SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 22/01/2018
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


Gli sbarchi di migranti sono un fenomeno ormai fin troppo ben conosciuto a Lampedusa, la piccola isola del Mediterraneo meta di innumerevoli persone in fuga dalle proprie terre. E quando il loro numero diventa insostenibile per Lampedusa, queste - dopo il formale riconoscimento - vengono accompagnate alla nave di linea e inviate verso Porto Empedocle. Da qui in poi l'assistenza agli immigrati è ben poca. A segnalarlo, come già aveva fatto in passato, l'associazione MareAmico Agrigento. La stessa spiega come, gli immigrati, ''a Porto Empedocle arrivano in decine, gli viene dato un sacchetto contenente un panino e un frutto e con il foglio di via in mano, valido per sette giorni, vengono praticamente abbandonati sulla banchina del porto''. ''A quel punto, senza alcuna assistenza e senza alcuna informazione, si incamminano al buio sulla strada statale, con notevoli rischi per loro e per gli automobilisti di passaggio - spiega Claudio Lombardo, responsabile di MareAmico. Percorrono i circa 15 chilometri che li separano dal porto di Porto Empedocle alla stazione ferroviaria di Agrigento''. Il quadro dipinto da MareAmico non finisce qui. Giunti alla stazione, spiegano, bivaccano lì al freddo senza alcun controllo e senza alcuna assistenza per tutta la notte. All'alba poi prenderanno il primo treno che li condurrà a Palermo e da lì in tutta l'Europa, in quella che MareAmico segnala come una ''inevitabile clandestinità''.


Vasta operazione antimafia all'alba di oggi dei carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento: toccati i vertici dei mandamenti di Cosa Nostra agrigentina. 56 le ordinanze di custodia cautelare eseguite nei confronti di altrettante persone, tra queste anche il sindaco di San Biagio Platani Santino Sabella, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbe concordato le candidature delle ultime comunali del 2014 con esponenti mafiosi di vertice del suo paese e avrebbe fatto illecite pressioni nell'assegnazione di appalti. In carcere, tra gli altri, è finito anche Francesco Fragapane, 37 anni, figlio dello storico capomafia di Santa Elisabetta Salvatore. Fragapane è accusato d'aver ricostituito e retto lo storico mandamento che comprende tutta l'area montana dell'agrigentino e i paesi di Raffadali, Aragona, Sant' Angelo Muxaro e San Biagio Platani, Santo Stefano di Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cammarata e San Giovanni Gemini. L'imponente blitz, ordinato nella notte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo con il nome in codice ''Operazione Montagna'', è stato eseguito da 400 militari, supportati da un elicottero, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Sicilia e da unità cinofile. L'inchiesta è la più imponente mai messa a segno nel territorio. Ha di fatto disarticolato i mandamenti di Santa Elisabetta e Sciacca e sedici famiglie mafiose della provincia, tra cui anche Favara. Le accuse contestate sono: associazione mafiosa, traffico di droga, truffa, estorsione e un'ipotesi di voto di scambio. Documentati stretti collegamenti con i vertici delle cosche di quasi tutta la Sicilia e con le ‘ndrine calabresi. Accertate anche estorsioni ai danni di 27 aziende e un fiorente traffico di droga. Il pizzo veniva preteso anche dalle cooperative per la gestione degli immigrati richiedenti asilo. Sequestrate sette società. I particolari dell'operazione durante una conferenza stampa presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo alla presenza del Procuratore della Repubblica Dr. Francesco Lo Voi e del Procuratore Aggiunto Dr. Paolo Guido.


Torna in carcere l'empedoclino 60enne Pietrino Falzone, arrestato con l'accusa di aver ucciso il figlio Marco. Deve scontare la pena residua di 5 anni, un mese e due giorni di reclusione. A deciderlo la Procura Generale presso la Corte d'Appello. Il fatto avvenne nella notte fra il 26 e 27 maggio del 2014 nell'abitazione di via Nenni, nel quartiere Grandi Lavori. Pietrino Falzone ammise subito di essere stato lui a uccidere il figlio con una coltellata al torace - anche se non avrebbe voluto farlo - perché stanco dei continui comportamenti del 24enne. Marco abitava con un'anziana amica di famiglia che quella stessa sera si trovava in ospedale e che tutta la famiglia era andata a trovare. Pietrino ricevette anche un pugno dal figlio, senza alcun apparente motivo. Secondo la ricostruzione, Marco quella sera andò poi a casa del padre con la scusa, pare, di prendere una bottiglia d'acqua. A un certo punto sarebbe entrato nell'abitazione dei genitori scavalcando il balcone per poi aggredire il padre, terrorizzato da anni di violenze gratuite di Marco. Da lì la decisione di Pietrino di impugnare un coltello e colpire il figlio. Temeva per la sua vita -avrebbe detto ai giudici-, ma non voleva ucciderlo. Dopo la sentenza di primo grado e quella d'appello, arrivato il provvedimento della Procura generale presso la Corte d'Appello, il pescatore è stato - nella giornata di venerdì - arrestato dagli agenti del commissariato ''Frontiera'' e trasferito nella casa circondariale di contrada Petrusa ad Agrigento. Il giudice Alfonso Malato, in primo grado, condannò il pescatore empedoclino -per eccesso colposo di legittima difesa - a tre anni di reclusione. In considerazione della pena molto contenuta, il Gup scarcerò subito l'imputato. Il pubblico ministero Alessandro Macaluso aveva chiesto, invece, durante la requisitoria, 14 anni di reclusione.


