SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 19/01/2016
Direttore Responsabile: Calogero Sorce

PAURA STAMATTINA IN VIA RUGGERO MASTRANGELO A FAVARA PER LA CADUTA DI CALCINACCI DA UNO STABILE DISABITATO. INTERDETTO AL PASSAGGIO TRATTO DELLA STRADA.

CADONO PEZZI DI CONTROSOFFITTO ALL'INTERNO DELL'UFFICIO POSTALE DI C.SO VITTORIO VENETO A FAVARA. FORTUNATAMENTE SUCCEDE DI NOTTE E NON PROVOCA DANNI A PERSONE.

INCHIESTA "CATENE SPEZZATE". IL MINISTRO DELLA SALUTE LORENZIN: "DISUMANO QUANTO AVVENUTO A LICATA". INTANTO SI CHIEDONO LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI FAVARA SALVATORE LUPO COINVOLTO NELL'INCHIESTA. L'OPERAZIONE PARTI' DOPO LA DENUNCIA DI ALCUNI INSEGNANTI, L'ESEMPIO CONCRETO DELLA NOSTRA BUONA SCUOLA.

RAPINATA LA BANCA SELLA DI LICATA. 5 MILA EURO IL BOTTINO. SI INDAGA


La caduta di calcinacci da un vetusto immobile del centro storico di Favara ha indotto le autorità comunali a chiudere al traffico la parte di strada su cui insiste l’edificio. L’episodio si è verificato nella tarda mattinata di oggi in via Ruggero Mastrangelo, stradina dietro alla Chiesa Madre. I cocci, staccatisi dal prospetto dello stabile, fortunatamente non hanno provocato danni a persone. Preoccupata del pericolo si dice una coppia di anziani coniugi che vive in una casa addossata all’immobile disabitato. Secondo quanto riferitoci dal genero dell'anziana coppia, il Signor Buscarino, il vecchio stabile su cui poggiano le mura dell’abitazione dei suoceri dal 2007 è oggetto di un’ordinanza di messa in sicurezza emanata dall’Ufficio Tecnico Comunale ai proprietari. Da allora, secondo il Sig. Buscarino, niente è stato fatto. Sul posto stamattina sono intervenuti gli agenti del locale Corpo di Polizia Municipale e il dirigente capo dell’Ufficio Tecnico, l’ing. Alberto Avenia. Tempestivamente avvisati del crollo sono stati i proprietari dello stabile, ai quali adesso saranno intimati i dovuti lavori di messa in sicurezza. A scopo precauzionale, un tratto della via Ruggero Mastrangelo è stata chiusa al traffico sia veicolare sia pedonale.


Cede parte del controsoffitto dei locali dove vengono ospitati gli uffici della Succursale 1 delle Poste Italiane di Favara. Il fatto è stato scoperto ieri mattina dai dipendenti che, arrivati in c.so Vittorio Veneto, hanno trovato pezzi di controsoffitto sul pavimento. Fortunatamente si è verificato di notte quando l’ufficio è chiuso al pubblico e non ha provocato danni a persone. Infatti la parte interessata dal parziale crollo si trova proprio sopra le sedie che ospitano gli utenti. Avvisato dell’accaduto, il capo dell’Ufficio Tecnico Avenia ha immediatamente predisposto la chiusura dei locali fino a quando non verranno eseguiti i lavori di messa in sicurezza. Pare che la causa del cedimento sia dovuto a problemi di infiltrazioni d’acqua. Possiamo dire che questa volta ci è andata bene. Nessuna persona è rimasta coinvolta dal parziale crollo, a differenza di quanto è successo nel mese di ottobre scorso alla scuola Don Bosco dove, a causa del cedimento di una parte del controsoffitto in una classe, rimasero feriti un bambino disabile e la sua insegnante. Le domande che adesso ci poniamo sono queste: chi deve controllare affinché non si verifichino cedimenti inaspettati? Ci sarà qualcuno preposto? Perché non si è intervenuti prima? Ringraziamo il Cielo che il crollo non si sia registrato durante il giorno quando l’ufficio postale è colmo di gente, altrimenti avremmo dovuto probabilmente raccontare altro.


