SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 18/10/2016
Direttore Responsabile: Calogero Sorce

SI E' INSEDIATO OGGI IL NUOVO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI AGRIGENTO LUIGI PATRONAGGIO. CERIMONIA NELL'AULA LIVATINO.

A FUOCO UNA PORTAFINESTRA DI UN IMMOBILE DI PROPRIETA' DI UN DISOCCUPATO AGRIGENTINO. PER GLI INQUIRENTI SI TRATTEREBBE DI DOLO.

AL VIA IERI IL PROCESSO SULLA MORTE DEL GIOVANE AGRIGENTINO VINCENZO RIGOLI. DUE I MEDICI IMPUTATI. INTANTO IERI A UDINE LA SECONDA UDIENZA DEL PROCESSO A CARICO DI GIOSUE' RUOTOLO ACCUSATO DEL DUPLICE OMICIDIO DI TERESA COSTANZA E TRIFONE RAGONE.

OMICIDIO DEL PICCOLO LORIS STIVAL. LA MAMMA VERONICA PANARELLO HA AGITO DA SOLA. CONDANNATA A 30 ANNI DI RECLUSIONE.

FAVARA, NOMINA SCRUTATORI. PER IL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE CAMBIANO LE REGOLE.


L’Aula Livatino del Tribunale di Agrigento in festa stamattina per l’insediamento del nuovo Procuratore della Repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio. Patronaggio torna ad Agrigento dopo 8 anni, dove è stato presidente dell’Ufficio Gip-Gup. Prende il posto del dott. Renato Di Natale, in pensione. Il 57enne palermitano è stato per tanti anni presidente di collegi penali e di Corte di assise e fra i tanti processi che ha celebrato spicca quello scaturito dall'inchiesta "Akragas", il primo maxi processo alla mafia della provincia di Agrigento. Per tre anni e mezzo, dall'estate del 2008 alla fine del 2011, ha diretto la procura della Repubblica di Mistretta. Nel 1993 aveva coordinato l'inchiesta sull'uccisione di padre Pino Puglisi. Dal gennaio del 2012 e fino ai giorni scorsi è stato in servizio alla procura generale di Palermo come sostituto e ha rappresentato l' accusa nel processo di appello "bis" all' ex senatore Marcello Dell' Utri e in quello, per concorso esterno in associazione mafiosa, nei confronti dell' ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro. Ad Agrigento il nuovo Procuratore si troverà ad affrontare numerose indagini riguardanti l'abusivismo edilizio in provincia e l'immigrazione clandestina.


La CGIL agrigentina formula attraverso una lettera i migliori auguri di buon lavoro al nuovo procuratore della Repubblica Luigi Patronaggio. “Sappiamo –scrive Massimo Raso Segretario Generale della Cgil di Agrigento - quanto sia importante avere a capo degli Uffici Giudiziari persone valide in grado di recepire il bisogno di giustizia che viene dal territorio. Siamo in un territorio difficile –prosegue Raso- dove, come ci ricordano i semestrali rapporti della DIA, esistono radicati e storici insediamenti criminali e mafiosi. Sappia di poter contare, per quello che serve e che riterrà utile, -conclude- sul nostro sostegno e sulla nostra leale collaborazione”.


È stato incendiato nella notte tra domenica e lunedì il portone di un disoccupato 27enne. Il fatto si è registrato ad Agrigento in cortile Valenza. Per i carabinieri non ci sarebbero dubbi, si tratterebbe di un incendio doloso. A prendere fuoco una portafinestra, fiamme che sono arrivate all’interno della residenza, devastando un divano e un tavolino. Sul posto si sono portati i vigili del fuoco che hanno spento le fiamme. A indagare i carabinieri.


Scontro tra un Suv e un cavallo domenica sera sulla strada 123 che collega Campobello di Licata a Canicattì, all’altezza per Naro. Ad avere la peggio l’equino, che è morto. Danni si sono registrati all’auto, nessuna ferita pare per il conducente del mezzo. A quanto pare il cavallo sarebbe scappato dal recinto e avrebbe invaso la strada. Sul posto i carabinieri della stazione di Naro, che si stanno occupando dei rilievi, e la ditta Pullara di Favara, che ha effettuato l’intervento post ripristino incidente, liberando la carreggiata.


