SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 27/12/2016
Direttore Responsabile: Calogero Sorce

ARRESTI A FAVARA. NEL POMERIGGIO CONFERENZA STAMPA AL COMANDO PROVINCIALE DELL'ARMA CARABINIERI.

SANITARI GIUNGONO SUL POSTO PER SOCCORRERE FERITI DI UN INCIDENTE STRADALE E VENGONO MALMENATI DAI PARENTI. SUCCEDE A PORTO EMPEDOCLE.

VIETATI PERTARDI E MORTARETTI AD AGRIGENTO PER LA NOTTE DI SAN SILVESTRO. AL LORO POSTO IL COMUNE ORGANIZZA UNO SPETTACOLO PIROTECNICO.

INTERNET. UN'INDAGINE ISTAT DICE CHE UNA FAMIGLIA SU TRE NON HA ACCESSO AL MONDO VIRTUALE. L'ITALIA E' AL 19° POSTO NEL CONTESTO EUROPEO PER L'USO DI INTERNET DOMESTICO.

DOPO QUELLO REGISTRATO A FAVARA, GRANDE SUCCESSO PER BABBO NATALE IN VESPA ANCHE A VILLASETA.


Sette misure cautelari, cinque in carcere e due ai domiciliari. Altre 12 persone risulterebbero indagate. Sarebbe questo il risultato di un'operazione giudiziaria eseguita a Favara dai carabinieri del Reparto operativo di Agrigento unitamente ai colleghi della Tenenza di Favara. A emettere le ordinanze di custodia cautelare il Gip del Tribunale di Palermo Wilma Mazzara, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. Sembra che la vicenda sia partita nel 2014 quando venne arrestato il favarese Calogero Lo Presti, trovato in possesso, nella sua casa rurale di c.da Scintilia, di 20 kg di droga. Indagini che poi sarebbero anche arrivate lontano. Non si esclude infatti un possibile coinvolgimento con le vicende di Liegi finanche ad arrivare all'uccisione di Ciffa a Favara. Delle misure cautelari eseguite e dell'intera vicenda se ne parla nel pomeriggio nel corso di una conferenza stampa al Comando Provinciale dell'Arma Carabinieri di Agrigento.


Erano giunti sul luogo per soccorrere tre giovani coinvolti in un incidente stradale autonomo quando sarebbero stati aggrediti fisicamente dai parenti dei ragazzi. Una vicenda che ha del bizzarro, se non del grottesco, e che risulterebbe assurda pure nella più infima commedia teatrale. Questo è quanto successo a degli sfortunati infermieri che la notte tra il 24 ed il 25 scorsi sono accorsi a Porto Empedocle per fornire i primi soccorsi ai giovani, operazioni che sarebbero state pesantemente intralciate dai parenti degli stessi. Dopo le prime cure sul posto, al momento di portare i tre feriti all'ospedale i congiunti avrebbero avuto la sfrontata pretesa di salire anch'essi nell'ambulanza per accompagnarli. Alle lecite proteste degli infermieri sarebbero seguiti, per tutta risposta, pugni e calci per quest'ultimi. I giovani sono stati portati all'ospedale ''San Giovanni di Dio'', due sono stati ricoverati, il terzo è tornato a casa. A essere stati medicati però anche gli infermieri malmenati. Le persone coinvolte nel misfatto sono state tutte quante identificate e per loro non si escludono provvedimenti da parte dell'autorità giudiziaria.


Sono ancora da accertare le cause del decesso di un operaio 43enne di Agrigento. L'uomo si sarebbe sentito male mentre stava effettuando dei lavori. I colleghi lo avrebbero portato a casa ma poche ore dopo la situazione sarebbe peggiorata, tant'è che i familiari avrebbero deciso di portarlo in ospedale dove poi sarebbe sopraggiunto il decesso. Bisognerà capire il perché. Non si esclude che la Procura possa aprire un fascicolo d'inchiesta e disporre un esame autoptico sul corpo del 43enne, operaio di una ditta che ha sede nella zona industriale.


