SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 03/04/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


Da qualche mese parte del sito della Scala dei Turchi, a seguito di un cedimento di alcuni massi di calcarenite venuti giù dalla parte sommitale del terrazzo marino, è stata chiusa al pubblico. Dalla metà dello scorso dicembre la zona è stata interdetta con la sistemazione - a valle - di uno steccato posto a delimitare la parte interdetta. Adesso nuove transenne sono state collocate anche a monte del sito. ''Ci siamo accorti che era stato realizzato, a causa del passaggio delle persone, una sorta di viottolo lungo la collinetta - spiega il sindaco di Realmonte Calogero Zicari -. Abbiamo subito fatto installare anche le transenne nella parte alta''. Questa parte della Scala dei Turchi, causa rischio caduta massi, è ''off limits'' e a stabilirlo sono due ordinanze, una da parte del sindaco e l'altra della Capitaneria di Porto di Porto Empedocle che ha fatto divieto di accedere anche nel tratto di mare all'altezza dell'area chiusa. Intanto, però, sembra che ci sia chi non rispetta le regole. Questo, almeno, secondo quanto denunciato dall'associazione MareAmico Agrigento che, fornendo a supporto della propria tesi un video amatoriale, mostra molte persone intente a superare i limiti dell'area interdetta. ''In assenza di controlli - scrive il responsabile di MareAmico, Claudio Lombardo - migliaia di turisti hanno invaso l'area aggirando la staccionata che ne dovrebbe impedire l'entrata''. Intanto, che vengano rispettati o meno, i divieti per la Scala dei Turchi rimangono e viene da chiedersi se ci saranno ancora all'inizio della stagione estiva. Il progetto per la messa in sicurezza del posto e dunque per la sua riapertura, realizzato dalla Protezione civile regionale, sarebbe pronto. ''Giorno 16 aprile - avrebbe detto il sindaco Zicari - abbiamo il primo tavolo tecnico con la Soprintendenza e il Genio civile per l'approvazione. Si tratta di un progetto da 330mila euro. Non credo - avrebbe aggiunto Zicari - che riusciremo a rendere fruibile l'area entro l'estate. Ci sono passaggi formali da rispettare e c'è anche da trovare i fondi, 330mila euro appunto, per realizzare i lavori''. Il primo cittadino di Realmonte precisa che prima di ogni cosa bisogna pensare alla sicurezza. Se non si dovesse riuscire a garantirla, si concretizzerà la possibilità che questa estate la Scala dei Turchi, piuttosto che fare da meta turistica per bagnanti e amanti del mare, rimarrà uno splendido paesaggio da ammirare a debita distanza.


È stato freddato con tre o quattro colpi di pistola calibro 7,65 a distanza ravvicinata, nel giorno di Pasquetta. Parliamo del 61enne imprenditore licatese Angelo Carità. L'uomo è stato trovato morto all'interno della sua vecchia Fiat Uno di colore verde. A trovarlo senza vita all'interno dell'abitacolo dell'auto la moglie che, non vedendolo rientrare per il pranzo, si è recata nel loro appezzamento di terreno, nei pressi di via Palma. Inutili i soccorsi, gli operatori del 118 non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell'uomo. Sanitari che invece hanno soccorso la moglie della vittima che, dopo aver visto il marito esanime, era stata colta da malore. Sul posto anche i carabinieri della compagnia di Licata e quelli del reparto operativo del Comando provinciale che hanno avviato le indagini. Sentiti già i parenti e conoscenti di Carità. Audizioni che sono servite per ricostruire gli ultimi spostamenti e periodi di vita del 61enne. Nella zona di via Palma, che immette nella stradina interpoderale dove è avvenuto il delitto, non vi sarebbero telecamere. Servirà dunque più tempo agli investigatori per acquisire elementi che possano indirizzarli sulla giusta strada. La cosa che sembra essere scontata è che il killer conoscesse gli spostamenti dell'uomo e che gli abbia teso un autentico agguato, sparandogli alla testa e alle spalle. La Procura di Agrigento ha già aperto un fascicolo d'inchiesta, titolare la dott.ssa Simona Faga. Nelle prossime ore l'autopsia sul corpo del licatese. Ricordiamo che Angelo Carità venne arrestato per l'omicidio di Giovanni Brunetto, trovato sotterrato in un appezzamento di terreno di Canicattì. Di Brunetto non si ebbero più notizie dal 7 maggio del 2013 e venne ritrovato morto cinque mesi dopo, ovvero il 29 ottobre dello stesso anno. Carità venne condannato dalla Corte d'Assise di Agrigento all'ergastolo, ma poi scarcerato per decorrenza dei termini.


