SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 30/11/2015
Direttore Responsabile: Calogero Sorce

PAURA STAMATTINA IN VIA ARIOSTO A FAVARA. ANZIANO VIENE RIANIMATO DOPO AVER INALATO DEL GAS. INDAGANO I CARABINIERI.

STABILIZZAZIONE DEI PRECARI DEGLI ENTI LOCALI SICILIANI. E' QUANTO PROPOSTO IN UN EMENDAMENTO ALLA LEGGE DI STABILITA' DAL SOTTOSEGRETARIO FARAONE.

STRADA CHIUSA DAI CARABINIERI, MA L'ANAS DICE: "E' SICURA". LO STOP BEFFA SUCCEDE SULLA PALERMO-SCIACCA.

"L'ACCORDO TRA LA MADRE GENERALE E IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI FAVARA STA DI FATTO CHIUDENDO IL BOCCONE DEL POVERO". LO PENSA L'EX DELEGATO LILLO CINQUEMANI CHE CHIEDE A LORO: CHE FINE HANNO FATTO I 650 MILA MANCANTI?

LA COMUNITA' CATTOLICA DI FAVARA ACCOGLIE LA SACRA SINDONE PRESSO LA CHIESA SAN VITO. TANTI I FEDELI PRESENTI.

J-FACTOR. A MILANO IL GRUPPO AGRIGENTINO LE VITI SI CLASSIFICA SECONDO ALLE FINALI SU 12 PARTECIPANTI.


Poteva avere conseguenze ben più gravi se qualcuno avesse, per caso, suonato il campanello di casa sua. Del gas, probabilmente fuoriuscito da una stufa, si è sprigionato nelle stanze e un anziano favarese ha perso conoscenza. Il suono avrebbe potuto provocare un incendio. Il 72enne C.D.M., queste le iniziali del nome, è stato rianimato nella mattinata di oggi dai sanitari del 118 intervenuti in via Ariosto dopo la segnalazione dei carabinieri e dei vigili del fuoco. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo stamattina avrebbe cercato di accendere la stufa a gas e, colpito forse da un malore, non ha fatto in tempo ad accendere la fiammella. Aperta la rotella, in pochi istanti la stanza e l’intera casa si è cosparsa di gas. Alcuni familiari, preoccupati dal forte odore proveniente dalla casa, hanno subito allertato i soccorsi. L’anziano è stato rianimato e trasferito per le cure al pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento. Solo tanta paura per i familiari e abitanti della zona. Ringraziando Dio, si è evitato il peggio. Sull'accaduto comunque, indagano i carabinieri della locale Tenenza.


I 22mila precari degli enti locali siciliani dovrebbero essere stabilizzati. Il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone annuncia un emendamento alla legge di stabilità concordato con Palazzo Chigi, firmato da tutti i deputati democratici. “La norma - spiega Faraone - sarà speciale e varrà solo per la Sicilia. Verrà istituita un'Agenzia del Lavoro, partecipata in casa da Regione, Comuni e Stato, che avrà il compito di assorbire, stabilizzandoli, tutti i lavoratori precari storici e di collocarli in seguito in base alla richiesta." "I lavoratori non saranno più precari, saranno dipendenti dell'Agenzia, e potranno lavorare anche per lo Stato, perché parteciperà all'Agenzia, e potranno continuare a lavorare nel loro stesso posto fino al totale assorbimento, senza che costi un euro in più nelle tasche dei cittadini". Per 22 mila lavoratori dovrebbe pertanto arrivare il momento del tempo indeterminato, dando forse un termine alle deroghe fatte anno dopo anno di corsa che hanno umiliato i diversi soggetti. Una buona notizia per i 261 precari del Comune di Favara che da troppo tempo ormai convivono con continue proroghe senza una degna assegnazione di lavoro. Ricordiamo che quelli di ruolo sono 130 mentre 58 gli ex LSU. “Rendiamo il lavoro stabile e soprattutto produttivo –aggiunge Faraone. Garantiremo il lavoro, non il posto, partendo dai bisogni della Sicilia. Basta con i musei vuoti e le portinerie piene. Basta con Comuni senza personale e Comuni strapieni di personale. Finalmente - conclude il sottosegretario all’Istruzione - lavoriamo non solo per eliminare una piaga che si portava avanti da più di 20 anni ma anche per garantire ai cittadini servizi pubblici più efficienti”.


