SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 10/04/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


166 anni fa la sua fondazione, ancora oggi uomini e donne si impegnano per questa divisa e per garantire ai cittadini sicurezza e serenità. ''Esserci sempre'', è questo il motto che oggi anche ad Agrigento ha dato vita alla celebrazione del 166esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato. L'evento si è svolto presso la villa Bonfiglio del capoluogo agrigentino. Un posto denso di significato e di memoria, in quanto al suo interno sorge il monumento ai caduti della Grande Guerra, conclusasi 100 anni fa, era il 1918. Anche questo è stato un altro tema molto presente nella cerimonia di stamani. Ovviamente non potevano mancare, in primis, gli uomini e le donne della Polizia. Hanno partecipato inoltre rappresentanti di associazioni civili e militari. Presenti anche le principali autorità civili e militari della provincia, tra questi anche il cardinale Francesco Montenegro. Ad aprire la manifestazione gli onori al Questore di Agrigento, Maurizio Auriemma, e al Prefetto Dario Caputo. È stata poi la volta della lettura dei messaggi scritti in occasione del 166esimo anniversario della Polizia di Stato, il primo è stato quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A prendere la parola è stato poi il Questore Auriemma, che ci ha tenuto a ringraziare i presenti e quanti collaborano costantemente con la Polizia. Un sentito ringraziamento il Questore lo ha rivolto ai propri uomini e alle proprie donne e anche a chi è in procinto di cambiare sede o andare in pensione per limiti d'età. Auriemma ha voluto ricordare anche gli agenti che hanno dato la propria vita per svolgere un servizio a favore della cittadinanza e i vari settori dove la Polizia oggi è impegnata. Uno dei momenti più emozionanti della celebrazione sono state poi le premiazioni, tra lodi, encomi, promozioni per merito straordinario e medaglie al valor civile; una ventina in tutto. Gli agenti della Polizia di Stato ogni giorno si impegnano sul campo insieme alle altre forze dell'ordine. Proprio la loro disponibilità e la loro collaborazione, ha precisato il prefetto di Agrigento Dario Caputo, sono la risposta alle richieste dei cittadini in termini di sicurezza. A concludere la cerimonia è stato un momento musicale a cura delle scolaresche, con le quali Questore e Prefetto non hanno voluto rinunciare a scattare una foto di gruppo.


Raid senza precedenti quello vissuto l'altra notte a Licata. Sono state spaccate le vetrate di due farmacie, di una gioielleria e di un bar siti nel centro storico e incendiati un portone di un palazzo e un'autovettura. I danni sono ingenti. I carabinieri della locale Compagnia hanno avviato serrate indagini. Sono già state acquisite le immagini degli impianti di videosorveglianza dei negozi. Sull'accaduto è intervenuta il commissario straordinario del Comune Maria Grazia Brandara. ''Licata -ha scritto Brandara- ieri notte è stata violata, offesa, ferita. Saranno mie elucubrazioni ma sembrerebbe che ci sia qualcuno che voglia che questa città viva un continuo stato di emergenza; un continuo stato d'ansia''. ''Il tutto idoneo -dice il commissario- a mortificare e a propagandare una falsa immagine di una città che nella realtà è una delle più belle realtà della Sicilia con un prezioso quanto raro patrimonio naturale, storico ed umano. E questo mi fa molta rabbia -continua- e più che a me credo ne faccia ai cittadini onesti di questa città''. Nell'esprimere ferma condanna, la Brandara auspica che le forze dell'ordine siano adeguatamente potenziate e dotate di tutti gli strumenti necessari a individuare gli autori e ''a reprimere ogni atto che offenda la pacifica convivenza civile''.


Il tribunale di Agrigento condannava l'Asp di Agrigento a un cospicuo risarcimento danni per una presunta colpa medica durante la nascita di un bambino all'ospedale di Canicattì. Adesso la Corte d'Appello di Palermo accoglie il ricorso dell'Asp e sospende la condanna. La sentenza di primo grado faceva riferimento a quanto accaduto nell'agosto del 2005 nel reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Canicattì. Nello specifico, secondo la parte accusatoria un nascituro durante il parte riportò danni cerebrali gravi e irreversibili a causa di una presunta condotta negligente e poco prudente dei medici. L'Asp di Agrigento era stata condannata a risarcire oltre 860mila euro, più un vitalizio mensile di circa 670 euro. La Corte d'Appello di Palermo ha valutato la fondatezza delle difese espresse dall'Asp di Agrigento con riferimento sia ad alcuni aspetti tecnico-scientifici evidenziati nel ricorso sia a particolari profili giuridici sostenuti dalla recente giurisprudenza della Suprema Corte.


