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SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 19/07/2017
Direttore Responsabile: Calogero Sorce


''Mi sono sentito con il RUP dell'Anas, mi ha confortato avvisandomi che a quanto pare a Roma hanno firmato la convenzione e a breve dovrebbe arrivare. Mi ha detto pure di aggiornarci alla prossima settimana per avere notizie più dettagliate''. Sono queste le parole dell'assessore comunale ai Lavori Pubblici di Favara Amodeo Nicotra dopo il servizio andato in onda ieri riguardante la problematica situazione in cui versa un tratto di via Che Guevara, a Favara, dove si registra una frana. Avevamo chiesto all'assessore di informare pubblicamente la città sullo stato delle cose e soprattutto a che punto era giunta la validazione della convenzione con Anas che avrebbe dovuto garantire i fondi per la sistemazione di questa e di altre strade. La risposta non è tardata ad arrivare. Secondo quanto sostiene l'assessore la convenzione sarebbe stata firmata e a breve dovrebbe arrivare. ''Non ci dimentichiamo di nessuno -ci ha ancora detto Nicotra- e cerchiamo di fare del nostro meglio''. Ricordiamo che i cittadini residenti della zona temono seriamente per la propria incolumità a causa di un dissesto al manto stradale che è franato. Problema che sembra essere ulteriormente peggiorato dopo la bomba d'acqua di circa mezz'ora di domenica scorsa. Il timore manifestato dai cittadini riguarda soprattutto le proprie abitazioni e i danni strutturali che queste potrebbero subire se non si interviene tempestivamente per ripristinare l'area. Dicevano ieri ai nostri microfoni: ''Qui può seriamente scapparci il morto per poi fare fiaccolate''. Oltre alla paura per le abitazioni, va ad aggiungersi anche il problema viabilità: tanti cittadini giornalmente percorrono via Che Guevara e il fatto che si possa circolare in una sola parte della carreggiata non esclude la possibilità di imbattersi in incidenti stradali. Come detto ieri, l'auspicio è che la situazione possa tornare alla normalità il prima possibile e che si accelerino i tempi burocratici per la messa in sicurezza del tratto. L'amministrazione comunale non deve scordare che a Roma la città di Favara ha due deputati locali, potrebbe anche interpellarli al fine di far accelerare l'iter. Ne va dell'incolumità dei cittadini.


È stata danneggiata la stele dedicata al giudice Rosario Livatino e realizzata nel luogo in cui il magistrato venne ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990. Il fatto avvenne sulla statale 640, tra Canicattì e Agrigento. A segnalare il danneggiamento della stele, alla vigilia del 25esimo anniversario della strage di via D'Amelio, sarebbe stato un operaio. Secondo le prime ricostruzioni pare che qualcuno abbia usato un oggetto pesante - forse una pietra o un martello - per spaccare in due il cerchio con su scritto ''A Rosario Livatino…'', facendo saltare la parte superiore e con essa il nome del magistrato. Dalla Questura si stanno occupando dei dovuti accertamenti sul caso. Stamattina sul posto si è recato il Prefetto di Agrigento Nicola Diomede, insieme ai rappresentanti di Polizia e Carabinieri. Tutti hanno condannato fortemente il gesto. Il Prefetto inoltre chiederà alla C.n.c. di Ravenna, che si sta occupando dei lavori di raddoppio della 640, di illuminare la zona e di dotarla di impianti di videosorveglianza. Intanto l'associazione nazionale dei Magistrati e le associazioni ''Amici del giudice Rosario Livatino'', ''Tecnopolis'' e ''Strada degli scrittori'' si sono rese disponibili a ristrutturare il monumento. La notizia del danneggiamento della stele sta facendo parlare di sé in tutta Italia. Diversi i commenti di condanna. ''Dietro il vile atto di infrangere il monumento al giudice di Canicattì - scrive l'arcivescovo di Agrigento e cardinale Francesco Montenegro - si nasconde quella logica mafiosa che tanto male ha fatto al nostro territorio. Siamo consapevoli che ci sono ancora persone e sistemi di potere che lavorano per distruggere il bene. A queste persone vogliamo dire con chiarezza che il loro modo di ragionare e di fare è fuori dal Vangelo e, pertanto, loro stessi sono fuori dalla chiesa; a queste persone vorremmo giungesse il grido di dolore di tanti genitori che - come quelli di Livatino - hanno dovuto piangere i loro figli innocenti, nella speranza che quelle lacrime li convincessero a fermarsi. Basta! - aggiunge Montenegro - Basta con i reati contro la giustizia! Basta con il sangue innocente! Basta con la cattiveria usata nei confronti di chi vuole lavorare onestamente!''. L'appello del cardinale giunge anche a quanti credono nella giustizia, affinché traggano esempio da Livatino per essere essi stessi monumento vivente della giustizia, lontani da logiche omertose e mafiose. A commentare l'atto barbarico sui social anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. ''Onore alla memoria oltraggiata del giudice Livatino - scrive il premier. Italia unita alla vigilia dell'anniversario della strage di via D'Amelio''.


