SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 21/03/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


140 chili circa di prodotto ittico sequestrato e diverse sanzioni per un totale di 12mila euro. Sono questi i risultati di un'attività congiunta tra i militari della Capitaneria di porto - Guardia Costiera di Porto Empedocle e il personale della Polizia Stradale di Agrigento. Il pescato, fanno sapere dalla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, è stato confiscato a causa della mancanza della documentazione necessaria ad attestarne la tracciabilità. Per lo stesso motivo - mancanza di tracciabilità - l'attività dei militari e degli agenti ha portato all'elevazione di 4 sanzioni per complessivi 6mila euro; 2 sanzioni amministrative - per un totale di 2mila euro - sono scattate per ''mancanza di autorizzazione sanitaria del mezzo'' e altre 2 multe per ''mancanza delle procedure di autocontrollo HACCP'', per un totale di 4mila euro. Infine sono state accertate tre violazioni amministrative per mancanza dei documenti del mezzo. La Capitaneria di porto di Porto Empedocle inoltre è stata recentemente impegnata in un'altra attività svolta sull'intero territorio di giurisdizione dei militari della Guardia Costiera. Circa 60 i chili di prodotto ittico confiscati; il pescato, a seguito di una ispezione effettuata dai veterinari dell'Asp di Agrigento, è stato dichiarato non idoneo al consumo umano per l'impossibilità di verificarne la provenienza e pertanto è stato destinato alla distruzione. Il titolare di un'attività commerciale è stato deferito all'Autorità Giudiziaria, fa sapere la Capitaneria di porto, perché deteneva prodotti ittici surgelati in cattivo stato di conservazione.


È stata scoperta stamane la targa di intitolazione del palazzo sede della Questura di Agrigento all'agrigentino Commissario Capo Beppe Montana, il capo della sezione ''Catturandi'' della Squadra Mobile di Palermo che il 28 luglio del 1985 fu barbaramente ucciso a Porticello, in un vile agguato mafioso. L'occasione dell'intitolazione non poteva essere migliore in quanto oggi, 21 marzo, si celebra la ''giornata nazionale delle vittime di mafia''. La cerimonia è stata solenne e si è svolta alla presenza delle più alte cariche civili, militari e religiose della provincia e non solo. Presente anche il Capo della Polizia - nonché direttore generale della pubblica sicurezza - Prefetto Franco Gabrielli che ha voluto onorare con la sua presenza questo momento tanto importante e significativo per gli agenti della Polizia di Stato. Alla giornata commemorativa ovviamente non poteva mancare anche il Questore di Agrigento Maurizio Auriemma. La manifestazione, inoltre, ha visto la viva partecipazione anche dei familiari di Beppe Montana e di studenti degli istituti superiori del capoluogo e di alcuni comuni della provincia. L'evento ha avuto inizio presso lo spazio ''Temenos'', non molto distante dalla Questura, con un momento di ricordo di Beppe Montana. Numerosi gli interventi da parte di varie autorità, ma anche dei familiari stessi del funzionario e di scolari che hanno letto dei brani sul tema. L'ultimo intervento è stato quello del Capo della Polizia Franco Gabrielli. Ci si è poi spostati presso la Questura per il momento principale, la scopertura e la successiva benedizione della targa marmorea intitolata a Beppe Montana. Intanto, nell'atrio della Questura, le Poste Italiane hanno proceduto all'annullo filatelico di un francobollo dedicato al poliziotto che diede la propria vita per la lotta alla mafia. Infine, sempre in piazza Vittorio Emanuele, ai piedi di una magnolia piantumata dal Comune di Agrigento in ricordo delle vittime di mafia, idealmente legata all' ''albero falcone'', è stato scoperto, da parte di due studenti, un cippo ove è stata apposta una targa recante la significativa frase di Peppino Impastato ''La mafia uccide, il silenzio pure''. La manifestazione, e tutti i presenti alla stessa, hanno dato un chiaro messaggio di legalità e di ripudio di una realtà mafiosa che, seppur presente nel nostro territorio, non smette mai di essere contrastata da civili e organi di giustizia, come fece allora Beppe Montana.


4 anni e 2 mesi di reclusione per il favarese Antonio Bellavia, 44 anni, e anche per il cugino Calogero Bellavia, 27 anni. È questa la condanna chiesta ieri - davanti al giudice del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto - dal pm Simona Faga per i due favaresi che lo scorso giugno vennero arrestati e portati in carcere. L'accusa è quella di detenzione e porto illegale di arma clandestina e munizioni e di ricettazione. Antonio e Calogero Bellavia furono fermati dai carabinieri a bordo di un'auto mentre stavano percorrendo via Che Guevara, a Favara, e ritrovati in possesso di una ''Taurus'' e di una ''Smith E Wesson'' con matricola abrasa. Per i due il processo si sta svolgendo con rito abbreviato, il pm Faga ha dunque chiesto ieri la condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione. Il prossimo 17 aprile sarà la volta dell'arringa della difesa e poi si attenderà la sentenza del giudice.


