SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 22/11/2017
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


Sta ottenendo sempre più premi e riconoscimenti nel campo del cinema e del piccolo schermo. Ultimo in ordine di tempo proprio ieri essendo stata tra coloro i quali hanno ottenuto i Premi Vittorio De Sica. Parliamo della giovane attrice favarese Selene Caramazza che ha partecipato alla cerimonia che si è tenuta presso la Sala Regia di Palazzo Venezia, luogo d'arte tra i più spettacolari e suggestivi di Roma. Istituiti da Gian Luigi Rondi nel 1975, i Premi Vittorio De Sica si svolgono sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica con il contributo del MiBACT - Direzione Generale per il Cinema e sono attribuiti, nell'ambito dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello, dall'Associazione Culturale Pangea. Come ogni anno, i riconoscimenti sono stati conferiti a personalità di rilievo nel campo del cinema e delle altre arti, della cultura, delle scienze e della società per il complesso della loro carriera o per meriti rilevati nel corso degli ultimi dodici mesi. Questa la motivazione del premio assegnato alla giovane favarese: ''Lascia la Sicilia per studiare recitazione a Roma. Debutta in una serie televisiva, cui ne seguono molte altre. Il suo primo film, Cuori puri, viene selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2017, ricevendo ottimi riscontri dalla critica nazionale e internazionale. In tempi straordinariamente condensati ha saputo essere al posto giusto nel momento esatto, presentandosi puntuale all'appuntamento con un destino al quale, seppure inconsapevolmente, non si può dire di no''. Ecco la motivazione, ecco perché la città di Favara deve essere orgogliosa dei suoi giovani talenti. Auguri Selene!


Arriva la svolta in merito alle indagini riguardo alla sparatoria che lo scorso maggio, in via Torino a Favara, vide il tentato omicidio del favarese Carmelo Nicotra, 35 anni, al cui indirizzo vennero sparati diversi colpi da arma da fuoco. Sarebbero stati identificati coloro che potrebbero essere i presunti autori dell'agguato. Sei gli indagati: si tratta dei favaresi Calogero e Antonio Bellavia, di 27 e 44 anni, di Calogero ed Emanuele Ferraro, di 39 e 41 anni, e di Carmelo Vardaro, di 39 anni. Per loro l'accusa è quella di tentato omicidio aggravato e ricettazione. L'ultimo indagato è la stessa vittima della sparatoria, Carmelo Nicotra. Nei prossimi giorni verranno effettuati accertamenti sul materiale posto sotto sequestro, in particolare su tracce biologiche ritrovate proprio sul luogo dell'agguato. Diversi i colpi di pistola e kalashnikov sparati all'indirizzo di Nicotra. Era la sera dello scorso 23 maggio. La sparatoria si consumò sia sulla strada di via Torino sia all'interno di un magazzino che dà sulla stessa. Il posto, subito dopo l'attentato, presentava diversi bossoli e tracce di sangue lungo la via. Il 35enne, ferito a un gluteo, miracolosamente scampò all'attentato - ancora non chiaro esattamente come abbia fatto - e, soccorso da qualcuno, fu lasciato nelle vicinanze dell'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Le indagini degli inquirenti hanno nel tempo ricostruito parte del complicato puzzle che è questa vicenda. Nemmeno un mese dopo la sparatoria fu ritrovata, carbonizzata, la vettura che si pensa sia stata utilizzata dal commando per recarsi in via Torino e dare il via all'agguato. Si tratta di una Renault Kangoo, completamente distrutta dalle fiamme, rinvenuta in una strada chiusa di c.da Bisaccia. All'interno del garage di Nicotra, lo stesso dove furono trovati fori causati dall'esplosione di colpi di arma da fuoco, fu trovata inoltre una Fiat Punto risultata essere stata rubata a Catania nel 2016. Infine Calogero e Antonio Bellavia, due dei sei nominativi iscritti nel registro degli indagati, vennero fermati dai carabinieri per un controllo lo scorso giugno. Erano a bordo di un' auto all'altezza della rotonda che dà su via Che Guevara, a Favara. I due furono sorpresi in possesso di due pistole, una SmithEWeston calibro 38 special con matricola abrasa e una ''Taurus'' modello ''Tracker'' calibro 357 magnum con all'interno 7 cartucce, risultata poi essere stata rubata proprio a Carmelo Nicotra. Le indagini degli inquirenti stanno cercando di far luce sul chiaro collegamento tra gli eventi per ricostruire l'esatta dinamica della sparatoria di via Torino. Per ulteriori sviluppi non resta che attendere gli esiti degli accertamenti sulle tracce biologiche ritrovate sul posto.