Ferma condanna per l'atto vandalico alla stele del Giudice Rosario Livatino arriva dal primo cittadino di Canicattì Ettore Di Ventura. «Dopo gli episodi dolosi, compiuti a Palermo nei giorni scorsi a danno di alcuni simboli eretti a memoria dei giudici Falcone e Borsellino - commenta il sindaco Ettore Di Ventura - ci sbigottisce registrare, proprio alla vigilia del 25° anniversario della strage di via D'Amelio, un'azione vandalica ai danni della stele del ''nostro Giudice Ragazzino''. Come sindaco di Canicattì, unitamente ai componenti della mia Giunta, -conclude Di Ventura- esprimo profondo sdegno per questo ignobile atto e con estrema fermezza ci tengo a ribadire che l'oltraggio perpetrato ai danni di questo significativo simbolo di eroismo non ci allontanerà dalla strada intrapresa verso il pieno rispetto della legalità».


Ricorre oggi il 25esimo anniversario della morte del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della scorta. Era il 19 luglio 1992, alle ore 16.58, quando 100 kg di tritolo, posizionati all'interno di una Fiat 126, uccise a Palermo, in via D'Amelio, il giudice. Insieme a lui anche gli agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. A sottolineare l'importanza e il profondo significato di questo anniversario è anche il sindaco Lillo Firetto: «Il 19 luglio è una data che non si può dimenticare. Ferita ancora aperta per il nostro Paese, divenuta emblema della lotta alla mafia. La testimonianza e i valori che ci ha lasciato il giudice Paolo Borsellino -dice Firetto- non appartengono al passato, bensì sono ancora oggi vivi e ardenti più che mai. Come amministrazione comunale avvertiamo una profonda vicinanza con quegli ideali e quegli intenti e pertanto sentiamo l'esigenza di ricordare coloro che per la giustizia e la legalità hanno sacrificato la propria vita».


