SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 14/01/2017
Direttore Responsabile: Calogero Sorce

LA PROCURA DI AGRIGENTO CHIEDE ALLA CASSAZIONE L'ARRESTO DELL'AVVOCATO AGRIGENTINO GIUSEPPE ARNONE. CONTENZIOSO INIZIATO TRA LE PARTI NEL NOVEMBRE 2015 QUANDO ARNONE VENNE ARRESTATO PER PRESUNTA ESTORSIONE AI DANNI DELLA COLLEGA PICONE.

INCHIESTA "UP AND DOWN", TORNA IN LIBERTA' LA MAROCCHINA RANIA EL MOUSSAID. PER LEI SOLO L'OBBLIGO DI FIRMA.

E' STATO RITROVATO A QUASI 70 METRI DI PROFONDITA' IL CADAVERE DI FRANCESCO SOLINA, NAUFRAGATO INSIEME A UN PESCHERECCIO AL LARGO DI LAMPEDUSA. I SUB TENTERANNO IL RECUPERO.

DOMANI RICORRE IL 49ESIMO ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO NELLA VALLE DEL BELìCE. IL NOSTRO RICORDO.


Sta per raggiungere l'ultimo capitolo del libro la vicenda giudiziaria che da novembre vede contrapporsi la Procura della Repubblica di Agrigento all'avvocato Giuseppe Arnone. I procuratori hanno chiesto alla Cassazione di arrestare l'avvocato. Tutto ha avuto inizio lo scorso 12 novembre quando Arnone era stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Agrigento per l'ipotesi di reato di estorsione ai danni della collega Francesca Picone. Secondo gli inquirenti Giuseppe Arnone avrebbe intascato due assegni da 14 mila euro, le prime due rate di una tangente da 50mila euro che avrebbe richiesto a Picone per non alzare clamore mediatico su una pregressa vicenda giudiziaria che vede la collega imputata per estorsione nei confronti di una sua cliente, successivamente assistita proprio da Arnone. Dopo un via vai tra carcere e domiciliari, il 28 novembre i giudici del tribunale del Riesame di Palermo avevano annullato, per mancanza d'indizi, l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Francesco Provenzano e disposto la scarcerazione per l'avvocato. Durante l'udienza lo stesso Arnone aveva insistito per prendere la parola e difendersi personalmente, per oltre due ore, dalle accuse avanzate dalla Procura. Procura che sembrerebbe tutt'ora sicura delle sue tesi, tant'è che ha presentato un ricorso firmato dal procuratore capo Luigi Patronaggio, dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dai Pm Carlo Cinque e Alessandro Macaluso. Adesso spetta alla Cassazione decidere a chi dare ragione e mettere la parola ''fine'' a questo contenzioso tra le parti. La data dell'udienza sarà fissata nei prossimi giorni.


Torna in libertà anche la 31enne originaria di Casablanca Rania El Moussaid, residente ad Agrigento, coinvolta nell'operazione ''Up and Down'' condotta dai carabinieri che ha portato lo scorso dicembre a 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 2, tra le quali la giovane marocchina, ai domiciliari. Le indagini degli agenti avrebbero smascherato un presunto traffico di droga, del tipo cocaina e hashish, che dal Belgio arrivava a Palermo e poi a Favara. I giudici del tribunale del Riesame di Palermo hanno dato ragione al legale difensore della ragazza, l'avvocato Salvatore Pennica, e hanno sostituito i domiciliari con l'obbligo di firma. Durante l'interrogatorio di garanzia Rania avrebbe negato qualsiasi coinvolgimento con il presunto traffico di droga. La donna si trovava a Parigi quando è stata raggiunta dall'ordinanza di custodia cautelare; Una volta giunta in Italia è stata poi fermata all'aeroporto di Catania. Rania El Moussaid è la terza indagata dell'operazione ''Up and Down'' a tornare in libertà in meno di una settimana. Nei giorni scorsi il Riesame aveva annullato le ordinanze del Gip anche per l'empedoclino Stefano Sacco, di 52 anni, e per il favarese Carmelo Vaccaro, di 38 anni, coinvolti anch'essi nella stessa vicenda giudiziaria.


La Suprema Corte ha rigettato, ritenendolo inammissibile, il ricorso presentato da Giuseppe Meli di Camastra, indagato insieme al fratello Vincenzo e al padre Rosario nell'ambito dell'operazione ''Vultur'' dello scorso mese di luglio. Le indagini furono eseguite dalla Squadra Mobile di Agrigento. In un primo momento il G.I.P. di Palermo non aveva applicato alcuna misura cautelare nei confronti di Giuseppe Meli. La DDA della Procura di Palermo, appellandosi al Tribunale del Riesame, aveva invece ottenuto una pronuncia afflittiva nei confronti dell'uomo. Il 45enne poi presentò ricorso in Cassazione che a sua volta si è pronunciata ritenendo inammissibile il ricorso, confermando quindi le ipotesi accusatorie. L'accusa contestata è quella della ricettazione e detenzione di un'arma clandestina. Ieri la Squadra Mobile di Agrigento, guidata dal dott. Giovanni Minardi, lo ha tratto in arresto e portato in carcere.


