comprate due telecamere di modello ''E-killer'', ideale per analisi flussi di traffico e controllo accessi tramite lettura targhe, facilmente mimetizzabili così da svolgere le videoriprese senza essere individuati dall'utente. L'amministrazione di Ida Carmina ha firmato una delibera che consentirà quindi agli uffici di utilizzare le risorse derivanti dalla decurtazione del 30% dell'indennità di funzione di sindaco e assessori per acquistare le due telecamere mobili.


Recuperare il centro storico e rilanciare il turismo. È l'intento dell'amministrazione comunale di Sambuca di Sicilia che ha deciso di farlo mettendo in vendita il patrimonio comunale al prezzo simbolico di 1,00 euro. Si tratta di immobili acquisiti al patrimonio comunale che verranno alienati attraverso un'asta pubblica. La giunta comunale ha quindi deciso con propria delibera di procedere alla vendita di questi immobili, si parla di 17 unità edilizie, con l'impegno di chi acquista di ristrutturarli entro 3 anni.


L'amministrazione comunale di Ravanusa aderisce alla campagna nazionale Panchine Rosse che, proprio in questi giorni, vede condivisione in tante città italiane. ''La panchina rossa -ci dice l'assessore alla pubblica istruzione Marisabel Sciandrone- è uno dei simboli più rappresentativi della battaglia civile, culturale e pacifica che tutti insieme, istituzioni e cittadini, abbiamo il dovere di compiere soprattutto per le donne di domani''. ''Penso -dice- che il modo migliore per dare significato a una festa che, purtroppo, si è ridotta a puro consumismo, sia quello di rivolgere l'attenzione su realtà vergognose come femminicidio e violenza di genere che, per il semplice fatto di essere donne, tante, troppe, di noi si trovano a subire. Ho scelto -continua- di coinvolgere il Liceo Saetta Livatino perché penso che dobbiamo educare e sensibilizzare in primis le nuove generazioni ponendoci seri interrogativi sulle cause, da ricondursi anche a una crisi di valori morali ed educativi, che sta determinando un venir meno del rispetto e della dignità sociale e una forma di emergenza sociale''. L'inaugurazione della Panchina Rossa sarà dopodomani, venerdì, alle ore 12.00 in viale Lauricella, di fronte al Liceo. Prima, alle ore 10.00, il convegno sul femminicidio. A partecipare alla giornata il sindaco Carmelo D'Angelo, l'assessore Marisabel Sciandrone, il dirigente scolastico Adriana Letizia Mandracchia e due mamme di due ragazze vittime di violenza.


Sarà presentato dopodomani venerdì 13 aprile il nuovo libro della scrittrice Antonella Vinciguerra dal titolo: ''Fimmini''. Nel libro viene narrato un mondo a misura d'uomo dove le fimmine lottano per conquistare il loro spazio, mantenendo intatta la bellezza e attingendo alla loro saggezza innata. Forti come leonesse e fragili come cristalli, affrontano i pericoli della quotidianità come testimoni silenziose di passioni forti e contrastanti. L'appuntamento con la presentazione del libro ''Fimmini'' è per le ore 17.30 presso il Circolo Empedocleo di Agrigento. All'incontro, oltre all'autrice, interverranno diverse personalità che gravitano attorno al mondo culturale; il tutto reso ancor più gradevole da un accompagnamento musicale al pianoforte.


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