Al via oggi il processo al Tribunale di Agrigento nei confronti dei due medici che nella notte tra il 16 e 17 dicembre del 2012 ebbero in cura il 19enne Vincenzo Rigoli, deceduto all’ospedale "San Giovanni di Dio" di Agrigento dopo un incidente stradale. Gli imputati sono il primario Salvatore Napolitano e il chirurgo Sergio Sutera Sardo. Il Gip Alessandra Vella aveva disposto l’imputazione coatta dei due medici, poi il Gup Francesco Provenzano ha provveduto a emettere dispositivo di rinvio a giudizio. Processo che sarebbe dovuto iniziare già lo scorso mese di giugno e che invece ha subito un rinvio per un vizio di forma. Fra gli atti a fascicolo in possesso del giudice Infantino è stata riscontrata l’assenza di notifica da parte della cancelleria ai due imputati. Ricordiamo che l’incidente avvenne il 16 dicembre del 2012 sulla SS 640, in contrada Gasena, intorno alle 23.00. Portato in ospedale, Vincenzo morì dopo le 2 della stessa notte per uno shock emorragico nella sala operatoria dell’ospedale di Agrigento. "Sono già trascorsi quasi quattro anni dalla morte di Vincenzo –dicono papà Giuseppe e mamma Michela - e, finalmente, sembra che sia stata imboccata la giusta strada per addivenire alla verità su quanto effettivamente accaduto quella notte tra le mura del San Giovanni di Dio e avere giustizia per nostro figlio. Abbiamo fornito prova certa, con l'encomiabile ausilio sia dei nostri legali che dai nostri periti, - spiegano i genitori - di tutte le manchevolezze, le discrasie, gli atteggiamenti di negligenza e imperizia che determinarono la morte di nostro figlio, il quale, dati scientifici alla mano, se opportunamente trattato, avrebbe avuto ben oltre il 70 per cento di chance di vita. Continuiamo a credere e confidare nella giustizia. Niente e nessuno –concludono- potrà ridarci indietro nostro figlio, ma abbiamo lottato e continueremo a farlo con forza e determinazione affinché tutto ciò non abbia più a verificarsi".


Ieri a Udine seconda udienza del processo a carico dell’ex militare Giosuè Ruotolo, il campano 27enne accusato degli omicidi di Teresa Costanza e Trifone Ragone. La seconda udienza in Corte di Assise è iniziata con delle immagini forti: i corpi senza vita dei due fidanzati. Le immagini dei ragazzi, Teresa con i capelli biondi appoggiati sul finestrino della sua Suzuki e Trifone con il viso coperto di sangue seduto sul lato passeggero, sono state proiettate prima della deposizione del capitano Mauro Maronese, all’epoca comandante del nucleo investigativo dei Carabinieri di Pordenone, del medico legale Giovanni Del Ben, primi teste dell’accusa, e un’insegnante di yoga, la prima ad aver trovato i due ragazzi. Le immagini sono state utilizzate da teste e periti per indicare i punti in cui sono stati trovati i sei bossoli e per spiegare i motivi per cui l’ipotesi iniziale di omicidio-suicidio su cui si erano avviate le indagini è mutata in quella di omicidio. In aula, al fianco dei suoi legali, c’era anche Giosuè Ruotolo, che ha fatto il suo ingresso in aula rivolgendo un cenno di saluto al padre, anch’egli presente in aula. A Udine sono arrivati anche i genitori di Trifone che hanno atteso all’esterno dell’aula.


