SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 31/03/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


''Il dado è tratto, almeno per me. Bisogna dare uno stop politico a questa sindacatura, senza aspettare sentenze da altri enti''. Sono queste le parole della consigliera comunale di Agrigento del M5S Marcella Carlisi che ha depositato la proposta di sfiducia al sindaco Lillo Firetto. ''I cittadini -dice Carlisi- chiedono la sfiducia. Ormai hanno mangiato la foglia, sono pentiti di averlo votato. Ora tocca ai Consiglieri, faccio un appello accorato per raccogliere le firme e staccare la spina''. Per la consigliera Carlisi il programma presentato dal sindaco Firetto non è stato perseguito. ''La stampella del protagonismo civico -scrive in una nota- non può reggere un Comune. Tanti errori: dal piano della cartellonistica, ancora sospeso, alla mancata progettazione del sistema della raccolta differenziata che sta creando non pochi disagi e sicuri danni alle tasche degli agrigentini''. Ricordiamo che Firetto venne eletto sindaco di Agrigento nel giugno del 2015 con un netto 59,01% di preferenze. Ottenne ben 16.594 voti. A distanza di quasi tre anni gli agrigentini lo rivoterebbero? Secondo la consigliera Carlisi no. ''In questi anni di scontro in Consiglio -dice la pentastellata- sono arrivate tante proposte per l'amministrazione esitate positivamente dall'aula, maggioranza compresa, ma bloccate dall'amministrazione incapace di recepire le proposte dei consiglieri e, dunque, anche per questo, impermeabile alle voci del popolo''. Insomma per la consigliera Carlisi occorre staccare la spina e firmare la sfiducia. ''Per farlo -dice- occorrono 12 firme. Oltre alla mia finora -conclude- c'è solo il collega di Sicilia Futura, Salvatore Borsellino, che aveva già manifestato mercoledì scorso la volontà di sfiduciare il sindaco''.


Si sarebbe limitato a riportare la richiesta dei pubblici ministeri Geri Ferrara, Alessia Sinatra e Claudio Camilleri ''senza alcuna autonoma valutazione''. E proprio per questo la richiesta dell'ordinanza cautelare in carcere per Raffaele Salvatore Fragapane è stata annullata per vizio di forma. A deciderlo il tribunale del Riesame di Palermo che ha accolto il ricorso del legale difensore di Fragapane, l'avv. Giuseppe Barba. Il gip Filippo Serio si sarebbe limitato a riportare ''senza alcuna autonoma valutazione'' la richiesta dei pm che ne chiedevano l'arresto per associazione mafiosa. Avrebbe fatto, per ampi tratti, ''copia e incolla'' rispetto alla richiesta della Procura di emissione del provvedimento. Il 40enne Raffaele Salvatore Fragapane di Santa Elisabetta era stato arrestato lo scorso 22 gennaio con l'accusa di essere stato un affiliato della famiglia del paese, seguendo le tradizioni della famiglia.


Detenzione ai fini di spaccio di sostante stupefacenti. È questa l'accusa con cui i carabinieri della Stazione di Agrigento hanno arrestato in flagranza un immigrato gambiano giunto in Italia da qualche mese. B.M., queste le iniziali del 19enne per il quale sono scattate le manette. Il giovane, ospite di una comunità alloggio di Agrigento, da qualche tempo aveva destato il sospetto dei militari con degli strani movimenti. Lo straniero, ricostruisce l'Arma Carabinieri, era infatti stato notato mentre si incontrava con alcuni ragazzi del luogo con fare guardingo. I carabinieri, volendo vederci chiaro, hanno deciso di pedinarlo per poi entrare in azione. Il fatto è avvenuto nei pressi di via Gallo. Secondo quanto fanno sapere i militari, il gambiano avrebbe tentato di far finta di nulla salvo poi arrendersi all'evidenza quando, nel corso della perquisizione, dalle tasche dei suoi pantaloni sarebbero saltate fuori una ventina di dosi di hashish. La droga, del peso di due etti, se venduta ''al dettaglio'', avrebbe potuto fruttare alcune centinaia di euro. Secondo i carabinieri, lo stupefacente era destinato alle aree della movida agrigentina. Intanto per il giovane sono appunto scattate le manette ai polsi. Lo stesso è stato posto a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.