Il ''rov'', il robot della Guardia Costiera di Messina, avrebbe individuato il cadavere del marinaio lampedusano Francesco Solina, di 51 anni, disperso lo scorso 3 gennaio al largo di Lampedusa in seguito al ribaltamento di un peschereccio. Il corpo della vittima risulterebbe incastrato in prossimità di uno dei due portelloni all'altezza del verricello del relitto affondato dell'imbarcazione, dove si sarebbe trovato al momento della tragedia, a una profondità di circa 63 metri. La settimana scorsa le ricerche erano state sospese a causa del maltempo. Due squadre sub della Guardia Costiera di Messina e Cagliari e un coordinatore dell'immersione da Roma sono stati chiamati per tentare il recupero del corpo. L'operazione, per salvaguardare la sicurezza dei sub, non deve durare oltre i quattro minuti. Ieri il mare troppo agitato non avrebbe consentito l'immersione delle due squadre, che aspetterebbero condizioni più favorevoli per tentare di disincagliare la salma.


Stava cercando di sistemare l'antenna per la televisione quando avrebbe perso l'equilibrio e sarebbe caduto dal balcone da un'altezza di circa quattro metri. Questo è quanto sarebbe accaduto a un trentunenne in via Dell'Annunziata, vicino via Garibaldi, ad Agrigento. Sarebbe stato proprio un vicino di casa il primo a essersi accorto dell'incidente domestico e a soccorrere il giovane. Trasportato d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale ''San Giovanni di Dio'' di contrada Consolida e sottoposto a tutti gli accertamenti necessari, i medici avrebbero diagnosticato la frattura degli arti inferiori. Dell'incidente sarebbe stata informata anche la Polizia di Stato. La sezione Volanti dovrebbe ascoltare, forse lo ha già fatto, il giovane per ricostruire l'ordine degli eventi. Operazione che pare avere una valenza meramente formale in quanto la ricostruzione del fatto apparirebbe già chiara.


Era sera, all'incirca le 20. Qualcuno avrebbe segnalato ai carabinieri dei soggetti sospetti all'interno di una banca di corso Umberto I, a Ribera. Giunti sul posto, gli agenti avrebbero visto, attraverso le vetrate dell'edificio, tre persone. Si pensa a un tentativo di furto e i militari si sarebbero immediatamente messi in azione, bloccando i sospettati e identificandoli. Ma la scoperta: sarebbero semplicemente dei muratori. Dalla banca nessuno avrebbe avvisato la locale Tenenza dei lavori di ristrutturazione avviati durante le ore serali per garantire di giorno il servizio alla cittadinanza. Falso allarme, dunque, che avrebbe però dimostrato la tempestività e l'efficienza dell'Arma Carabinieri.


Domani è il 49° anniversario del terremoto che nel 1968 ha colpito la valle del Belìce. 16 violente scosse, dalle 13:29 di domenica 14 gennaio fino alle 23:30 di lunedì 15 gennaio, hanno raso al suolo i paesi di Gibellina, Montevago e Salaparuta. Gravemente danneggiati anche Poggioreale, Salemi, Santa Ninfa, Santa Margherita Belìce e Roccamena. Un incubo durato oltre un giorno e che passando ha portato via con sé un totale di 351 vittime, 133 solo a Gibellina e 122 a Montevago. Migliaia i congiunti dei dispersi che nei giorni successivi si aggiravano tra le macerie per cercare i propri cari o tentare di recuperare qualcosa, se qualcosa era rimasto, ancora indenne dopo lo sciame sismico. In mezzo alla disperazione ci sono stati dei miracoli però. Sono stati registrati casi di gente ancora viva estratta dalle macerie a distanza di quattro giorni dalla tragedia. Il caso della piccola ''Cuccureddu'', l'unica superstite della sua famiglia, salvata dopo 60 ore, ha commosso il mondo intero. E a essere commossi in primis sono state la comunità italiana ed europea. I giorni successivi al terremoto aiuti e soccorsi sono arrivati da ogni dove, tutti uniti per tentare di strappare da quell'orribile destino anche solo un'altra vita o per stare vicini a coloro che sono sopravvissuti. Il 20 gennaio poi, in mezzo al caos generale tra uomini e mezzi inviati per i soccorsi senza alcun coordinamento, la valle del Belìce è stata investita da una pioggia torrenziale, la temperatura scende sensibilmente e fango e detriti terminano l'opera cominciata dal sisma. Numerosi accampamenti e tendopoli approntate dall'Esercito, l'unico a dimostrare un po' di organizzazione, vengono spazzati via dalla furia del vento. Un ricordo ancora vivido nelle menti di coloro che hanno assistito a tutto ciò; ricominciare è stato duro, e oggi la ferita sembra ancora aperta ripensando a quella disgrazia accaduta, oramai, 49 anni fa.


Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento e il comune di Naro sottoscrivono un protocollo in favore dei disabili gravi. Il protocollo consentirà al Comune di Naro di poter accedere e utilizzare il Registro Provinciale degli Enti autorizzati allo svolgimento di servizi a favore degli alunni disabili gravi, già iscritti all'albo Regionale. A sottoscrivere l'accordo erano presenti il Commissario del Libero Consorzio Roberto Barberi e il Sindaco di Naro Calogero Cremona, accompagnato dall'Assessore Francesca Dainotto e dal Vice Segretario Comunale Vincenzo Cavalieri. Le prestazioni, che saranno direttamente liquidate dal Comune di Naro, riguardano gli alunni della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado che si trovano in condizioni di disabilita grave e hanno bisogno delle prestazioni dell'assistenza all'autonomia e alla comunicazione. II Comune gestirà in autonomia i rapporti con gli Enti iscritti nel Registro ai fini della realizzazione dell'assistenza per gli alunni con disabilità grave.


Buone notizie arrivano per il personale dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento. Con atto deliberativo n.9 del 13 gennaio 2017 la Direzione strategica dell'Asp ha disposto infatti per tutti i dipendenti aventi diritto il pagamento del saldo del sistema premiante relativo all'anno 2014. L'importo del premio incentivante varia per i singoli dipendenti in ragione delle valutazioni sulla performance individuale effettuate dai dirigenti dei diversi servizi e sulla scorta delle verifiche poste in essere dall'Unità operativa Controllo di gestione e dall'Organismo indipendente di valutazione. L'indennità di saldo sarà corrisposta con il primo cedolino stipendiale utile.


Sono terminati i lavori di rifacimento dell'area esterna delle scuole Giovanni Paolo II e Santa Chiara in via dei Fiumi, ad Agrigento. La nuova pavimentazione consentirà di potere usufruire di questo importante spazio di socialità e di didattica per tutti i ragazzi, nelle condizioni necessarie di sicurezza e di decoro. ''Dopo lamentele e disagi durati per troppi anni - dichiara l'assessore all'edilizia scolastica Beniamino Biondi - siamo riusciti a risolvere in modo definitivo il problema della sostanziale interdizione dell'area esterna della scuola ai bambini. Adesso sarà possibile vivere appieno questo spazio di gioco, prima impraticabile e poco sicuro, con grande soddisfazione dei bambini e dei genitori, anche per la serenità conquistata in termini di sicurezza e igiene, proseguendo così l'intenso lavoro che stiamo portando avanti sui temi della edilizia scolastica e della manutenzione straordinaria degli immobili''.


Ritorna oggi la nostra rubrica ''Tanti Auguri''. Ospitiamo la coppia favarese formata da Nicolò Salvatore Vella di 80 anni e Anna Licata di 69 che festeggia 50 anni di matrimonio. Si sono conosciuti per caso, lui stava facendo una partitella di calcio al campetto Don Giustino lei invece si trovava nella sartoria, sita proprio di fronte al campetto, per imparare il mestiere. Terminata la partita, mentre stava uscendo dal campetto il signor Nicolò Salvatore vide una splendida ragazza e ne rimase folgorato. Fu subito amore. Fidanzatisi, sei mesi dopo convolarono a nozze. Dalla loro unione sono nati 5 figli: Luigi, Salvatore, Marisa, Francesco e Rosanna. Figli che a loro volta hanno donato la gioia di diventare nonni di 8 nipoti: sette maschi e una femmina. Un aneddoto raccontatoci riguarda la prima gravidanza della signora Anna. Il signor Turinè, così chiamato dagli amici, saputo della gravidanza della moglie per la troppa felicità scommise con amici e conoscenti che se fosse stata una femmina (lui avrebbe voluto un maschio quale primogenito), avrebbe pagato da bere a tutti. Nato Luigi, per la troppa felicità il signor Nicolò Salvatore pagò ugualmente da bere a tutti come se avesse perso la scommessa. Oggi la coppia Vella si presenta dinanzi all'altare della stessa chiesa di 50 anni fa, ovvero la Chiesa del Carmine, per rinnovare le promesse di matrimonio. A seguire inviteranno i presenti in un noto locale. Un'altra coppia festeggia oggi 50 anni di matrimonio. Parliamo dei coniugi Salvatore Sanso di 77 anni e Francesca Maglio di 67. Anche per loro oggi è un giorno importante e per questo rinnovano le loro promesse di matrimonio. Lo faranno a casa alla presenza del parroco della Chiesa Santi Apostoli Pietro e Paolo don Marco Damanti. Il nuovo parroco benedirà le loro fedi alla presenza delle persone a loro più care. Dal loro matrimonio sono nati tre figli: un maschio e due femmine. Alle due coppie di favaresi vanno i nostri migliori auguri.


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