Arriva la condanna a 30 anni di reclusione per aver ucciso il figlio Loris. Veronica Panarello, in lacrime e visibilmente scossa al momento della lettura della sentenza, è stata condannata dal Gup di Ragusa, Andrea Reale, dopo un processo con rito abbreviato condizionato da una perizia psichiatrica. A uccidere il piccolo Loris con una fascetta di plastica è stata solo lei. Nessuna colpevolezza quindi per il suocero Andrea Stival, messo in mezzo proprio da Veronica. Ricordiamo che il fatto avvenne il 29 novembre 2014 nella casa della famiglia di Santa Croce Camerina. Il corpicino di Loris venne trovato occultato all’interno di un canalone. I pm di Ragusa avevano chiesto la condanna a 30 anni per Veronica. Il giudice che ha escluso la premeditazione e le sevizie avrebbe disposto la trasmissione degli atti alla Procura per il reato di calunnia nei confronti del suocero. Andrea Stival, padre di Davide, ex marito di Veronica, continua a negare sia il suo coinvolgimento nel delitto sia la relazione con la nuora e chiede 400mila euro di danni. Dice di essere stato calunniato. L'ormai ex marito Davide non crede alla versione di Veronica e le chiede un risarcimento simbolico di 2 milioni di euro per sé e altrettanti 2 milioni per la madre. Per la Procura è «plausibile che il movente introdotto da Veronica Panarello» sia stato la presunta relazione extraconiugale che la donna avrebbe avuto con il suocero. Tuttavia, spiegano, «non è stata la prova di questa relazione e comunque il movente resta ininfluente della richiesta avanzata di condanna a trent'anni di reclusione per l'imputata». «Abbiamo la coscienza di avere fatto un buon lavoro, non c’è soddisfazione per la condanna ma consapevolezza di avere fatto il nostro dovere», ha commentato il pm Marco Rota.


Chiesto il rinvio a giudizio per il favarese Giuseppe Tuzzolino, il 36enne accusato di calunnia. Secondo la Procura della Repubblica di Palermo l’uomo avrebbe accusato ingiustamente, sapendolo innocente, l’avvocato Salvatore Pennica, suo difensore, in un procedimento che lo vedeva imputato. Procedimento che si era concluso con il patteggiamento della pena. Dopo le accuse l’avv. Pennica subì una perquisizione della Dda alla ricerca di una pendrive con all’interno dei documenti che secondo Tuzzolino erano “importanti”.


4 condanne e 2 assoluzioni. È questa la sentenza dei giudici della quinta sezione del Tribunale di Palermo nel processo scaturito nell’ambito dell’inchiesta Ciapi. Ricordiamo che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’Ente di Formazione Regionale avrebbe intascato illecitamente finanziamenti europei per progetti mai realizzati. La maxi truffa all’Ue è stata quantificata in 15 milioni di euro. 5 anni e 8 mesi è la condanna inflitta all’ex presidente dell’Ente di Formazione Ciapi Francesco Riggio, deputato regionale che sarà sospeso e quindi decaduto per 18 mesi, a 8 anni il manager della pubblicità Fausto Giacchetto, considerato la mente della truffa, a 4 anni la segretaria di Giacchetto Stefania Scaduto e a 3 anni e 6 mesi l’ex dirigente dell’Agenzia regionale per l’impiego Rino Lo Nigro. Assolti l’ex assessore regionale Luigi Gentile e la moglie di Giacchetto, Concetta Argento. L’accusa in giudizio era rappresentata dal pm Piero Padova. Gli imputati rispondevano di associazione a delinquere, truffa aggravata, corruzione, falso e reati fiscali.


Sequestrati dei conti correnti per un ammontare di 50 mila euro intestati a ex consiglieri comunali di Agrigento. È quanto eseguito ieri dalla Guardia di Finanza su firma del Gip Alessandra Vella. Il provvedimento di sequestro dei conti correnti e dei beni equipollenti è stato eseguito nei confronti di 3 dei 5 indagati, 4 dei quali ex consiglieri comunali di Agrigento. L’accusa è di truffa e falso. Nel mirino dei magistrati sono finite presunte assunzioni e presunte richieste di rimborsi. I fatti contestati concernerebbero la sussistenza di profili di rilevanza penale in una serie di condotte poste in essere da alcuni componenti del disciolto consiglio comunale di Agrigento. Condotte passate anche alla ribalta dell’attenzione mediatica nazionale. Non sarebbe stata accolta la richiesta per altre imputazioni.


Avrebbero perpetrato una truffa ai danni dell’INPS. 46 persone dell’agrigentino sono state rinviate a giudizio dal Gup del Tribunale di Agrigento Alfonso Malato. L’inchiesta avrebbe permesso di far luce su una presunta truffa ai danni dell’INPS e nello specifico riguarda presunte false indennità di disoccupazione percepite da lavoratori e aziende fantasma nel settore agricolo.


