SICILIA TV NOTIZIARIO
Edizione del 15/10/2015
Direttore Responsabile: Calogero Sorce

ALLERTA METEO IN SICILIA. SI CONTANO I DANNI IN PROVINCIA DI AGRIGENTO. A FAVARA TETTI SCOPERCHIATI E DANNI AL CASTELLO CHIARAMONTE

RIFORMA COSTITUZIONALE. COSA CAMBIA PER LA SICILIA? NE PARLIAMO ALL'INTERNO DEL TG

TORNA LA RUBRICA "LA VOCE DEL CITTADINO". IN VIA BERSAGLIERE D'ANNA A FAVARA, SPAZZATURA PER STRADA, SCARSA ILLUMINAZIONE, ANIMALI E SIRINGHE UTILIZZATE DA TOSSICODIPENDENTI. I CITTADINI CHIEDONO RISPOSTE

LA VICENDA DELLA CHIUSURA DELL'ISTITUTO OPERA PIA BOCCONE DEL POVERO DI FAVARA. DOMANI E' IL GIORNO DELLA VERITA'. SI CAPIRA' CHI HA DAVVERO A CUORE LA SORTE DEI RICOVERATI E DEI LAVORATORI


Ha procurato non pochi danni, dai dati rilevati, grazie al cielo solo a cose e non a persone, il maltempo in passaggio in provincia di Agrigento. Già alle prime ore della mattina le forti piogge e le raffiche di vento hanno scoperchiato tetti, ribaltato mezzi, sdradicato alberi e creato allagamenti. La zona prevalentemente colpita stamattina è stata la parte più a ovest della provincia, quella verso Sciacca. A Favara, in zona Via Agrigento è stato scoperchiato un tetto da un'abitazione che si affaccia su due strade, ovvero: Via Macerata, traversa difronte l’ingresso della scuola elementare, e Via Legnano, angolo con Via San Bartolomeo. Tanta paura per i residenti svegliati dal forte boato. Sul posto ha lavorato personale comunale per liberare le due strade dai detriti e interdire la zona al traffico. Anche l’orologio del Castello Chiaramonte di Favara è sparito, le forti raffiche di vento l’hanno spazzato via.Fortunatamente il grosso quadrante in vetro non è finito in strada ma sulla coperture del fabbricato addossato al Palazzo Medioevale. I cocci sono stati raccolti dai dipendenti comunali e trasferiti in una sala del castello. All’ingresso del paese di Siculiana stamattina è stato trovato un camion ribaltato. Alberi e rami erano disseminati lungo la statale "Palermo- Agrigento". Intanto il Libero consorzio di Agrigento ha invitato gli automobilisti alla prudenza nel percorrere, in auto o con mezzi di lavoro, le strade provinciali, ex consortili ed ex regionali. E’, infatti, «elevato il rischio idrogeologico che potrebbe nuovamente causare frane e smottamenti di fango e detriti dai terreni confinanti lungo le carreggiate, rendendo insidioso il transito dei mezzi». Il rischio, secondo quanto si legge in una nota ufficiale, riguarda l’intera rete viaria provinciale.


Con il voto di Palazzo Madama la riforma costituzionale sembra oramai decisa. La Camera dei deputati non presenta i rischi del Senato, la maggioranza di governo dispone di numeri ampiamente favorevoli ed è perciò certo che non verranno apportate modifiche di sorta al testo del Senato, permettendo così la conclusione del faticosissimo iter della riforma. C’è, naturalmente, la coda del referendum confermativo, ma anche questo appuntamento viene guardato con apparente serenità da Palazzo Chigi. Difficilmente gli italiani diranno “no” al primo taglio di parlamentari della storia della Repubblica. Il Parlamento aveva infatti finora imposto tagli a destra e manca, ma non a sé stesso. Anche le Regioni sono state obbligate a dimagrire. L’Assemblea regionale siciliana, per fare un solo esempio, dovrà rinunciare a venti deputati; altrove il taglio è stato addirittura più drastico. Palazzo Madama ospiterà nella prossima legislatura cento senatori invece che 315 (a Palazzo dei Normanni, in Sicilia, settanta invece che i novanta attuali). La riforma approvata al Senato amplia le materie nelle quali Roma ha la facoltà di devolvere alle Regioni le competenze ad intervenire: politiche sociali, disposizioni generali e comuni in tema di tutela della salute, commercio con l’estero. Ma lo Stato ha stravolto, tuttavia, uno dei cardini del vecchio ordinamento: potrà essere esercitata da Roma la clausola di supremazia verso le Regioni sull’altare dell’unità della Repubblica e dell’interesse nazionale. In caso di diversità di vedute, insomma, prevale Roma. La clausola colpisce prevalentemente le Regioni a Statuto speciale che dispongono, sulla carta, di materie in cui esercitano competenza esclusiva. Su questa delicata questione potrebbero intervenire degli aggiustamenti. Ma non è stata trovata ancora una soluzione. I nuovi senatori, infine, saranno scelti con una apposita modifica della legge regionale. I cittadini siciliani voteranno i loro rappresentanti all’Assemblea siciliana e potranno scegliere i loro senatori in numero proporzionale alla popolazione residente. I senatori rimarranno in carica per il tempo in cui ricopriranno il loro mandato territoriale.