Per motivi di ordine e sicurezza pubblica il questore di Agrigento Maurizio Auriemma ha disposto la chiusura temporanea di un esercizio pubblico di Palma di Montechiaro. Per 15 giorni, C.E., queste le iniziali del nome del proprietario di 36 anni, non potrà svolgere l'attività di somministrazione di alimenti e bevande poiché all'interno del locale si sono verificati nel tempo diverse liti tra gli avventori che ''usano stazionare - si legge nel provvedimento del Questore- nei pressi del bar per l'intero arco della giornata''. Per il questore inoltre il locale è frequentato da persone controindicate ed è immerso in un contesto sociale di soggetti con scarsa affidabilità circa l'ordine e la sicurezza pubblica.


''I luoghi colpiti dal Sisma del 1968 nel Territorio Belicino della provincia di Agrigento. Analisi e Proposte degli Architetti''. È questo il titolo dell'evento che si terrà il prossimo sabato 7 aprile al teatro Sant'Alessandro di Santa Margherita Belice. A organizzarlo l'Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento e la Fondazione Architetti nel Mediterraneo, col patrocinio di diversi comuni della zona, del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, in collaborazione con la Consulta degli Ordini degli Architetti della Sicilia, Ance Agrigento, Sicindustria, Università degli Studi di Palermo e gli Ordini degli Architetti delle province di Trapani e Palermo. L'evento di sabato prossimo è stato inserito nel programma del 50° anniversario del Terremoto del Belice del 1968. Stamattina, ad Agrigento, conferenza stampa di presentazione.


Momento di raduno e di raccoglimento intorno ai simulacri del Cristo morto e della Madonna ieri per la comunità cattolica favarese, in occasione della processione che tradizione vuole si tenga il venerdì che precede la domenica di Pasqua. Ieri sera, dopo l'arrivo al Calvario della teca in vetro che ha poi accolto la statua del Redentore, il messaggio è stato affidato a don Giuseppe Cumbo. Poi la statua del crocifisso è stata slegata dalla croce e, a cura della Confraternita della Santa Croce del Calvario, è stata deposta all'interno della teca. Da lì la processione per le vie della città. Ad accompagnare i due simulacri spinti a mano dai membri della Confraternita Santa Croce del Calvario, oltre ovviamente a numerosi fedeli anche con lumini alla mano, anche la banda musicale ''Giuseppe Lentini''. Presenti anche le autorità locali. A guidare la processione sono stati i sacerdoti della città. Durante il percorso non sono mancati momenti di preghiera e di canti, tra i quali il tradizionale ''Ah, sì versate lacrime''. Il corteo ha concluso in piazza Cavour, dove tanti presenti si sono aggiunti a quanti hanno seguito la processione. Di fronte alla Chiesa del Rosario, l'arciprete di Favara don Giuseppe D'Oriente ha tenuto l'omelia. Il messaggio dell'arciprete ha toccato anche temi ''caldi'' per la città dell'agnello pasquale, condannando i recenti fatti di violenza che tanto recano danno alla comunità favarese. Dopo l'omelia, il momento della tradizionale e attesa ''spartenza'', cioè l'estremo saluto disperato della madre, Maria, al figlio prima che questo venga deposto nel sepolcro. La statua di Gesù è stata quindi portata all'interno del Rosario e appoggiata sull'altare, venendo venerata dai fedeli. Anche oggi per la comunità cattolica è giorno di lutto e preghiera. Si è in attesa della domenica, quando Gesù risorgerà dai morti. SiciliaTv, ieri, ha seguito l'evento. I momenti salienti saranno mostrati e andranno in onda nel corso della programmazione al 287 o 777 del digitale terrestre.