Nei giorni scorsi il Riesame aveva disposto la scarcerazione anche degli altri due dei quattro coinvolti nella vicenda della morte del favarese Bennardo Chiapparo. Proprio su quest'altra decisione interviene il difensore della famiglia Chiapparo, l'avv. Giuseppina Ganci. ''La recente decisione del Riesame di scarcerare i presunti responsabili della morte del Sig. Bennardo Chiapparo –scrive l'avvocato- rinnova il dolore della famiglia Chiapparo lasciandola nello sgomento. Siamo comunque in attesa del deposito delle motivazioni per valutare le strategie difensive e per fare emergere la verità. Il processo –dice ancora l'avv Ganci- deve ancora celebrarsi, questa è solo una fase cautelare. L'affievolimento o l'annullamento di una misura non è sinonimo di una irresponsabilità penale. L'unica certezza al momento è la morte del Sig. Chiapparo. In attesa di ulteriori risvolti –conclude l'avv. Giuseppina Ganci- rinnovo a nome dei miei assistiti la fiducia nella Magistratura agrigentina e nell'Arma dei carabinieri per le indagini da loro svolte''.


Altro colpo messo a segno dai ladri di ''oro rosso'' che in questi mesi stanno razziando senza alcun freno in diverse zone dell'agrigentino. Luogo del misfatto è questa volta contrada Gibisa, nel quartiere di Villaggio Mosè, ad Agrigento, dove sarebbero stati rubati circa 2.500 metri di cavi di rame di media tensione. Il furto, che sarebbe stato compiuto nei giorni scorsi, sarebbe stato recentemente denunciato dall'Enel alla locale stazione dei Carabinieri, i quali avrebbero già effettuato un sopralluogo e avviato le prime indagini; come al solito nessuno avrebbe visto o sentito nulla. Intanto inevitabili sono i disagi per le famiglie rimaste al buio, che hanno ricevuto un bel regalo di Natale. Questo non è che l'ultimo, in ordine cronologico, degli innumerevoli furti di oro rosso messi a segno negli ultimi tempi. Ricordiamo come la serie di furti di cavi di media tensione sia iniziata la sera dello scorso 3 novembre nelle contrade Zingarello e Punta Bianca dove ignoti per ben 3 volte erano tornati a completare l'opera. Successivamente l'interesse dei ladri si era spostato alle contrade Sant'Anna, Priolo, Gelardo Marino e Malvizzo, tra Favara e Naro, quando anche la nostra emittente era rimasta vittima del black out, protrattosi ben 20 giorni prima del ripristino dei cavi. Infine l'ultimo colpo, prima di quello di questi giorni, era stato messo a segno in due tempi in contrada Burraitotto, lungo la SS 576, dove erano stati sottratti ben 5.000 metri di cavi di rame e lasciate al buio circa 500 famiglie.


