SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 30/01/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


Sono stati setacciati circa 200 ettari di terreni ma di Giuseppe Alaimo, il racalmutese scomparso dallo scorso 19 gennaio, non si hanno ancora notizie. Dalla Prefettura è stato attivato il ''Piano Provinciale'' per le ricerche delle persone scomparse. In campo sono scesi Carabinieri, Vigili del fuoco, Protezione civile, Croce Rossa, Polizia Municipale, gruppi di volontari di Porto Empedocle e Camastra, volontari delle Associazioni Emergency Life di Porto Empedocle, GISE di Agrigento, Giubbe d'Italia di Santa Elisabetta, FENICE e LUPI di Agrigento. Si sono subito messi in moto ispezionando l'area circostante l'abitazione dell'uomo e anche oltre. Dal pomeriggio di ieri, nelle ricerche coinvolta anche la Polizia con unità cinofile di ricerca e soccorso. Si tratta di unità specializzate in tale settore che usano l'olfatto per scoprire quello che gli uomini non vedono o non sanno trovare, che seguono odori impercettibili per noi ma presenti per loro, molecole invisibili che sono come impronte nella sabbia. Per coordinare le attività, nella mattinata di ieri il Prefetto di Agrigento Dario Caputo si è recato a Racalmuto accompagnato dal Questore Maurizio Auriemma, facendo il punto della situazione con tutte le componenti impegnate nelle operazioni di ricerca dell'anziano scomparso e pianificando le attività da intraprendere nelle prossime ore. A oggi le ricerche del 61enne purtroppo non hanno dato l'esito sperato. Ad ogni modo, continueranno anche nei prossimi giorni.


I giochi sono fatti, mancano adesso 33 giorni al voto per uno scranno alla Camera dei Deputati o al Senato della Repubblica. Ieri sera infatti scadeva il termine ultimo per la presentazione dei candidati che il prossimo 4 marzo potranno fare ingresso in Parlamento. Fra nuove e vecchie conoscenze della politica, vediamo insieme l'elenco completo dei candidati nei collegi uninominali e plurinominali dell'agrigentino. Uninominale - Camera dei Deputati: per il centrosinistra: Giuseppe Sodano; per il M5s: Michele Sodano; per Liberi e Uguali: Bianca Gazzetta; per il Centrodestra: Calogero Pisano. Uninominale - Senato della Repubblica: il centrosinistra schiera l'uscente Maria Iacono; M5s Gaspare Marinello; Liberi e Uguali Calogero Zammuto; infine il centrodestra: Vincenzo Giambrone. Adesso il Plurinominale - Camera dei Deputati (coll. Sicilia 01-03): Pd: Daniela Cardinale, Marco Campagna, Teresa Diadema, Angelo Galanti. Forza Italia: Giusi Bartolozzi, Andrea Mineo, Vanessa Sgarito e Marcello Fattori. M5s: Azzurra Cancelleri, Filippo Perconti, Rosalba Cimino, Dino Terrana. Liberi e Uguali: Bianca Guzzetta, Cesare Lo Leggio, Dafne Rimmaudo e Nicolò Asaro. Lega: Alessandro Pagano, Anna Maria Sciangula, Loreto Ognibene e Alessandra Cascio. Fratelli d'Italia: Carolina Varchi, Calogero Pisano, Elvira Amata e Michele Ricotta. Plurinominale - Senato della Repubblica (coll. Sicilia occidentale): Forza Italia: Renato Schifani, Urania Papatheu, Nitto Palma e Domitilla Giudice. Pd: Davide Faraone, Teresa Piccione, Paolo Ruggirello e Maria Iacono. M5s: Antonella Campagna, Vincenzo Santangelo, Cinzia Leone e Fabrizio Trentacoste. Noi con l'Italia: Ester Bonafede, Decio Terrana, Vita Rotolo e Fabio Bongiovanni. Fratelli d'Italia: Isabella Rauti, Adolfo Urso, Margherita Lanza di Scalea e Raoul Russo. Liberi e Uguali: Pietro Grasso, Mariella Maggio, Fabrizio Bocchino e Teresa Monteleone. Lega: Giulia Bongiorno, Santo D'Alcamo, Patrizia Battello, Gioacchino Picone. Fra gli agrigentini anche la presenza del favarere Giuseppe Arnone, unico candidato di Forza Italia nella coalizione di centrodestra nel collegio Estero - Europa.