Erano gli ultimi momenti della tradizionale spartenza del Venerdì santo a Favara, il momento che simula lo straziante saluto da parte della madre di Gesù che non vuole lasciare andare via il figlio morto all'interno della bara di vetro. È un avanti e indietro delle due immagini fissate ognuna su di un carrello e spinte a mano dai portatori per farle avvicinare e allontanare. La banda suona, alla Madonna come sempre viene fatta indossare la corona quando, durante le fasi della spartenza, l'ornamento regale cade giù per la prima volta. La corona viene fatta adagiare nuovamente sul capo della statua. Passano pochi minuti, si continua con l'avanti e indietro, la corona cade per la seconda volta e rompe la mano destra della Madonna. Che è successo? Dice qualcuno… Non è mai capitato. Cosa vorrà dire? Sarà un avvertimento di sciagura dice qualcun altro! La spartenza intanto termina così, la banda completa il tradizionale brano musicale e immediatamente si cerca di sanare il sanabile. Mentre si cerca di riattaccare l'arto alla statua, il decano della Confraternita della Santa Croce del Calvario, Rosario Sutera Sardo, ci dice perché ciò è successo. Il problema, ci mostra, è stato causato dalla pavimentazione della piazza. I mattoni non sono stabili, si muovono, e percorrendoli hanno fatto perdere stabilità al carro spinto dai portatori. Intanto la mano è stata riattaccata. Riporta uno sfregio. Un dito, l'indice, è stato riagganciato con del nastro adesivo…. Manca l'anulare che è stato intanto consegnato all'arciprete di Favara, don Giuseppe D'Oriente. Penserà lui al da farsi. Che accadrà adesso? Cosa vuol dire ciò? Hanno continuato a chiedersi! Nulla… è solo una statua,. I veri cristiani sanno che quella alla fine è solo una immagine che riproduce una figura femminile. E poi i veri cristiani non credono alla superstizione. E questa poi non è nemmeno la prima volta che accade … Un avvenimento simile, sempre nel corso di una processione per il Venerdì santo, è accaduto pure a Barrafranca, in provincia di Enna, proprio l'anno scorso. Il fercolo del crocificco ha colpito un cavo del telefono e si è spezzato lasciando attonite le centinaia di fedeli che partecipavano alla processione. Ma dopo un anno stanno tutti bene. Anche a Valencia, in Spagna, diversi anni fa, al rientro da una processione, dentro la chiesa, una statua portata a spalla cade a terra e si rompe. Urla, paura e angoscia per i presenti in chiesa…. Ma anche a Valencia stanno tutti bene!


Intanto oggi tradizionale scambio di auguri pasquali tra gli operatori dell'informazione agrigentina e il card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento. ''Agrigento deve risorgere'' è il messaggio di augurio che il card. Montenegro ha ribadito attraverso i microfoni della stampa locale. Nel tg di oggi il messaggio del card. Montenegro.


È il Palacongressi del Villaggio Mosè, finalmente riaperto da qualche settimana, a ospitare il 32esimo incontro regionale siciliano dei giovani credenti di fede evangelica che aderiscono alle chiese ADI. Saranno circa un migliaio ad affollare oggi, domani e dopodomani le sale della bella struttura agrigentina. Un ritorno a dire il vero. La sede era stata già utilizzata per questo tipo di raduni per qualche anno, poi la chiusura per inagibilità del Palacongressi comportò lo spostamento del luogo dello svolgimento. Da quest'anno il ritorno. Sono circa 500 i giovani che, provenienti da tutta la Sicilia, pernotteranno, pranzeranno e ceneranno per questi tre giorni nelle strutture alberghiere e ristorative della zona agrigentina, dando linfa economica soprattutto ad alberghi, bar e ristoranti. L'arrivo dei partecipanti è già cominciato. Il programma dei tre giorni organizzato dal Comitato di Zona delle Chiese ADI prevede l'inizio alle ore 18 con un culto di Risveglio. Domani, domenica, dopo la colazione, si ricomincia alle 10 con un altro culto e alle 11 con uno studio biblico. Nel pomeriggio si ritorna alle ore 16 per continuare le attività. Il culto serale di domenica è alle 18. Stessi orari per la giornata di lunedì. Solo il culto serale viene anticipato alle 17 per permettere un più agevole rientro a tutti. Relatore degli studi biblici e predicatore ai culti serali è il Pastore della chiesa evangelica di Portici (Na), Aniello Esposito. Il tema dell'incontro è: ''Ora è il tempo di agire'' (2 Samuele 3:18).


Fine di questa edizione di SICILIA TV NOTIZIARIO
Visiona un altro tg
Pubblicità
Stampa
Home Page
Le edizioni del Notiziario sono curate dalla redazione giornalistica di Sicilia TV