Sono passati più di sette giorni dall'arresto dell'imprenditore agrigentino Fabrizio La Gaipa, 42 anni, accusato di estorsione, e adesso sembra che l'inchiesta potrebbe allargarsi ulteriormente. Nel mirino degli investigatori, secondo quanto riportato dal Giornale di Sicilia, ci sarebbe un episodio riguardante l'ex dipendente e principale accusatore di La Gaipa: sarebbe stato ritrovato un accendino incastrato nel tergicristalli dell'auto dell'uomo. Si starebbe indagando su questa vicenda per cercare di capire se il tutto altro non sia che una mera casualità o se dietro questo accendino possa nascondersi un velato messaggio nei confronti dell'ex dipendente. Intanto ieri è stata rigettata l'istanza di scarcerazione presentata dai legali di Fabrizio La Gaipa. Per il gip del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, le esigenze cautelari sono ''immutate'' e le tesi della difesa non convincenti; pertanto La Gaipa resta ai domiciliari. L'imprenditore, titolare di un albergo di San Leone, risultò essere il primo dei non eletti della lista agrigentina del Movimento 5 Stelle in occasione delle regionali dello scorso 5 novembre. Di fede ''grillina'' anche il suo ex dipendente, il proprietario dell'auto nel cui tergicristalli sarebbe stato ritrovato l'accendino. E l'inchiesta che ha portato all'arresto di La Gaipa con l'accusa di estorsione parte proprio da una segnalazione da parte di suoi ex dipendenti. Gli stessi sarebbero stati costretti a restituire, dietro minaccia di licenziamento, parte dello stipendio che veniva riportato in busta paga. Ad avvalorare le accuse di estorsione ci sono anche delle registrazioni audio, effettuate di nascosto. Durante l'interrogatorio di garanzia La Gaipa aveva spiegato al giudice la sua versione dei fatti. L'imprenditore avrebbe spiegato di avere chiesto ai suoi dipendenti solo la restituzione degli acconti e di non avere mai effettuato atti di estorsione. Nella stessa inchiesta, anche se in diversa misura, è coinvolto anche il fratello di Fabrizio, Salvatore, per il quale il gip ha confermato il divieto di dimora nella città di Agrigento.


Resta in carcere il ''re dei supermercati'' Giuseppe Burgio, accusato di avere provocato una bancarotta fraudolenta da 50 milioni di euro. Il Tribunale del Riesame respinge la seconda richiesta di scarcerazione avanzata dal legale dell'imprenditore agrigentino. L'avv. Carmelita Danile nel corso dell'udienza aveva elencato tutti gli elementi utili alla scarcerazione. Ancora non note le motivazioni della decisione dei giudici di respingere il ricorso, si conosceranno nei prossimi giorni.


Con l'accusa di tentata estorsione è stato arrestato a Raffadali un 18enne. Nello specifico, T.A., queste le iniziali del nome, avrebbe minacciato un giovane di consegnare la somma di 800 euro, frutto di un debito pregresso di famiglia, nello specifico del nonno. La storia ha inizio dopo che la vittima non era rincasata. La mamma, preoccupata, ha deciso di rivolgersi ai carabinieri i quali, grazie al numero di targa del mezzo a bordo del quale il ragazzo si era allontanato, numero di targa segnato dalla mamma, sono riusciti a identificare il proprietario e a recarsi a casa dello stesso. Portatisi nell'abitazione, sita in periferia, i militari hanno circondato la casa da dove, poco dopo, due giovani, uno dei quali proprio il ricercato, uscivano allo scoperto. In pratica la vittima era stata convinta da un conoscente, con un pretesto, a recarsi in quell'abitazione ma, una volta giunti, era stato minacciato che se non avesse consegnato 800 euro, non sarebbe stato liberato. Provvidenziale l'intervento dei carabinieri che hanno fermato i due giovani, portandoli in caserma. Dopo le formalità di rito il 18enne è stato arrestato, misura cautelare confermata dal Gip di Agrigento.


Uno strano movimento era stato notato dai carabinieri della Compagnia di Agrigento in un appartamento di via Bac Bac, nel pieno centro storico della città. Gente che entrava e usciva, per lo più giovani, e per questo sono stati avviati servizi di osservazione in borghese. I sospetti dei militari sono risultati fondati; alle prime luci dell'alba, infatti, una decina di militari dell'Arma hanno fatto irruzione nell'appartamento trovando al suo interno tre cittadini stranieri, un libico e due pakistani. A seguito di perquisizione, nella dispensa della cucina i militari hanno trovato 100 grammi di hashish e 6 grammi di cocaina. I tre giovani stranieri di 19, 22 e 23 anni sono stati arrestati in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e trattenuti nelle camere di sicurezza, in attesa del giudizio direttissimo.