Dopo la replica dell'assessore comunale di Favara Lillo Attardo alle note di Antonio Palumbo, segretario provinciale della Rifondazione Comunista, e delle consiglieri comunali Marilì Chiapparo e Rossana Castronovo, registriamo un altro intervento dell'ex candidato sindaco di Favara Antonio Palumbo. ''Abbiamo sostenuto che le spiegazioni date dal vicesindaco non ci convincevano e infatti si è prontamente autosmentito –dice Palumbo. Adesso l'assessore Attardo cambia versione sull'aumento del costo del servizio di conferimento rifiuti: se prima parlava di 806 mila euro ai quali si aggiungevano i maggiori costi per il trasporto per un totale di 400 mila euro, adesso Attardo –continua Palumbo- parla di 403 mila euro più il costo di trasporto di 135 mila euro. Ad ogni modo –continua l'ex candidato a sindaco- rimangono ancora delle domande alle quali vorremmo l'assessore rispondesse e questa volta in modo corretto e documentato. A che cosa corrisponde e a che cosa è dovuta la somma di 440.000,00 euro citata dall'assessore nella sua replica?''. Palumbo chiede ad Attardo di pubblicare nel dettaglio il costo derivante dall'aumento della spesa del personale. ''La poca chiarezza e trasparenza delle cifre -continua- rischia di lasciare la città nel dubbio che l'aumento di 213.000,00 euro per la spazzatura e il lavaggio delle strade siano dovuti esclusivamente al lavoro straordinario fatto dalle ditte per garantire allo stesso di farsi i ''selfie'' su Facebook''. Rifondazione Comunista vorrebbe sapere inoltre nel dettaglio perché il costo della raccolta sia aumentato di 430 mila euro e a cosa corrispondono i costi generali di gestione aumentati di 338 mila euro. Inoltre chiede di sapere a quanto ammonta esattamente il risparmio derivante dalla differenziata. Nella sua nota Palumbo fa anche delle precisazioni e considerazioni. ''Il numero degli autocompattatori è stato diminuito perché la Regione Sicilia –dice- ha diffidato il Comune per l'elevato numero di mezzi utilizzati e non quindi per una scelta coraggiosa dell'amministrazione, ma un atto dovuto. Avevate la responsabilità di intervenire immediatamente per evitare che il costo diventasse insostenibile per i cittadini e il dovere di controllare la congruità del costo e dei servizi –dice Palumbo- invece vi siete limitati, nel solco della continuità, a ratificare quello che la Regione e le ditte hanno deciso per noi''.


Non riescono più a pagare il mutuo della casa in cui vivono e la banca avvia la procedura esecutiva con un pignoramento immobiliare. Protagonista è una famiglia residente a Villaggio Mosè. Le difficoltà economiche purtroppo non le consentono di sostenere le rate del mutuo e a questo punto il Banco Popolare soc. coop., già Banca Popolare di Lodi, avvia le procedure di pignoramento. La famiglia decide così di rivolgersi all'avv. Domenico Schembri che a sua volta impugna l'atto di precetto e il pignoramento dinanzi al Tribunale di Agrigento. Per l'avvocato Schembri ci sono delle irregolarità nell'atto, tra le quali la nullità del mutuo perché contratto per estinguere altri debiti preesistenti con il medesimo istituto bancario, la presenza di interessi usurari, l'applicazione di interessi illegittimi sulla girocontazione delle somme e altro. Con provvedimento del 23 dicembre 2016 il giudice Gerlando Lo Presti Seminario accoglie le istanze difensive dell'avv. Schembri e sospende l'efficacia esecutiva. Nell'attesa che si svolga il procedimento civile pendente dinanzi al Tribunale di Agrigento, al fine di verificare la sussistenza di tutti i vizi lamentati dall'avv. Schembri, la famiglia potrà quindi rimanere nella propria abitazione.


''La giunta comunale di Favara per una mera campagna populistica sta cacciando via non solo dai locali ma anche dal territorio comunale un servizio di fondamentale importanza come quello dell'ufficio del lavoro, ex collocamento''. A dirlo è il consigliere comunale di NCD Giuseppe Nobile in merito al trasferimento ad Agrigento dell'ex ufficio di collocamento perché senza locali. ''Inspiegabilmente e senza nessuna comunicazione ai cittadini –dice Nobile- ci troveremo con l'ufficio chiuso e con le proteste legittime dei cittadini. Un comportamento privo di un minimo di stile istituzionale che rasenta il ridicolo e l'insufficienza amministrativa di questa amministrazione comunale che a tutto pensa tranne a fare l'interesse del cittadino e della città. I cittadini saranno costretti a recarsi ad Agrigento anche per una semplice documentazione, con prevedibili disagi e costi aggiuntivi; tutto questo solo perché il Comune non può dare una sede comunale? Diamo una stanza in uno dei locali comunali come villa Liberty, piazza Cavour, piazza Garibaldi, piazza con. Angelo Giglia. Mi auguro che il buonsenso –conclude Nobile- emergerà prima di tutto e si avvii un intervento urgente e immediato per il mantenimento del regolare servizio pubblico e che anzi venga potenziato e attrezzato per fornire servizi più adeguati a un territorio così vasto come quello favarese''.