Controlli dei carabinieri nel fine settimana nell'agrigentino. In poche ore circa 100 carabinieri hanno effettuato 20 posti di blocco e identificato oltre 250 persone. Sono state elevate una trentina di sanzioni, in particolare per guida pericolosa e senza indossare le cinture di sicurezza, uso del cellulare alla guida e mancata copertura assicurativa. In due casi è scattata anche la denuncia per guida in stato di ebbrezza. Sono state ritirate cinque carte di circolazione e altrettanti i mezzi sequestrati. A Sciacca un tunisino 33 enne è stato trovato in possesso di dieci dosi di hashish pronte per la vendita al dettaglio e pertanto è stato arrestato in flagranza di spaccio di sostanze stupefacenti. A Raffadali è stato arrestato un 29 enne, bracciante agricolo, sorpreso dai carabinieri in flagranza per aver violato la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e, per lo stesso motivo, stessa sorte è toccata a un favarese, 60 enne, sorpreso dai militari della Tenenza di Favara. I due, al termine degli accertamenti, sono stati ristretti agli arresti domiciliari, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.


Approfittando dell'assenza dei proprietari, si sarebbero intrufolati all'interno di una abitazione per compiere un furto. Parliamo di un romeno e un italiano che sono stati arrestati dai poliziotti. Il fatto è avvenuto la sera del 31 marzo scorso a Canicattì. I poliziotti sono riusciti anche a recuperare la refurtiva: denaro contante e gioielli.


Presto si dovrebbe riprendere la lotta al mattone abusivo nel comune di Palma di Montechiaro. È definitiva l'aggiudicazione della gara d'appalto per la demolizione degli immobili abusivi della città del Gattopardo. I primi interessati dalle ruspe però potrebbero non essere i 15 immobili inseriti nell'elenco fornito dalla Procura, a causa della revoca del protocollo d'intesa. Non sono da escludere dunque altri criteri che potrebbero essere scelti per decidere quali saranno le strutture da distruggere e radere al suolo. L'aggiudicazione dei lavori di demolizione, già lo scorso ottobre, era stata affidata dal Libero consorzio comunale alla ''Compat Scarl''. L'impresa aveva offerto un ribasso di poco superiore al 36,75 per cento, per un importo netto di 102.739,07 euro. A questi vanno aggiunti 8.550 euro per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso, per un importo contrattuale di 111.289,07 euro. Il tutto all'indomani dell'avviso a comparire firmato dalla Procura della Repubblica di Agrigento nei confronti del sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino, indagato per le ipotesi di reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rifiuto di atti d'ufficio e abuso d'ufficio. Alla fine dello scorso febbraio poi per Castellino giunse l'avviso di conclusione delle indagini. Il primo cittadino palmese, eletto alle amministrative dello scorso giugno, non avrebbe proseguito con le demolizioni degli immobili abusivi nonostante le numerose ''esortazioni'' a procedere e sarebbe accusato di avere ostacolato in questo l'attività dei funzionari pubblici addetti all'Utc. Il sindaco non avrebbe dunque continuato con l'opera iniziata dal commissario straordinario Antonio La Mattina, che precedentemente alle elezioni aveva preso il posto dell'ex primo cittadino palmese Pasquale Amato e previsto dei fondi in bilancio da destinare alla lotta al mattone abusivo.


Ad Agrigento chi non rispetta i giorni e gli orari di conferimento dei rifiuti differenziati o chi se ne sbarazza buttandoli per strada, creando delle vere e proprie discariche, viene beccato e multato. Proseguono senza sosta i controlli da parte della Polizia Municipale di Agrigento. Nei giorni scorsi una ventina di incivili sono stati individuati e multati dagli agenti. Si parla di sanzioni da 600 euro ciascuna. Molti sono stati beccati grazie alle telecamere.