Pensava di averla fatta franca dopo aver sfilato il portafogli a un 67enne empedoclino. Parliamo di una 37enne del posto, già nota alle forze dell'ordine, che è stata arrestata dai carabinieri della locale Stazione. Secondo i militari che hanno ricostruito la vicenda, la donna si sarebbe approfittata della disponibilità dell'uomo a darle un passaggio in auto per poi rubargli il portafogli con all'interno 400 euro in contanti. Grazie alla tempestiva telefonata al 112 dell'anziano e alla descrizione delle sembianze della donna, i militari poco dopo l'hanno rintracciata lungo via Roma. Nel corso della immediata perquisizione, è saltata fuori la refurtiva e sono quindi scattate le manette ai polsi della 37 enne con l'accusa di ''furto aggravato''. L'Autorità Giudiziaria ha disposto gli arresti domiciliari, in attesa del giudizio con rito direttissimo.


''Da domani la mia famiglia ed io non avremo più la protezione da parte dello Stato''. A scriverlo ieri, con un post sui social, è stato il testimone di giustizia Ignazio Cutrò, l'imprenditore bivonese che con le sue testimonianze fece condannare diversi mafiosi. Una mancanza di protezione che certamente preoccupa Cutrò, specie dopo aver sentito recentemente alcune intercettazioni dove appunto si parlava di lui. ''Eppure -ha scritto Cutrò- i carabinieri circa due mesi fa hanno arrestato alcune persone che - intercettate - dicevano: ''Appena lo Stato si stanca... che gli toglie la scorta poi vedi che poi...''. ''Da domani -scriveva ieri Cutrò- non ci sarà più la protezione che avevamo io e la mia famiglia perché secondo l'Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza Personale del Ministero dell'Interno e il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, che fa capo alla Prefettura di Agrigento, io non sono più in pericolo di vita. Eppure -dice- le intercettazioni sono state pubblicate poco tempo fa. Eppure le scarcerazioni sono avvenute poche settimane fa''. ''Mai -conclude Cutrò- avrei immaginato di ritrovarmi da solo adesso, in questo momento. Sembra essere tornati a dieci anni fa, quando ho iniziato questa battaglia. Quando avevo paura di restare da solo sul ring contro un avversario troppo forte per me. Ma oggi lo Stato mi ha abbandonato su quel ring. E non mi resta -conclude- che attendere e pregare per me e la mia famiglia''.


''Sono le parole sconfortate di Ignazio Cutrò che si possono leggere sulla sua pagina personale di Facebook! Per noi, Ignazio Cutrò, in tutti questi anni è stato un simbolo, il simbolo di una Sicilia che rialza la testa, di un Imprenditore che ha deciso di non sottostare al ricatto mafioso ed è diventato ''testimone di giustizia''. Sono queste le parole di Massimo Raso segretario generale della CGIL. ''Le recenti intercettazioni lette sui giornali dell' operazione Montagna -scrive Raso- ci hanno dato conferma di come ''la mafia non dimentica''. Noi non abbiamo le informazioni che ovviamente solo gli organi di polizia possono avere circa i pericoli cui è sottoposta una persona, ma certo è che il segnale che arriva è davvero brutto e preoccupante e vorremmo che persone come Ignazio Cutrò debbano essere sicure e che, per questa via, altri Imprenditori possano seguirne l'esempio''. Infine Raso lancia un appello a chi di competenza: ''Per queste ragioni -conclude- vi chiediamo di rivedere questa decisione per tornare ad assicurare a Cutrò e alla sua famiglia quella tranquillità che hanno perduto''.


Proprio sulla notizia della mancata protezione all'imprenditore bivonese Ignazio Cutrò si registra l'intervento del Prefetto di Agrigento, dott. Dario Caputo. Nel tg l'intervista.


Il Tribunale del Riesame ha revocato il provvedimento di sequestro e dunque niente più sigilli per il ''Posto di ristoro'', il famoso locale sito davanti al tempio di Ercole ad Agrigento. L'attività, alla fine dello scorso mese, aveva temporaneamente chiuso i battenti in quanto la Digos della Questura di Agrigento aveva provveduto al sequestro del locale su provvedimento del gip Alfonso Malato e su richiesta del pm Salvatore Vella. L'inchiesta della procura ipotizzerebbe per i titolari del Posto di ristoro il reato di invasione di area demaniale in quanto, dopo il passaggio alla Regione, l'ente avrebbe negato il rinnovo della concessione ed emesso un ordine di rilascio dell'immobile confermato dal Cga da quattro anni. Come detto, il Riesame ha adesso accolto la tesi della difesa dei gestori del Posto di ristoro e disposto il dissequestro. In sostanza gli avvocati Giancarlo Noto e Giovanni Sciangula hanno sostenuto come i loro assistiti non abbiano invaso nessuna area demaniale e che dal 1999 ad oggi hanno sempre versato i canoni allo Stato.