È un vero e proprio botta e risposta quello che sta avvenendo tra alcuni coinquilini dell'aula Falcone Borsellino del Municipio di Favara dopo l'ultimo consiglio comunale avvenuto sabato scorso. In quell'occasione, in assenza dei consiglieri d'opposizione, l'adunanza aveva approvato quasi tutti i punti all'ordine del giorno e proprio su alcuni di questi intervengono le consigliere del gruppo misto Marilì Chiapparo e Rossana Castronovo. In particolare le stesse si concentrano sull'approvato piano finanziario TARI 2017, che aveva peraltro registrato il parere contrario dei Revisori dei conti. Un'approvazione, sostengono le consigliere, avvenuta in fretta e in furia, senza consultare il parere dell'opposizione. Chiapparo e Castronovo non riescono inoltre a trovare scusanti per l'urgenza con la quale il piano è stato approvato, quando ad esempio si continua a ritardare il bilancio 2017 che doveva essere pronto entro il mese di giugno. ''Il bilancio 2017 è in disavanzo e non lo si riesce a riequilibrare - scrivono le consigliere del gruppo misto - perché nulla è stato fatto per eliminare le cause che hanno portato a quella dichiarazione di dissesto. È dunque per rimediare all'incapacità di governare e amministrare la Città che l'amministrazione, senza vergogna, mette le mani in tasca ai cittadini deliberando, rispetto a quello che era il piano di previsione Tari per il 2016, un aumento del costo del servizio?''. Castronovo e Chiapparo aggiungono inoltre che ''in un anno di Amministrazione a 5 Stelle, solo per il servizio di nettezza urbana, il Comune di Favara ha prodotto, carte alla mano, un mancato incasso, e quindi un debito, di quasi 4 milioni e mezzo di euro''. Pronta la risposta del gruppo consiliare pentastellato con una nota a cura del consigliere Carmelo Sanfratello. Per quanto riguarda l'assenza dell'opposizione per buona parte del consiglio la colpa della maggioranza, scrivono, sarebbe quella di essere stata puntuale. ''Prima della votazione della Tari - aggiungono i 5 stelle - era presente la consigliera Castronovo la quale ha preferito non intervenire sul punto. Come mai esprime il suo disappunto a mezzo stampa mentre in consiglio si è alzata prima della votazione? Forse perché richiamata dalla collega Chiapparo?''. In merito all'approvazione della TARI, poi, la maggioranza afferma di avere studiato e discusso il tutto con numerosi incontri e confronti, approvando infine un risparmio rispetto al 2016 del 10%. La nota del consigliere Sanfratello finisce con una provocazione: ''Piuttosto che comunicare improbabili cifre in merito a una presunta evasione della Tari - si legge - la consigliera Chiapparo potrebbe dirci il buco di bilancio che ha lasciato lei durante il suo anno da assessore nella giunta Manganella?''. Giunge quindi la contro-risposta della consigliera Chiapparo che invita a sua volta chi interessato a ''produrre le cifre del buco di bilancio che la stessa avrebbe lasciato durante l'anno di assessore nella giunta Manganella''. Replica anche della consigliera Rossana Castronovo: ''Sono una mente pensante, non sono uscita dall'aula perché chiamata da qualcuno. È inutile sprecare fiato quando chi sta dall'altra parte non è aperto al confronto''. Questi in sintesi gli argomenti centrali della faida interna al consiglio comunale favarese, botta e risposta che si sta svolgendo a colpi di comunicati stampa i quali possono essere consultati integralmente sul sito di informazione online siciliatv.org.


Intanto il consigliere comunale Salvatore Giudice ha da ridire sul presidente del consiglio comunale Salvatore Di Naro. In particolare Giudice si riferisce alla seduta di venerdì scorso 14 luglio, quando in discussione, quale primo punto all'ordine del giorno, c'era la ''Comunicazione del Presidente'' riguardante le dichiarazioni del sindaco Alba durante la convention dei 5 stelle di domenica scorsa a Palermo. ''Il presidente Di Naro -dice Giudice-, che dovrebbe essere presidente di tutti, anziché prendere le distanze dal sindaco, dopo le affermazioni con le quali diceva che c'è qualche consigliere di opposizione che cerca di corromperla con affari loschi, si è semplicemente limitato a recitare frasi retoriche e ridondanti, invitando tutti a ridimensionare le polemiche sulle dichiarazione del Sindaco. Contro ogni aspettativa, esordisce attaccando i consiglieri di opposizione! Alla fine del discorso assurdo e paradossale del Sindaco -dice ancora Giudice- i consiglieri comunali cinque stelle hanno avallato quanto esposto dal Sindaco con un sonoro applauso''. Per il consigliere Salvatore Giudice i colleghi grillini si dimostrano ''eccessivamente servili nei confronti dell'Amministrazione, mortificando e sminuendo sistematicamente il ruolo del consigliere comunale, e il Presidente del Consiglio non onora la carica da lui ricoperta, non facendosi valere e non dimostrando imparzialità''.


A due mesi e mezzo dalla protesta dinanzi al viadotto Petrusa, che collega le città di Favara e Agrigento, un nuovo sit-in è stato organizzato dalla Cisl per sabato 29 luglio. ''Ci fermeremo solo quando le macchine passeranno sul ponte'', queste le parole del sindacato, retto da Maurizio Saia. L'appuntamento con il nuovo sit-in è quindi in programma il prossimo 29 luglio alle ore 9.00.