Stagione nuova ma problemi vecchi. Ancora una volta nel giorno di Pasquetta il lungomare di San Leone è stato invaso da venditori di merce contraffatta che hanno piazzato capi d'abbigliamento sui marciapiedi. Oltre a questo anche venditori di bibite, alcolici e prodotti alimentari con tanti di gruppi elettrogeni al seguito. A denunciare tutto ciò il presidente Provinciale di Confcommercio Francesco Picarella. Di questi aspetti e della vendita senza controllo di alcolici, pure a minori, nei pressi della Valle dei Templi, si discuterà venerdì prossimo in un incontro convocato dal Questore di Agrigento, Maurizio Auriemma. Punto all'ordine del giorno è: ''La stagione estiva 2018 e le attività dei pubblici esercizi''. All'incontro in questura, promosso da Confcommercio Fipe, prenderanno parte anche il comandante della Polizia Municipale e un rappresentante della giunta comunale. ''Chi compra prodotti contraffatti - ricorda il presidente provinciale di Confcommercio - non solo va incontro a pesanti sanzioni, ma danneggia lo Stato con la puntuale evasione fiscale perpetrata da questi venditori e alimenta la malavita, considerato che dietro gli abusivi ci sono spesso organizzazioni criminali che creano un danno sociale indescrivibile ai commercianti onesti che pagano le tasse e rispettano le regole. Per questo motivo Confcommercio Agrigento - conclude Picarella - chiederà ai massimi esponenti di polizia di intensificare i controlli per stanare i venditori abusivi.''


Sarebbe stato ''pizzicato'' mentre stava danneggiando i distributori automatici di snack e bevande posizionati all'interno della scuola De Amicis di Canicattì per rubare i pochi spiccioli che vi erano nelle cassette. Parliamo di un 19enne romeno che è stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri. Dovrà rispondere di danneggiamento e furto aggravato.


Sarà presentato dopodomani giovedì 5 aprile alle ore 9.30 il libro ''Giselda Castellana di Naro'' scritto da Anita Anesa, ormai alla sua quarta fatica letteraria. Il romanzo verrà presentato proprio al Castello dove Giselda è morta imprigionata nel secolo XII e dove si dice ancor oggi aleggi il suo fantasma. Per l'occasione verrà esposto nella sala-conferenze, luogo di presentazione del libro, anche il pannello, dipinto a mano da Gero Verde, in cui è raccontata in otto sequenze con disegni e didascalie la storia di Giselda.


Per tutto questo tempo sono rimasti fedeli e innamorati, hanno condiviso gioie e sfide, hanno di fatto rinnovato giorno per giorno - nella vita quotidiana - quel ''sì'' emozionato pronunciato tanto tempo fa. Sono i coniugi favaresi Giuseppa Matina e Gerlando Sciortino, il cui matrimonio ieri ha spento le 59 candeline. Erano gli anni '50 quando Sciortino, un fortunato giorno, vide lei mentre stava andando a messa insieme alla madre. Fu solo uno sguardo ma tanto bastò al giovane per innamorarsi di Giuseppa Matina. Lui andò dunque dai parenti di lei per chiedere la sua mano e, dato che anche a lei la cosa piaceva, ai due fu acconsentito il fidanzamento e poi il matrimonio. Era il 2 aprile del 1959 quando i fidanzati divennero sposi. Il matrimonio fu celebrato presso la Chiesa del Transito, la stessa dove poi rinnovarono le promesse 50 anni dopo. Adesso i coniugi Sciortino e Matina, 86 anni lui e 81 anni lei, vantano una bella famiglia composta da 4 figli e 6 nipoti. Gli stessi ci riferiscono come i nonni siano fedeli telespettatori di SiciliaTv. Insieme ai parenti, ieri, gli sposi hanno festeggiato questi 59 anni di matrimonio che hanno suggellato un'unione duratura nel tempo. Ai signori Giuseppa Matina e Gerlando Sciortino vanno i migliori auguri di amici, familiari e parenti e a questi si aggiunge un sentito augurio da parte di SiciliaTv.


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