Sembrava l'ennesimo cedimento su una strada della Sicilia, questa volta sulla Palermo-Sciacca, arteria di scorrimento che collega il capoluogo con la costa meridionale dell'Isola e che ogni giorno è attraversata da migliaia di automobili e mezzi pesanti. Sembrava che il pilone di un viadotto tra San Cipirello e San Giuseppe Jato si fosse appena inclinato e la strada è stata chiusa dal chilometro 23 al 28 dai carabinieri. Ma i tecnici dell'Anas assicurano che si tratta di un vecchio cedimento e la strada può essere percorsa in tutta sicurezza. Si sarebbe trattato solo di un "difetto di comunicazione" con i carabinieri, che avevano quindi interdetto il tratto della Statale al traffico. Sulle prime sembrava si fosse trattato di un cedimento strutturale a causa di una frana del suolo sottostante, come successo per il viadotto Himera sull'autostrada Palermo Catania. Ma le verifiche hanno accertato che si tratta di un vecchio cedimento e non ci sono tratti del viadotto a rischio, nonostante sul piano stradale i giunti siano distanti parecchi centimetri. Sembra che le piogge abbiano portato via i sacchi di cemento che ostruivano la falla aperta da tempo, rendendola visibile, e per questo i carabinieri si siano allarmati. Il viadotto Himera sulla Palermo-Catania, lo ricordiamo, fu colpito dalla frana nello scorso mese di aprile. I lavori di demolizione della campata sono in corso, ma per la riapertura i tempi saranno ancora lunghi: il ponte a piloni verrà sostituito da una struttura in acciaio a campata unica. Nel frattempo sulla Palermo-Catania sono state aperte due strade di collegamento che aggirano il viadotto chiuso: una trazzera finanziata dai 5stelle dell'Ars e una bretella realizzata dall'Anas.