Avrebbe cercato di convincere la moglie a non lasciarlo e lo avrebbe fatto con la violenza dandole pugni e schiaffi e pare anche minacciandola di morte e di suicidarsi. Parliamo di un 40enne di Sant'Angelo Muxaro che è stato rinviato a giudizio dal Gup del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto su richiesta del Pm Simona Faga. Per il 40enne l'accusa è di stalking con l'aggravate di avere commesso il fatto ai danni della moglie seppure in fase di separazione. La donna, residente ad Aragona, che si è costituita parte civile con l'assistenza dell'avvocato Floriana Salamone, stanca del reiterato atteggiamento ossessivo dell'uomo e temendo per la propria incolumità, ha deciso di presentare una denuncia ai carabinieri ai quali ha raccontato tutti gli episodi di cui sarebbe rimasta vittima.


L'attuale commissario straordinario del Comune di Licata Maria Grazia Brandara possiede i requisiti per ricoprire tale incarico? Lo chiede il gruppo parlamentare del M5S all'ARS al presidente della Regione Nello Musumeci e lo fa con una interpellanza urgente. L'on. Brandara ricopre l'incarico di commissario al Comune di Licata dal 29 agosto del 2017. Ad affidarglielo, dopo la sfiducia al sindaco Angelo Cambiano, la precedente giunta regionale targata Crocetta. Brandara dovrebbe rimanere in carica sino a nuove elezioni, in programma probabilmente il prossimo giugno. ''Dopo la decadenza dell'organo politico e della giunta comunale, l'attuale commissario del comune di Licata - dicono i deputati del M5S - ha avuto assegnato l'incarico con il governo Crocetta, in quanto all'epoca ricopriva l'incarico di capo particolare della segreteria dell'assessore regionale alle Attività produttive Mariella Lo Bello. In virtù del ruolo ricoperto, infatti, Brandara era inserita nell'organico della Regione con la qualifica di dirigente regionale e questo le consentiva di ricoprire l'incarico di commissario straordinario dell'ente''. ''Con questo atto parlamentare - proseguono gli esponenti del M5S- chiediamo a Musumeci di verificare se sussistano i requisiti per la permanenza della carica in capo all'attuale commissario straordinario del Comune di Licata dal momento che a novembre è stato eletto un nuovo governo regionale''. ''Siamo preoccupati - concludono i deputati - per la situazione igienico-sanitaria emergenziale legata allo smaltimento dei rifiuti a Licata e per il sistema di riscossioni dei tributi che non riesce a partire. Quest'ultimo aspetto potrebbe incidere severamente sullo stato economico e finanziario dell'ente portandolo al default''.


Per il Movimento 5 Stelle all'ARS il sindaco di Casteltermini Gioacchino Nicastro era ineleggibile e chiede al presidente Musumeci, attraverso interpellanza, di valutarne le condizioni e di adottare le dovute determinazioni. ''Nicastro -si legge nella nota del Movimento- alla data della sua candidatura e successiva proclamazione a sindaco era amministratore delegato di una cooperativa sociale che gestisce una residenza sanitaria assistita a Casteltermini autorizzata e convenzionata con l'ASP di Agrigento, in palese violazione quindi delle norme sull'ineleggibilità''. A rilanciare la questione è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Matteo Mangiacavallo. ''I cittadini di Casteltermini - spiega il deputato - si trovano a essere amministrati da un sindaco sulla cui elezione pendono condizioni di ineleggibilità….''. ''Il tribunale di Agrigento però -continua Mangiacavallo- ha respinto il ricorso ma nel frattempo il comitato trasversale di elettori castelterminesi ha portato il caso in appello, la cui seduta sarà tra pochi giorni. Mentre la giustizia segue la sua strada - conclude il deputato - sarebbe auspicabile che il presidente Musumeci valuti seriamente la vicenda da un punto di vista politico e amministrativo''.


''Ad Agrigento non è più possibile neppure morire, anche i morti vengono abbandonati al loro destino e le loro famiglie devono subire un ulteriore danno morale''. A scriverlo è il coordinatore del movimento cittadino ''Mani libere'' - difesa legalità e ambiente sezione di Agrigento- Giuseppe Di Rosa. L'ex consigliere comunale parla del problema delle mancate sepolture ad Agrigento e chiede un intervento dell'ASP. Inoltre chiede alla Procura di occuparsi ''subito di aprire un fascicolo sui cimiteri comunali di Agrigento'' in quanto dice: ''Da anni c'è qualcosa che non va a iniziare dalla compravendita di concessioni ad arrivare alla gestione delle tumulazioni passando dai servizi all'interno degli stessi e alla mancata osservanza di leggi chiare e ben definite relative alla sepoltura''.


Infine vogliamo ricordare ai contribuenti favaresi che hanno ricevuto gli avvisi di accertamento TARSU 2011 di far controllare la propria posizione al fine di evitare spiacevoli inconvenienti. I cittadini che hanno ricevuto l'atto non devono far passare i 60 giorni dal ricevimento dello stesso in quanto diventa esecutivo e nulla poi si potrà più fare. È pertanto consigliato a tutti i contribuenti di far controllare gli avvisi arrivati a professionisti in modo tale da chiarire quanto prima la propria posizione. Ricordiamo che gli uffici comunali di via Pio La Torre, a Favara, sono aperti tutti i giorni e che è possibile anche recarsi nei patronati e nelle associazioni dei consumatori.


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