SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 31/01/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


Sono scesi in campo le forze dell'ordine, forze di Polizia, associazioni, volontari, Vigili del fuoco, Protezione civile, Croce Rossa e Polizia Municipale, ma del racalmutese Giuseppe Alaimo, scomparso lo scorso 19 gennaio, nessuna traccia. Per giorni e giorni il territorio di Racalmuto è stato passato al setaccio, 475 gli ettari interessati dalle ricerche. Il pensionato 62enne sembra però essere sparito nel nulla e, in mancanza di nuovi elementi che possano dare indizi al riguardo, il piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse si è concluso. Naturalmente, in caso qualche novità riapra una pista nelle ricerche dell'anziano, il piano di ricerche potrà rimettersi immediatamente in moto. Le ispezioni sono state condotte presso l'area circostante l'abitazione dell'uomo e anche oltre. Sono state controllate zone del centro abitato, della periferia e della campagna. I carabinieri della stazione di Racalmuto e della compagnia di Canicattì proseguiranno le ricerche anche nei prossimi giorni. Su dove possa essere finito Alaimo, intanto, è mistero.


Il riesame rigetta il ricorso presentato dalla difesa che chiedeva la scarcerazione e conferma l'arresto per il 50enne favarese accusato di aver maltrattato e violentato la figlia. Secondo la difesa c'erano delle lacune e delle contraddizioni nella versione accusatoria e per questo aveva deciso di presentare ricorso. Ricorso che è stato adesso rigettato dai giudici del Tribunale confermando l'ordinanza cautelare emessa dal gip di Agrigento Alfonso Malato su richiesta del pm Alessandra Russo. L'uomo venne arrestato dai carabinieri lo scorso 10 gennaio dopo la denuncia della figlia, che aveva raccontato episodi raccapriccianti. La donna, dopo la separazione dal marito, era tornata a vivere dal padre insieme ai tre figli. In quel momento, secondo la ricostruzione degli inquirenti che ha trovato un riscontro nell'ordinanza cautelare in carcere, sarebbe iniziato l'incubo fatto di violenze sessuali, percosse e umiliazioni. In una circostanza avrebbe subito una un'aggressione con una pistola in mano. Il 50enne si era difeso, rispondendo a tutte le domande del Gip. Aveva anche detto di essere un padre esemplare. Intanto la Procura ha aperto un'inchiesta a carico dei cognati, degli altri due figli e della moglie dell'uomo finito in carcere, accusati di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento. Gli stessi -secondo gli inquirenti- per sviare l'inchiesta avrebbero mentito quando furono chiamati a testimoniare. I cinque indagati sono stati convocati dai carabinieri per un interrogatorio e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.


È arrivata ieri pomeriggio la sentenza del giudice Giancarlo Caruso per i tre imputati coinvolti nel processo scaturito da quella che è stata definita la ''Strage delle Maccalube''. Era il 27 settembre del 2014 quando i fratellini Carmelo e Laura Mulone, di 9 e 7 anni, stavano compiendo una passeggiata insieme al padre, l'appuntato dell'Arma Carabinieri, Rosario, presso il sito aragonese delle Maccalube. Fu allora che, a seguito della straordinaria attività dei vulcanelli, i due piccoli furono sommersi da tonnellate di fango. Sono passati oltre tre anni da quel funesto evento e adesso è giunto il verdetto che chiude un'intera fase dell'inchiesta nata sul caso. Condanna a 6 anni di reclusione per il direttore della riserva Domenico Fontana, all'epoca dei fatti presidente regionale di Legambiente, ente che gestisce la riserva in base a un contratto con la Regione; condanna a 5 anni e 3 mesi invece per l'operatore del sito Daniele Gucciardo; assoluzione infine per il funzionario della Regione Francesco Gendusa. Il verdetto giunge dopo oltre quattro ore di camera di consiglio. Ieri mattina il giudice aveva dato la parola agli avvocati per le ultime arringhe della difesa. Durante la requisitoria, lo scorso novembre, il pm Carlo Cinque aveva chiesto - con l'accusa di omicidio colposo plurimo - 8 anni di reclusione per Fontana, 6 anni e 8 mesi per Gendusa e 5 anni per Gucciardo. Per i due condannati è stata dichiarata anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'interdizione legale durante l'esecuzione della pena. La sentenza li condanna inoltre a risarcire, in solido con Legambiente, i genitori delle piccole vittime con una provvisionale subito esecutiva di 600mila euro per ciascuna parte civile. A questo si aggiunge anche il pagamento delle spese processuali, quantificate in 7mila euro per ognuna delle parti civili.