Dopo la dichiarazione ufficiale di dissesto finanziario, il Comune di Porto Empedocle cerca di rialzare la testa. Troppi debiti, a cominciare anche dal pagamento degli stipendi dei dipendenti comunali. Ed è proprio lì che l’amministrazione Carmina sta cercando di concentrarsi. Dalla Regione sarebbero arrivati i primi 150 mila euro, fondi che serviranno per pagare un primo acconto ai dipendenti. Il dissesto sembra avere avuto anche un’azione “liberatoria” per l’amministrazione. “Adesso si respira un’aria nuova. – confessa il sindaco pentastellato – I dipendenti sono più sollevati nonostante sia stata presa una decisione dolorosa, a causa, è bene sottolinearlo, della precedente gestione. Con il dissesto, poi, vengono sospese tutte le procedure esecutive, ad esempio, noi abbiamo centinaia di migliaia di euro bloccati alla posta da pignoramenti. Se ci avessimo pensato prima, avremmo potuto spendere quei soldi per i dipendenti. Ma adesso – conclude il sindaco - occorre guardare avanti con grande senso di responsabilità”.


“Il sindaco di Licata Angelo Cambiano non è solo. La Procura di Agrigento ha inviato il secondo elenco di immobili da abbattere. Abbiamo fatto realizzare il computo metrico e impegnato le somme in bilancio”. A parlare è il sindaco di Agrigento Calogero Firetto che ha voluto testimoniare la sua vicinanza al sindaco di Licata. “Per la seconda tornata di demolizioni –dice Firetto- il Comune di Agrigento ha impegnato sul bilancio poco meno di 100 mila euro. 160 mila invece nella prima tranche di interventi. Anche Agrigento sta lavorando sulle demolizioni”. Il secondo elenco riguarda costruzioni che ricadono nella zona A del parco archeologico di Agrigento.


Riprendono le bonifiche e la rimozione di rifiuti e di materiali pericolosi lungo le strade provinciali di Agrigento. L’attività è condotta dal Gruppo Tutela Ambientale del Settore Ambiente del Libero Consorzio Comunale e riguarda alcune strade del comparto est e centro-nord. Ieri gli operai di un impresa di San Biagio Platani sono stati lungo la SP n. 13 Favara-bivio SS 640, SP n.1 Quadrivio Spinasanta-Villaseta, SP NC n.7 Esa-Chimento, sulle Provinciali Licata-Ravanusa, Campobello-Fiume Salso e Naro-Campobello e sulle SPC ex consortili Ravanusa-Tintoria-Furiana, Contrada Ortolata e Contrada Lascio Cammuto. Le discariche abusive sono state segnalate dal personale stradale del Libero Consorzio e dal Corpo di Polizia Provinciale, mentre la discarica sulla strada Esa-Chimento è stata segnalata dalla Prefettura. A ieri sono stati rimossi 23.900 kg di amianto, 48.880 kg di inerti, 1.420 kg di RSU, 480 kg di guaine e miscele bituminose e 26.790 kg di vetro, metallo e altri materiali non pericolosi.


Cambiano le regole per la nomina degli scrutatori al Comune di Favara. In occasione del Referendum Popolare Confermativo del 4 dicembre prossimo, la Commissione comunale elettorale del Comune di Favara, facendo seguito a quanto aveva richiesto il sindaco Alba qualche settimana fa, intende procedere alla nomina degli scrutatori tra coloro che, essendo già iscritti nell’Albo delle persone idonee all’ufficio di scrutatore di seggio elettorale, si trovino nelle condizioni di essere disoccupati, inoccupati o studenti non lavoratori. In pratica, coloro che sono già inseriti nell’Albo degli scrutatori dovranno presentare entro venerdì 28 ottobre una nuova dichiarazione nella quale specificheranno di essere disoccupati, inoccupati o studenti non lavoratori. Questi verranno inseriti in un sottoelenco al quale verrà data massima priorità nella nomina. Qualora il numero degli inseriti nel sottoelenco fosse inferiore al numero di posti da scrutatore disponibili, il restante verrà preso dall’Albo generale. "Se il numero di quanti sono inseriti nel sottoelenco dovesse essere superiore al numero di scrutatori che necessitano -ci dice il sindaco Alba- le nomine verranno fatte tramite sorteggio".


Archiviato il pari con la Fidelis Andria, questo pomeriggio altra seduta di allenamento per l’Akragas. La squadra, agli ordini di mister Di Napoli, in questo modo vuole preparare al meglio la sfida casalinga di domenica 23 ottobre contro il blasonato Taranto, valevole per la decima giornata del campionato di Lega Pro, girone C. Il calcio d’inizio è fissato alle ore 14:30.


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