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SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 10/10/2017
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


Ritorna in aula l'inchiesta in corso sulla tragedia delle Maccalube dove il 27 settembre del 2014 persero la vita i fratellini Carmelo e Laura Mulone, di 7 e 9 anni. I due bambini stavano facendo una passeggiata insieme al padre quando furono travolti da un'esplosione di fango. La vicenda vede imputati l'ex presidente regionale di Legambiente, ente che gestisce il sito su incarico della Regione, l'architetto Domenico Fontana, il dipendente della riserva Daniele Gucciardo e il dirigente dell'Assessorato regionale al Territorio Francesco Gendusa. Ieri sono stati ascoltati tre consulenti della difesa. Gli stessi si sono posti in contrapposizione rispetto a quanto asserito dal consulente della Procura Carlo Cassaniti, secondo il quale il sito delle Maccalube su dati statistici era da ritenere poco sicuro. Cassaniti affermava infatti di avere esaminato gli eventi parossistici verificatisi nel sito nei tre decenni antecedenti all'incidente. La violenta attività dei vulcanelli si sarebbe verificata 10 volte in 30 anni, una frequenza tale da far ritenere al consulente come il sito aragonese era da considerare non sicuro. Ma per i consulenti della difesa l'incidente era imprevedibile e il metodo di Cassaniti errato in quanto ''parte da presupposti sbagliati''. ''Che la mancanza di un sistema di monitoraggio fosse un limite è vero - spiegava ieri uno dei consulenti di fronte al giudice - ma nessuno poteva prevedere su basi scientifiche quando la riserva doveva essere chiusa a causa di un'imminente attività eruttiva''.


Sarebbero state riscontrate delle irregolarità nelle firme di sottoscrizione e nella documentazione prodotta. Da otto scendono a cinque i candidati alla carica di presidente della Regione Sicilia. Sarebbero stati esclusi i listini regionali dei candidati Franco Busalacchi di ''Noi siciliani-Sicilia libera e sovrana'', di Piera Loiacono della lista civica ''Per il lavoro'' e Pierluigi Reale, di Casa Pound. Gli stessi annunciano già ricorso alla decisione dell'ufficio elettorale presso la Corte d'Appello di Palermo. La bocciatura dei listini regionali dei tre candidati a governatore fa cadere anche le liste presentate da Busalacchi, Loiacono e Reale nei vari collegi. Non è possibile infatti che una lista non abbia un candidato presidente di riferimento. In corsa al momento per la presidenza rimangono Nello Musumeci per il centrodestra, Giancarlo Cancelleri per il Movimento 5 Stelle, Fabrizio Micari per il centrosinistra, Claudio Fava per la sinistra, ''Cento passi per la Sicilia'', e Roberto La Rosa per gli indipendentisti di ''Siciliani liberi''.


Si tenta di fare chiarezza in merito all'incidente sul lavoro che ieri mattina, presso la Diga Furore di Naro, è costato la vita a due operai pare intenti a compiere dei lavori manutentivi. Si tratta del narese Francesco Gallo, 61enne, e del favarese Gaetano Cammilleri, che il mese prossimo ne avrebbe compiuti 56. La Procura della Repubblica di Agrigento vuole vederci chiaro e ha aperto nella stessa giornata di ieri un fascicolo d'inchiesta per omicidio colposo. Sarebbero già due i nominativi iscritti nel registro degli indagati: si tratterebbe del dirigente regionale del Dipartimento acqua e rifiuti presso l'Assessorato regionale dell'Energia e dei servizi di pubblica utilità, Gaetano Valastro di 52 anni di Catania, e del titolare della ditta che si occupa di manutenzione degli impianti della Diga Furore di Naro e datore di lavoro delle vittime, il 53enne Francesco Mangione, di Raffadali. A coordinare le indagini dei carabinieri il sostituto procuratore Salvatore Vella, lo stesso che ha disposto il sequestro dell'intera area della diga. Stando alle ricostruzioni Gallo e Cammilleri sono caduti, da un'altezza di circa 32 metri, nel ''sovrappieno'', una vasca usata per lo stoccaggio delle acque ma che sarebbe stata vuota. Le salme dei due lavoratori sono state recuperate dal nucleo speciale del ''Saf'' dei vigili del fuoco di Agrigento. In particolare l'attenzione di investigatori e inquirenti sarebbe focalizzata sul montacarichi, il quale potrebbe risultare non idoneo per trasportare le persone. Secondo l'ipotesi investigativa i due operai si sarebbero trovati a bordo del montacarichi che avrebbe dunque ceduto, facendoli precipitare. Ad ogni modo gli accertamenti sono ancora in corso, al momento non ci sarebbe alcun punto fermo nella ricostruzione della vicenda. Intanto le due salme sono state dissequestrate questa mattina. I sindaci di Naro e Favara hanno proclamato il lutto cittadino per domani, il giorno in cui si celebreranno i funerali dei due lavoratori. L'estremo saluto avverrà alle ore 16.00 presso la chiesa Sant'Agostino, a Naro. Ieri il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, aveva inoltre annunciato l'istituzione di una commissione regionale d'inchiesta per accertare le eventuali responsabilità sull'incidente.