Condannato in primo grado un 30enne favarese accusato di aver perseguitato la sua ex fidanzata. La decisione del tribunale di Agrigento prevede per il giovane un anno e due mesi di reclusione. A riportare la notizia il quotidiano La Sicilia. I presunti fatti risalirebbero al 2011. Il favarese non si sarebbe rassegnato alla fine della relazione con la ex e pertanto avrebbe cominciato a perseguitarla con pedinamenti e appostamenti. Le presunte pressioni del giovane avrebbero spinto la ragazza, all'epoca 16enne, a denunciare il tutto. Adesso dunque la sentenza di primo grado con la condanna per B.F. a un anno e due mesi di reclusione.


C'era tempo da venerdì scorso fino a ieri, domenica 21 gennaio. È scaduto il termine ultimo per la deposizione dei simboli al Viminale per i ''concorrenti'' che vorranno partecipare alle Politiche del prossimo 4 marzo. In totale sono 98 i movimenti che hanno depositato i simboli. Tra questi non mancano ovviamente i ''big'', i maggiori partiti dello Stivale. In mezzo ai maggiori anche liste per gli italiani all'estero, liste locali e localissime, nuovi progetti e vecchie conoscenze della politica. È partita adesso l'attività istruttoria del Viminale per le integrazioni che potranno essere richieste nelle prossime ore. Infine si saprà quindi chi è stato ammesso e chi è stato ricusato, nel secondo caso non si esclude che potranno essere presentati eventuali ricorsi. Intanto i partiti ''in regola'' dovranno presentare, i prossimi 28 e 29 gennaio, la lista dei propri candidati nei tribunali e nelle Corti d'appello dei capoluoghi.


Sente degli strani rumori in casa, essendo sola capisce subito che qualcuno si era intrufolato. Si arma di coraggio e apre la porta della sua stanza e si trova davanti uno sconosciuto, un ladro. Inevitabile la reazione: inizia a urlare. Le grida mettono in fuga il ladro insieme a un complice, non prima però di aver portato via quanto già arraffato, oggetti in oro e preziosi. È successo a San Leone, in pieno giorno, all'interno di un'abitazione di viale Dei Giardini. Protagonista una 18enne che ha immediatamente chiamato i carabinieri. Avviate immediatamente le indagini, dei malviventi nessuna traccia. Sono riusciti a scappare. I militari stanno adesso cercando elementi utili che possano ricondurre ai malviventi.


L'accusa è quella di avere scassinato alcune abitazioni. Quattro tunisini sono stati arrestati ieri sera, a Lampedusa, dagli uomini dell'Arma Carabinieri. I migranti, ospiti dell'hot spot di contrada Imbriacola, stavano tentando la fuga con la refurtiva sottratta da case disabitate durante la stagione invernale quando sono stati seguiti e bloccati dai carabinieri. Oggi il trasferimento dei quattro tunisini ad Agrigento.


È stato festeggiato sabato scorso ad Agrigento il 148esimo anniversario della costituzione del Corpo di Polizia Municipale della città dei Templi e il Santo Patrono delle Polizie Municipali d'Italia. La cerimonia, alla presenza del sindaco Lillo Firetto, del comandante Gaetano Di Giovanni, dell'assessore alla Polizia Urbana Gabriella Battaglia e delle autorità provinciali, si è svolta presso la Chiesa Santa Croce e, successivamente, presso i locali del Comando della Polizia Municipale a Villaseta. Dopo gli onori al Gonfalone della Città di Agrigento e il saluto delle autorità vi è stata la consegna dei riconoscimenti a personale del Corpo distintosi in vari servizi operativi.


I risultati della 18esima giornata di campionato di Eccellenza Sicilia girone A: Atletico Campofranco - Parmonval 0-0 C.U.S. Palermo - Mazara 3-1 Canicattì - Città di Casteldaccia 5-0 Dattilo Noir - Alba Alcamo 4-2 Kamarat - Licata 0-1 Marsala Calcio - Polisportiva Castelbuono 1-0 Monreale - Mussomeli 2-2 Nuova Città di Caccamo - Pro Favara 1-1 La Classifica: Licata 38 Marsala Calcio 38 Dattilo Noir 37 Canicattì 34 Parmonval 33 Mazara 31 Nuova Città di Caccamo 30 C.U.S. Palermo 26 Alba Alcamo 23 Polisportiva Castelbuono 21 Pro Favara 20 Monreale 18 Kamarat 17 Atletico Campofranco 17 Mussomeli 14 Città di Casteldaccia 4 Vediamo infine gli incontri del prossimo turno: Alba Alcamo - C.U.S. Palermo Città di Casteldaccia - Nuova Città di Caccamo Licata - Atletico Campofranco Mazara - Monreale Mussomeli - Kamarat Parmonval - Canicattì Polisportiva Castelbuono - Dattilo Noir Pro Favara - Marsala Calcio


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