Con la nuova riforma sul Senato uno dei sindaci delle tre aree metropolitane siciliane sarà anche senatore della Repubblica. Potrebbe toccare al sindaco del capoluogo di Palermo, o ai sindaci di Catania o Messina. Se, com’è probabile, la norma sull’elezione del presidente dell’area metropolitana verrà modificata rispetto al testo approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana e il sindaco diverrà automaticamente presidente, avremo un mega sindaco senatore in Sicilia che potrà competere per ruolo, prestigio, funzioni, poteri, con il presidente della Regione. Le regole verranno stabilite dall’ARS in Sicilia, così come in ogni altra regione italiana. È una delle conseguenze, certo non la più importante, della riforma costituzionale ormai prossima all’approvazione definitiva (dovrà tornare alla Camera, dove i numeri della maggioranza sono rassicuranti ai fini del varo). Le peculiarità siciliane riguardano le vaste aree metropolitane che non hanno riscontro altrove, sia per il numero (ben tre in Sicilia, dieci nel resto d’Italia) quanto per la loro ampiezza, poiché nell’Isola si sono volute sovrapporre le vecchie province con le aree metropolitane e i sei liberi consorzi, in modo da salvaguardare il vecchio assetto e, forse, i collegi elettorali. L’impugnativa del governo, comunque, fa rischiare la bocciatura della legge regionale su un tema di fondo: gli enti intermedi sono stati aboliti e la riforma costituzionale, quasi legge, ci ha messo una pietra sopra. Non verranno tollerate perciò delle “simil-province” mascherate da nomi diversi, come avvenne con il passaggio dalle province “statali” alle province regionali un quarto di secolo fa.


Associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato e falso in atti pubblici. Queste sono le ipotesi di reato su cui ruota un’indagine della Procura della repubblica di Agrigento volta a fare luce sulla gestione dell’accoglienza dei migranti nelle strutture dell’agrigentino. Su disposizione dei Pm : Salvatore Vella e Matteo Delpini i militari della Guardia di Finanza di Agrigento hanno fatto irruzione negli uffici comunali di 14 diversi uffici comunali per acquisire documenti ritenuti utili al proseguo delle indagini. Il blitz delle fiamme gialle ha interessato le sedi comunali di: Favara, Alessandria della Rocca, Naro, Camastra, Casteltermini, Cammarata, Canicattì, Cattolica Eraclea, Castrofilippo, Grotte, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, San Giovanni Gemini e Sant’Angelo Muxaro.