“In base agli ultimi fatti, ovvero che quattro suore e quattro anziani hanno lasciato la struttura, è lecito pensare che ci sia un accordo tra il Presidente del Consiglio Comunale di Favara Salvatore Lupo e la Madre Generale Palmira Borzellino e che siano loro i veri responsabili della chiusura del Boccone del Povero di Favara, insieme alla collaborazione inconsapevole dei dipendenti”. A dirlo è l’ex delegato della Madre Generale Lillo Cinquemani che scrive una lunghissima lettera indirizzata alla nostra emittente televisiva, e quindi per conoscenza a tutta la popolazione favarese, per fare chiarezza, una volta per tutte, sulla vicenda. Una situazione a dir poco grave quella che appare dalle dichiarazioni di Lillo Cinquemani che abbiamo pubblicato integralmente sul nostro giornale web siciliatv.org. Da quanto emerge nella lettera, se in un primo momento si gridava allo scandalo, successivamente c’è stato un silenzio assordante sulla vicenda, perché? Ed è proprio Cinquemani che chiede di sapere dal presidente Lupo, dalla Madre Generale Borzellino e dal coordinatore del PDR Cilona, interessatosi successivamente della vicenda, perché non osano più sapere che fine abbiano fatto i 650 mila euro che il Comune avrebbe versato nelle casse del Boccone del Povero. “Lupo –chiede Cinquemani- perché non ha più interesse ad accusare la Madre Generale? Perché non ha più interesse a denunciarla sulla cattiva gestione dell’Istituto? Perché, Lupo, non ha più motivo di parlare di quell’immobile di Palermo che la Madre Generale ha venduto, a sua detta, a un suo parente per un costo di sei volte inferiore al valore di mercato o ancora, perché non vuole più fare chiarezza sulla questione dei € 650.000,00? Adesso si trova in perfetta sintonia con la Madre Generale, forse perché hanno interessi in comune? “–chiede Cinquemani. In una lettera del 2 ottobre il presidente del consiglio comunale Lupo accusava sia suore e sia i loro sostenitori più o meno referenziati di dire poca verità. “Di contro –scriveva Lupo- producono falsità per compensare probabilmente l’attuale imbarazzo o l’inconsistenza derivata dalla loro azione speculativa ai danni della città”. E su questo Cinquemani scrive:”Come mai il Presidente del Consiglio di Favara nella sua lettera del 2 ottobre incolpava me di speculazione nei confronti dei cittadini favaresi mentre lui aveva già fatto diversi incontri con un parente di Madre Generale, con il sindacalista Castronovo e con la sig.ra Sabrina Amhezion per costituire una cooperativa all’interno dell’Istituto? Questo significa non avere interessi personali? Il sig. Lupo deve spiegare ai favaresi quali sono le azioni speculative e gli interessi personali di cui mi ha accusato con la lettera del 2 Ottobre? Per di più ho saputo –continua - che suggerisce ai dipendenti che hanno querelato la Madre Generale per la pessima condotta di bloccare la denuncia: sa bene che questa potrebbe essere un intralcio alla costituzione della cooperativa che vuole formare con gli stessi dipendenti del Boccone del Povero. A quanto pare io e suor Annamma –dice Cinquemani- siamo l’unico ostacolo alla realizzazione di quel progetto criminoso di cui ho sempre parlato”. Al prof. Cilona Cinquemani chiede come mai non si è fatto avanti dopo che lo stesso si era detto disponibile a confrontarsi. “Se le parole hanno un significato come dice lui –scrive l’ex delegato- è necessario che dimostri il suo senso di responsabilità per andare in fondo alla questione e, se qualcuno ha sbagliato, è giusto che ne debba rispondere dinnanzi alle autorità competenti”. L’ex delegato ha da ridire anche sul comportamento della Madre Generale. “Come mai –dice - la Madre Generale mi revoca la delega a causa delle offese di Lupo alle consorelle e poi si incontra con Lupo per portare avanti il loro progetto? Forse ero di intralcio e si doveva lasciare spazio alle persone competenti, come Lupo? Come mai non spiega ai dipendenti dell’Istituto che il loro licenziamento collettivo fu revocato per farne uno nuovo, con motivazioni nuove che non potranno essere impugnate?” Come ricorderete, a fine mese di ottobre, durante una conferenza con Cinquemani e Suor Annamma, emerse che ci sarebbe stato un nuovo licenziamento collettivo dei dipendenti dopo che la Congregazione aveva revocato il primo. Questa volta sarebbe stato per giusta causa, ovvero per problemi economici. Secondo quanto sostiene Cinquemani il nuovo licenziamento sarebbe in procinto di arrivare ai 10 dipendenti. Per quanto riguarda invece i lavori di messa in sicurezza del tetto, Cinquemani interroga ancora la Madre Generale: “Come mai subito dopo avermi incaricato di acquistare il materiale necessario per la messa in sicurezza del tetto dell’Istituto non mi ha più consentito di procedere, lasciando il materiale inutilizzato? Forse risolvendo il problema del tetto non si poteva più concludere l’accordo con Lupo? Quali interessi ha la Madre Generale? –scrive Cinquemani. L’accordo tra Lupo e la Madre Generale –conclude- andrà certamente a discapito degli anziani ospiti (che a breve saranno invitati a lasciare la casa), dei dieci dipendenti (infatti a breve riceveranno le lettere di licenziamento) e delle suore di Favara che hanno dedicato la loro vita all’ assistenza dei poveri e dei bisognosi del paese. In questo modo le ripaga Lupo, egregio rappresentante dei cittadini favaresi. Favara non merita questo. I cittadini –dice- facciano le loro riflessioni!!”