Lo sgombero degli ospiti della comunità alloggio per disabili della cooperativa “Suami Onlus” di via Gela, a Licata, ha letteralmente scosso l’opinione pubblica. Anche il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, in un tweet ha definito “disumano quanto avvenuto a Licata” e sempre dai social l’esponente del Governo Renzi denuncia anche l’immobilità del Parlamento su un suo ddl che prevede pene più severe per chi maltratta persone disabili. Alla luce di quanto si legge dai faldoni delle indagini della Procura della Repubblica di Agrigento, appare alquanto improbabile confrontare quello che dice la magistratura con quanto asserivano nel 2005 i responsabili della comunità alloggio incriminata. “Il suo scopo – si legge sul sito internet della Suami - è stato sempre quello di realizzare interventi socio-assistenziali per il superamento delle situazioni di esclusione ed emarginazione sociale e per la promozione di un cambiamento sociale collettivo”. L’operazione “Catene spezzate” eseguita ieri dagli uomini della Compagnia Carabinieri di Licata agli ordini del capitano Marco Corrao, momentaneamente coinvolge 8 soggetti che a vario titolo ricoprono diversi ruoli all’interno della cooperativa onlus “Suami”. In manette però è finita solo la responsabile del centro, ovvero l’assistente sociale Caterina Federico, 33 anni, di Licata. Secondo la Procura della Repubblica di Agrigento l'unica arrestata, (la responsabile del centro) la licatese Caterina Federico di 33 anni, unitamente agli operatori Angelo Federico di 30 anni, Domenico Savio Federico di 25 anni, Giovanni Cammilleri di 26 anni, Salvatore Gibaldi di 39 anni, Angela Ferranti di 49 anni e Maria Cappello di 46 anni, con numerose e reiterate condotte avrebbero sottoposto alcuni minorenni e/o inabili psichici affidati per ragioni di cura, vigilanza, assistenza e sostegno psicologico alla comunità, a maltrattamenti di natura fisica e psicologica tali da cagionare in loro gravi sofferenze e umiliazioni. "Senza alcuno scrupolo per la condizione di fragilità psico-fisica dei minori con deficit mentali e degli altri ospiti disabili -si legge- ricorrevano sistematicamente all’inflizione di punizioni come il digiuno, il divieto di contatti telefonici con i familiari, la reclusione all’interno delle stanze da letto; sottoponevano quotidianamente un ospite a gravose limitazioni della propria libertà personale tenendolo il giorno e la notte legato con catene in ferro alla struttura metallica del proprio letto; mantenevano precarie condizioni igienico-sanitarie all’interno della struttura utilizzando acque contaminate da batteri coliformi; distribuivano per il consumo alimenti in cattivo stato di conservazione e scaduti". Tutti reati che secondo i magistrati agrigentini sarebbero stati commessi nel periodo compreso tra dicembre 2014 e febbraio 2015. Alla responsabile del centro, Caterina Federico, sono stati concessi gli arresti domiciliari; per gli operatori della struttura è scattato il divieto di dimora nella provincia di Agrigento. Tra gli indagati c’è anche l’amministratore unico della onlus. Si tratta di Salvatore Lupo, 40 anni, di Favara e presidente del consiglio comunale della città dell’Agnello Pasquale. Secondo i magistrati Di Natale, Fonzo e Macaluso, Lupo sapeva e non avrebbe impedito agli operatori della struttura di sottoporre alcuni ospiti a maltrattamenti di natura fisica e psicologica. Inoltre è accusato di aver tenuto legato un ospite mediante una catena in ferro assicurata con lucchetto alla struttura metallica del letto. Per Salvatore Lupo è stata disposta la misura interdittiva del divieto di esercitare l’ufficio direttivo di amministratore della “Suami – Società cooperativa sociale ONLUS”. Ricordiamo che l’inchiesta trae origine dalle segnalazioni inoltrate ai carabinieri dalla scuola frequentata dai ragazzi ospiti del centro. A dare consistenza all’impianto accusatorio ci sarebbero intercettazioni telefoniche e filmati prodotti durante le indagini. Pesanti quindi i sospetti sulle attività svolte all’interno di quella che ormai in molti chiamano “La casa degli orrori”. Così come altrettanto pesante è il ruolo pubblico ricoperto da uno degli indagati: Salvatore Lupo nel giugno del 2015 è stato eletto Presidente del Consiglio Comunale di Favara. Nell’auspicio che lo stesso Lupo possa dimostrare la sua estraneità ai terribili fatti di Licata, molti nella sua città auspicherebbero le sue dimissioni. Invito a dimettersi che sul fronte politico è stato ufficialmente proposto dal solo Movimento Cinque Stelle. Per il resto, l’intera classe politica, nonostante i gravissimi episodi di violenza contestati dalla Procura, ha scelto di restare in silenzio.