Interrogatori ieri, presso la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, per nove indagati nell'operazione ''Montagna'' che lo scorso 22 gennaio aveva portato all'esecuzione di 57 arresti tra carcere e domiciliari nella provincia di Agrigento. Il blitz, eseguito dai carabinieri, avrebbe disarticolato -secondo gli inquirenti- i vertici di diverse famiglie mafiose del territorio agrigentino. La strategia difensiva adottata dai legali degli indagati, per i quali ieri si sono svolti gli interrogatori di garanzia, è stata quella di avvalersi della facoltà di non rispondere. L'unica a non fare ''scena muta'' sarebbe stata l'imprenditrice Nazarena Traina, 47enne di Cammarata, alla quale viene contestata l'intestazione fittizia di beni con l'aggravante di avere agevolato l'associazione mafiosa. La donna è infatti accusata di essersi fatta intestare un'attività - operante nel settore del noleggio di giochi elettronici - per nascondere l'effettiva titolarità da parte di alcuni esponenti mafiosi di Cammarata. La stessa avrebbe spiegato di essere stata la titolare effettiva, giustificando la scelta dell'intestazione della licenza con ragioni di opportunità fiscale. Comparso per l'interrogatorio ieri anche il favarese Giuseppe Lombardo, convocato per errore dalla cancelleria. Per il 33enne, accusato di associazione a delinquere e spaccio di droga, con l'aggravante di favoreggiamento, non è stata applicata nessuna misura. Scena muta ha fatto il fratello Domenico, 25 anni, ai domiciliari per le stesse accuse. Non ha risposto alle domande del giudice nemmeno il favarese Marco Veldhuis, 19 anni, anch'esso ai domiciliari per motivi legati allo spaccio. Comparsi davanti al gip per l'interrogatorio anche i favaresi Stefano Di Maria, 25 anni, Salvatore Montalbano, 25 anni, Calogero Principato, 26 anni, tutti domiciliari sempre per contestazioni relative al traffico di droga, e Antonio Scorsone, 42 anni, per il quale è stato disposto l'obbligo di firma e accusato di intestazione fittizia di beni. Infine, ieri, tra gli interrogati c'era anche il favarese Antonio Licata (detto Sandro), anch'egli raggiunto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari. Lo stesso, che nei giorni scorsi era rientrato dall'estero per consegnarsi ai carabinieri, è assistito dagli avvocati Gerlando Vella e Angelo Nicotra. Anche in questo caso la strategia scelta è stata quella del silenzio.


Oggi potrebbe essere il giorno del verdetto. Siamo oramai agli sgoccioli del processo portato avanti presso il tribunale di Agrigento in merito a quella che fu ribattezzata dai media come la ''Strage delle Maccalube''. Era il 27 settembre del 2014 quando i fratellini Carmelo e Laura Mulone, di 9 e 7 anni, figli dell'appuntato dell'Arma Carabinieri, Rosario, persero la vita. Padre e figli si trovavano presso il sito aragonese quando, a seguito di una straordinaria attività dei vulcanelli, i piccoli furono travolti da tonnellate di fango. L'inchiesta che ne scaturì vede tre imputati. Si tratta di Domenico Fontana, all'epoca dei fatti presidente regionale di Legambiente, del funzionario regionale Francesco Gendusa e dell'operatore del sito Daniele Gucciardo. Per gli stessi il pm Carlo Cinque, oggi in servizio presso un'altra Procura della Repubblica, aveva chiesto la condanna a 8 anni di reclusione per Fontana, 6 anni e 8 mesi per Gendusa e 5 anni per Gucciardo. Secondo il programma, per oggi sono state programmate le ultime arringhe della difesa e poi, dopo le eventuali repliche, il giudice Giancarlo Caruso potrebbe - salvo imprevisti - ritirarsi in camera di consiglio per emettere la sentenza e decidere se condannare o meno gli imputati.