Si recano a Porto Empedocle per partecipare ai funerali dell'anziano congiunto quando scoprono che l'abitazione è stata occupata abusivamente da una coppia. I familiari del defunto, un 77enne pensionato, avrebbero allora allertato la polizia. Giunti sul posto, gli agenti del locale commissariato ''Frontiera'' avrebbero identificato gli occupanti abusivi della casa, una coppia con dei piccoli. I poliziotti sarebbero riusciti a convincere gli abusivi a lasciare l'abitazione, intanto a loro carico sarebbe stata formalizzata una denuncia alla Procura per l'ipotesi di reato di occupazione abusiva. I familiari del deceduto si sarebbero inoltre accorti come dalla sua residenza mancassero denaro e mobilio. Per la coppia allora sarebbe scattata anche la denuncia per l'ipotesi di furto, ma questa avrebbe raggiunto pure la badante dell'anziano. Serviranno adesso ulteriori indagini per stabilire chi siano i responsabili del furto.


È stato messo a punto dal SAGI, Sindacato Autonomo Giornalisti Italiani, il bando per il premio giornalistico '' Leonardo Guida'', il pubblicista agrigentino scomparso dopo una lunga malattia il 18 gennaio del 2015, a 64 anni . ''Il premio - spiega il segretario nazionale del SAGI Nino Randisi- è rivolto ai giornalisti iscritti all'Ordine e agli autori di articoli, inchieste e servizi andati in onda e/o pubblicati su carta stampata, tv, radio, agenzie di stampa e testate online (regolarmente registrate) tra il gennaio 2016 e il mese di giugno 2017 e che esaltano i valori dello sport''. Leonardo Guida infatti era un appassionato di motori e in particolare di rally essendo stato anche un pilota con il nome d'arte di ''Willer'', in omaggio all'altra sua grande passione, il fumetto ''Tex''. Guida è stato anche dirigente regionale del Sindacato SAGI. La consegna del premio si svolgerà ad Agrigento nel prossimo mese di dicembre.


Avrà inizio domani giovedì 20 luglio al lido Cannatello il torneo di calcio a 8 in memoria di Maurizio Vullo, il favarese morto prematuramente all'età di 53 anni a causa di un incidente stradale avvenuto nel maggio dell'anno scorso. Quello di quest'anno è il secondo torneo organizzato per ricordare Maurizio Vullo, un uomo che ha speso parte della sua vita dedicandosi al mondo del calcio. Vullo era a capo del Comitato di Cannatello per promuovere attività di intrattenimento durante le notti dei due mesi più caldi dell'estate. Ed è in questa località che gli amici lo vogliono ricordare con uno sport a lui caro, il calcio.


Questo pomeriggio, intorno alle 18, è in programma una conversazione libera sulla frana di Agrigento del '66 presso la Farm Cultural Park. L'incontro è stato organizzato a cinquantuno anni dal tragico evento e in contemporanea con l'inaugurazione della mostra ''Agrigentérotique'', a cura di Dario Orphée La Mendola, le cui opere riflettono artisticamente su quanto accaduto nella città dei Templi dalla speculazione edilizia a oggi. A intervenire in merito Padre Giuseppe Pontillo, il geologo Giovanni Noto, il sociologo Gaetano Gucciardo e il critico Dario Orphée La Mendola, moderati dal giornalista Michele Scimè. Tra i temi focalizzati non mancano lo stato della Cattedrale e quello prettamente geologico dei costoni su cui insiste l'espansione urbana, le inchieste giornalistiche e gli impatti sociologici ed estetici. La mostra ''Agrigentérotique'', fondamentalmente sperimentale e che s'ispira ai principi della permacultura, è visitabile fino a settembre e presenta tre opere allestite all'aperto che rendono il fruitore parte integrante dell'installazione, mettendolo in relazione con l'atmosfera circostante, accompagnate da una prosa di Dario Orphée La Mendola.


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