A poco più di 24 ore dal blitz dei carabinieri nella comunità alloggio per disabili psichici di via Gela a Licata, e su cui la magistratura stabilirà se quella è stata veramente la “casa degli orrori”, emerge la professionalità degli insegnanti della scuola frequentata dai ragazzi ospiti del centro. L’inchiesta “Catene spezzate” della Procura della Repubblica di Agrigento infatti nasce dalla codifica di un disegno realizzato in classe da un minore che, su carta, avrebbe lanciato un messaggio di aiuto e che sarebbe stato subito recepito dai docenti. Ma il loro ruolo di educatori si sarebbe spinto oltre alla semplice codifica dei segni grafici. Le insegnanti infatti, avrebbero chiesto ai loro alunni di raccontare il loro malessere e nel contempo filmarli con i telefoni cellulari. Allo stesso modo avrebbero fotografato alcuni segni presenti nei polsi dei minori. Video e immagini che poi, dopo averli fatti visionare al dirigente scolastico dell’Istituto, sono stati consegnati ai carabinieri della locale Compagnia. Segnalazione quindi propedeutica senza la quale le indagini non sarebbero mai partite. Nelle more che la giustizia faccia il suo corso, va senz'altro elogiato il lavoro svolto dai docenti e dal dirigente scolastico di questo istituto. Professionalità che, qualora ce ne fosse bisogno, dimostra come ancora nelle scuole italiane ci sono persone che sanno fare il loro lavoro.


Intanto la Procura della Repubblica di Agrigento, a seguito dei fatti di cronaca che si sono registrati ieri riguardanti l’operazione “Catene spezzate”, ha deciso di affidare gli ospiti della comunità “Suami” alla dottoressa Linda Modica in qualità di consulente esperto. È stata proprio la dottoressa Modica, su disposizione della Procura, ad accompagnare gli ospiti della comunità “Suami” presso le strutture di pertinenza delle cooperative “Arcobaleno” e “Il Libero Gabbiano” dove sono già stati inseriti e accolti dagli altri utenti ospiti e dai rispettivi operatori qualificati.


Rapinata di 5 mila euro la banca “Sella” di Licata. I malviventi, a quanto pare cinque, col volto coperto e apparentemente non armati, hanno fatto irruzione e sotto minaccia si sono fatti consegnare 5 mila euro dai cassieri. Sull’accaduto indaga la Polizia.


Corruzione di minore è l’ipotesi di reato che i poliziotti della Questura di Agrigento hanno contestato a due quarantenni del luogo. Gli agenti, domenica scorsa, in c.da Carcarelle hanno sorpreso i due mentre stavano consumando un rapporto sessuale a bordo di un'auto. La donna, una prostituta del luogo, aveva con sé anche la figlia di 8 anni, che il suo cliente aveva fatto salire in macchina.


Lettera di elogio del sindaco di Sciacca, Fabrizio Di Paola, al personale in servizio presso l’unità operativa di cardiologia dell’ospedale “Giovanni Paolo II”. Di Paola ha inoltrato la missiva presso la direzione generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale dopo che lo stesso, in occasione delle festività natalizie, ha avuto modo di stare a contatto con gli operatori del reparto e apprezzare la loro professionalità. Il sindaco di Sciacca ha anche rivolto l'invito, ampiamente condiviso dall’ ASP, a rivolgere le massime attenzioni alla funzionalità del reparto anche attraverso il potenziamento degli organici.


Assemblea territoriale di Confcooperative questo pomeriggio ad Agrigento. Dalle ore 15.30 presso la Chiesa San Pietro discussione sul nuovo statuto di Confcooperative Sicilia, a seguire l’assolvimento degli adempimenti statutari previsti e la nomina dei nuovi organi territoriali delle cooperative della provincia di Agrigento. Per info si può chiamare l’Ufficio Territoriale di Agrigento allo 0922.60.81.21 E#8195;


Interruzione di energia elettrica dopodomani, giovedì 21 gennaio, in diverse contrade di Agrigento e Favara. Per lavori sui propri impianti l’Enel comunica che dalle ore 8.30 alle ore 16.30 verrà interrotta l’energia in: c.da Fegotto, via Enrico La Loggia, c.da Ciavolotta, c.da Gibisi, c.da Misilina, c.da Burraiti e ancora le contrade Sant’Anna - Priolo, Contrino, Gelardo, Costa Inferno, Poggio Muto, Mezza Croce, Falserotta, Molinella, Malvizio, Fontana degli Angeli e Fontana. Durante i lavori l’erogazione dell’energia elettrica potrebbe essere momentaneamente riattivata, pertanto l’Enel invita a non commettere imprudenze e comunque a non utilizzare gli ascensori.


Si svolgerà il prossimo 22 gennaio al PalaMoncada di Porto Empedocle l’iniziativa “Fortitudo Cup”, un torneo di basket dove si sfideranno studenti e giocatori della Fortitudo. Nello specifico, sarà una gara a tiri che vedrà protagonisti studenti di quattro scuole superiori di Agrigento e giocatori della Fortitudo. Domani mattina alle 11.30 si svolgerà una conferenza stampa di presentazione dell’evento presso il PalaMoncada.


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