Cade all'interno della propria abitazione e non riesce più ad alzarsi. Attimi di paura per un ultraottantenne, salvato dall'intervento della propria vicina di casa, degli agenti e dei vigili del fuoco. Il fatto risalirebbe alla sera di domenica scorsa in via Solferino, piccola arteria vicino alla più famosa via Manzoni, ad Agrigento. Un'anziana agrigentina avrebbe sentito urlare e chiedere aiuto dalla vicina abitazione; allertata, la stessa ha chiamato il 113 richiedendo l'intervento della Polizia di Stato. In via Solferino si sono precipitati gli agenti della sezione ''Volanti'', supportati dai vigili del fuoco. I pompieri sono saliti fino al settimo piano del palazzo per rompere la vetrata di una finestra e introdursi all'interno dell'abitazione. L'ultraottantenne sarebbe stato ritrovato riverso per terra, privo di sensi o quasi. L'anziano è stato trasportato all'ospedale ''San Giovanni di Dio'' di c.da Consolida. Lo stesso avrebbe riportato una frattura a seguito di una caduta ma pare fortunatamente non essere in pericolo di vita.


''Visita'' non gradita da parte di malviventi in una casa di campagna sita a Sant'Angelo Muxaro. I ladri hanno portato via tutto ciò che di valore hanno trovato, oltre a una motosega e un'aspirapolvere. La residenza, disabitata in questo periodo dell'anno, è di proprietà di un pensionato residente a Santa Elisabetta. Lo stesso, fatta l'amara scoperta, ha allertato le Forze dell'Ordine per segnalare il furto. Sul posto i carabinieri che hanno effettuato i rilievi del caso e avviato le indagini per tentare di identificare i ladri entrati in azione.


Intanto un altro furto in abitazione è stato messo a segno questa volta nel capoluogo. Ignoti, approfittando della momentanea assenza della padrona di casa, si sarebbero introdotti nella villetta mettendo tutto a soqquadro, rovistando anche tra cassetti e armadi e sottraendo tutto ciò che di prezioso c'era sul posto. Un bottino che ammonterebbe a qualche migliaio di euro. Il fatto è avvenuto in via Santa Rita da Cascia, nel quartiere del Villaggio Mosè. La proprietaria, rientrando a casa dopo una cena, si è accorta del furto e ha allertato le autorità. A intervenire i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Agrigento. Dagli accertamenti compiuti sul posto sarebbe stata rilevata l'effrazione a una finestra, dunque - verosimilmente - sarebbe stato da lì che i ladri si sarebbero introdotti all'interno dell'abitazione. Sul caso sono state avviate le indagini.


Violazione degli accordi contrattuali e dei diritti partecipativi riconosciuti alle organizzazioni sindacali, diniego o comunque limitazione di fatto del diritto di assemblea. Questo quanto contestato al Comune di Ravanusa il 30 novembre scorso dalla CISL Funzione Pubblica che aveva fatto ricorso al Tribunale di Agrigento chiedendo di dichiarare l'antisindacalità della condotta dell'ente. Il ricorso proposto dalla CISL era stato sottoscritto dal rappresentante Floriana Russo Introito. A difendere il sindacato l'avvocato Giuseppe Danile. A difendere il Comune di Ravanusa, invece, l'avvocato Salvatore Di Caro. Il ricorso della CISL è stato rigettato nei giorni scorsi dallo stesso tribunale, presieduto dal giudice dott. Bartolo Salone, che ha condannato l'organizzazione sindacale al rimborso delle spese di lite. Secondo la sentenza del 27 gennaio scorso, il Comune di Ravanusa non ha quindi violato gli accordi contrattuali e ha, nei fatti, avuto una condotta corretta e regolare nei confronti dei lavoratori. Questo quanto si legge su un comunicato pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Ravanusa. ''Pur esprimendo soddisfazione per la sentenza del Tribunale di Agrigento che ha riconosciuto la correttezza del nostro operato - ha dichiarato l'amministrazione comunale con una nota del primo cittadino ravanusano Carmelo D'Angelo - avevo già avuto modo di apprezzare che i lavoratori del Comune di Ravanusa avevano, in gran parte, stigmatizzato l'atteggiamento e la presa di posizione della Cisl FP''.


Rendere le vetrine dei tanti negozi abbandonati di via Atenea più gradevoli e per farlo l'amministrazione comunale di Agrigento intende premiare chi lo farà. In caso contrario, invece, scatterà una bella sanzione. La previsione sarebbe quella di elevare sanzioni pecuniarie a quei proprietari di strutture oggi sfitte e che offrono di sé uno spettacolo tutt'altro che dignitoso. La sanzione base ammonterebbe a 250 euro. Per chi, al contrario, investe in iniziative di decoro urbano, il Comune potrebbe prevedere anche forme di contributo indiretto, come la riduzione di alcune tasse.


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