“La Sindone è provocazione all’intelligenza. Essa richiede innanzitutto l’impegno di ogni uomo, in particolare del ricercatore, per cogliere con umiltà il messaggio profondo inviato alla sua ragione e alla sua vita”. Queste sono le parole pronunciate a Torino il 24 maggio del 1998 da Papa Giovanni Paolo II° e che ieri sono riecheggiate tra le mura dell’ottocentesca Chiesa di S. Vito, a Favara, dove è stata esposta alla venerazione una copia fedele del lenzuolo in lino che secondo la Chiesa Cattolica avrebbe avvolto il corpo di Gesù Cristo subito dopo la deposizione dalla croce. A volere per la prima volta a Favara la presenza della Sindone è stata la Confraternita della Santa Croce, evento che cade nel proprio decimo anniversario di fondazione. A portare il mistico telo nella parrocchia guidata dal parroco Diego Acquisto sono stati i sacerdoti della Gioventù Ardente Mariana. Molti i fedeli accorsi che, in rigoroso silenzio, hanno assistito all’ostensione della Sindone e alla spiegazione, curata da Don Marco Maria Carluccio. Il giovane sacerdote ha analizzato il lenzuolo lungo 4,41 mt e largo 1,13 mt sul quale è impressa la doppia immagine accostata del cadavere di un uomo, morto sulla croce dopo essere stato pesantemente torturato. Suggestivo il colpo d’occhio della Sindone che dall’altare catturava gli sguardi dei fedeli. Quella di ieri è stata la prima delle quattro giornate di appuntamenti organizzati dalla Confraternita della Santa Croce di Favara in concomitanza della presenza della Sindone. Quanti volessero visionare la copia fedele del lenzuolo sacro, potranno farlo fino a mercoledì prossimo. Intanto per questo pomeriggio, alle ore 18:00, la Sindone dalla Chiesa San Vito sarà portata in processione nella Cappella del Calvario dove si celebra una S. Messa e dove rimarrà esposta per le restanti giornate. Per l’occasione la grande croce, che nella tradizione locale è associata al Golgota cristiano, si è tinta dei colori della Misericordia, scelta operata dalla Confraternita della Santa Croce che è in simbiosi con il giubileo straordinario della Misericordia indetto e avviato ieri da Papa Francesco. Il saluto della comunità di Favara si avrà mercoledì prossimo alle ore 18:30 nuovamente nella Chiesa San Vito con la celebrazione eucaristica presieduta dall’arciprete don Giuseppe D’Oriente.


Grande successo per il gruppo musicale “LeViti” che sabato scorso ha calcato a Milano il palco di J-Factor Italia arrivando secondi al concorso. A vincere l’edizione 2015 del talent musicale cristiano è stato il bravissimo Biagio che ha avuto la meglio sul gruppo LeViti e Lidia, esibendosi con brani conosciuti che probabilmente hanno fatto la differenza. “È stata una bella esperienza. Anche se non siamo arrivati primi –ci dicono soddisfatti Serena, Vincenzo, Salvatore e Carmelo- è come se lo fossimo stati, perché siamo comunque arrivati secondi su 12 partecipanti. Abbiamo sentito anche il sostegno di amici e fratelli della nostra comunità di Favara e questo è stato per noi importante”. Hanno detto bene i ragazzi, la comunità di Favara si è attrezzata con videoproiettore e li ha sostenuti prima con la preghiera e poi con un sano tifo. “Sono stati fantastici” – il commento a fine gara di alcuni giovani. Tre i brani che LeViti hanno portato: “Voglio star con te”, “Senza Fiato” e “Solo per amore”. Adesso un paio di giorni di svago per visitare qualche città del nord e poi LeViti ritorneranno a Favara, dove ad attenderli ci sarà tutta la comunità locale.


Doveva essere il giorno del riscatto in campionato ma così non è stato per l’Akragas, sconfitta 3-1 all’Esseneto dal Lecce. Pesante il passivo per una gara complessivamente equilibrata, segnata però da alcuni errori difensivi dei padroni di casa. Bravi i giallorossi a concretizzare e chiudere il primo tempo in vantaggio di due reti. Nella ripresa l’Akragas prova a rimediare e al 67° accorcia le distanze, ma allo scadere un fallo in area di Aloi determina il calcio di rigore in favore del Lecce che, a segno con Diop, blocca la rimonta biancazzurra e sancisce il risultato finale sul 3-1 per i pugliesi. A fine gara, contestata dai tifosi sia la squadra sia l’allenatore Nicola Legrottaglie, che però non dovrebbe essere a rischio esonero. Nonostante la sconfitta di ieri, in classifica la neo promossa Akragas rimane lontana dalla zona play out. Prossimo impegno in campionato per gli agrigentini è contro il Foggia.


Impresa sfiorata della Pro Favara allo Stadio Comunale Vincenzo Presti di Gela. I gialloblu, sotto di tre goal, chiudono il match in rimonta. Cuore e grinta però non sono bastati e il risultato finale è rimasto fermo sul tre a due per i padroni di casa. I marcatori della partita per il Gela sono stati Nassi, autore di una doppietta, e Campanaro, mentre Grippi e Campione per la Pro Favara. Gialloblu che con quattro punti restano il fanalino di coda del campionato di Eccellenza. Al prossimo turno la squadra allenata da Gaetano Longo dovrà affrontare l’Atletico Campofranco.


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