Si è celebrata ieri la seconda udienza del procedimento penale che vede imputati i medici dell'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento Sergio Sutera Sardo e Salvatore Napolitano per il reato di omicidio colposo nei confronti di Vincenzo Rigoli, il giovane di soli 19 anni deceduto per shock emorragico nella sala operatoria del nosocomio agrigentino nella notte tra il 16 ed il 17 dicembre 2012, dopo un incidente stradale avvenuto sulla SS 640, in c.da Gasena. Il giudice monocratico dott.ssa Maria Grazia Tedde, titolare del procedimento, ha ascoltato il Consulente Tecnico d'Ufficio Dott. Rinella in assenza del Dott. Ragazzi, anch'egli in paritetica veste e cofirmatario della perizia d'ufficio redatta su incarico del P.M. Il Dott. Rinella, durante l'udienza, avrebbe asserito che la superiore relazione sarebbe stata redatta sulla scorta delle perizie a firma del Dott. Gianfranco Pullara, primo consulente d'ufficio - oggi deceduto - e di quelle a firma dei consulenti tecnici della famiglia Rigoli, i Prof.ri Paolo Procaccianti e Nello Grassi dell'Università di Palermo. Non avendo partecipato all'esame autoptico del giovane Vincenzo, null'altro avrebbe di fatto potuto asserire in merito all'evento. Incalzato dalle domande del P.M. e dei legali delle parti presenti in aula, avrebbe anche dichiarato, tra l'altro, quanto l'esecuzione di una TAC sarebbe stata di prioritaria importanza ai fini delle indagini propedeutiche utili al successivo trasporto in sala operatoria e che se l'intervento di chirurgia toracica fosse stato per tempo eseguito, si sarebbe addivenuti ad un esito ben diverso. ''È straziante ritrovarsi alle udienze con il dolore che portiamo dentro e con il quale non ci si può rassegnare a continuare a vivere -è il commento di papà Giuseppe e mamma Michela-, ma vedere finalmente concretizzarsi, a quasi cinque anni dall'accadimento, l'avvio di una fase dibattimentale che possa condurci all'uso della parola 'fine' all'agognata ricerca della verità su quanto accaduto a Vincenzo ci impone di ritenere che le nostre ragioni avevano radici giuridico-legali ben solide. Nostro figlio -continuano- non è morto a causa di un incidente stradale: lo abbiamo dimostrato con le perizie medico-legali dei nostri consulenti e con la stesura delle memorie dei nostri legali''. ''Auspichiamo -concludono-, confermando ancora una volta la nostra piena fiducia nella magistratura giudicante, che si possa dare risposta univoca alla richiesta di giustizia che esercitiamo nei confronti di nostro figlio, con utilizzo di tempistica breve, nella speranza che quanto accaduto a Vincenzo non abbia più a verificarsi''. La prossima udienza è fissata per lunedì, 30 ottobre.


Raccontarono ai medici dell'ospedale di Canicattì che Giuseppe Gioacchino Bordonaro morì dopo essere stato travolto da un furgone mentre tagliava erbacce sul ciglio della strada. Ma per gli inquirenti la versione è un'altra: il 52enne perse la vita mentre stava lavorando come operaio in nero nel soffitto di un cantiere dove si stava realizzato un manufatto abusivo. Tre anni dopo il fatto, avvenuto nel giugno del 2014 in c.da Montagna - via Forlì, il giudice dell'udienza preliminare Alfonso Malato ha rinviato a giudizio cinque persone. Si tratta di Maria Grazia Cuva, 52 anni, Antonio Ferraro, 55 anni, Roberto Lauricella Donisi, 47 anni, Giovanni Garlisi, 36 anni, e Gioacchino Caracciolo, 40 anni, tutti di Canicattì. L'accusa di omicidio colposo viene contestata a Lauricella Donisi in qualità di titolare dell'impresa affidataria dei lavori. Cuva e Ferraro sono i proprietari, nonché committenti delle opere, mentre Garlisi è il titolare dell'impresa esecutrice. La prima udienza del dibattimento è in programma l'8 gennaio davanti al giudice Giancarlo Caruso. Le accuse, a carico di cinque persone, sono di omicidio colposo, simulazione di reato, favoreggiamento personale, abusivismo edilizio e violazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro.