L’evoluzione dei tempi spesso spinge la società a non considerare più gravi alcuni dei problemi che invece fino a qualche decennio fa’ preoccupavano l’intera popolazione, stiamo parlando del consumo di sostanze stupefacenti. Negli anni ’80 era facile imbattersi in siringhe abbandonate dai tossicodipendenti ai bordi delle strade poi, grazie alle molteplici campagne di sensibilizzazione promosse dallo Stato e ai duri colpi inflitti al narcotraffico dalle forze dell’ordine, la tendenza all’uso di sostanze stupefacenti, rispetto a 30 anni fa’, ha registrato un forte decremento, seppur ha una ampia diffusione è presente soprattutto tra la popolazione giovanile con le sostanze definite “leggere”. Cadere nel tunnel della droga negli anni ’80 del secolo scorso, ha senz’altro un significato diverso rispetto ad oggi. All’epoca, non si conoscevano bene gli effetti devastanti, e quindi in un certo senso, quei tossicodipendenti potevano in qualche modo essere biasimati, ma oggi, nel 2015, che cosa spinge una persona a cercare la felicità da un buco nelle vene? Purtroppo difficile è comprendere tutti i meccanismi che scattano nelle menti. Non parlarne fa ingenerare in tutti l’idea che il problema non esista, sia risolto, non sia più attuale, ma purtroppo, come documentano queste immagini, il problema a Favara è più reale che mai. Nei giorni scorsi, in redazione ci hanno segnalato la presenza di molte siringhe infette e di fazzoletti imbevuti di sangue, in una via del centro storico di Favara. Siamo in via Bersagliere D’Anna, meglio conosciuta in città come “vaneddri pisciati”, a ridosso della Chiesa Madre. A porre il problema all’attezione pubblica sono i residenti della zona, che hanno chiesto la presenza della nostra emittente. “Da bambini -ci dicono- la stradina era un bel posto, sicuro, dove giocare, adesso non possiamo far scendere i nostri figli in strada perché non si sa’ quello che possono trovare”. “Adesso anche le siringhe per la stretta viuzza del centro storico, sono un nuovo pericolo che si aggiunge a quelli già esistenti”. Un centro storico a due facce quindi quello di Favara, la prima è quella di cui andare fieri, ovvero, quella del vecchio nucleo abitativo che grazie alle iniziative imprenditoriali è diventato il fulcro della movida agrigentina che però è circoscritto alla sola piazza Cavour e al cortile Bentivegna, meglio conosciuto come “sette cortili”. Poi invece c’è “l’altro” centro storico, quello del degrado e dell’abbandono, dove i pochi abitanti rimasti, devono fare i conti con innumerevoli problemi. Un mondo che probabilmente è meglio tenere nascosto agli occhi dei visitatori che in Favara invece vedono un polo di eccellenza nella riqualificazione dei centri storici. In Via Bersagliere D’Anna, sono ancora visibili i segni del piano straordinario di demolizioni degli immobili giudicati pericolosi e che in città si eseguirono dopo la tragedia del 23 gennaio 2010 in via del Carmine dove, nel crollo della loro abitazione, morirono le sorelle Marianna e Chiara Pia Bellavia. In quella tragica circostanza, si additò all’indifferenza quale principale causa del degrado a cui sono soggetti i vecchi nuclei urbani, indifferenza che a distanza di oltre 5 anni, continua a macchiare una città che invece ha voglia di riscatto. In via Bersagliere D’Anna, i tossicodipendenti, trovano un habitat ideale. La stradina infatti , non solo gli offre dei ripari nei sottoscala delle vetuste case, ma nelle ore serali, li nasconde anche alla vista dei pochissimi residenti grazie alla carenza di illuminazione. Nella via, da diversi anni c’è un lampione pubblico rotto che non è mai stato sostituito. Ed oltre alla presenza di siringhe, gli abitanti segnalano anche problemi di carattere igienico – sanitario. Con sporcizia, rifiuti, grossi ratti e addirittura serpenti che sono stati più volte avvistati. Gli abitanti, più di un mese fa’, avrebbero chiesto al Comune di Favara e all’ASP la disinfestazione e la derattizzazione della zona. Richiesta che secondo quanto riferitoci, non è stata ancora accolta dagli organi competenti e a cui i cittadini si rivolgono nuovamente tramite Sicilia TV per chiedere un intervento urgente.


Per un giro di spaccio di stupefacenti nella zona dello stadio Esseneto ad Agrigento, il Giudice per le Udienza Preliminari del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, ha condannato sei giovani. Ad occuparsi dell'inchiesta, denominata "Gioventù bruciata", scaturita dall'inchiesta "Capo dei capi”, il pm Matteo Delpini. I difensori avevano chiesto l'assoluzione durante il processo svoltosi con il rito abbreviato, ma quattro anni e 4 mesi di reclusione sono stati inflitti a Giuseppe Contrino, di 30 anni; tre anni ed otto mesi a Fouad Haouari, di 24; tre anni a Sergio Rotondo, di 28; due anni e sei mesi a Faisal Haouari, di 23; due anni a Salvatore Pitrone, di 31, e quattro mesi a Flavio Napoli, di 23.