Sono passati più di tre anni dalla ''tragedia delle Maccalube'', quel nero 27 settembre 2014 quando, travolti da tonnellate di fango a seguito della straordinaria attività dei vulcanelli, persero la vita Carmelo e Laura Mulone, di 9 e 7 anni, figli dell'appuntato dell'Arma Carabinieri Rosario. L'inchiesta per stabilire se - e a chi - spettano le responsabilità al riguardo prosegue e sembra avvicinarsi alle battute finali. Ieri il pubblico ministero Carlo Cinque, con l'accusa di omicidio colposo plurimo, ha chiesto condanne a 8 anni di reclusione per Domenico Fontana, all'epoca dei fatti presidente regionale di Legambiente e attuale assessore comunale con delega all'Ambiente del Comune di Agrigento; 6 anni e 8 mesi per Francesco Gendusa, funzionario regionale; 5 anni per Daniele Gucciardo, operatore in forza presso il sito delle Maccalube. Quella del pm Carlo Cinque è stata una requisitoria senza mezzi termini. Per il pm la morte dei fratellini Mulone sarebbe stata frutto della negligenza umana, con a base la responsabilità e l'inadeguatezza di Legambiente nel gestire la riserva aragonese riaperta circa un mese prima del tragico evento. Insomma, per l'accusa la tragedia poteva essere evitata e gli imputati sapevano della propria inadeguatezza nella gestione del sito - a partire dal fatto che fosse un architetto a dirigerlo - tanto che in caso di dubbio o di problemi sarebbe stata chiesta consulenza a tecnici. Tra gli altri aspetti di Legambiente messi a fuoco dal pm ci sarebbe anche un tipo di contratto fatto da Fontana per sé stesso, risultando sia dipendente che datore di lavoro. Ci sarebbero stati poi sistematici ritardi da parte di Legambiente nel comunicare e inviare relazioni riguardo l'attività delle Maccalube. Il funzionario regionale Gendusa, sostiene ancora Carlo Cinque, non avrebbe fatto nulla pur essendo consapevole della pericolosità dell'area per la quale sarebbero stati necessari monitoraggi e approfondimenti. Infine la colpa di Gucciardo sarebbe stata quella di supervisionare il fenomeno del ribaltamento delle Maccalube senza essere un geologo e poter capire tecnicamente i rischi.


''Non trasmettete quella serie Tv perché è lesiva dell'immagine della città''. Così il sindaco di Agrigento Calogero Firetto diffida Sky Italia nel mandare in onda le puntate dei nuovi episodi di ''Power'', il serial tv americano prodotto e interpretato dal rapper newyorchese Jackson Curtis, perché gravemente lesivo nei confronti di Agrigento. Si chiama ''Agrigento'' nella finzione televisiva il locale di proprietà del protagonista, James St. Patrick, boss dedito ai traffici di droga, soprannominato Ghost; un locale che serve da ''copertura'' e dove si incontrano i malavitosi per il controllo del traffico e dello spaccio. Nelle scene, quando viene inquadrato l'ingresso del locale, oltre al nome ''Agrigento'' appare il logo della Città dei templi, quello cioè con i tre giganti che sorreggono le torri merlate. Il sindaco Lillo Firetto, appreso della programmazione anche in Italia, ha immediatamente dato incarico all'Ufficio legale del Comune di procedere nei confronti del produttore e delle emittenti televisive per far bloccare la messa in onda della serie Tv. ''Si tratta di uno svarione incomprensibile - dichiara il sindaco di Agrigento Firetto. Si utilizza il nome della città e il logo del nostro Comune facendone un uso deteriore con grave danno all'immagine della città!''.


Anche per i primi sei mesi del 2018 il Libero Consorzio Comunale di Agrigento, ex provincia, assicura il servizio del trasporto degli alunni portatori di handicap grave che frequentano gli Istituti Superiori di competenza del Libero Consorzio. Con apposito provvedimento è stata impegnata la somma di 15 mila euro per assicurare il servizio fino al 31 dicembre 2017 e 35 mila euro per garantire il trasporto nei primi mesi del 2018. Questo impegno consentirà ai quasi 100 studenti delle scuole medie superiori della provincia, fruitori del servizio di trasporto gratuito, di potere frequentare regolarmente i corsi di studio per l'anno scolastico in corso.


Anche quest'anno il circolo culturale LiberArci di Favara apre la campagna di tesseramento. ''Aderire al nostro circolo - dichiarano - è un'operazione culturale finalizzata alla crescita di occasioni di incontro e di collaborazione tra cittadini che intendono, a vario titolo e attraverso molteplici forme, adoperarsi concretamente per la propria comunità. Tutto questo è ''promozione sociale'' dei territori, realizzata attraverso la cultura, l'organizzazione del tempo libero, la partecipazione attiva alla vita sociale delle comunità, la solidarietà, il mutuo soccorso, la difesa dei diritti individuali e collettivi, i valori dell'antifascismo e la promozione del benessere per tutte e tutti. Aderire all'Arci quest'anno significherà schierarsi contro il razzismo dilagante e, al tempo stesso, -concludono- sostenere concretamente l'azione dell'associazione e dei circoli in favore delle comunità locali, sempre più schiave di paura ed egoismo''. Per maggiori informazioni è possibile contattare Pasquale Cucchiara al numero 329.91.54.125 o Vincenzo Cassaro al 339.63.13.137.


In chiusura vi divulghiamo un messaggio del Consiglio Pastorale cittadino di Favara. Sono iniziati i corsi per la preparazione alla cresima degli adulti in Chiesa Madre sabato alle ore 18.00, Chiesa S. Giuseppe Artigiano domenica ore 18,30. ''Gli elenchi degli iscritti al corso -fanno sapere- verranno consegnati in Curia il 30 novembre''.


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