''Giustizia è stata fatta. Sono soddisfatta''. Queste la parole della mamma dei due piccoli bambini Carmelo e Laura Mulone a fine sentenza che ha visto due condanne e una assoluzione. ''Io non ce l'ho personalmente con Fontana e Gucciardo -ha poi continuato. Ringrazio gli avvocati''. La mamma ha parlato di come il piccolo volesse andare in questa riserva tanto pubblicizzata. '' Volevo fare un regalo a mio figlio -ha detto- e io per tre anni mi sono sentita piena di colpe addosso. Mio marito si è visto morire i nostri figli davanti''. Per i genitori di Carmelo e Laura Mulone occorre mettere in sicurezza quel sito, solo dopo si possono chiamare i turisti. ''I miei figli sono dei martiri -ha concluso. Ripeto, giustizia doveva essere fatta''.


Intanto con un comunicato Legambiente nazionale è intervenuta dopo la sentenza di condanna di due suoi dirigenti e la condanna a risarcire oltre 1 mln e 200 mila euro alle parti civili. ''La tragedia che si è consumata nella riserva delle Macalube di Aragona, in provincia di Agrigento, il 27 settembre 2014 - si legge nel comunicato- ha segnato per sempre Legambiente. In questo momento il nostro pensiero va innanzitutto, ancora una volta, ai piccoli Carmelo e Laura, vittime di una ineluttabile fatalità che nessuno poteva prevedere o impedire, e ai loro familiari. Fiduciosi nell'operato della magistratura, aspettiamo di conoscere le motivazioni della sentenza del Tribunale di Agrigento per impugnarle nelle forme previste dalla legge, convinti che nel giudizio di appello sarà dimostrata l'obiettiva inevitabilità di questo dramma e, quindi, l'assenza di responsabilità da imputare alla nostra associazione e ai nostri dirigenti''. Infine Legambiente Nazionale esprime forte e incondizionata solidarietà a Domenico Fontana e Daniele Gucciardo ''nella consapevolezza -dicono- che il loro quotidiano e meritorio impegno a tutela della riserva delle Macalube non è la causa del dramma che si è consumato in quella tragica giornata. Questa sentenza, -concludono- impone una riflessione approfondita sul modello di gestione nel nostro Paese di aree protette, caratterizzate da potenziali eventi naturali imprevedibili''.


È arrivata per lui la condanna definitiva: l'ex sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis è stato condannato in Cassazione per induzione indebita a dare o promettere utilità. È stato quindi rigettato il ricorso presentato. I giudici, ieri sera, gli hanno solo ridotto leggermente, di appena sei mesi, la condanna a 7 anni e 3 mesi inflitta dalla Corte di Appello di Palermo per due ipotesi di concussione. Ricordiamo che De Rubeis venne arrestato il 17 luglio del 2009. Rimase in carcere un mese. È stato accusato di aver preteso dei soldi da due imprenditori per sbloccare un credito milionario che i due vantavano dal Comune; speranza poi rivelatasi vana. Accusato anche di aver intascato una ''mazzetta'' per una licenza edilizia per la realizzazione di un complesso turistico. ''Da innocente, -ha commentato De Rubeis- sconterò la mia pena e ho deciso di scegliere la casa circondariale di Agrigento con tutte le sue problematiche. È il carcere che io conosco - dice - nel lontano 2009 mi sono trovato bene e sono stato accolto per 30 giorni come un 'figlio' sbandato e spaesato. Mi recherò di prima mattina e mi costituirò mettendomi a loro completa disposizione. L'umiltà per chi mi conosce sa che non mi è mai mancata. Saluto le mie isole Lampedusa e Linosa, i suoi cittadini. Saluto tutti coloro che mi conoscono. Saluto i miei accusatori e infine i miei avvocati. Nel mio profondo sono a posto con la mia coscienza -conclude- nella consapevolezza che prima o poi dovrò essere giudicato da Dio Padre e lui sa, e anche bene, quali sono le mie colpe. Pace e serenità a tutti noi che Dio ci aiuti e regni nei secoli''. L'ex sindaco, come annunciato, si sarebbe già costituito al carcere Petrusa, senza quindi attendere le formalità burocratiche dell'ordine di carcerazione.


Durante un inseguimento in auto hanno gettato fuori dal finestrino qualcosa. Recuperato, si trattava di un panetto e mezzo di hashish di circa due chili. In manette sono finiti tre giovani, tra i 18 e 19 anni, residenti a Burgio, Ribera e Calamonaci. A fermarli lungo la statale 624 i carabinieri di Santa Margherita Belice. I militati avevano intimato l'alt all'auto ma i tre giovani, due dei quali ancora studenti, hanno deciso di proseguire la corsa pensando di sbarazzarsi della droga. I tre sono stati quindi fermati e, su disposizione del sostituto procuratore di turno di Sciacca, posti ai domiciliari. La sostanza, se immessa nel mercato della droga, avrebbe potuto fruttare circa 1.000 euro.