Niente petardi e mortaretti, vietata anche la vendita di contenitori di vetro per bevande. Per chi non rispetta le regole ci saranno sanzioni che vanno dai 100 ai 500 euro. Queste le direttive del Comune di Agrigento, tra l'altro oggetto di ordinanza da parte del primo cittadino Lillo Firetto, previste per la notte tra il 31 e l'1 gennaio 2017 al fine di limitare il più possibile gli spiacevoli episodi che annualmente si verificano in occasione della notte di Capodanno. ''Quest'anno - spiega il sindaco di Agrigento Lillo Firetto - si cercherà di convogliare tutti su un sito controllato. Ecco perché abbiamo deciso di realizzare lo spettacolo pirotecnico in occasione del Capodanno 2017''. L'alternativa al ''fai da te'' c'è, dunque. Il Comune sta organizzando uno show di fuochi d'artificio della durata di 15-20 minuti per il quale sono stati già impegnati 3.100 euro; fondi ottenuti grazie a un convenzione tra l'Ente ed il Parco archeologico Valle dei Templi che ha destinato 62mila euro per la realizzazione del progetto ''Natale 2016 nella Valle''. L'organizzazione dello show pirotecnico è stata affidata a un'impresa di Santo Stefano Quisquina. L'obiettivo è quello di incanalare l'interesse cittadino nell'evento organizzato dal Comune, così da fare desistere spontaneamente la popolazione dal fare esplodere petardi e mortaretti.


Secondo i dati ISTAT una famiglia italiana su tre non ha accesso alla rete Internet da casa. È evidente come enorme sia ancora il GAP (di quasi 14 punti) tra la percentuale italiana di quanti usano internet a casa e quella media di tutta l'Unione Europea che è dell'83%. E se l'83% è una media, vuol dire che altri Paesi sono ben al di sopra di questa percentuale. Un dato che, nonostante veda un progressivo aumento dal 66,2% al 69,2% dello scorso anno, classifica l'Italia al 19° posto nel contesto europeo per l'uso di internet domestico. La connessione alla rete su linea fissa resta ancora la più diffusa e conta sulle tecnologie DSL, ADSL e Fibra Ottica. Notevoli, inoltre, sono le differenze territoriali in merito alla distribuzione della banda larga e ultra larga che vedono il Sud Italia indietro rispetto al Centro e al Nord, dove pesano incidenze culturali diversificate. Fanalini di coda, in questo caso, Calabria e Sicilia. Ulteriori dati emergono in merito alle famiglie con minorenni a carico, dove si registra il maggior numero di adozioni (90,7%) sia in soluzione fissa che mista (fisso + mobile). Le meno connesse, come ci si potrebbe aspettare, invece sono le famiglie con persone che hanno superato i 65 anni, dove si ravvisa un misero 20,7% di incidenza, ovvero una su cinque. Una discriminante per l'accesso a Internet in Banda Larga per le famiglie italiane è il titolo di studio. I nuclei familiari con almeno un laureato rispecchiano un dato del 91,6%, contro il 55,3% di chi, invece, può contare sulla licenza media. Rispetto al 2015, quindi, il dato ISTAT attinente all'accesso Internet in Italia per la banda larga è rimasto stabile. Sebbene due terzi delle famiglie abbiano accesso alla rete, si è ancora lontani dagli obiettivi di digitalizzazione e accesso al web previsti dagli standard comunitari. La maggior parte degli italiani (56,6%) non accede alla rete Internet per dichiarata mancanza di competenze, mentre il 23.6% non ritiene utile il suo utilizzo. Le restanti motivazioni vertono, poi, su fattori puramente economici dovuti ai costi del collegamento e degli strumenti di accesso (14,4%). A margine di tutto questo, e con un dato dell'appena 1,9%, si collocano coloro che temono per la loro privacy e per al mancanza di una connessione a banda larga.