La questione migranti e ''sbarchi fantasma'' continua a far parlare di sé, soprattutto dopo la recente escalation che ha visto le coste dell'agrigentino ''accogliere'' quasi con cadenza giornaliera, e in alcuni casi anche più volte nel giro di 24 ore, immigrati clandestini. L'attenzione mediatica continua a crescere sia tra i canali locali sia tra quelli regionali e anche tra quelli nazionali. A occuparsi dell'argomento ieri il noto programma televisivo ''Quinta Colonna'', in onda su Rete 4, con un servizio giornalistico dal titolo ''Gli sbarchi fantasma: dove stanno i controlli?''. L'inviato ha effettuato un sopralluogo sulla spiaggia di Torre Salsa, un sito turistico distante 40 km da Agrigento. ''Coinquilini'' del posto, secondo quanto mostrato nel corso del servizio, cinque relitti di imbarcazioni utilizzate dai migranti per approdare sulla spiaggia. In una di queste, spiega l'inviato di Quinta Colonna, ci sarebbero stati a bordo una novantina di migranti. In un altro natante sarebbe stata trovata una lama curva, arrugginita, lunga diversi centimetri. È stato intervistato anche Claudio Lombardo, responsabile dell'associazione MareAmico, che ha spiegato come da giugno a ora sono stati registrati 80 sbarchi in provincia per un totale di circa 3mila persone sbarcate. Una volta arrivate, queste hanno tutto il tempo di allontanarsi indisturbate - continua Claudio Lombardo - prima dell'arrivo delle Forze dell'ordine. Insomma, gli sbarchi fantasma sono ormai una realtà del nostro territorio che, se non si pone un freno alla situazione, continua a mettere a rischio i migranti in viaggio verso le nostre coste e mina la percezione pubblica riguardo la sicurezza dei nostri territori.


Incidente stradale a Villaseta. Una 50enne si è schiantata con la propria Citroen C1, impattando contro la rotatoria nei pressi di c.da Fondacazzo. Lo scontro sarebbe stato abbastanza violento da far perdere diversi pezzi alla vettura. La donna è stata subito trasportata con un'ambulanza del 118 presso l'ospedale San Giovanni di Dio per essere medicata dai sanitari. Pare che le sue condizioni non siano preoccupanti. Sul posto dell'incidente anche la Municipale per effettuare i rilievi del caso.


Rinvio a giudizio per 23 persone coinvolte nell'inchiesta su un presunto giro di droga del tipo hashish e cocaina. A chiederlo il sostituto procuratore di Sciacca Michele Marrone. I coinvolti nell'inchiesta sono quasi tutti riberesi, il presunto giro di droga riguarda varie zone tra il palermitano e l'agrigentino, tra queste Ribera, Burgio, Villafranca, Lucca Sicula e Caltabellotta. Il fascicolo è stato aperto dalla Procura della Repubblica di Sciacca. A coordinare le indagini, svolte tra il 2014 e il 2015, i procuratori Michele Marrone e Alessandro Moffa. Tra gli indagati anche alcuni soggetti per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio per l'ipotesi di reato di detenzione illegale di armi.


Sono stati riscontrati parametri non conformi nell'acqua in distribuzione in alcuni punti di via Regione Siciliana, ad Agrigento, e per questo il sindaco Lillo Firetto ha emesso ordinanza, su proposta dell'ASP, per la sospensione dell'erogazione idrica nei punti idrici segnalati. La stessa ASP ha inoltre invitato Girgenti Acque a sospendere l'erogazione in tutta la via Regione Siciliana, chiedendo di risolvere le anomalie riscontrate e rifornire di acqua potabile mediante autobotti. Invito ribadito dal Sindaco che ha anche chiesto all'Assemblea Territoriale Idrica, titolare del contratto, l'opportuno controllo sull'operato del gestore. Intanto a Favara si registra ancora carenza idrica. Il gruppo consiliare del M5S, partito al governo della città da circa 1 anno e mezzo, e che aveva fatto del problema acqua un cavallo di battaglia alle scorse elezioni, ha deciso per domani mattina di occupare simbolicamente la sede di Girgenti Acque sita in viale Mediterraneo, zona industriale di Aragona.


Ad Agrigento, in occasione dell'anniversario dei 110 anni della fondazione della Polizia Ferroviaria, il questore Maurizio Auriemma si è recato presso gli uffici della Polfer per incontrare e salutare il personale in servizio. Lo ha incontrato con particolare affetto per via della lunga militanza in tale specialità del papà. La Polfer è nata per garantire la sicurezza di tutti coloro che si muovono in treno o frequentano le stazioni, del personale viaggiante, delle merci e delle strutture. La quotidianità della Polizia Ferroviaria è fatta di prevenzione e contrasto ai reati in ambito ferroviario, ma allo stesso tempo di vicinanza e sostegno a chi è in difficoltà.


Seconda settimana del mese missionario mariano organizzato dal consiglio pastorale cittadino di Favara. ''Stasera alle ore 20.00 presso il salone della parrocchia SS. Apostoli Pietro e Paolo -ci dice il coordinatore Salvatore Sutera Sardo- riflessione sulle parole di Maria ''Fate ciò che Lui vi dirà'' a cura di don Marco Damanti. Giovedì prossimo, sempre alle 20.00, -conclude- la tenda itinerante di adorazione sarà presente col Santissimo Sacramento in via Agrigento Alta, nei pressi del simulacro della Madonna, con momenti di adorazione e di lode a cura dei gruppi di ''Rinnovamento dello Spirito di Favara''. Tutta la comunità è invitata a partecipare.


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