Serrati controlli negli ultimi giorni della Polizia Stradale di Agrigento, Sciacca e Canicattì. Ben 23 automobilisti sono stati ''pizzicati'' senza cintura di sicurezza allacciata e/o senza sistemi di ritenuta per bambini. Ma non finisce qui. Gli agenti hanno anche fermato lungo la statale 115, nei pressi del bivio per Naro, un giovane del posto che è stato trovato in possesso di quasi 6 grammi di droga, tra cocaina, hashish e marijuana. Il 31enne è stato quindi segnalato alla Prefettura e denunciato in quanto si è rifiutato di sottoporsi al controllo per accertare se guidasse o meno in stato di alterazione psicofisica.


Cambio di vertice al Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, d'intesa con l'assessore alle Autonomie locali, Bernadette Grasso, ha nominato i nuovi commissari straordinari di sei liberi consorzi di Comuni dell'isola. Il provvedimento arriva dopo la scadenza dei vecchi vertici. Il nuovo commissario straordinario del Libero Consorzio di Agrigento è Alberto Di Pisa, magistrato in quiescenza, già procuratore generale aggiunto presso la Corte di Appello e procuratore della Repubblica a Termini Imerese e Marsala. Alberto Di Pisa subentra al posto dell'uscente Giuseppe Marino. Quest'ultimo si insediò quale commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento nell'aprile dello scorso anno. L'incarico di Marino aveva inizialmente durata fino al 31 dicembre scorso, ma fu poi rinnovato fino alla fine del corrente mese di gennaio. Per quanto riguarda gli altri Liberi Consorzi Comunali della Sicilia, il cambio di vertice riguarda Enna, Ragusa e Siracusa. Confermato invece il commissario straordinario a Trapani e proroga per quella a Caltanissetta. Nelle città metropolitane di Palermo e Catania, dopo i provvedimenti del Tar, sono stati confermati nelle funzioni gli attuali sindaci dei capoluoghi. A Messina invece l'assessorato regionale per le Autonomie locali ha avviato la procedura di revoca dell'incarico per l'attuale commissario straordinario, che dovrebbe concludersi verso la metà di febbraio.


Una mattinata volta principalmente a far riflettere i ragazzi, a far sviluppare loro un senso critico e, tramite il confronto, a maturare il loro pensiero. Incontro con l'autore stamani per alcuni studenti del liceo Martin Luther King di Favara. L'evento si è svolto presso la Farm Cultural Park di cortile Bentivegna. Ospite il dott. Enzo Randazzo, autore del libro dal titolo ''Caleidoscopio'' che oggi è stato analizzato. Presente anche il Dirigente Scolastico del King, il prof. Salvatore Pirrera, a moderare l'incontro poi il dott. Antonio Liotta. Enzo Randazzo ha parlato del suo libro, un romanzo impegnato, il cui titolo fa già capire la moltitudine di sfaccettature e di visioni che lo stesso autore ha proiettato nella sua opera. Dall'arte alla sicilianità, dalla contemporaneità alla mafia, dall'amore al senso di giustizia. I ragazzi del King si sono mostrati interessati agli argomenti trattati. Gli stessi avevano precedentemente analizzato i vari temi affrontati nel romanzo per instaurare questa mattina un dialogo con l'autore. Aiutati dalle docenti che hanno coordinato il progetto, le professoresse Mirella Vella, Giada Attanasio e Franca Fanara, gli alunni hanno preparato letture e domande che hanno rivolto al dott. Randazzo sui più svariati temi. Studenti e docenti insieme hanno mostrato professionalità, acume nell'elaborazione e nella formulazione delle domande. Soddisfatto dell'incontro si è detto il D.S. Salvatore Pirrera, soddisfatto di come i propri ragazzi si sono impegnati nel progetto e di come hanno mostrato la serietà e la passione con cui alunni e personale del Martin Luther King affrontano tematiche sempre nuove e sempre affascinanti.


È capitato un po' a tutti di ritrovarsi con dell'olio di frittura e non sapere come sbarazzarsene. Il più delle volte lo si getta nelle tubature dimenticandoci che va a finire nei corsi d'acqua sino ad arrivare nel nostro mare, inquinandolo. Da oggi è possibile liberarsene senza inquinare, rispettandolo quindi l'ambiente. È stata infatti firmata una convenzione tra Comune di Favara e la società Think Green Srl, la stessa ditta che si occupa dello smaltimento delle batterie esauste. Attraverso questa convenzione, i cittadini potranno raccogliere l'olio usato in una bottiglia e portarlo gratuitamente presso l'isola ecologica di via Maranello. Lì ci sarà un apposito contenitore nel quale versare il liquido e sarà compito della società Think Green smaltirlo presso gli impianti preposti.


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