La tassa dei rifiuti, per i residenti di Favara Ovest, non va pagata ad Agrigento e nemmeno a Favara. È questo, in sintesi, il parere del coordinatore del Libero Consorzio di Agrigento della Kosumer Sicilia, avv. Giuseppe Di Miceli, che, con una nota inviata ai sindaci di Agrigento e Favara, nonché ai residenti nel territorio di ''Favara OVEST e/o Agrigento EST'', motiva così la sua affermazione. Di Miceli cita un verbale risalente al 18 luglio del 2005, stilato dopo avere sentito l'allora prefetto di Agrigento e contenuto anche in una Delibera di Giunta del Comune di Favara, che - ricostruisce l'avvocato - riguarda la consegna delle Opere Pubbliche, realizzate nel territorio di Favara Ovest, dal Comune di Agrigento al Comune di Favara. La consegna, particolare molto importante, non avrebbe nulla a pretendere da parte dei due Comuni interessati. ''Tali opere pubbliche - scrive il coordinatore Konsumer - all'epoca dei fatti erano lasciate in stato di abbandono''. Insomma, secondo Di Miceli, Agrigento, inteso come ente, non aveva adeguato personale per garantire la manutenzione del posto mentre Favara ''a titolo gratuito'' si impegnava a prendersene cura. Dunque, ''preso atto che nel verbale del 18 luglio 2005 il Comune di Agrigento - aggiunge Giuseppe Di Miceli - dichiarava di non essere in grado di effettuare alcun servizio nella zona di Favara Ovest e che il Comune di Favara si impegnava a prestare i servizi in argomento, nulla risulta dovuto ai due comuni a titolo d'imposta dai residenti in zona Favara Ovest''. La Konsumer pertanto invita l'ente agrigentino a revocare gli accertamenti TIA e a non procedere alla riscossione coattiva, il Comune di Favara a rimborsare quanto ''indebitamente riscosso'' per questa imposta e i residenti di Favara Ovest a ''presentare istanza di rimborso al Comune di Favara dell'imposta versata per il servizio di raccolta rifiuti, onde evitare la prescrizione del diritto alla restituzione''. Inoltre, aggiunge il coordinatore Konsumer, da più parti è stato chiesto più volte alle due amministrazioni locali di emettere un provvedimento, ad oggi non ancora emesso, che facesse chiarezza a chi dei due Comuni interessati andassero questi tributi. Il sospetto paventato dalla Konsumer è quindi che il non volere decidere sulla questione potrebbe avere un interesse economico, per entrambe le parti, di ''quadratura del bilancio''.


Anche una folta delegazione di forestali, personale dell'Esa e dei Consorzi di Bonifica dell'agrigentino parteciperà domani a Palermo alla manifestazione regionale indetta dalle organizzazioni sindacali di categoria. ''La manifestazione nasce -scrivono Giuseppe Di Franco della Flai Cgil, Gero Acquisto della Uila Uil e Filippo Bartolotta della Fai Cisl- perché dopo 5 mesi i vari confronti con il Governo della Regione non hanno prodotto nessun atto legislativo e amministrativo volto ad affrontare le tante criticità che affliggono i comparti: Forestali, Esa e Consorzi di Bonifica''. Il concentramento è in piazza Marina dove poi si muoverà un corteo lungo corso Vittorio Emanuele fino a raggiungere p.zza Indipendenza dove si svolgerà il comizio dei Segretari Generali Regionali di Flai, Fai e Uila. Da Agrigento partiranno 9 autobus più alcune autovetture.


Sarà consegnato domenica prossima 15 aprile alla città di Ravanusa dall'associazione ''Amici del cuore'' insieme a ''Live onlus'' il secondo defibrillatore acquistato tramite l'iniziativa del calendario ''Batticuore 2018''. La consegna avverrà in piazza Zagarrio alla presenza delle autorità locali e del sindaco Carmelo D'Angelo. La cittadinanza ravanusana è invitata a partecipare.


Promuovere il Palazzo dei Filippini, sede della Pinacoteca comunale, e il Giardino della Kolimbetra di Agrigento attraverso un accordo d'interesse turistico, un unico ''Viaggio della bellezza''. È questo quanto voluto e ufficialmente sottoscritto ieri all'ex Collegio dei Filippini dall'amministrazione comunale di Agrigento e dal Fai-Giardino della Kolimbetra. Nel Palazzo dei Filippini, infatti, è racchiuso gran parte del patrimonio artistico della città dei templi con le opere di vari autori dell'Ottocento e del Novecento tra cui la Collezione Sinatra su monumenti e vedute agrigentine e siciliane in genere, realizzate da Francesco Lo Jacono e da diversi altri paesaggisti. In diverse opere della Collezione è raffigurato il giardino che attornia i templi nella zona archeologica, quello stesso giardino oggi gestito dal Fai e che ogni anno è visitato da migliaia di persone. Ecco dunque cosa si intende fare: far visitare la Collezione e poi spostarsi direttamente nella Valle per visitare il giardino degli dei.


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