Dopo essere passato per Favara, Babbo Natale - a bordo della sua Vespa - giunge anche a Villaseta per regalare un Natale migliore a chi ne ha più bisogno. Questo è quanto successo ieri, 26 dicembre, nella frazione del comune di Agrigento, quando a partire dalle ore 9:00 un gruppo di vespisti vestiti da Babbo Natale si è riunito in piazza Madonna della Catena. L'idea nasce dall'associazione ''Vespa Club Pirandello'' di Porto Empedocle, presidente Salvatore Marino, ma ha potuto partecipare chiunque abbia voluto rendersi partecipe; gli unici requisiti da possedere sono stati una Vespa e un costume da Babbo Natale. L'iniziativa ha avuto principalmente scopo benefico, i vespisti sono partiti dalla piazza per fare il giro dei supermercati della zona, coinvolgendo le persone in una raccolta alimentare. Una raccolta che ha saputo attirare l'attenzione e il favore cittadino. Grazie alla collaborazione di molti titolari di diverse attività commerciali e alla attiva partecipazione dei privati, l'evento si è rivelato un enorme successo. Il ricavato è stato consegnato direttamente dal presidente dell'associazione ''Vespa Club Pirandello'' Salvatore Marino alle famiglie bisognose del luogo, alla presenza del vice Lillo Palermo, di Angelo Airò Farulla e di altri vespisti. Come ricorderete, la stessa iniziativa ha avuto luogo lo scorso 11 dicembre in piazza della Vittoria a Favara, rivelandosi anche in quel caso un grande successo. I ''Babbi Natale'' sono riusciti in entrambi i casi nel loro intento: hanno intrattenuto e divertito la popolazione coinvolgendola al tempo stesso in una attività solidale, aiutando così i più bisognosi regalando loro delle feste più gioiose.


Questa sera elle 20.00 presso la Chiesa San Francesco di Favara spettacolo del cantautore favarese Lillo Puccio. ''L'isola delle anime migranti'', teatro-canzone di Lillo Puccio , è un momento di riflessione con parole e musiche originali che raccontano il sogno e l'esperienza dolorosa dei migranti che affidano al mare il loro destino. ''Le musiche e le canzoni, alcune in dialetto, -ci dice Puccio- rendono vicine le storie a quelle dei migranti siciliani, la migrazione si ripete nel tempo e traccia il proprio cammino della speranza. Anche se i tempi cambiano i sogni rimangono simili a quelli degli africani che cercano disperatamente di approdare sulle nostre coste. Ed è per questo –conclude Lillo Puccio- che ho deciso di intraprendere questo viaggio nel mare della tragedia dell'immigrazione''.


L'Akragas è tornata ad allenarsi a pieno regime nel giorno di Santo Stefano per preparare nel migliore dei modi la partita casalinga di dopodomani giovedì 29 dicembre, alle ore 14.30, contro il Lecce. La gara è valida per la seconda giornata di ritorno del campionato di Lega Pro, girone C. I biancazzurri hanno svolto una doppia seduta d'allenamento allo stadio Esseneto. Il lavoro pomeridiano si è basato principalmente sulla tecnica e sulla tattica con una serie di partitelle a tema e una partita a campo ridotto. Tutti presenti alla ripresa degli allenamenti. Hanno svolto lavoro differenziato solamente il capitano Marino, l'esterno offensivo Zanini e l'attaccante Salvemini. I tre giocatori sono sulla via della guarigione e le loro condizioni fisiche sono costantemente monitorate dallo staff sanitario. Questo pomeriggio nuovo allenamento allo stadio Esseneto di Agrigento.


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