Domani, venerdì 16 ottobre, si conoscerà la sorte dell’Istituto Boccone del Povero di Favara, a rischio chiusura definitiva. Alle 15e30 ci sarà la terza ed ultima convocazione utile dei 5 delegati che dovranno semplicemente intanto costituire il CdA, il Consiglio di Amministrazione. Le prime due riunioni sono andate a vuoto per la mancanza di ben 3 delegati. Solo se domani, tutti e 5 i componenti si riuniranno, il CdA potrà essere costituito e si potrà procedere alle urgenze impellenti che salveranno la permanenza nella struttura di Collina San Francesco di Favara, degli anziani ospiti dell’Opera Pia “Barone Mendola” e dei 10 lavoratori con contratto in scadenza il 31 ottobre. I 5 componenti sono: Suon Anna Matthew (attuale superiora dell’Istituto e presidente pro tempore dell' associazione Opera Pia), Suor Monica (delegata dalla Congregazione di Palermo), un rappresentante della Curia agrigentina che solo ieri è stato individuato in Don Carmelo La Magra (parroco della chiesa SS. Pietro e Paolo di Favara), un delegato della Prefettura di Agrigento (per il quale si attende ancora la nomina da parte del Prefetto) e un delegato del Comune di Favara (neppure questo ancora nominato). Le prime due convocazioni sono andate a vuoto per assenza dei rappresentanti della Chiesa, della Prefettura e del Comune di Favara. A rischio, lo ricordiamo, la permanenza nella struttura degli anziani e la salvaguardia di ben 10 posti di lavoro. “Per la costituzione del CdA serve la presenza di tutti e 5 –sottolinea Lillo Cinquemani delegato dalla Madre Generale, Palmira Borzellino, per sciogliere i nodi dal pettine sulla questione-. L’assenza anche di una sola figura non permetterà di andare avanti e segnerà piuttosto la chiusura definitiva della struttura. Chi non ha ancora provveduto alle nomine –continua- ha avuto tutto il tempo per incaricare qualcuno, ed ha tempo ancora oggi, se davvero ci tiene”. Intanto sembra essere caduta nell’oblio la richiesta del prof. Gerlando Cilona del Partito dei Democratici per le Riforme, che dieci giorni fa aveva chiesto senso di responsabilità e cristallinità degli atti, invitando tutte le forze politiche, le istituzioni, le autorità competenti a prendere le giuste decisioni per eliminare un problema serio riguardante tutta la collettività favarese. Resta ancora da chiarire la scabrosa vicenda riguardante i 650mila euro “scomparsi” che dal Comune di Favara, come ha dichiarato in diverse occasioni il Presidente del Consiglio Comunale Lupo, sono stati elargiti al Boccone del Povero Opera Pia, ma che Suor Anna Matthew, attuale superiora dell’Istituto, dice di non aver mai ricevuto. E’ necessario fare subito luce sul fatto perché la voglia di chiarezza potrebbe subire una battuta d’arresto se il CdA non venisse costituito. Cinquemani dunque sollecita il Prof. Cilona, condividendo il suo invito alla chiarezza e cristallinità, a denunciare alle autorità giudiziarie il fatto appreso dalle dichiarazioni del Presidente Lupo in merito ai 650mila euro. Occorre verificare i numeri degli ordinativi di pagamento e i conti sui quali sono stati eventualmente eseguiti i bonifici da parte del Comune di Favara. “Trattandosi di somme che appartengono alla collettività, ritengo che sia doveroso -dice Cinquemani- rivolgersi alle autorità competenti per effettuare le dovute verifiche e fare chiarezza sull'intera vicenda”.


C'è tempo fino al 31 ottobre per presentare istanza al Comune di Favara per essere inclusi nell’Albo Unico delle persone idonee a ricoprire la carica di Presidente di seggio elettorale. Coloro che sono già iscritti, ci fa sapere Lillo Costa, responsabile dell’Ufficio Elettorale, non serve presentino nuova domanda, risultano già inclusi in elenco. Per essere inclusi occorre avere almeno il diploma di scuola superiore. Nella domanda deve essere indicata data di nascita, titolo di studio, residenza, professione, arte o mestiere. Per il ritiro dei modelli di domanda e per ogni altra informazione è possibile rivolgersi al personale addetto all’ufficio elettorale comunale durante il normale orario di lavoro.


Una statua della Madonna Maria Santissima dei Miracoli, della statura di 1metro e 80 cm, quindi di dimensioni naturali, sarà collocata nella piazzetta Via Sant’Angelo, accanto la Cabina Enel. La sistemazione della Statua avverrà domenica prossima, 18 ottobre, di mattina, intorno alle ore 7. La messa di benedizione, invece sarà alle ore 16. Per l’occasione sarà presente Don Alessandro, ex parroco della Chiesa dell’Itria di Favara ed attuale arciprete della comunità di Bivona. L’effigie è stata donata dalla signora Silvana Caterina Costa, per grazia ricevuta.


Questa sera, alle 19:30, al Castello Chiaramonte di Favara, serata di evangelizzazione a cura della Chiesa Cristiana Evangelica ADI di Favara. Per l’occasione, presente un ospite speciale, il pastore della chiesa Adi di Roma Salvatore Cusumano. "È una serata particolare", ci hanno detto i membri della Chiesa Evangelica locale curata dal pastore Paolo Garlisi. Come sempre, centro focale della riunione di culto al Signore è la predicazione della Parola di Dio. A predicare lo stesso pastore ospite, Cusumano. Durante la riunione di culto anche canti (curati dalla chiesa evangelica Adi di Favara) e delle testimonianze. L’appuntamento nella Sala del Collare, posta al piano terra del Castello di piazza Cavour.


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